martedì 1 maggio 2018

IL FORNAIO DISINVOLTO

Di-Maio Toninelli Grillodi Paolo Facchini - Siamo quasi ai due mesi dalle elezioni politiche e non si vede ancora una prospettiva di governo per il Paese. Indubbiamente la sciagurata legge elettorale, ultima polpetta avvelenata messa da Renzi sul percorso dei suoi successori, ha contribuito alla situazione di ingovernabilità apparente che stiamo vivendo. Va anche detto che la legge elettorale ha comunque fotografato una sorta di tripolarismo ben consolidato in Italia, con, appunto, tre blocchi politici che per cultura, programmi, ma soprattutto per una dose massiccia di acredine accumulata nel corso dell’ultima legislatura, hanno oggettive difficoltà nel comporre un quadro politico che abbia una minima logica programmatica.

salvini-meloni-berlusconi1.jpg_997313609Il blocco di destra, maggioritario in Parlamento, non accetta al momento di sacrificare la sua parte “meno presentabile” a un’ipotesi di governo con il M5S; chiedere a Salvini di rinunciare a Lombardia, Veneto, Liguria mi sembra un sacrificio difficilmente accettabile. Il PD potrebbe avere il ruolo più facile se non fosse per la tendenza autodistruttiva della sua classe dirigente. Tenere una posizione aventinesca, di opposizione, sarebbe abbastanza comodo e rientrerebbe nella logica delle cose dopo tutto. Siamo gli sconfitti, fate voi vincitori il governo. Noi restiamo fuori, dimostrate voi - Salvini e Di Maio – dopo le bordate sparate su Renzi e Gentiloni di essere capaci di passare dalla critica distruttiva alla gestione di un corpo complesso com'è l’Italia.

Il terzo soggetto, partito più votato del Paese, è sicuramente il fenomeno più interessante. Come ho sottolineato nel mio precedente intervento, il M5S appare il fulcro di questa prima fase della Terza Repubblica. Si è mosso con una certa abilità nell'elezione delle cariche istituzionali e ha tenuto il punto nel corso delle consultazioni per la formazione del governo. È del tutto evidente – e questo DI Maio lo sa con sicurezza – che qualsiasi soluzione politica non possa prescindere da una partecipazione del suo movimento a un governo con il ruolo di azionista di maggioranza. Tutto bene? Quasi.

310x0_1523334365790.salvini_di_maio_comboIl problema di fondo è che l’eccesso di tatticismo che sembra caratterizzare questi giorni può rivelarsi controproducente agli occhi di un elettorato che chiede una svolta anche nei metodi oltre che nei contenuti. La politica dei due forni ricorda troppo da vicino una cultura democristiana di cui Di Maio sembra spesso esserne l’interprete 2.0.

Purtroppo però non di quella più nobile bensì di quella più deleteria, fatta di trattative opache e spregiudicati giochi di potere. Intendiamoci, la politica è mediazione, è trattativa, pensare di andare al governo e rimanere duri e puri era ed è pura utopia, serve a prendere voti ma non a governare Paesi complessi. In questo caso però, la disinvoltura con cui si è passati da un’ipotesi di governo con Salvini a quella col PD sembra celare solamente una brama di potere che mal si concilia con la presunta novità etica del M5S. Si può capire che Di Maio si giochi parecchio dal punto di vista personale; qualora si dovesse tornare al voto in tempi brevi, il non-statuto del movimento lo taglierebbe fuori del tutto dalla carriera politica, obbligandolo al tempo stesso a cercarsi un lavoro come molti suoi coetanei!

Sorprende comunque la superficialità’ con la quale, in una settimana, si è passati da una trattativa con anti –europeisti, sovranisti, ultraliberisti all’apertura del secondo forno con quel partito che per anni è stato considerate il male assoluto, l’architrave fradicio della seconda repubblica.

E ciò sottolinea ancora una volta come il programma politico del M5S in realtà non esista, e come da me previsto, la sua vacuità e inconsistenza era solo un modo per tenersi le mani libere e trattare con chiunque garantisse loro la sola cosa che sta a cuore, a tutte le fazioni politiche in ogni angolo della terra: il potere.

Paolo FacchiniPaolo Facchini
01 Maggio 2018



41 commenti:

  1. Non condivido neanche una parola di questo articolo.

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  2. Analisi in parte concreta ma direi deficitaria sul piano della realtà di fatti, ampiamente dimostrati e sotto gli occhi di tutti. Mi trova concorde sulle motivazioni che spingono Salvini a non mollare l'ex Cavaliere interdetto. Il ricatto di mister B. di fargli venire meno il sostegno nelle regioni che governa lo tiene fermamente al guinzaglio e ciò dimostra che le accozzaglie volute dal rosatellum, hanno anche il lato B della medaglia, quello dei lacci e lacciuoli delle convenienze personalistiche dopo il voto. La attuale legge elettorale non ha infatti contribuito a creare lo stallo attuale, ne è pienamente responsabile, come lo sono i "bravi" che l'hanno preventivamente partorita come unico mezzo per restare a galla ed impedire a chi ha davvero vinto il 4 Marzo di governare. Se l'autore dell'articolo, avesse prestato maggiore attenzione alle vicende politiche pre elettorali e quelle successive, probabilmente non avrebbe parlato di trattative opache spregiudicate, ne di brama di potere. Di Maio, lo ha detto sin dalla campagna elettorale che se il voto non gli avesse consegnato la maggioranza per governare da soli, avrebbe parlato con tutte le forze politiche ( escluso FI), non per formare alleanze, ma per un accordo sui temi da realizzare. Questo, è esattamente quello che ha fatto fin'ora, proporre ai gruppi politici un "contratto" alla tedesca su punti da realizzare. Si chiama coerenza, perfettamente in linea con l'etica che i grillini hanno sempre sostenuta fino ad oggi e non certo brama di potere. Diversamente, chi gli avrebbe impedito di governare assieme a San Silvio da Arcore? Di Maio, ha proposto un governo sui temi (il contratto), sia alla Lega che al Pd, che come tutti hanno visto, si sono defilati, rifiutando gli interessi del paese e preferendogli la solita vecchia logica delle fazioni interne, vincenti, rispetto a ciò che è invece urgente per i cittadini.

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  3. Buongiorno Giovanni,
    3 annotazioni al tuo commento.

    1. La legge elettorale, che personalmente giudico pessima, fotografa comunque l’esistenza di tre blocchi politici ben distinti e difficilmente comprimibili;

    2. Il fatto che Di Maio avesse prima delle elezioni affermato che, in caso di non maggioranza, avrebbe aperto I “forni”, sottolinea una cosa ovvia ma non aggiunge molto rispetto alla prpospettiva politica di un eventuale governo. Da qui il giudizio sulla sua spregiudicatezza, solamente attenuato dal fatto che ha comunque tenuto il punto sulla chiusura totale – per ora - a Berlusconi. Premesso che, a mio avviso, qualsiasi governo che non abbia Il M5S come socio di maggioranza sarebbe fuori dalla realta’, converrai con me che una cosa e’ un governo con Salvini, altra cosa e’ un governo con il PD, con o senza Renzi;

    3. La storia del contratto e’ una boutade semantica. Se fai un accordo con una forza politica, fai un patto per realizzare delle cose. Queste cose, in qualsiasi Paese al mondo, le fai se sei in grado di mettere uomini di fiducia nei posti di potere. Chiamatelo contratto se vi fa piacere, ma non prendeteci in giro (voi politici) nel dire che non prevede una sacrosanta spartizione di potere e di sottopotere.

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    1. Buongiorno Paolo,
      non condivido parte dell'articolo, e in parte le annotazioni che ne sono nate.

      1) La legge elettorale non distingue 3 blocchi, ma solo ne convalida l'esistenza "legale". Senza la coalizione, i 3 partiti di CDX sarebbero dei cani sciolti, ognuno per la propria strada come Salvini ha tentato più volte di attuare.
      Per non parlare del PD e di tutti i partitini satellite, nati solo con l'esigenza di raccogliere le varie sfumature dei possibili voti che sarebbero finiti al M5S. Senza coalizione, il PD sarebbe a percentuali molto più risicate.

      2) A parer mio, un governo dove contano solo le votazioni in parlamento e non i giochetti di poltrona, quindi tutto alla luce del sole, non fa la minima differenza: se si vuole realizzare un tema preciso, si legge il testo e poi si vota. O si fa o non si fa, le alleanza a prescindere non servono.

      3) Anche in questo caso non sono d'accordo: se c'è la volontà, si può fare tutto. Se si usa quella (mancata) volontà come spauracchio solo per spartirsi le poltrone, allora non c'è nulla da discutere. Fin da principio.

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    2. Salve Andrea,
      Le faccio notare che.

      1. Non si ha la controprova che, a fronte di una diversa legge ellettorale, questi blocchi non esisterebbero. Come e’ semplicemente una sua supposizione il fatto che, senza cespugli, il PD prenderebbe meno voti;

      2. Nei sistemi parlamentari, i governi ottengono la fiducia dal Parlamento. Possono sempre presentarsi senza una maggiornaza pre costituita, ma va da se’ che ne nascerebbe un governo debole sin dal suo primo giorno e non credo che questa sia una prospettiva particolarmente rasserenante per il Paese;

      3. La politica e’ l’arte del possible. La storia dimostra che i miei nemici di ieri possono diventare gli amici (o almeno I compagni di strada di oggi). Certamente I veti derivanti da auto attribuite superiorita’ etiche o capacita’ di governo non aiutano a svelenire il clima.

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    3. Rispondo per punto x semplicità:

      1) Non ho detto che prenderebbe meno voti, ma che sarebbe a percentuali inferiori se non ci fosse la coalizione, dato sono i partitelli satellite a fare una parte del numero finale.

      2) Non sarebbe per nulla debole, se l'unico scopo fosse limitato a realizzare i punti del "contratto", è sufficiente portare a compimento il proprio mandato. Se così non è, vuol dire che si punta alle poltrone di governo, e non alle sue funzioni.

      3) Quali superiorità o capacità? L'unica differenza, marcata in ogni dove, è l'effettiva percentuale di incensurati nel gruppo politico che non ha eguali altrove. E su questo, scusi, ma c'è ben poco da obiettare.
      Chi fa accordi con la mafia, o usa le funzioni di governo per interessi personali va messo all'angolo, non è affatto questione di discriminazione o superiorità.
      Allo stesso modo chi NON allontana, e implicitamente sostiene, profili politici ben discutibili.

      Chi vuole realmente "svelenire il clima", può dare un ottimo segnale di rispetto dei referendum e rifiutare i rimborsi elettorali.
      Giusto per fare un esempio facile facile.

      "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore"
      Va bene che pochi conoscono a memoria la costituzione, ma non è poi così difficile da tenere a mente.

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  4. Che il prolungarsi delle trattative per la formazione del governo, dopo due lunghissimi mesi, abbia logorato l’immagine di Di Maio e del 5Stelle, lo avevo già scritto qualche settimana fa. Il M5S ha certamente commesso molti errori di comunicazione, usato espressioni infelici come i “due forni”, passare con troppa disinvoltura da una sponda all’altra, rivolgersi ai professori per scrivere i titoli delle cose da fare facendosi massacrare da una stampa che ha avuto gioco facile nel rappresentare le mosse di Di Maio come una voglia sfrenata di andare a Palazzo Chigi, in modo spregiudicato e con chiunque. Naturalmente non è così e si continua a creare confusione (neanche Facchini si sottrae), parlando di accordi, alleanze di governo tra 5Stelle e chiunque altro. Di Maio non ha mai proposto nessuna alleanza di governo ma semplicemente chiesto la condivisione di alcuni punti precisi, circostanziati, limitati e comprensibili da tutti. Niente che possa far pensare ad accordi organici, spartizione di ministeri, inversione di rotta rispetto ai propri principi. Ecco perché si è rivolto a PD e Lega. Sono loro che potevano assicurare i voti in parlamento, era una scelta obbligata. Però, lo sappiamo, il sistema non se ne sta a guardare e mette in atto tutto il suo arsenale bellico per distruggere l’unica forza che avverte come una minaccia per la propria sopravvivenza. Di Maio ha offerto agli avversari in un vassoio d’argento ogni vile speculazione politica. Avrebbe dovuto mostrare maggiore rigore, maggiore polso duro e, soprattutto minore tolleranza. Io avrei interrotto i rapporti molto tempo prima, quando era già chiarissimo l’esito e, invece, si sono consumate settimane preziose utili solo ad alimentare il massacro mediatico di Di Maio. Bisognava staccare la spina dopo la mancata disponibilità di Salvini a staccarsi dal condannato e gli stupidi, infantili argomenti di un PD condannato all’estinzione. Adesso il 5Stelle recuperi il tempo perduto e torni ai toni che ci sono più congeniali.

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    1. Buongiorno Maurizio,
      Mi dice cortesemente di quale confusione io sarei responsabile? Ho solamente fotografato una realta’, sicuramente letta con I miei occhi, ma sulla quale anche lei sembra sostanzialmente convergere. Che Di Maio non proponga acluna allenza politica ma un contratto per fare delle cose francamente, come ho sottolineato prima, suggerirei di lasciare da prte le boutade semantiche: un accordo di governo, chiamiamolo come vogliamo, e’ un accordo per fare qualcosa. E quel qualcosa la si fa mettendo persone di propia fiducia nei posti che contano, se vuole glieli elenco ma credo che nessuno di noi e’ cosi’ ingenuo dal non sapere questo. Il “contratto alla tedesca”, di cui tanto si parla, cosa e’? Non mi risulta che il socio di monoranza SPD abbia rinunaicto ad occupare posti di Governo e di sottogoverno.
      Sul fatto che poi si chieda al PD, vituperato fino al 4 marzo, di suicidarsi e lo si faccia passare come atto di responsabilita’ mi sembra francamente una proposta irricevibile, anche per una classe dirigente meno che mediocre come quella attuale. Al netto del fatto che comunque il PD e’ destinato probabilmente a sparire, Di Maio e’ riuscito quasi nell’impresa di rendere simpatico Renzi. L’Italia gli ha votato contro ed il M5S lo vuole riportare al Governo? Permtettetemi di essere perplesso.
      Saluti

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    2. Riporto parole sue: “La politica dei due forni ricorda troppo da vicino una cultura democristiana di cui Di Maio sembra spesso esserne l’interprete 2.0. Purtroppo però non di quella più nobile bensì di quella più deleteria, fatta di trattative opache e spregiudicati giochi di potere.” Questa è una interpretazione maliziosa e irreale che lei dà, alle intenzioni di Di Maio. Le mie, al contrario, sono critiche sulla conduzione delle estenuanti trattative, fatte in buona fede, ma troppo esposte alla reazione (arrivata puntuale), di una stampa sdraiata sul potere. Lei va oltre l’oggetto del contendere parlando di persone di fiducia da mettere nei posti che contano. La questione è molto più semplice ed elementare. Si è proposto di sottoscrivere alcuni temi da affrontare che in campagna elettorale sono stati agitati da tutte le forze politiche, come la lotta alla povertà, le tutele sociali, le pensioni, la riforma della giustizia, la lotta alla corruzione. Su quelli si voleva lavorare alla luce del sole, senza ulteriori implicazioni future o futuribili. Gli elettori avrebbero giudicato l’operato di ciascuno e la propria coerenza. Ogni altro argomento, secondo me, ci porterebbe lontano e fuori tema.

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  5. Beh Paolo forse avrai ragione ma l'ultima frase non e' da te, comunque penso che negli ultimi 20 anni ha governato

    8 ANNI 1 MESE BERLUSCONI

    8 ANNI 7 MESI VARI GOVERNI DI SINISTRA SENZA CONTARE I GOVERNI RENZI

    Prima legge a persona fatta da PRODI o andava in galera per la storia delL'IRI E FINANZIAMENTI ILLECITI AL PARTITO

    Quindi concludendo dico che e' ora di lasciare spazio agli altri !!!!!

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  6. Caro Franco, c'e' una nutrita letteratura sul fatto che, spogliata da tutte le sovrastrutture possibili, il fine ultimo di ogni forza politica e' la conquista del potere. Da cio' non e' immune - giustamente - neanche il M5S poiche' ritiene, coerentemente dal proprio punto di vista, che le proprie ricette siano migliori delle altre. Se non si chiarisce questo concetto fondamentale della Scienza Politica, tutto il resto sono discorsi sul sesso degli angeli. Saluti

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    1. Caro Paolo,

      "ritiene, coerentemente dal proprio punto di vista, che le proprie ricette siano migliori delle altre"
      Il M5S ritiene, e lo ha sempre fatto, che non ci può essere una buona gestione (pubblica o privata che sia) finché la persona che opera è corrotta o in malafede.
      Chiunque ritiene di essere immune da questa critica, non ha che da votare le varie leggi anti-corruzione (quelle vere) che sono state proposte nel tempo, vedi: conflitto di interessi, agente provocatore, ecc. ecc.
      Entrambi i blocchi politici attuali (CDX & CSX) hanno tutto l'interesse a NON attuarle, pena la fine dei giochini a spese nostre che finora hanno fatto.

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    2. Caro Andrea, lungi da me difendere la classe politica attuale. Pero' di fronte ad ogni presnuta diversita' (o superiorita') etica di qualisasi forza politica, la risposta risiede sempre nella celebre frase di Benedetto Croce:'il politico onesto e' il politico capace".

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    3. Ma infatti quello che dico e' semplicemente una cosa
      Fare il PROCESSO a chi non ha mai governato
      E' come dire che dei bambini di 5 anni in spiaggia tutti nudi hanno fatto un'orgia !!!

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    4. @Paolo
      Non mi è proprio chiaro chi rappresenterebbe, per Lei, l'onestà politica fuori dalle regole ferree del M5S.
      Scusi ma sono davvero curioso.

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  7. Qualcuno mi accusa di avere dato a PoliticaPrima un'identità troppo filo M5S. Quasi un megafono per la propaganda grillina. Non è vero, ma se così viene percepito bisogna prenderne atto e migliorare. Certamente, non posso negarlo, io, altri autori e commentatori guardiamo con una certa attenzione e simpatia questa realtà politica. Ma cercando di evitare in ogni modo il tifo da stadio e le accuse gratuite alle altre forze politiche. La pubblicazione dell'articolo di Paolo Facchini credo sia la prova evidente dello spirito del blog.
    Andiamo alla questione posta in maniera lineare da Paolo.
    Ciò su cui si tende a sorvolare riguarda l’essenza che anima dall’inizio il M5S. Una realtà diversa che poco o nulla a che fare con il sistema partitocratico. Intendo dire che siamo così abituati al cosiddetto “gioco” politico fatto di accordi e manovre, qualche volta alla luce del sole, spesso, invece, da altro genere di trattative che l’iniziativa, annunciata con largo anticipo da Luigi Di Maio, viene considerata, non solo da Facchini, così come lui l’ha descritta. Per non appesantire i lettori voglio sottolineare soltanto un dato che ritengo fondamentale. La cosiddetta “politica dei due forni” tanto criticata ha avuto il sigillo dal custode e garante della Costituzione e principale artefice delle trattative per la formazione del Governo. L’incarico alla Presidente del Senato, prima, e quello al Presidente della Camera, dopo, hanno avuto un mandato preciso e limitato che ha condizionato fortemente lo spazio di manovra. La prima ipotesi ha riguardato il Cdx e M5S, mentre la seconda PD e M5S. Escludendo esplicitamente altre varianti. L’unico limite imposto dal M5S ha riguardato soltanto l’impossibilità di un’intesa che comprendesse Forza Italia e il suo capo Berlusconi. E dal mio punto di vista, ma anche per chiunque avesse avuto modo di seguire le vicende politiche dal 2013 in poi, non credo si potesse pensare diversamente. Per la seconda ipotesi, pur con la pesante ipoteca Renzi, siamo ancora in attesa delle decisioni del Partito Democratico.

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    1. Come dice Giangiuseppe, l'errore più grossolano che molti osservatori fanno (più o meno in buona fede), è quello di considerare il 5Stelle alla stregua dei partiti tradizionali. Dimenticando clamorosamente i motivi per cui i pentastellati sono nati. Di sicuro, molti hanno l'interesse ad omologare i grillini all'ammucchiata partitocratica per svilirne ed annullarne la sua essenza.

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    2. Torno a ringraziare Giangiuseppe per l’ospitalita’ che mi da’ in questo forum. Ritengo che, da appassionati di politica quali siamo, puo’ dividerci il modo attraverso il quale osserviamo e consideriamo i fenomeni, ma non il rispetto e la ricerca di comprendere le ragioni delgli altri, quando animate da spirito libero ed aperto.
      Concordo con voi nel considerare l’eccezionalita’ del M5S e la sua orginilatia’ nel quadro politico europeo. Il che, fra l’altro, dimostra un sorprendente benessere della democrazia italiana, molto di piu’ di tante altre democrazie che pretendono sempre di porsi come modelli e dare patenti ad altri Paesi. Il tutto pero’ non elude il punto fondamentaleche mi sforzo di sottolineare e che e’ centrale in ogni analisi politica: la conquista del potere, la sua gestione ed i compromessi che si e’ disposti ad accettare.

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    3. Le decisioni del PD le ha annunciate Renzi da Fazio e, mi si scusi se mi vien da ridere, è stata chiarissima la volontà di Renzi di confondere le acque anche in casa propria infatti i cosiddetti vecchi e nuovi "oppositori" interni hanno cominciato a gridare allo scandalo quando anche uno sprovveduto come il sorttoscritto è dal 2012 ( vi ricordarete le primarie per designare il candidato premier) che pensa che l'avvento di Renzi voluto da Napolitano ( sinceramente non riesco ancora a capire perché) che va dicendo che lo scopo era di distruggerlo con i valori dell'origine per farne un tender di FI: Sinceramente mi fa schifo chi si accorge soltanto ora che lo scopo di Renzi è solo quello di destabilizzare il paese per farsi gli affari suoi, degli amici e degli amici degli amici. I 5 Stelle rappresentano quella parte di Paese che è stufa, che ne ha piene le scatole di queste liti da pollaio che si svolgono sotto gli occhi di tutti per stabilire chi deve essere il gallo ma, alla fine, o proprio non la si vuol capire oppure bisogna dire che la malafede e l'ignoranza sono i soli valori rimasti agli italiani!

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    4. Moralmente qualunque accordo con il PD rappresenterebbe un obbrobrio...uno schiaffo al voto e i 5S presterebbero a diventare i più gattopardisti di sempre...formare un governo a qualunque costo è un atteggiamento antidemocratico in radice

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    5. @Silvio
      Anche se può voler dire realizzare una parte del programma? E perché mai?
      Il mandato elettorale in mano ai parlamentari è semplice: "cortesemente realizzare i punti indicati nel proprio programma".
      Se ho la possibilità di farlo, con forze politiche che realmente hanno punti in comune, perché non sfruttare l'occasione?
      Sarà che sono personalmente molto pratico, ma la vedo come un'occasione persa, oltre che una bambinata infantile.

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  8. Caro Giangiuseppe essendomi occupato professionalmente di comunicazione d’impresa e pubblica ho maturato la ferma convinzione che la comunicazione ‘markettara’ nuoccia alla politica. Nel breve può premiare ma nel lungo periodo fa male (anche) a chi la pratica. Ti faccio i complimenti per aver ospitato un articolo che non rappresenta la tua linea elettorale ma che traccia un quadro impietoso quanto realistico del brutto affaire delle trattative di governo. M5S e un movimento che si basa su un voto post-ideologico e di protesta. In pratica, ha una base elettorale molto volatile e così come è riuscito a guadagnare consensi rapidamente, in un attimo li può perdere. Non vi potete permettere Di Maio e il suo atteggiamento da piazzista che si crede più furbo degli altri. Questa storia dei due forni, piaccia o no ai soliti fan pentastellati che confondono la militanza politica con la partecipazione a un fan club di Amici, questa storia dei due forni e dei dieci punti di (finto) programma e stata indecorosa e degna del peggior politico Doroteo... e Grillo con il suo commento delirante ha se e possibile peggiorato le cose.

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  9. La condotta politica di Luigi DI Maio è ineccepibile anzi encomiabile nessun altro avrebbe potuto fare di meglio purtroppo il contesto in cui ci troviamo grazie al Rosatellum é questo e il Movimento vuole il cambiamento del Paese e per far questo non può sedersi al tavolo con un personaggio in odore di mafia visto che il bamboccio nom riesce a staccarsi dall'altro ha trovato un PD condannato da Renzi all'estinzione lontano dai problemi degli italiani

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  10. Azz. E loro che fanno ke ammucchiate con tutta la marmaglia vanno bene??

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  11. Si parla sempre delle stesse cose. Tutto quello che ho letto nei commenti lo so già a memoria, non se ne esce più.
    Una cosa mi preme dire, sull'ormai logoro argomento del concetto di alleanza e contratto alla tedesca.
    Diamo per assodato che M5S abbia l'intenzione di fare il governo col PD sui programmi condivisi.
    Mettiamo il caso che i due partiti abbiano soltanto tre o quattro proposte compatibili tra loro.
    Cosa fa il M5S, fa un governo sapendo che la stragrande maggioranza dei suoi programmi elettorali sono irrealizzabili per incompatibilità col PD, tradendo in tal modo i suoi elettori che li hanno votati per l'intero programma di governo? Questo non mi pare che sia il massimo della vita per un partito che si richiama continuamente alle decisioni della base dei suoi elettori.
    Credo che metterebbe a rischio i suoi consensi e quindi la sua rilevanza politica.
    A parte il fatto che il PD si è rifiutato di fare questo strano governo.

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    1. Meglio realizzare quei 4 o 5 punti, magari aggiungendo anche una nuova legge elettorale, e poi andare a votare, piuttosto che non far niente e perdere tempo

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  12. Francesco Salvatore2 maggio 2018 alle ore 12:20

    Quello a cui stiamo assistendo negli ultimi due mesi rappresenta la logica conseguenza della strategia messa a punto dall’asse Berlusconi Renzi per ostacolare il passo al M5S e per limitare i danni prospettati dai sondaggi che davano nettamente in calo i consensi per i partiti costituenti i pilastri dello stesso asse Pd e FI.
    Così una legge elettorale “ad hoc” che non assicurava la vittoria a nessuno assicurava una lunga fase di consultazioni che avrebbero potuto danneggiare il M5S a causa dell’incapacità dei suoi rappresentanti a gestire i “giochi”; cosa di cui si è fatto carico l’informazione main stream.
    La stessa legge elettorale, poi, prevedendo la possibilità di formazione delle coalizioni, non solo rappresentava un serio handicapp per il M5S che, com’è noto, si sarebbe presentato da solo ma dava maggior peso alla finta coalizione tra Berlusconi e Salvini che, alla luce di quando è emerso dalle dichiarazioni dell’ex direttore della Padania – Monclavo -, più che coalizione si tratta di “sudditanza”.
    Moncalvo, infatti, in una recente intervista parla dell’esistenza di un vero e proprio contratto che vincola Forza Italia e Lega, spiegando:

    “Siamo nel 2000. Alla vigilia delle elezioni. Berlusconi capisce che senza la Lega di Bossi perderebbe ancora, come nel 1996. Allora decide di perdonarlo, anche se non si fida più di lui. Porta Bossi da un notaio in via Abbondio Sangiorgio a Milano. E fa mettere nero su bianco un accordo a tempo indeterminato. Accordo che prevede che Berlusconi rinuncerà a tutte le cause civile fatte negli anni alla Lega, quando lo insultavano con cose tipo "mafioso" o "piduista". Borghezio girava con un documento, evidentemente falso, della polizia cantonale del Ticino, nel quale si diceva che Berlusconi fosse un trafficante di droga. Secondo: appianare i tanti debiti della Lega, soprattutto quello per la sede di via Bellerio”.

    Alla luce di questo si spiegherebbe anche il teatrino di Berlusconi al termine delle consultazioni e le continue frenate da parte di Salvini nei colloqui con il M5S.
    Ma, oltre alla legge elettorale, un altro fattore che ha giocato e continua a giocare un ruolo di importanza fondamentale in questo stallo decisionale è il problema rappresentato dall’intenzione del M5S di affrontare in modo chiaro il “conflitto di interessi”, concetto che in Italia si identifica con Silvio Berlusconi e che dal 1994 nessuno dei governi che si è succeduto – Dini, D’Alema, Amato, Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, Renzi e Gentiloni – ha mai affrontato e risolto.
    Non a caso nemmeno il Pd mostra pregiudiziali all’apertura di un tavolo di trattativa con il M5S, pregiudiziali che recentemente sono state espresse per voce dello stesso Renzi che ha rotto la promessa del suo silenzio biennale.
    Infine, c’è da tener presente la natura post ideologica del M5S e del fatto che fonda la sua forza nel rappresentare e dare voce ai bisogni dei “cittadini comuni” - cosa che nel lessico dei partiti tradizionali si preferisce chiamare protesta – rende inefficaci i ragionamenti basati sulla “logica politica” tradizionale.
    Pertanto, proiettando su questo scenario quanto l’Autore richiama nell’articolo, il dissertare di logica politica, semantica, ideologia, giochi di potere, ecc… equivale a guardare il dito che indica la luna

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    1. Sig. Francesco Salvatore, Lei pur di giustificare ogni comportamento grillino si fa prendere dalla smania di colpevolizzare a manca e dritta. Lei certamente è stato favorevole alla vittoria del NO ed ora intende arrampicarsi sugli specchi. Queste tristi conseguenze erano già nell'aria, ora di cosa vi lamentate? A Lei risulta che il M5S con a capo Di Maio proponeva il proporzionale puro? Mi dice cosa sarebbe cambiato? Preciso che Renzi è antipatico anche a me, ma con il SI del 4 dicembre non avremmo riscontrato questo schifo!! Perciò si vada pure ad altre elezioni, con una legge elettorale che ci faccia conoscere immediatamente il voncitore.

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    2. mi limito a esporre fatti da cui ognuno si fa le proprie opinioni

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    3. Lei, non espone solo fatti, si permette anche di accusare. Può chiarire, per cortesia la fonte di quel patto scellerato tra il nano e Bossi? Grazie.

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    4. @Anonimo
      Basta chiedere e tutto sarà dato.

      https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/simbolo-isoardi-e-altre-ritorsioni-ecco-perche-salvini-non-mollera-b/

      Buona lettura

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    5. Grazie dell'offerta Andrea, ma non leggo Marco Travaglio, è un personaggio adatto per fare spettacolo, non giornalismo. Buona giornata.

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    6. La fonte non è Travaglio.
      Vada oltre al titolo.

      Saluti

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    7. Et voilà, così non vede scritto "Travaglio" e non va in panico:
      http://www.liberoquotidiano.it/news/personaggi/13333870/selvaggia-lucarelli-colf-in-nero-roberto-fico-iene-sanno-sua-compagna-yvonne-e-malata.html

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    8. Non c'è bisogno che vada oltre il titolo, "il fatto quotidiano" al pari degli altri servitori mediatici, non sono credibili.

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    9. Basta non fermarsi al primo link che si trova. Cercare in rete, solitamente, costa solo qualche minuto del proprio tempo.

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  13. Perché date la colpa alla legge elettorale quando per oltre mezzo secolo era normale votare con il proporzionale e le preferenze?
    I governi in Italia sono sempre stati di grandi coalizioni non è una novità, a parte il penta partito la democrazia cristiana aveva si il 30% ma all’interno c erano le correnti che erano come fossero partiti diversi eppure hanno ricostruito l’italia nel dopo guerra l’hanno portata ad essere la 5 potenza industriale del pianeta.
    Mi sembra che nella prima repubblica i governi duravano sei mesi e nessuno faceva ste tragedie greche nessuno si metteva a piantare piagnistei se il presidente del consiglio lo faceva un politico di un partito di minoranza, adesso sono tutti delle prime donne perchè chi non è ignorante sa bene che il presidente del consiglio in Italia convoca il consiglio dei ministri ma non ha poteri particolari le decisioni solo collegiali, non siamo una repubblica presidenziale. Prima lo si doveva ricordare a Silvio Berlusconi e ai suoi berluscones che si erano fissati che eravamo una repubblica presidenziale.
    Adesso tocca rinfrescare la memoria a questo branco di popolani che si sbracciano che gigino deve fare il presidente del consiglio dei ministri perché il suo partito ha preso il 30% ma in quale articolo della costituzione c’è scritto che il presidente del consiglio tocca al capo del partito di maggioranza relativa.

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  14. L'analisi e' perfetta ed impeccabile e descrive molto bene il balletto vergognoso.Purtroppo e' solo una misera pantomima che nasconde non solo l'incapacità dell'attuale classe dirigente ma soprattutto il fatto che se non si cambiano le regole per permette alla politica ovvero allo stato di riappropriarsi dei suoi strumenti di politica economica non si va da nessuna parte.Anche qui il dibattito vero non e' tra scontro tra capitale e lavoro ma tra creditori (banche centrali e alcune banche) e debitori. Oggi accettando la favoletta del debito come causa di tutti i mali e di conseguenza il fiscal compact abbiamo perso sovranita'economica e politica. Anche i sovranisti anche se pongono un problema giusto non sanno risolverlo.Uscire dall'euro e ridare potere di emissione alla Banca d'Italia e' stupido e impossibile. Anche se uscissimo dovremmo pagare cifre enormi e avremmo una banchetta centrale una formica in confronto a BoE, FED, BoC etc. L'unica soluzione e'immettere una quasi moneta parallela che, compatibile con i trattati ,ridia capacita' di manovra. Inoltre occorre gestire il debito in modo intelligente. Il 50% e' puramente figurativo e puo' essere ristrutturato senza problemi l'altro puo' essere ristrutturato in modo intelligente. Al contrario dopo la ristrutturazione dovremmo avere piu' capacita' di indebitamento. Ovviamente per fare cose utili non per clientele.

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  15. I 5 stelle hanno tentato di mettere le ali ad un asino, ma gli asini non volano, ragliano.

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  16. Analisi onesta, non ce n'è per nessuno.

    Che poi il bersaglio finale sia Di Maio sta nelle cose. E' lui il vero arbitro della faccenda e non perché abbia vinto le elezioni, casomai le ha vinte in condominio con Salvini, ma perché non retrocede dall'auto-candidatura a premier. Cosa che ha fatto (abilmente e fin dall'inizio) Salvini.

    Il contratto da firmare a destra e manca (manca sarebbe la sinistra che infatti manca da un po' di tempo e in tutti i sensi...)? Il veto a Berlusconi (per me ha fatto benissimo)? Tutte cose condivisibili a mio parere ma poco praticabili da chi prima fagocita l'avversario e poi lo invita a sedersi a pranzo.

    Gli italiani e i loro veri problemi? Anche loro per i 5 Stelle, come grosso modo per tutti i precedenti governi, vengono dopo, prima il potere, il pieno potere! Bravo Paolo.

    Pietro Floris.

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