lunedì 13 novembre 2017

LA DITTATURA GENTILE DEL NON VOTO

Cardinale Musumeci Micaridi Simone Aiello - La situazione italiana di oggi, per dirla alla Micari (candidato presidente del PD, di un fantomatico schieramento di centrosinistra, e che ha usato il poco felice slogan "Sfida gentile"), è una "dittatura gentile".
Proprio così, viviamo di fatto in una dittatura gentile, perché ti fanno credere di appartenere a un Paese democratico ma poi tolgono tutti i diritti, usando una propaganda asfissiante, attraverso i media che travisano la realtà.
Ogni libertà individuale è lesa dalle interpretazione di regime, da un sistema burocratico che complica la vita solo alle persone perbene e nell'interesse dei potenti.
Non esiste più chiarezza nei diritti, e decenni di lotte per le uguaglianze sociali si sciolgono come neve al sole, per colpa di leggi sciagurate, volte a penalizzare i più deboli, giovani e anziani, a vantaggio di banche e lobby di potere.

Il populismo è usato come droga di massa per rendere le persone più deboli e per individuare falsi nemici, sui quali scaricare ogni forma di odio.

Fabrizio-MicariCaro Micari, la sfida non può, non deve essere gentile perché, come del resto era ipotizzabile, non si può ipocritamente accettare, gentilissimamente, una competizione con un rivale che annovera decine di imputati. La sfida doveva essere dura e cruda, digrignando i denti per la rabbia. Del resto come potevi fare altrimenti se hai accettato alleati come gli alfaniani e, soprattutto, quelli della corrente che fa capo a Cardinale che sicuramente, e lo si sapeva già benissimo, passeranno con Musumeci?

Io credo che la dittatura gentile si avvantaggi dell'astensionismo, sempre più dilagante, e penso che si possa e si debba reagire. E per questo bisogna attivare ogni iniziativa possibile per riavvicinare i cittadini alla Politica, a cominciare dai più giovani, da chi si sente maggiormente escluso dalle decisioni. In questo senso hanno un ruolo fondamentale la scuola, il mondo del lavoro, le organizzazioni sindacali, i luoghi di aggregazione. Perché è con la consapevolezza del proprio ruolo che si possono ottenere i risultati sperati. Il cittadino informato parteciperà alle iniziative politiche, si avvicinerà ai partiti e ai movimenti, e l’espressione del voto diventerà il primo strumento attraverso il quale potrà indicare una scelta convinta.

Il voto, infatti, è la fase finale di un percorso di partecipazione democratica. Ma in questo caos, purtroppo, è difficile convincere coloro che ormai appartengono al "partito dell'astensione". Una posizione politica sterile che non porta a niente tranne dare maggiore spazio a quella classe dirigente che paradossalmente si vorrebbe mettere da parte. Ci vuole uno sforzo per andare a votare con criterio, tappandosi le orecchie e ascoltando quel barlume di coscienza civile rimasta, malgrado tutto.

Dovremmo intanto convincere le persone che abbiamo vicine, i nostri figli, gli amici, ad usare quello strumento indispensabile e potente che abbiamo a disposizione rappresentato dalla matita e dal segno che facciamo sulla scheda elettorale. Soltanto così possiamo iniziare a sconfiggere la "dittatura gentile", ma non per questo meno pericolosa, che ha ammagliato la nostra Italia. E la prossima scadenza sarà a breve quando, alle politiche di primavera 2018, si deciderà la guida del Paese.

Simone AielloSimone Aiello
12 Novembre 2017

P.S.: Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa interessante riflessione sul grave problema dell’astensionismo che, alle regionali siciliane del 5 novembre 2017, ha raggiunto limiti preoccupanti. Simone Aiello, 55 anni di Palermo, o per meglio dire della borgata marinara di Sferracavallo, a pochi chilometri dal centro del capoluogo siciliano, è Cofondatore del Comitato cittadino "il Mare di Sferracavallo", costituito nel 2012. Lo scopo è quello di difendere le Bellezze ambientali del territorio da scellerati progetti fognari e dalla pessima gestione di esse. L’Area Marina Protetta Capo Gallo-Isola delle Femmine e la Riserva Naturale Orientata di Capo Gallo, rappresentano, infatti, un patrimonio ambientale di valore inestimabile che va preservato e curato. Simone Aiello è appassionato di Politica, crede fermamente nella partecipazione democratica e in un mondo in cui ognuno faccia la sua parte e per gli interessi di tutti.
Benvenuto su PoliticaPrima e buon lavoro.

34 commenti:

  1. Grazie a voi per aver accettato la mia riflessione.

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  2. Ogni libertà individuale è lesa dalle interpretazione di regime, da un sistema burocratico che complica la vita solo alle persone perbene e nell'interesse dei potenti.
    Non esiste più chiarezza nei diritti, e decenni di lotte per le uguaglianze sociali si sciolgono come neve al sole, per colpa di leggi sciagurate, volte a penalizzare i più deboli, giovani e anziani, a vantaggio di banche e lobby di potere.

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  3. Politici succubi di lobby, banche e potentati,ai quali siamo stati venduti il cambio delle loro poltrone e delle rendite di potere,e con la complicità di una classe di intellettuali(???)funzionali ed organici al regime,è paradossale che,nel bene e nel male beninteso,un "comico",abbia svolto la funzione di "alterità" in un sistema ormai "congelato!"!

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    1. ...mentre invece un "filosofo", piroettando sul buon senso,definisce una "puttanata" la riforma costituzionale che però vota!

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    2. esatto...perché secondo lui sarebbe stato peggio il "dopo". A me sembra che non sia successo niente di cosi' disastroso...

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    3. Io comunque parlavo di intellettuali, Cacciari, ne è un esempio, parlavo dei loro "silenzi" o se preferisci "connivenze",ormai si fanno sentire solo se Di Maio sbaglia un congiuntivo!

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    4. Maria Luisa Cosentino13 novembre 2017 alle ore 18:14

      Che geni! Meno male che non sbagliano i congiuntivi poi anche se ci frastornano di fandonie..... sono intellettuali!!!!

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    5. Quando è stato introdotto il pareggio di bilancio in Costituzione,passo chiave,avete visto qualcuno di loro alzare un dito?
      I politici, va da sé, hanno votato all'unanimità!

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    6. Avete visto/sentito una forza politica che si esprime contro il pareggio di bilancio e che dica che la UE ci schiavizza!!!!! LA UE è una risorsa , al massimo abbiamo sentito dire!!! Oppure che ce lo chiede l'Europa!

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    7. Aspetta che la campagna elettorale entri nel vivo, e lo sentirai,via via vorranno "cancellare" quel che hanno votato a Monti e compagnia bella!

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    8. Il problema non è di questo o di quel politico. Sotto i ponti in questi anni ne sono passati a decina, ma la politica non è cambiata. Tutti disonesti? tutti corrotti,? Se fosse vero perché mai oggi dovremmo pensare che cambiandoli , ancora una volta, poi non si fa la stessa fine?
      E se invece fosse un problema di sistema?
      E se invece non fosse come nelle sabbie mobili e chi entra rimane infognato e non ne può uscire indenne?

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  4. Maria Luisa Cosentino13 novembre 2017 alle ore 13:58

    Infatti era convinzione comune che il voto fosse un dovere, quando vi si aggiunse il termine diritto si perse il senso della misura!

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    1. Maria Luisa Cosentino13 novembre 2017 alle ore 14:15

      Appena la gente sente parlare di diritti perde la testa e non pensa che al diritto si accompagna inderogabilmente il dovere!

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    2. E quale dovere più che pagare le tasse senza avere nulla in cambio se non servizi fatiscenti e inefficienti? Quale dovere più che lavorare per oltre 40 anni e continuare a pagare a fondo perduto fino a 70 anni? Ma che altro dovere, dovremo adempiere senza avere nessun diritto?

      Il voto non è mai stato un dovere Al massimo un diritto /dovere. E' un dovere nella misura in cui vi è la corrispondenza di un diritto!!!! Quale diritto abbiamo ricevuto a fronte dii quel dovere se non portare ai privilegi, questo o quel politicante???

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  5. Io non credo affatto che per avvicinare i cittadini alla politica possano svolgere un ruolo fondamentale il mondo del lavoro, le organizzazioni sindacali, i luoghi di aggregazione poiché anch’essi sono appendici e conniventi di una politica che è giunta al capolinea. I sindacati sono sempre stati l’altra faccia speculare della malapotica che incarna gli stessi vizi e la stessa casta. Nel sindacato si fa carriera senza passare neppure dal consenso popolare, ma assecondando la segreteria. Forse un ruolo positivo potrebbe averlo la scuola ma, non ho alcun dubbio, senza un’informazione corretta e obiettiva non si avrà mai una buona politica. Con l’attuale sistema mediatico distorto e fallocco, i cittadini che si avvicinano alla politica saranno sempre meno.

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  6. La dittatura gentile si chiama democrazia svuotata, che nessun n aggettivo può mitigare.

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  7. Come non mettere "mi piace"?

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  8. la grande "fottuta"gentile ...ci vorrebbe una rivoluzione ma non siamo catalani...siamo siciliani

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  9. E dopo la rivoluzione? una nuova rivoluzione. e poi i militari. Signora Scesi legga qualche libro,verdrà che le farà bene

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  10. IL PRESIDENTE MUSUMECI HA VINTO LARGAMENTE;DEMOCRATICAMENTE;CORRETTAMENTE ED HA PURE UNA MAGGIORANZA POLITICA E NUMERICA: COSA NON VI STA BENE?

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  11. Bell'articolo questo di Simone Aiello e mi piace la formula "democrazia dolce", che ha appiattito il popolo fino ad accettare qualsiasi abominio. Abbiamo raggiunto il culmine ed una Democrazia marcia è più pericolosa di una Dittatura, perché, in tal caso, eliminandone il capo elimini anche il problema. Speriamo che alle Nazionali ci sia un barlume di ravvedimento e di presa di coscienza dei nostri doveri soprattutto nei confronti delle nuove generazioni.

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  12. IO vorrei riavvedermi. Per chi dovrei votare?

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  13. Speriamo che taglino le pensioni quanto prima, magari un po di gentaglia inizia a rinsavire

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  14. come si può pretendere che la gente vada a votare quando le elezioni in Italia non hanno mai prodotto nessun cambiamento.
    se prendiamo le tre forse politiche che si contendono lo scettro si può notare che tutte e tre perseguono le stesse politiche.
    È mai cambiata qualcosa tra governi di centro sinistra e centro destra? nei comuni a guida stellata si è manifestata quella rivoluzione annunciata e non manifestata?

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  15. L'articolo confonde l'astensionismo con il rifiuto alla politica. E' esattamente il contrario. E' rifiutando questo sistema che si fa politica, andare al voto come pecoroni , invece, è fare antipolitica, essere gregge di fronte ai pastori.
    L'astensionismo, oggi, è rifiuto di questo sistema partitico, asfittico, e inconcludente, Dalla seconda repubblica che si vota, si cambiano uomini, partiti, bandiere è cosa è cambiato ? Assolutamente nulla E' dunque prendere coscienza di ciò significa fare politica e riportare la politica non relegata al voto,, ma rifiutando il sistema partitico e la partitocrazia che è alla base!

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  16. Fate volontariato ci sono tante cose da fare . non votate per nessuno.

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  17. Come avevo già detto su questo argomento.NON VOTARE è una forma di libertà e di democrazia. Negli Stati Uniti il 25% dell'elettorato elegge il Presidente. Nei regimi dittatoriali va a votare il 100% e tutti eleggono il dittatore. Non credo ci sia storia su quale regime sia migliore. Ma non è questa l'osservazione più importante. L'astensionismo non inficia i risultati elettorali, perchè statisticamente la somma di tutti quelli che non votano darebbe gli stessi risultati in percentuale della somma degli effettivi votanti. La prova è molto semplice da trovare. Le proiezioni fatte su piccole percentuali di voti già scrutinati, generalmente meno del 10%, risultano sempre praticamente uguali ai risultati finali, zerovirgola più, zerovirgola meno. Il trend viene individuato subito. Questo a prescindere dall'intera percentuale di tutti i votanti. Il che significa che se avessero votato tutti nelle elezioni siciliane, il risultato finale sarebbe stato lo stesso di quello che effettivamente è stato.
    Perciò, accontentiamoci della libertà che abbiamo di andare o di non andare al voto e auguriamoci di non essere qualche volta "costretti" ad andare a votare.

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  18. Negli anni 60/70, con la partecipazione ampia alla democrazia, abbiamo conquistato molti diritti. Con il diminuire della partecipazione stiamo perdendo i diritti conquistati con le lotte. Quei pochi diritti che rimangono diventano difficilmente fruibili per la burocrazia. Il regime agisce indisturbato perché, gradualmente, stiamo rinunciando al diritto fondamentale della partecipazione: la democrazia sta diventando un governo di minoranze. Ad ogni elezione il vero vincitore è l’astensionismo, in Sicilia ha vinto con il 53,24%, vuol dire che il vincitore si appresta a governare con una coalizione che ha un reale consenso elettorale inferiore al 20%. Un esempio che, secondo la riflessione di Simone Aiello, possiamo definire “dittatura gentile” provocata dal non voto. Quando il voto perde di valore e cresce il disinteresse a qualsiasi competizione elettorale, anche se motivata, l’astensione è un comportamento eticamente non coerente con la democrazia costituzionale. La sovranità appartiene al popolo che la esercita con il voto. I costituzionalisti non sono concordi sulla natura giuridica del corpo elettorale, tre le definizioni: 1) Organismo autonomo costituito dal popolo, come corpo politico, che si attiva durante le elezioni; 2) Organo costituzionale che pone le direttive politiche fondamentali a tutti gli altri organi della Stato; 3) Organo rappresentativo del popolo nel momento in cui esercita la pubblica funzione del voto. In altri tempi il voto era ritenuto per legge “un obbligo al quale nessun cittadino può sottrarsi senza venir meno ad un suo preciso dovere verso il Paese”. La norma che prevedeva la sanzione per chi non andava a votare è stata abrogata nel 1993 ma rimane il “dovere civico” previsto dall’articolo 48 della Costituzione. La Costituzione sancisce il diritto inviolabile di tutti i cittadini di partecipare, principio base di ogni democrazia, attivamente alla vita politica esprimendo il proprio voto. È scorretto predicare la politica del “diritto al non voto”, non esiste. Più è la partecipazione tanto più la democrazia è effettiva. L’indifferenza, a lungo andare, inciderà negativamente sulla qualità della democrazia. Va bene esaltare l’importanza del voto ma non dobbiamo tralasciare di analizzare le cause che spingono alcuni, ora maggioranza, a rinunciare al diritto di partecipare. L’interesse al voto può essere ravvivato da un nuovo modo di concepire la politica. Questo compito non può essere affidato alle sole forze politiche, alcune delle quali, dall’astensionismo traggono alcuni benefici: la sopravvivenza e la possibilità di governare malgrado minoranza. Per tornare a votare non possiamo attendere il ripensamento delle forze politiche. Dobbiamo avere la consapevolezza che, con la massima partecipazione al voto, possiamo essere determinanti per incidere sulle politiche per il cambiamento. Dobbiamo tornare a ad allargare la base della democrazia, lo dobbiamo ai nostri figli, ai nostri nipoti e alle future generazioni. Incominciamo dalle elezioni politiche della prossima primavera, chissà che non sia quella della Politica.

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  19. Io sono sempre del parere che le opzioni di un cittadino in caso di elezioni sono: andare a votare esprimendo il suo volere tramite il segno con la matita, lasciando la scheda bianca, non esercitando il suo diritto al voto. Il "dovere" per forza andare a votare lasciamolo alle dittature.

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  20. Senza cercare scuse, l'astensione è un atto di incittadinanza che si traduce in mene frego. Di tutto ciò che succederà ne rispondiamo pienamente. Possiamo affermare che l'incittadinanza è presente,in noi siculi,in tanti aspetti. Niente attenuanti e niente discorsi difficili. Non si può ammettere che la partecipazione sia solo per le partite di calcio.

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  21. SIG GATTUSO E SIG ALESSI SCRIVETE QUALCOSA SU LARRESTO del 5 stelle di agrigento.

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  22. Nell’intervento di Aiello colgo alcuni spunti che meritano di essere approfonditi e chiariti. Nel definire “dittatura gentile” il sistema che domina attualmente il nostro Paese, Aiello omette di chiarire che tale dittatura non sembra una scelta endogena ma ci viene imposta - costante nella storia d’Italia - da fattori esterni, primo fra tutti dall’appartenenza ad una comunità finanziaria internazionale in qualità di Paese con un fardello pesantissimo come il nostro debito pubblico. Prova ne sia che la più squisita legge di indirizzo politico di ciascun governo, quale la legge di bilancio, viene discussa con le autorità finanziarie europee e diventa legge nell’ordinamento italiano solo dopo l’approvazione da parte di autorità che non sono elette da alcuno.
    Se capisco bene il ragionamento di Aiello egli sottende che, anche a fronte di libere elezioni e di una sostanziale alternanza fra destra e sinistra nel nostro Paese, tutti fenomeni che il Paese ha vissuto negli ultimi 20 anni, le due parti politiche fanno parte di un “nucleo sistemico” che permane immutato, indipendentemente che al comando ci sia l’una o l’altra. Quello che Aiello non chiarisce è che anche qualora un nuovo soggetto politico “terzo”, di fatto estraneo al sistema, dovesse mai avere la maggioranza dei consensi (in soldoni il M5S), il destino al quale andremo incontro non sarà poi dissimile dal presente che stiamo vivendo. L’idea che si possa scalfire il potere di banche, corporation ed altri interessi consolidati (fra cui metto anche i sindacati e le magistrature dello stato) serve a prendere voti ma non a governare un Paese complesso. Mi scuso con chi non è d’accordo ma io la penso così.
    Che poi ci sia un durissimo attacco in corso ad una serie di conquiste garantite da lotte politiche e sindacali dagli anni 50 ad oggi, basta rileggersi il mio contributo sul 7 novembre per capire come la penso e la mia piena aderenza all’analisi di Aiello. E l’attacco portato da Tangentopoli alla struttura dei partiti, se da un lato ha smascherato (ma alla fine per nulla estirpato) il malcostume politico della Prima Repubblica, provocandone di fatto la caduta, dall’altro ha prodotto danni irrimediabili quali una intollerabile supplenza del potere giudiziario, una sostanziale desertificazione in molte aree del Paese delle forme organizzative politiche ed una ben maggiore riscattabilità della classe politica agli interessi del mondo economico. La “dittatura gentile” evocata da Aiello esiste ma sembra essere solo l’effetto più evidente di un fenomeno che ha ragioni ben più profonde e che difficilmente riusciremo a sradicare solo attraverso l’esercizio massiccio del diritto di voto.

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    1. Si legga ricattabilità (e non riscattabilità) nell'ultimo capoverso,

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  23. Benvenuto Simone Aiello. Ho letto con interesse lo articolo. “Dittatura gentile” cui noi rispondiamo con menefreghismo altrettanto gentile. Riporto un pezzo del tuo articolo “Non esiste più chiarezza nei diritti, e decenni di lotte per le uguaglianze sociali si sciolgono come neve al sole, per colpa di leggi sciagurate, volte a penalizzare i più deboli, giovani e anziani, a vantaggio di banche e lobby di potere”. Come rispondiamo noi? Con quello che si chiama ora partito dell’astensionismo. Così i deboli si difendono? Micari era rettore con poca esperienza Chi l’ha portato ad un passo così inaccettabile?Non sono per niente d’accordo che l’astensionismo sia addebitabile alla lontananza della politica dai cittadini. A parlar chiaro (Sono siciliana). Come si poteva non votare, con una situazione così devastante! L’unico cambiamento 37 anni di Orlando. Non parliamo degli ultimi tre presidenti regionali! Va introdotto l'uso del cervello e la capacità di essere cittadino consapevole. Ho visto piangere per l'esclusione dell'Italia ai mondiali e affermare tranquillamente di essersi escluso dal voto. Non lamentiamoci! Pure questo diritto l’abbiamo perso. Grazie per il tuo articolo.

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