giovedì 18 marzo 2021

IL GOVERNO È IL GOVERNO DI TUTTI. OVVIO, NO?

di Giangiuseppe Gattuso - Il Governo in carica è il Governo di tutti i cittadini senza distinzioni, il Governo del Paese. E chiunque sia a guidarlo, quale che sia la maggioranza che lo sostiene, in ogni situazione normale o d’emergenza è il “mio” governo. Lo sostengo e mi aspetto che faccia di tutto per migliorare le condizioni che ci affliggono. Sembrerebbe un’ovvietà ma non lo è affatto, basta leggere le reazioni scomposte dei tifosi, dei pappagalli televisivi, per non parlare dei rappresentanti delle opposizioni di turno.

Nel caso del Governo Draghi, per le evidenti difficilissime situazioni sociali ed economiche, per le sofferenze enormi di milioni di famiglie, per i 103.855 morti (al 18/03/2021) da febbraio 2020 e le centinaia del bollettino quotidiano, a cui ci siamo abituati, questo è, a maggior ragione, il mio governo. E qualsiasi contrapposizione, in questa drammatica contingenza, ha il sapore amaro di una “politica” indecente e patologica che non merita attenzione e rispetto.

Diverso è, invece, il mio giudizio sui cosiddetti giornalisti e opinionisti di lungo corso, sul sistema dell’informazione nel suo complesso a cominciare dalle TV. Che hanno avuto un ruolo non di poco conto nell’operazione defenestrazione di Giuseppe Conte. Una quasi regia orchestrata per mettere in rilievo ritardi, errori, e chi non ne fa, ogni più piccola e banale sbavatura, ogni azione non in linea con i loro desiderata e utile allo scopo. Su questo il mio giudizio è netto e pesante. E gli atteggiamenti, la benevolenza che si tocca con mano di fronte a situazioni al limite dell’ovvio confermano oltre ogni ragionevole dubbio come la pubblica opinione può essere condizionata. 

Un esempio lampante le interviste al Commissario per l’Emergenza Generale Francesco Paolo Figliuolo che viene ascoltato in adorazione per avere detto che saranno fatte vaccinazioni a tappeto quando arriveranno i vaccini. E il Corriere della Sera, estasiato, si preoccupa di spiegare il numero e il significato della sfilza di «nastrini» in bella mostra sulla divisa del Generale. Ma potremmo continuare parlando degli attacchi a Conte per le conferenze stampa di fronte al quasi mutismo di Draghi pure di fronte a una decisione come il blocco del vaccino Astrazeneca, che avrebbe meritato invece una conferenza stampa con un messaggio al Paese. Per non parlare dei DPCM da dittatura sanitaria sui quali si avventavano gli scienziati faziosi del diritto. E, appena qualche giorno fa, a Otto e Mezzo, per dimostrare la discontinuità con il Governo Conte, il Consiglio dei Ministri che viene convocato di mattina invece che la sera tardi. Può bastare, va bene così.

Abbiamo davanti un problema enorme che richiede responsabilità, senso del dovere e spirito di sacrificio. E le forze politiche che fanno parte della compagine ministeriale devono dare il loro apporto senza pretendere contropartite.

Nel mentre, se ne saranno capaci, se lo spirito che li anima ha ancora un senso e se c’è la consapevolezza del ruolo che ognuno si trova a rivestire, c’è il tempo necessario per rimettere in campo una rinnovata organizzazione e offerta politica. A partire dal Movimento 5 Stelle, dal Partito Democratico e dalla Sinistra nel sua variegata e complessa rappresentazione. Il PD ha cominciato con il repentino cambio del suo Segretario Nazionale. È un inizio.

Per il M5S siamo ancora alle fasi preparatorie. I presupposti ci sono, i parlamentari lo stesso pur con le defezioni che conosciamo. C’è tanto da lavorare, questo è ovvio, ma l’ipotesi dell’inserimento di Giuseppe Conte rappresenta un valore aggiunto rilevante, un effetto sinergico, che dovrà dare i frutti sperati. 

Un Movimento più presente, reattivo, più radicato nei territori, aperto agli apporti esterni, legato ai suoi principi fondanti come la partecipazione, le decisioni soggette al voto degli iscritti, l’utilizzo della rete come mezzo insostituibile di partecipazione democratica. E, per quel che mi riguarda, vanno mantenuti gli altri capisaldi come le restituzioni di parte delle indennità e il limite dei due mandati pieni per ogni livello istituzionale. 

Credo che la Politica debba rappresentare un momento della vita di ogni individuo e non una professione, o una sorta di lavoro per vivere. Ma su questi temi possono esserci le dovute eccezioni se necessarie e motivate. Solo gli stupidi non cambiano idea o non ammettono cambiamenti in corso d’opera, opportuni e necessari.

Giangiuseppe Gattuso

18 Marzo 2021

8 commenti:

  1. Caro Giangiuseppe, il governo è governo per tutti, non di tutti. Il governo deve dimostrare di essere governo per tutti. Lo deve dimostrare con la propria azione politico-amministrativa mirata al beneficio di tutti. E' dai fatti che si vede se un governo è di una parte, di alcune parti o per tutti. Fatta eccezione dei due governi Conte, è provato che i precedenti governi non hanno mai fatto il bene comune, il bene di tutti, non sono stati governi per tutti, ma di alcune parti, delle parti politiche componenti lo stesso governo.

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    1. Condivido. Ragionamento ineccepibile.

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  2. Voterete il condono? In cambio di che?

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  3. Sostenere che il governo in carica è il governo di tutti i cittadini, senza distinzioni, la trovo un’affermazione irricevibile oltre che giuridicamente scorretta. Se il M5S si fosse tirato indietro, si sarebbe detta la stesa cosa? I grillini dall’opposizione avrebbero detto: è il mio governo? Nessun esecutivo in carica è politicamente neutro e la sua azione può essere indirizzata in favore di alcuni e in danno di altri. Può tutelare i poteri forti, l’alta finanza, i ricchi oppure occuparsi delle categorie meno abbienti del Paese. Il governo non è un organo super partes ma, appunto, rappresenta gli interessi di determinate categorie sociali. Per quanto mi riguarda non è la mia parte né mi rivedo in questa accozzaglia tenuta insieme solo per spartirsi il bottino del Recovery fund, lasciando credere agli ingenui che stanno lì per fronteggiare l’emergenza sanitaria.

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  4. Io pongo una domanda:
    È questo il governo degli italiani, oppure lo erano i due precedenti?
    No, perché a me non sembrano proprio uguali, anzi.
    Conte 1 e 2, sono stati fortemente osteggiati e massacrati da quasi tutta la stampa italiana, dall'opposizione, ma soprattutto, all'interno della stessa maggioranza, tant'è, che a mandarli alle ortiche sono stati proprio due partiti che ne facevano parte.
    Ora, se gli stessi partiti e stampa, sostengono un nuovo Presidente del Consiglio e lo inneggiano come un anti Conte, con operazioni simpatia da campagna pubblicitaria, qualcuno se lo chiede qual è il motivo ?
    È ovvio, che se tanto mi da tanto, da Draghi ci guadagnano, quello che con Conte perdevano, in interessi e scopi.
    Dunque, se quelli di Conte erano governi degli italiani, quello di Draghi non può che essere solo il loro governo e nell'interesse di pochi.

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  5. Io sono d'accordo su tutto, però un mio amico mi raccontava della sua esperienza da eletto all'Assemblea Regionale Siciliana, mi diceva: " Il primo anno ancora capisci poco, il secondo anno comincia a capire, il terzo anno sei pronto". Allora io dico perché due mandati, forse tre non sarebbe meglio?

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  6. Il Governo di tutti! Incominciamo col dire che è il Governo del Paese. Il Governo ha il compito di realizzare il programma della maggioranza parlamentare che gli ha concesso la fiducia. Istituzionalmente è il Governo di tutti, politicamente no. Quante volte ci capita di dire: “Questo non è il Governo che volevo”. In nessuna democrazia parlamentare il Governo è eletto direttamente dal popolo. Il cittadino, con il suo voto, intende rafforzare la sua rappresentanza politica perché possa diventare maggioranza o parte di una coalizione che la esprime. Purtroppo le maggioranze che escono dalle urne , per la logica dei numeri, non sempre trovano corrispondenza nel Parlamento dove possono allargarsi, scomporsi dando origine ad altre maggioranze che ribaltano il responso elettorale. Costituzionalmente è corretto perché tutti i governi delle democrazie parlamentari dipendono da un rapporto di fiducia stabilito e mantenuto con il Parlamento. Poi si può verificare che per il malcostume del trasformismo dei parlamentari o per il ricatto di un piccolissimo partito della maggioranza si ribalta tutto, cambia maggioranza e governo. L’instabilità è stata una caratterista dei governi italiani. Un governo che dura poco è debole. Debolezza e instabilità dipendono dai partiti, dalle loro leadership e dalle loro divisioni interne, elementi ai quali nessuna riforma costituzionale potrà porre rimedio. Significativi correttivi potrebbero essere introdotti da una illuminata riforma del sistema elettorale. Altro aspetto dovuto all’alto assenteismo, dobbiamo rassegnarci ad essere governati da una minoranza. Tutti gli emarginati, e sono tantissimi, non potranno mai dire, in situazione ordinaria o di emergenza, questo è il “mio” governo. No! Nella storia del nostro Paese non ci sono stati governi di tutti. Un governo che permette e alimenta il clientelismo e i privilegi per i soliti, non è un governo per tutti. Un governo che non riesce a far pagare le tasse a tutti e condona ai cittadini infedeli, non è il governo di tutti. Un governo sarà di tutti e per tutti quando avremo la pienezza della giustizia sociale, ovvero, quando l’articolo 3 della Costituzione troverà la piena applicazione. Il Capo dello Stato ha detto: “ L’Italia colpita duramente dall’emergenza sanitaria, ha dimostrato ancora una volta spirito di democrazia , di unità e coesione”. In basso, salvo alcune eccezioni, è prevalso il senso di responsabilità malgrado i cattivi esempi di certi politici e dell’informazione. Abbiamo un Governo, è il Governo del Paese. Molti si chiedono: “Perché oggi sembra tutto andare bene e ieri no?!”

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  7. È valsa la pena paralizzare il Paese con una crisi di Governo durata due mesi per trovarsi come Presidente del Consiglio l'unico fuoriclasse al mondo sostenuto da un abusato suffragio universale?
    Il super Draghi ha partorito un deludente "Decreto Legge Sostegni" con risorse e tempi non adeguati a sostenere la resilienza delle Imprese.
    Le risorse allocate nel D.L. sono inadeguate e insufficienti per gli obiettivi dichiarati.
    Non viene superata la frammentazione delle risorse e la logica dei bonus.
    Non è assicurata la protezione sociale delle Imprese e dei Lavoratori differenziata in base alle diverse esigenze.
    Non c'è nessun cambio di rotta.

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