venerdì 22 dicembre 2017

M5S: QUESTIONE DUE MANDATI E VIA. VA BENE?

Italy: First Statistical Report on Metropolitandi Giangiuseppe Gattuso - Credo sia arrivato il tempo e ci siano delle buone ragioni per parlare del cosiddetto principio dei due mandati. Che io condivido perfettamente.
Fino a qualche tempo fa, quando facevo o almeno pensavo di fare Politica, ritenevo il professionismo, la carriera, l'attività politica esclusiva, "normale". Come un lavoro, ancorché particolare e importante. Da svolgere fino alla pensione. Il più tardi possibile.
  Poi, piano piano, mi sono reso conto di sbagliare. Il “potere” lusinga, ti prende, ti piace. Ti gratifica e tendi a preservarlo. Ci si crede indispensabili e al di sopra degli altri. Del popolo, che facciamo di tutto per ingraziarlo così da poter continuare a lungo e senza soluzione di continuità. È umano.

Di Maio Di Battista RaggiLa Politica è una passione, un sentimento, un impegno, un dovere nei confronti di te stesso, dei tuoi figli e della società in cui vivi. È un momento della vita in cui ci si offre per contribuire al miglioramento della collettività. E poi si torna a fare altro, o ciò che si faceva prima. Continuando, da semplice cittadino, a partecipare attivamente nei modi consentiti dal sistema democratico, a cominciare dal voto.

Franklin D. Roosevelt, 32° Presidente USANegli Stati Uniti il Presidente dura in carica 4 anni e può essere rieletto una sola volta. Complessivamente, quindi, per un massimo di 8 anni. E nessuno si è mai posto il problema fossero pochi. Anzi, nel 1951, poiché nella Costituzione americana tale questione non era stata regolamentata, per tradizione si chiudeva con il secondo mandato, venne approvato il XXII Emendamento che vieta espressamente tale ipotesi. E prima di quella data soltanto Franklin Delano Roosevelt superò il limite delle due elezioni. In Francia il Presidente può essere eletto solo due volte per un massimo di due mandati di 5 anni.

E in Italia anche per i sindaci il limite è di due mandati consecutivi.

Virginia Raggi SindacoMa, tornando ai 5 Stelle, una cosa è considerare il limite massimo di due mandati pieni, 5 anni, e quindi complessivamente 10 anni di attività elettiva nelle istituzioni. E un'altra è, invece, considerare svolto un mandato anche quando, per un motivo qualsiasi, questo può pure concludersi in sei mesi, un anno o due. Mi pare ci sia una differenza sostanziale che fa a pugni con il buon senso. Non bisogna essere per forza dei criticoni o degli scienziati per ammettere che qualcosa in questo caso andrebbe rivista.

Non sarebbe una deroga a un principio fondamentale del Movimento, che, ripeto, condivido. Si tratta di perfezionare il meccanismo per evitare incidenti di percorso ed equivoci che non fanno altro che gettare benzina sul fuoco di chi ha interessi diversi.

Chiara AppendinoAltra questione parallela riguarda la distinzione tra una carica elettiva e un incarico esecutivo. Perché c’è differenza tra chi svolge una carica elettiva, sia essa a livello consiliare nei comuni, nelle regioni o fino al Parlamento. E chi, invece, svolge un incarico esecutivo come il sindaco, il governatore di regione, il ministro e, ovviamente il presidente del consiglio. Ecco, credo bisognerebbe fare un’attenta distinzione e arrivare a una regolamentazione complessiva che tenga conto delle differenze, senza per questo togliere nulla al principio fondamentale dei due mandati. Che andrebbero considerati svolti, e quindi esaurita la funzione, se della durata di 5 anni o per non meno dei due terzi del tempo.

Per concludere, e apportate qualche giusta modifica, ritengo la regola dei due mandati un’ottima scelta per scongiurare all'origine qualsiasi ipotesi di carrierismo politico.

Giangiuseppe Gattuso
22 Dicembre 2017

32 commenti:

  1. La limitazione a due mandati è giustissima, se fosse prassi per tutti partiti in Italia, questa nazione starebbe molto meglio,già dieci anni sono tanti, di più , anche carriere semieterne attirano persone che non dovrebbero MAI, poter accedere ai parlamenti.

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  2. Anziché il limite di mandati, andrebbe stabilito un limite temporale

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  3. In via generale condivido, ma noi abbiamo bisogno di statisti e per farne uno ci vogliono più di due mandati. La regola ha un senso per la maggioranza dei deputati ma se si riesce a trovare un politico che eccelle e sovrasta gli altri è un peccato non potere usufruire delle sue qualità. Vi è tanta mediocrità in giro e se l'Italia trova una eccellenza, di cui ha tanto bisogno, sarebbe un errore non usufruire di quelle capacità.

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    1. Maria Luisa Cosentino24 dicembre 2017 alle ore 10:03

      Forse ci saremmo risparmiati, chessò io, dei gasparri, giovanardi, casini, lupi, etc. etc.... che ci portiamo appresso come i regali dei morti!!!

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    2. In realtà vi è tanta gente che dovrebbe andare a casa a pedate nel culo, ma ci saremmo persi De Gasperi, Moro, Berlinguer, Nenni, Togliatti e qualche altro. Io svuoterei il parlamento come si fa con un portacenere, ma tra alcuni giovani vedo delle buone potenzialità che sarebbe un peccato perdere.

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    3. Lillo, come sempre le tue analisi sono sempre un risultato di lucido raziocinio. Condivido la tua riflessione alquanto seria e radicata su sani principi, utili alla salvaguardie di menti eletti.L'esempio del portacenere calza alla perfezione, addirittura chiederei scusa ai "mezziconi" se paragonati a certi ladri ed imbelli.

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    4. P.S. mi scuso per gli errori (menti elette)..(mozziconi)

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  5. I cambiamenti sociali sono realizzati dalle classi sociali che sotto il simbolo di un partito organizzano la loro azione e costruiscono la loro storia . Costruire carriere individuali in questo processo si rischia di distorcere i fini del processo stesso e gli obiettivi da raggiungere . L'Italia è un raro esempio di questa moderna distorsione . Infatti in ambito politico , si sono persi gli obiettivi del bene comune e si è creata una cultura della carriera , scandita di appartenenza , peso elettorale , spartizione di posti , tanto che per renderla più incisiva e stabile si fanno le leggi ad hoc , come se fosse l'unica realtà politica possibile in rappresentanza di un elettorato che è ancora prono a subire gli effetti di una sindrome di Stoccolma , spacciata per senso di responsabilità ! Limitare il tempo del mandato elettorale lo ritengo un efficace antidoto agli effetti degenerativi appena accennati , il lavoro politico intrapreso dal singolo può essere continuato da un altro componente il gruppo , del resto anche la Costituzione affida un ruolo di servizio per chi ha nel cuore l'ambizione di servire e rappresentare la comunità a cui appartiene , tra l'altro in tempi non molto lontani era svolto in maniera gratuita . Ma allora si credeva ancora nei valori collettivi ed il senso di solidarietà era molto pregnante .

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  6. La regola dei due mandati ha un senso e risponde ad un’esigenza di etica politica, solo se i sindaci e i presidenti di regione vengono messi nelle condizioni di completare i loro programmi, presentati agli elettori. Altrimenti è una sciocchezza che farà del male al 5Stelle. Poniamo il caso che un consigliere comunale appena eletto decade dopo sei mesi perchè il suo sindaco si dimette. Il suo primo mandato è già bruciato. Poniamo che lo stesso consigliere si candida a sindaco la volta successiva ereditando spesso una situazione disastrosa dai suoi predecessori. Se a quel sindaco gli capitasse ciò è successo a Ignazio Marino, quel malcapitato avrebbe finito di fare politica avendo appena iniziato il suo percorso. Appare evidente che i due mandati così ottusamente concepiti sono da rivedere. Prendiamo il caso del sindaco 5stelle di Pomezia che sembra anche molto amato dalla sua comunità. Fucci ha fatto il consigliere per appena un anno candidandosi a sindaco la volta successiva. Dopo aver passato i primi anni tra i disastri amministrativi, cercato di approntare i primi rimedi con un lavoro di semina, proprio quando dovrebbe raccogliere i frutti dei suoi sacrifici, è costretto a lasciare per un malinteso senso della moralità. Il risultato sarà come quello registrato a Parma. Fucci, essendo molto apprezzato nel suo Comune, vincerà ancora ma con una lista civica e i 5Stelle perderanno il sindaco di una città importante. Mi dispiace ma, un conto è la morale e l’etica in politica, un’altra cosa sono gli eccessi che la gente non comprende.

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    1. Il principio è giusto, forse bisognerebbe definire la durata minima del mandato per essere contato come tale, sarebbe salvato il principio buono e validissimo ma anche evitato un inconveniente fastidioso.

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  7. Non va bene. Io uno come De Gasperi, Moro, Pertini me lo terrei anche 100 anni. Quelli che non meritano devono essere buttati fuori alle elezioni.

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    1. Infatti la logica dovrebbe portare a questo e a pensarci dovrebbero essere non i capi partito ma gli elettori se tanto,tanto riflettessero anche loro sulla faccenda che il deputato è tale se fa gli interessi di tutti e non solo i suoi e di qualcuno di quelli che lo portano al governo. In breve: la politica deve essere passione, socialità, dedizione al servizio della gente promuovendo quelle azioni che costituiscono il welfare, previsto ampiamente dalla nostra Costituzione ma ignorato da oltre quaranta anni a questa parte da chi ci ha governato. Occorre rimescolare le carte ma non saranno i vecchi marpioni, e neanche i nuovi alla Renzi, a farlo pertanto varrebbe la pena veramente di sperimentare il nuovo che si presenta sotto le vesti del M5S e che si rifà, largamente, agli albori della nostra Repubblica fondata da elementi come De Gasperi, Pertini, Nenni, Moro, Berlinguer.......Mi pare che quelli che ne hanno preso il posto nei partiti che, tra i più vari trasformismi, hanno portato allo sfascio della Stato in particolare da sei anni a questa parte dove le mazzate inferte a ciò che era stato costruito anche con sacrificio sono state micidiali. Sarebbe ora che gli elettori lo comprendessero e imponessero la loro volontà di cambiare marcia evitando di votare i marpioni al momento in auge.

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    2. Franco Gentile complimenti la tua considerazione combacia con la mia nei minimi particolari, la politica non deve essere un mestiere e ma un servizio per il popolo non retribuita.

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  8. Credo che alla meritocrazia non debba essere imposto alcun preliminare limite di tempo...!!!

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  9. D'accordissimo! è una garanzia non da poco! ma è la mentalità che deve cambiare! non abbiamo bisogno di un leader! ma di un movimento, una squadra! il lavoro mica viene svolto solo da Di Maio o Di Battista!

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    1. Nel caso del sindaco, il primo cittadino è il leader della città e deve avere tutto il tempo di lavorare, se vuole portare a casa risultati apprezzabili

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  10. In effetti la radicazione politica ci ha dato tanti politici che ne hanno fatto una professione e che ha prodotto scelte politiche ed economiche non sempre a favore del Popolo Italiano !!! Abbiamo avuto pochi Statisti che hanno pensato alle generazioni future e hanno danneggiato il futuro di tutti !!! Se la rotazione degli Eletti producesse l'effetto di essere collegati con la realtà che si vive al di fuori dei Palazzi sarebbe una bella soluzione ma bisognerebbe anche adeguare le direttive delle varie "Scuderie" per non condizionare eccessivamente le novità che potrebbero portare i Nuovi Eletti.

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  11. Due mandati possono essere troppi o pochi .Questa è solo demagogia o meglio una stronzata.

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  12. Cosa farà di maio dopo il prossimo mandato da presidente del consiglio tornerà a vendere gelati allo stadio?

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  13. Il tema proposto da Giangiuseppe è interessante perché tocca un nervo scoperto collegato al degrado politico, civile e sociale che ha progressivamente trasformato la democrazia in oligarchia.

    Spesso si ragiona su questo tema spesso dimenticando il diverso contesto in cui ci si trova e, quindi, trascurando le conseguenze a cui si va incontro lasciando le cose così come stanno.

    Si ragiona come se non fosse in atto una seria malattia che affligge il sistema democratico, i cui sintomi vanno dalla perdita degli ideali, alla nascita di partiti personalistici, passando per la proliferazione di mini partiti per sfruttare regole di leggi elettorali raffazzonate, per l'allontanamento della politica dal territorio e, conseguentemente, per la disaffezione dei cittadini alla politica fino al punto di disertare in massa gli appuntamenti elettorali.

    Il diverso contesto non giustifica il "lasciare le cose così come stanno", ma impone un cambiamento per curare i sintomi della malattia e cercare di lasciare alle future generazioni quella democrazia che noi abbiamo ereditato da chi ha combattuto e pagato con il sangue per conquistarla.

    Premesso che "fare politica" è il sale della democrazia e che si "fa politica" non solo rivestendo cariche elettive ma anche come semplice cittadino attivo e vigile sul territorio in cui si vive, ritengo che la proposta di porre un limite temporale ai mandati sia necessaria e, per le ragioni che sono state fin qui dette, decisamente migliore che limitarsi al numero di mandati.

    In questo modo si verrebbe ad avere la rotazione di chi ricopre le cariche rappresentative, in assenza della quale inevitabilmente si perde il senso della realtà, cosa che da decenni affligge chi svolge la professione di politico in una logica di casta.

    Chi si scandalizza di fronte a proposte innovative sottovaluta le conseguenze della deriva in atto la quale, usando le parole di Micari, ci ha portato a una "dittatura gentile" ma che in futuro potrebbe anche perdere anche l'aggettivo "gentile".

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    1. Assolutamente d'accordo! Si è perduto totalmente il senso della realtà per tornare all'idolatria del "Capo"....al famigerato "culto della personalità".Il limite al mandato è senz'altro una conquista civile per le comunità!

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    2. Come al solito Francesco Salvatore si aspremi attraverso un complicato raggire di parole, ed alla fine non ha detto un bel nulla, in sintesi il classico personaggio che intende fare sfoggio della sua cultura politica senza rendere un risultato. Non ha risposto a Gattuso se è d'accordo o meno sui due mandati, ha parlato di scadenza senza indicarla. Ci ha parlato di Micari e della famosa dittatura gentile, senza un nesso logico circa la scadenza. Dice della necessità di porre una scadenza, senza citare una motivazione che giustifichi tale necessità. Insomma un cumulo di parole basate sul nulla.

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    3. Buon Natale caro Anonimo. Ognuno scrive ciò che pensa e con i concetti che ritiene di esporre. Invece di criticare il commento e la persona, avresti fatto meglio a esprimere il tuo punto di vista. Evitando di scrivere un cumulo di parole basate sul nulla.
      Speriamo bene per il futuro.

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  14. Ho lavorato per 40 anni presso un Ente Locale, dove già vige il limite dei due mandati per il Sindaco, e dalla mia esperienza posso dire che il primo mandato è una meraviglia, il sindaco è incentivato a fare e si va sempre alla massima velocità, una sensazione bellissima anche per chi collabora a stretto contatto. Il secondo mandato, se rieletto è un'altra cosa, il sindaco è già appagato sa che non si potrà ricandidare e manca di mordente. Credo che però nel caso in esame sia un pò diverso, due mandati sono sicuramente troppo brevi, lo illustra in maniera esemplare Maurizio Alesi, il termine è sicuramente da rivedere, e a mio avviso il movimento potrebbe di volta in volta democraticamente decidere chi fare ricandidare, in funzione dell'operato svolto. Trovo uno spreco fare uscire di scena un Luigi Di Maio, un Alessandro Di Battista, un Roberto Fico o una Carla Ruocco e altri di cui non mi sovviene il nome ma che hanno inciso in questa loro prima legislatura, sarebbe un vero sacrilegio perderli

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    1. Ricambiando in continuazione gli eletti, avremmo sempre una classe politica di inesperti

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    2. Si dovrebbe trovare il giusto equilibrio, non fare perdere le esperienze acquisite ed evitare l'assuefazione alla poltrona e il degrado che ne consegue

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    3. in continuazione? che significa Maurizio? si tratta di stabilire un tempo congruo e nel frattempo ci si prepara

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    4. Vuol dire che, se per due mandati si intende fare anche sei mesi per ciascun mandato, si sarà costretti a mettere in campo sempre gente nuova che dovrà iniziare tutto d'accapo. Non trovi che sia un suicidio doversi privare di parlamentari di grandissimo livello in ossequio alla regola dei due mandati,? Dovremmo rottamare tutti allo stesso modo senza tenere conto del loro valore, magari sostituendo i migliori con dei mediocri e senza qualità politiche. Mi dispiace ma io penso che chi mostra sul campo di valere debba restare una risorsa per il movimento. Se poi si intruppa nel sistema allora lo si caccia via. Ma rottamarli nel pieno del loro vigore a me sembra una follia.

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    5. Gira che ti rigira, con sta faccenda degli esperti, della meritocrazia, del riconoscimento del lavoro fatto si ritorna allo stato attuale. Non vogliamo convincerci che la politica non deve assicurare una carriera e una sinecura a vita, la politica è servizio e chi la vuol fare, in tale prospettiva, anche se il mandato per una carica è limitato nel tempo, potrà continuare la sua opera anche come semplice cittadini dedito ad altra occupazione che gli garantisca il mantenimento e altrimenti finiamo che fra venti anni ci ritroviamo fra le palle i vari Renzi, Berlusconi e quel che peggio elementi come Razzi e via dicendo.sarebbe ora di una vera maturazione degli elettori e degli eletti!

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  15. Cosa ne pensate dei consiglieri grillini al comune di palermo che si sono fatti fare assunzioni fasulle per fottere tutti noi vedi consigliere randazzo?

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  16. In linea di principio si potrebbe accettare la regola dei due mandati ma con delle eccezioni ispirate al buon funzionamento dell’organismo rappresentativo. Con questa regola si ha la garanzia di liberarsi di certi individui indegni di rappresentare la nazione ma c’è il rischio di mandare a casa elementi di alto spessore politico. A livello parlamentare il principio dei due mandati, con le dovute eccezioni, si presta ad una lineare applicazione ma quando si scende negli organismi di rappresentanze territoriali si dovrà pensare a regole diverse. Non trovo giusto far cumulare il mandato di consigliere con quello di Sindaco. Se il Sindaco ha lavorato bene e ha il pieno consenso della maggioranza dei cittadini gli si deve dare, anche per il bene della collettività, la possibilità di completare la realizzazione del programma. Un tale principio non può essere affidato alle regole interne di una sola forza politica, la questione deve essere normata per essere applicata da tutte le forze politiche. A questa regola va accompagnata anche quella della scelta delle candidature. Malgrado la Costituzione detta il principio inderogabile del metodo democratico nella vita dei partiti, si rafforza la tendenza di sottrarre il controllo ai cittadini per concentrarsi nelle mani delle segreterie o di un leader che si comporta come un padrone assoluto: le candidature vengono scelte senza tenere conto dei requisiti ma dal grado di fedeltà al capo. Quella dei due mandati è un’ottima scelta ma deve essere considerata l’inizio di altre inderogabili modifiche.

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