domenica 6 giugno 2021

DAI MISFATTI ALLE DECORAZIONI o Vizi privati e pubbliche virtù

di Torquato Cardilli - Il 23 maggio è stata onorata in tutta Italia la memoria di Giovanni Falcone. A Palermo la cerimonia è stata particolarmente solenne con l'intervento del Capo dello Stato, accompagnato da alte cariche istituzionali e relativa deposizione della corona di fiori.
Quel magistrato, assassinato perché era una minaccia per la mafia e le sue coperture, era guidato da un fine fiuto investigativo, fondato sul principio cartesiano delle due rette: seguiva l’ascissa, su cui correva il flusso di ingenti capitali, per individuare mafiosi e trafficanti di droga e la ordinata, su cui comparivano i volti di quanti partecipavano ai funerali di una vittima per individuare mandanti e sicari.

Questa considerazione ne richiama paradossalmente un'altra su una classe di magnati, non sempre di specchiata onestà, decorati in pompa magna con il cavalierato del lavoro, che poi si rivelano dei poco di buono.
L'Italia democratica è una repubblica fondata sul lavoro, su quello pesante e mal pagato dei lavoratori più umili che vivono nelle ristrettezze, non certo su quello dei magnati dell'industria o dei grandi boiardi che hanno profitti e stipendi stratosferici. E i più umili sono anche quelli che ogni giorno cadono vittime sul lavoro. Citati in mezza frase nei telegiornali e presto dimenticati.
In occasione della festa della repubblica, il Presidente, come ogni anno, ha firmato i decreti di conferimento dell'onorificenza di cavaliere del lavoro a 25 personalità.

Questo ordine cavalleresco, fondato nel 1901 da re Vittorio Emanuele III, è stato fatto proprio dalla Repubblica per continuare a premiare i cittadini che si siano distinti per i loro meriti nelle attività produttive dell'industria, dell'agricoltura, del commercio, dell'artigianato, delle attività creditizie e assicurative e che abbiano contribuito in modo significativo alla promozione dell'economia nazionale, nonché all’elevazione economico-sociale dei lavoratori eliminando i divari esistenti in zone e attività economicamente depressi.

I candidati a questo privilegio debbono essere di specchiata e duratura condotta civile e sociale.
Stando a questa condizione essenziale, prevista dalla legge, il processo di selezione dovrebbe essere particolarmente rigoroso e gli insigniti dovrebbero mantenere, vita natural durante, le virtù alla base dell’onorificenza per meritare la stima del comune cittadino che è più importante di quella delle oligarchie.

John Elkann
Tra i neo nominati, che vanno ad aggiungersi al listone preesistente di 625 cavalieri viventi, spiccano i nomi di John Elkann presidente di Stellantis, Ferrari e gruppo Gedi, monopolizzatore della stampa, responsabile della delocalizzazione e del trasferimento all'estero per motivi fiscali della sede legale e finanziaria della Fiat, prima fusa con gli americani ed ora con i francesi e infine utilizzatore del prestito di 6 miliardi dallo Stato e pagatore di 4 miliardi in dividendi agli azionisti; Luigi Gubitosi Amministratore delegato di Telecom Italia, già commissario dell’Alitalia, incarico lasciato senza aver salvato la compagnia dal baratro del disfacimento, nonostante i molti miliardi spesi con la scusa della difesa dell’italianità, ma senza realizzare una ristrutturazione della “governance”, né un serio piano industriale; Alessandro Garrone, vicepresidente di Erg, quale omaggio al mondo del petrolio in un paese che avrebbe urgente necessità di convertirsi all’economia verde.

Se queste nomine hanno fatto inarcare qualche sopracciglio, scorrendo l'albo dei cavalieri si incontrano parecchi soggetti che sarebbe opportuno stiano alla larga e si facciano dimenticare mentre invece vorranno stare lì, a novembre, nel salone delle feste del Quirinale, per congratularsi con i nuovi destinatari della croce d'oro massiccio.
L'elenco dei cavalieri disarcionati dal piedistallo della rispettabilità, per condanne penali o per indagini giudiziarie, per lo più connesse con reati di corruzione, è molto ampio e varrebbe la pena di soffermarcisi, a titolo di monito, stigmatizzando qualche nome, molto noto al grande pubblico per il potere e poco per i misfatti.

È questo il caso di Giuseppe Mussari già presidente dell’ABI, vicino a Comunione e Liberazione, condannato a 7 anni per il ruolo delittuoso nell'acquisto nella Banca Antonveneta con prestiti capestro da Banca Nomura a spese del Monte Paschi di Siena (dov'era la vigilanza di Banca d'Italia?); Gianni Zonin condannato a 6 anni per il fallimento della Banca popolare di Vicenza costato 5 miliardi a spese di 120.000 piccoli risparmiatori (anche qui nessuna “culpa in vigilando” di Banca d’Italia?); Giovanni Berneschi condannato a 8 anni con patteggiamento a 3 per il fallimento della banca Carige di Genova (Banca d'Italia in sonno?);

Benetton, protagonista della vicenda del fallimento della Fiorucci, coinvolto in un contenzioso in Argentina sulle modalità di acquisto di vasti terreni in Patagonia, super sfruttatore della concessione di Autostrade, che ha sulla coscienza le vittime del crollo del ponte Morandi per mancata manutenzione e falsificazioni dei rapporti di controllo; Roberto Calvi responsabile del fallimento del banco Ambrosiano e che ha fatto quella brutta fine sotto il ponte dei frati neri a Londra; Ferruzzi dello scandalo Montedison; Caltagirone passato attraverso varie traversie giudiziarie (revocato); Passera e Colaninno indagati e poi assolti; 

De Benedetti reo confesso di aver pagato tangenti per 10 miliardi di lire; Profumo condannato a 6 anni per la gestione di MPS ed ora al vertice di Leonardo; Scaroni ex capo dell’Enel e di Eni, ha patteggiato 1 anno e 4 mesi per tangenti al PSI, condannato a 1 mese per inquinamento del delta del Po e poi assolto nel processo per corruzione internazionale; Berlusconi, già Presidente del Consiglio, condannato a 4 anni per evasione e frode fiscale (autosospeso); Moretti già sindacalista e poi capo delle ferrovie condannato a 7 anni per il disastro di Viareggio, condanna annullata dalla Cassazione che ha chiesto un nuovo processo; Cremonini al vertice dell’impero delle carni condannato definitivamente a 3 anni per insider trading; Cordero di Montezemolo che non ha lasciato dietro di sé un bel ricordo da Italia ’90 all’Alitalia; Jacobini della Banca popolare di Bari arrestato per falso in bilancio; Tanzi condannato a 17 anni per il crack doloso Parmalat (revocato); Abete di BNL rinviato a giudizio per usura e poi assolto; Bazoli, presidente di Banca Intesa, sotto processo per ostacolo alla vigilanza eccetera.

Se di questo tipo sono i grandi dello Stato a quando sarà istituito un albo alla memoria con consegna di medaglia d'oro ai superstiti di quanti, con i calli alle mani, cadono onestamente ogni giorno sul lavoro?

Torquato Cardilli

06 Giugno 2021

3 commenti:

  1. E' la politica bellezza. Non ricordo che qualche partito o movimento abbia mai obiettato una sola nomina di cavalierato. Figuriamoci adesso che stanno tutti nella stessa pastetta di governo. Pensare che possa essere nominato cavaliere del lavoro, un operaio con i calli nelle mani rimane solo un esercizio mentale di buoni sentimenti

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  2. a tutti i coloro che seguendo la politica da stadio, a uelli che si rodono il fegato e si guastano il sangue, vorrei consigliare , visto l'arrivo dell'estate, di staccare un pò- E siste il mare. il sole, la natura, il sesso, la pizza, il gelato e tante cose da non perdere.Cari amici , riposatevi e ne riparliamo in autunno.

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  3. Molto chiaro e lineare questo articolo, condivido pienamente i suoi contenuti e faccio i miei complimenti all'autore.

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