sabato 15 maggio 2021

DICITUR. PETTEGOLEZZI E VERITÀ

di Torquato Cardilli - I Servizi di sicurezza, di spionaggio e di controspionaggio si controllano a vicenda, giorno e notte, in qualsiasi città o campagna, all'aperto o al chiuso, al computer o al telefono, con miliardi di informazioni scambiate ogni secondo nell’etere sempre più affollato. Solo ciò che non viene detto non può essere intercettato, ciò che non viene fatto non viene registrato.

È una guerra asimmetrica che si svolge, spesso slealmente, anche tra paesi alleati. Vi si esercitano tanto gli agenti (disseminati ovunque) di regimi dispotici quanto quelli di paesi democratici, non solo per carpire segreti, ma anche per divulgare notizie false ed indurre in errore di valutazione qualche curioso avversario, e peggio ancora per causare sabotaggi.

Ad esempio è risaputo che Berlusconi, da Presidente del Consiglio, fosse stato intercettato più volte dagli spioni della CIA che dapprima restarono stupiti e poi esplosero in grasse risate: invece di aver scoperto segreti di stato si resero conto di essere venuti a conoscenza di imprese amorose.

Parimenti è noto che persino il telefono cellulare privato, superschermato, della cancelliera Merkel fosse stato messo sotto controllo sempre dagli americani, con immediata, ma inutile, protesta del governo di Berlino. Per non parlare delle azioni di spionaggio del KGB, del Guoanbu cinese, della Dgse francese, del MI5 britannico, del Mossad israeliano, del Mukhabarat egiziano ecc. che potrebbero riempire i volumi di varie enciclopedie.

La vicenda della trappola tesa dai nostri Servizi, su input anglo-americano, all’ufficiale di marina, il Capitano di fregata Biot, arrestato per passaggio di informazioni segrete dietro compenso all’Addetto navale russo in Italia quale agente del KGB, oltre ad aver avuto dei seguiti pratici concreti, potrebbe aver dato il via a qualche operazione politica di destabilizzazione di cui non si è ancora parlato e che potrà venire alla luce in futuro.

Per l'opinione pubblica è bastato sapere che le forze di Governo e di opposizione si siano unanimemente dichiarate indignate per questa azione di spionaggio sul territorio italiano e che il Segretario generale del Ministero degli Esteri abbia convocato l'Ambasciatore russo in Italia per notificargli la protesta del Governo e l'immediata espulsione di due ufficiali dell’ufficio dell'Addetto militare russo a Roma, coperti dall'immunità diplomatica.

L'immediata reazione del Cremlino, che ha espulso un nostro Addetto militare da Mosca, è stata criticata con stupore ipocrita ed enfasi ingiustificata da chi dovrebbe sapere che nelle relazioni internazionali vige l'antica legge dell'occhio per occhio dente per dente a prescindere da chi abbia la responsabilità della prima violazione dei principi di correttezza sanciti nella Convenzione di Vienna.

Dopo di che, anche se il fatto resta registrato nel libro delle azioni di spionaggio, tutto è passato nell'oblio con l’opinione pubblica impegnata in ben altre grane, ma è prudente ritenere che la partita non sia chiusa, e che altri spioni non rimangano inattivi o che restino in sonno.

Questa operazione dimostra ad abundantiam, così come era avvenuto per Savoini all'hotel Metropole di Mosca, che non c'è forma di protezione fisica o politica, legale o diplomatica perché al giorno d’oggi, checché ne possa dire e pensare l'Authority per la privacy o il Parlamento tutti sono spiabili e spiati.

Ovvio che il radar dello spionaggio inquadri le personalità più in vista e non si va lontano dal vero se si considera che sono stati centinaia gli esempi di intercettazioni di politici italiani, nonostante il divieto di legge.

Roma, sin dalla più remota antichità, lo si sa, è la città dei pettegolezzi con una diffusione, di bocca in bocca, di notizie non attribuite o attribuibili ad una specifica fonte, precedute dalla parolina magica “dicitur” cioè il si dice dei giorni nostri.

Stando ad uno di questi dicitur, sembra che il gran servizio giornalistico di Report sull'incontro che doveva restare segreto tra il senatore Renzi e l'agente dei Servizi Mancini non sia nato, come diffuso, da una registrazione di una semplice cittadina di passaggio, ma da un'attività svolta, niente meno che, da un rivale del nostro maresciallo nella scalata del potere o addirittura da un complice di un Servizio straniero.

Il capo dei nostri agenti segreti Vecchioni ha difeso di fronte al Copasir l'operato del suo sottoposto Mancini, ma questo non gli ha risparmiato la testa, caduta con un anno di anticipo sulla scadenza prevista.

Sarà il suo successore Elisabetta Belloni, ambasciatore sulla carta perché non ha mai diretto un’Ambasciata, abituata a governare i posti sensibili nel palazzo, già Segretario generale del Ministero degli Esteri, all'altezza di navigare nelle acque limacciose degli spioni deviati e paralleli e sopravvivere ai veleni ed alle insidie in cui nuotano gli agenti segreti nazionali ed internazionali anche sul nostro territorio?

Torquato Cardilli
15 Maggio 2021

3 commenti:

  1. Francamente delle due..... vicino alla Merkel non me ne può fregare di meno..... Se sparissero dalla faccia della terra farebbero un favore agli Italiani!!!!!

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  2. Ma quale amore! Quello che il malefico vuole convincere essere singulti di arte amatoria, altro non è se non delirum tremens del vecchio sporcaccione che del suo fetore ha permeato, per primo la Nazione intera.

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  3. Sentir parlare o leggere di Servizi di sicurezza, di spionaggio o di controspionaggio mi rammentano le azioni di destabilizzazione dei sistemi democratici. Oscar Wilde diceva: “Le spie non servono ai giorni nostri. La loro professione si è esaurita. I giornali fanno il loro lavoro”. Detto questo, confesso che mi piace leggere gli articoli di Torquato Cardilli.

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