mercoledì 10 marzo 2021

DRAGHI, UN MALE NECESSARIO? SEMMAI UNA NECESSITÀ MALEFICA!

di Lorenzo Vecchia - L’acceso dibattito tra il “Draghi sì” e il “Draghi no” non accenna a placarsi, tra i parlamentari, i vari amministratori pubblici, gli attivisti e gli elettori del Movimento Cinque Stelle… E chissà quando si sarà in grado di andare oltre.

In realtà, più che un dibattito sembra una diatriba. Il che un po’ mi dà fastidio. Se si vuole remare dalla stessa parte… lo scontro non è concepibile né accettabile. E quando si arriva a uno scontro tanto duro, poi è difficile tornare indietro, impossibile recuperare e ricostruire ciò che lo scontro ha distrutto.

Lo scontro è sempre figlio dell’intransigenza: anzi, di due intransigenze. A loro volta figlie di una cieca cocciutaggine. Sono convinto che siano stati commessi diversi errori grossolani da entrambe le parti.    
beppe-grillo

Per esempio, quando Beppe Grillo è uscito dall’ombra e si è di nuovo materializzato quale leader unico e indiscusso del Movimento (ma non aveva promesso che si sarebbe fatto da parte per lasciare che i giovani camminassero liberi con le loro gambe?), si è a mio avviso macchiato di un’ingenuità imperdonabile sul fronte della comunicazione: anziché dipingere Mario Draghi come un grillino, e un “convertito all’ambientalismo”, avrebbe dovuto spiegare meglio, per filo e per segno, quali erano le motivazioni che lo spingevano a garantire il proprio sostegno al nascente Governo imposto dal presidente della Repubblica. E avrebbe dovuto illustrare, per filo e per segno, quali erano le cose, le conquiste ottenute, le riforme attuate, che il Movimento avrebbe difeso con i denti.

Nulla di tutto questo è stato fatto. E il fuorviante quesito messo in scena e sottoposto agli iscritti sulla piattaforma Rousseau, rappresenta poi la ciliegina sulla torta di questo profondo difetto di informazione. Di fronte a quello che c’è in gioco non è ammissibile una simile “vaghezza” di comunicazione.

Morra e LezziSul versante opposto, la rigidità di parecchi esponenti del Movimento è però risultata altrettanto controproducente. È giusto rimanere fedeli ai propri princìpi. Ma diventare “contro” solo per principio, ossia per partito preso, non ha senso… Esistono differenti modalità (non una sola) per portare avanti e affermare i propri princìpi e le proprie idee, a seconda delle contingenze, ossia del momento storico che si sta vivendo. La capacità di lettura del presente, dell’attualità, avrebbe dovuto consigliare loro di esaminare e di prendere in considerazione l’eventualità di mettere da parte alcune cose, e solo per un brevissimo lasso di tempo, e per cause di forza maggiore.

In sostanza, gli esponenti ribelli non hanno compreso fino in fondo la “contingenza”, ma la “contingenza” nemmeno è stata illustrata nei dovuti modi da quanti, con a capo Beppe Grillo, l’hanno invece colta.
Premesso che non disprezzo né la scelta degli uni, né quella degli altri, avrei gradito chiarezza e responsabilità da ambo i lati: lo schierarsi così, tout-court, non mi affascina.

A me interessa unicamente capire se nella scelta di “stare dentro” al Governo Draghi il Movimento ha compiuto un forte atto di responsabilità nei confronti del Paese, in un periodo drammatico, dimostrandosi nel contempo una forza politica acuta, intelligente, sana, e che si prepara a ristrutturarsi e a crescere, approfittando, diciamo così, di questa “pausa” (di questa sorta di “armistizio da pandemia”). Oppure se, al contrario, la scelta stessa va contro gli interessi del Paese, e mina alla base anche la forza del Movimento, accompagnandolo verso il suo dissolvimento.

Non ho, in merito, una posizione netta e sicura. Aborro il vizio tutto italiano (e tipico del tifo da stadio) di parteggiare per questo o quello.
Preferisco cioè riflettere sulle posizioni antagoniste, sulle rispettive ragioni messe in campo. E bisogna ammettere che è arduo stabilire quale sarebbe stata la scelta migliore.

Tuttavia, ora come ora, mi sorgono spontanee due considerazioni. La prima è questa: qualora il Movimento si fosse “sfilato” dal Governo Draghi, il Centro-Destra e Renzi… avrebbero avuto la strada spianata. E alla luce delle presumibili nefandezze che queste due “disgrazie politiche” avrebbero elargito a man bassa, i Cinque Stelle ne avrebbero beneficiato, forse, un giorno, in occasione delle prossime elezioni. O magari no, perché gli italiani li avrebbero considerati irresponsabili (“hanno abbandonato la nave proprio adesso!”), e quindi puniti in cabina elettorale. È un bel terno al lotto… Qualcuno ha la verità in tasca, su questo aspetto?

Perciò, allo scopo di non lasciare i cittadini in balia delle sopracitate “disgrazie” si è optato per la seconda soluzione: “starci”. Essere dentro e vigilare. Perfetto. Ma anche qui ci sono i pro e i contro. Non sono tutte rose e fiori. Al di là e al netto dei proclami (profetici, geniali e soprattutto giusti) lanciati da Beppe Grillo, proclami che sono più teorici che concreti, in quanto non esiste alcuna (sottolineo: alcuna!) garanzia che oggi o domani verranno portati avanti, al di là di questi programmi, ripeto, solo teorici, che cosa c’è, finora, di concreto? E in primis, si sta vigilando sul serio? Quali argini stiamo erigendo, contro il repulisti invocato dai compagni di governo e dalla grande stampa?

La rimozione di Domenico Arcuri, senza che i Cinque Stelle abbiano battuto ciglio, va a favore o va contro gli interessi degli italiani colpiti dalla pandemia (che è la ragione per la quale si giudica il Governo Draghi un “male necessario”).

Questa è una domanda da porsi! Arcuri ha fatto un buon lavoro. Prima della crisi di Governo eravamo in testa, in Europa, per quanto riguarda la vaccinazione. E prima del Covid, le mascherine venivano prodotte solamente in Asia. Ci si è dovuti inventare una produzione nazionale. Chi l’ha messa in piedi, se non Conte e Arcuri…? E chi l’aveva distrutta, prima?

Ecco pertanto i soliti interrogativi: ne valeva la pena? Perché non si è difeso il lavoro svolto da Arcuri? Non è che per caso Centro Destra e Renzi si stiano comportando come se i Cinque Stelle fossero fuori dall’Esecutivo? Si potrebbero ricordare altri esempi, si veda la gestione del Recovery Fund, ma mi fermo qui per carità di Patria.

La seconda osservazione è la seguente. L’espressione “incidente necessario”, come “male necessario”, mi sembra una frase fatta, che ha poca attinenza con la realtà. Male necessario è un ossimoro. Il male porta il male, e nessuno ne sente mai la necessità. Se porta anche qualcosa di buono… allora non è più un male.

Secondo me, occorre usare le parole con la massima attenzione e soprattutto occorre non abusare delle frasi fatte. “Incidente necessario” e “male necessario” è un po’ come dire “rimedio inutile”. Non ha senso. Se è inutile non è un rimedio. Il rimedio inutile è spesso un danno.
Se Draghi è necessario, allora non è più un incidente. Se è un incidente, allora non è necessario, anzi, lo si doveva evitare. Il mitridatismo non funziona con tutti i veleni, e il rischio è quello di accumularne troppi, di veleni. Il piccolo, presunto, beneficio, alla lunga si trasforma in un maleficio. Più che un male necessario Draghi appare come una necessità malefica.

Il punto cruciale è questo: Draghi può fare meglio di chi lo ha preceduto, sul fronte della gestione della pandemia? Io sospetto di no. Può darsi di sì.

Ma comunque, se “lasci andare” Arcuri per inseguire gli ipotetici obiettivi del 2050, ottieni questi obiettivi, uno la diretta conseguenza dell’altro: pandemia gestita peggio; controllo quindi inefficace sull’aspetto sanitario (sempre che interessi: o magari è stato sacrificato sull’altare dell’ambiente?); necessità di esserci che così viene meno (oppure la necessità non era legata all’emergenza pandemica?); grandi obiettivi del 2050 che restano aleatori e lontani (in virtù anche di chi metterà le mani sui fondi europei); consenso che crolla.
 
Lorenzo Vecchia Lorenzo Vecchia
10 Marzo 2021

P.S.
:
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa interessante riflessione sulla situazione politica. Un punto di vista utile che concentra l'attenzione sul significato del Governo Draghi, la posizione del M5S e il futuro che ci aspetta. Lorenzo Vecchia, di Mantova, è un ex-giornalista pubblicista che da due o tre anni non rinnova la tessera. "L'Ordine dei Giornalisti è a mio avviso uno schifo" questa frase credo sia molto significativa. Ha lavorato 23 anni per un piccolo settimanale della sua città, di ispirazione cattolica. Ha mollato tutto "nel 2015 in piena epoca del Pensiero-Unico-Renzi, quando in redazione venne bandìto il giornalismo di indagine e approfondimento".
Benvenuto su PoliticaPrima
***

14 commenti:

  1. Viva Conte sempre

    RispondiElimina
  2. Nella vita democratica di una collettività, non credo che si debba ricorrere ad alchimie di vario genere, necessariamente indispensabili. Inutili giustificazioni per nascondere la non normale soluzione.

    RispondiElimina
  3. L'italietta deve crescere perché intorno son già cresciuti tutti. Bisogna pensare in grande, molto più in grande! e Conte ne è l'esempio vivente. Il migliore esempio che potessimo avere.

    RispondiElimina
  4. Draghi e' il termometro che ci impone l'Europa ogni tanto (vedi Monti) poiche' non si fida degli italiani quando prendono soldi INFATTI ma voi vi fideresti di qualcuno pieno di debiti a dargli dei soldi nelle mani? Sicuramente voi direste MAMMA MIA mo' questo che combina mo' gli metto un badante (che fine ci hanno fatto fare i vari ANDREOTTI GAVA LEONE CHE DIO LI BENEDICA COME NOI VORREMMO

    RispondiElimina
  5. Lorenzo Vecchia, di Mantova, è un ex-giornalista pubblicista che da due o tre anni non rinnova la tessera. "L'Ordine dei Giornalisti è a mio avviso uno schifo" questa frase credo sia molto significativa mi basta questo commento al quale e' inutile aggiungere altro !

    RispondiElimina
  6. Solo nanerottoli e miserevoli nella politica e nei partiti italiani. Fatti salvi in quanto di altro livello, Grillo, Draghi, Conte, Mattarella. Ovviamente unico e solo grande del pianeta Papa Francesco.

    RispondiElimina
  7. Giovanni De Gaetano10 marzo 2021 alle ore 12:17

    Non era una necessità, è stata fatta diventare tale dai mezzi d'informazione venduti al potere economico e da un manipolo di traditori.

    RispondiElimina
  8. Secondo la mia modesta opinione è che mentre Conte tendeva a restringere la forbice tra poveri e ricchi, Draghi mi dà una notevole sensazione che tendi invece a fare il contrario, ed è per questo che spero si torni al più presto ad un governo Conte!

    RispondiElimina
  9. Giovanni Caianiello10 marzo 2021 alle ore 12:20

    Malefico senz'altro.
    Necessario proprio no.
    Ricordo, che necessario, fu ritenuto anche Il governo Monti, ma anche quello fu solo malefico, tanto che ne piangiamo e ne piangeremo le conseguenza per molti decenni ancora.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Debbo dire che Monti rispetto a Draghi è un dilettante quindi sarà peggiore

      Elimina
  10. Lorenzo Vecchia,
    Tanti interrogativi. Alcuni dei quali, difficilmente troveranno risposta a breve.
    Per altri, esistono già delle certezze.
    "DRAGHI, UN MALE NECESSARIO? SEMMAI UNA NECESSITÀ MALEFICA!"
    Malefico senz'altro.
    Necessario proprio no.
    Ricordo, che necessario, fu ritenuto anche Il governo Monti, ma anche quello fu solo malefico, tanto che ne piangiamo e ne piangeremo le conseguenza per molti decenni ancora.
    Se da una parte, l'obbedienza alla linea scelta dagli iscritti, che chiede a maggioranza, di stare con Draghi, è un tassativo secondo le regole del Movimento, dall'altra, farlo contraddice in pieno principi, battaglie e posizioni, da sempre cavalli di battaglia dei 5Stelle.
    Il problema sarebbe dunque, stabilire, se contano di più le regole oppure le idee, i principi e cavalli di Battaglia di sempre, per i quali i 5Stelle sono stati votati e portati ad essere la propria forza politica in Italia.
    Ma al di là di questo, il vero problema, non sono nè i principi, i cavalli di battaglia accantonati e neppure governare con Berlusconi, Renzi e Salvini, ma aver accettato che Mario Draghi arrivasse a Palazzo Chigi e persino sostenerlo .
    Se personaggi come Prodi e Monti, rappresentanti ed emissari della finanza mondialista, hanno fatto malissimo a questo paese, Mario Draghi, ha già fatto molto peggio da Direttore Generale del Tesoro, svendendo alle banche americane come la Morgan Stanley e Goldmaan Sachs bank, gli assetti strategici dell'Italia, creati da Enrico Mattei, portandola dall'essere la 5^ potenza mondiale all'orlo del fallimento.
    Aver consentito al liquidatore del paese, di prenderne oggi le redini, è una pietra tombale sulle speranze ed il futuro delle prossime generazioni.
    Nel suo recente report presso il Group of Thirty, ha affermato, che le aziende non produttive vanno "accompagnate al fallimento" e che vanno aiutate solo quelle strategiche.
    Questo suona come una campana a morte per i piccoli imprenditori in difficolta.
    Mario Draghi, è il caso di non dimenticarlo, appartiene all'elite dei vari Club Bilderberg, Trilateral Commission, Aspen etc.. che predicano nelle loro riunioni e sui loro siti ufficiali, il totale disprezzo per le democrazie ed il primato delle oligarchie finanziarie.
    Quindi, un male necessario?
    No, un autentico cataclisma per tutti gli italiani, del quale prenderanno coscienza, solo quando non sarà più possibile tornare indietro.


    RispondiElimina
  11. Giuseppe Conte era meglio, preferisco sempre Giuseppe Conte

    RispondiElimina
  12. Io preferivo il governo Conte e speravo nella sua conferma. Il governo Draghi è nato per un senso di responsabilità, verso il Paese , del M5S e di tutte le forze politiche che lo sostengono. Era una necessità e quindi Draghi rappresenta un male inevitabile, se sarà malefico lo vedremo più avanti. A questo punto, a cosa serve il dibattito o la diatriba interna al M5S? Il dibattito interno ad una forza politica è segno di vitalità e di democratico confronto per decidere una linea politica. Vito Crimi afferma che “La democrazia del Movimento passa per il voto degli iscritti che è vincolante”. Il voto viene espresso con la piattaforma Rousseau definita da Casaleggio: “Esempio di democrazia digitale”. Hanno partecipato al voto 74.537 grillini: 44.177 (59,3%) hanno detto SI; 30.360 (40,7%) hanno detto NO.
    I risultati sono stati commentati da:
    - Di Maio: “Il M5S scegli il coraggio e la maturità”.
    - Fico: “E’ assunzione di responsabilità”.
    - Di Battista: “Lascio il M5S, non posso accettare un governo con questi partiti”.
    Ora, il M5S e le forze politiche che sostenevano il governo Conte hanno il compito di garantire la continuità, evitare eventuali danni di questo governo e pensare a cosa fare dopo. Allora va bene qualsiasi dibattito interno e di confronto fra quelle forze politiche che rappresentano l’alternativa alle destre.
    Bisogna pensare agli obiettivi da realizzare da qui al 2050.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Scusa se mi permetto: il problema è che non è più un dibattito interno. È una rottura bell'e buona. C'è la sua differenza. Grazie.

      Elimina