venerdì 3 novembre 2017

Il Parroco di frontiera e l'abbandono della periferia

Micari e Orlando-in-chiesadi Giovanni Callea e Igor Gelarda - Immaginate un campetto di calcio, nell’estrema periferia abbandonata della città. Dalle parti dove fu ucciso don Pino Puglisi.
Uno dei luoghi nei quali si smette di essere cittadini e si lotta, per sopravvivere quotidianamente. Uno dei luoghi nei quali la politica, quella che non si occupa dei cittadini e della città, si presenta al ritmo delle campagne elettorali.

Immaginate un prete, un ragazzone, alto, che si trova questo campetto a pochi metri dalla sua chiesa. Ed immaginate, quel campetto negato ai ragazzini, che conquistano il loro diritto al gioco, come tutti gli altri bambini d'Italia in posti dimenticati, scavalcando muri, tagliando reti, non per rubare, ma per giocare a calcio. Giocare proprio su quel rettangolo verde, costruito nella città, e negato ai ragazzi della città, ed ora abbandonato.

Immaginate quel prete che si schiera dalla parte dei ragazzi. Che affronta una burocrazia lunga e complessa e che riesce a sedere, con caparbietà e pazienza, allo stesso tavolo l’amministrazione comunale, la società che possiede il campetto, l’Università (che è pure tra gli attori per l'acquisizione di questo benedetto campetto), la parrocchia, in un processo reso lungo e farraginoso da questa nostra Italia, dove anche chi vuole fare bene si trova imbrigliato in questo tempo sospeso della burocrazia eterna.

Campetto calcio parrocchiaEd immaginate, se dopo anni di attesa e di speranze, quella politica che si presenta al ritmo incalzante delle votazioni, ti chiamasse per dirti che forse finalmente il campetto di calcio potrà essere reso fruibile ai ragazzi. Ed immaginate se quella politica, poco importa se in buona o cattiva fede, bussasse alla porta della chiesa per dare la buona notizia. Ed immaginate di essere quel prete, che pensa a quei bambini, e che vuole solo farli giocare a calcio, restituendo loro l’infanzia che da quelle parti spesso è negata o storpiata.

Anche noi che non siamo sacerdoti, ma siamo esattamente come quel ragazzo dalla parte dei ragazzi, anche noi ci saremmo potuti confondere, ed aprire la porta alla buona notizia.
Tutta questa è storia vera. Quel ragazzo ha tutta la nostra solidarietà stima ed affetto, siamo andati a trovarlo ieri. Nella sua parrocchia, siamo andati a vedere quel campetto. Abbiamo letto con lui gli insulti gratuiti che inutilmente in tanti gli hanno scagliato. Forse perché non conoscevano bene tutta la vicenda.

Parroco-Di-MarzoDon Ugo di Marzo ha sbagliato, si è confuso, ha chiesto scusa. Lo ha fatto pensando a dei ragazzini che sono come figli, ed alla gioia di vederli liberamente giocare su un campetto che moralmente appartiene loro. Noi non giustifichiamo assolutamente che abbia fatto salire sull'altare la politica. Non si fa e basta. Lui lo sa e starà attento in futuro, ne siamo certi.

Ma senza dubbio ha sbagliato pure chi in campagna elettorale non si è preso cura di quel Padre, e non ha evitato di parlare in quel luogo ed in quel momento.
Però come sempre, puntiamo il dito senza conoscere e sempre sull’errore sbagliato.
L’errore è che siano necessari anni perché un campetto di calcio abbandonato nella periferia abbandonata della nostra città possa diventare luogo di gioco per i bambini di quella zona.
Noi stiamo con i bambini, con don Ugo di Marzo, senza se e senza ma.

Ha sbagliato il Sindaco, che conosce i rituali delle politica molto meglio di un giovane prete di frontiera. Ma poco importa. Sig. Sindaco affretti i tempi per la liberazione di quel campetto di calcio, se c’è bisogno di aiuto noi siamo per collaborare, e pronti per andare a festeggiare il prima possibile, insieme a lei, la prima partita di questi ragazzini.

Noi portiamo patatine e birra, lei provveda a portare la speranza di cui c’è tanto bisogno da quelle parti. E provveda a farlo ad urne chiuse.

Giovanni CalleaGiovanni Callea
03 Novembre 2017

Igor GelardaIgor Gelarda

16 commenti:

  1. Orlando il sindaco lo sa fare: ma per chi lo fa???

    RispondiElimina
  2. Spero che i siciliani vogliano prendere in mano la propria coscienza e capire che c'è un solo modo per cambiare radicalmente le cose: andare alle urne e fare una scelta coraggiosa nella consapevolezza di poter dire "basta, adesso si volta pagina".
    Se non lo si fa adesso sarà molto difficile che si possa ripresentare un'occasione così favorevole per ridare alla Sicilia e ai suoi abitanti la dignità che si meritano.
    Auguri sinceri.

    RispondiElimina
  3. E non è stata la prima volta... anche a giugno ha fatto la stessa cosa con candidati diversi... non c'era Micari...

    RispondiElimina
  4. Il classico esempio che basta niente per dimenticare tutto ciò che di buono ha fatto e che continuerà a fare!!

    RispondiElimina
  5. Mi spiace ma la vocazione va "coltivata" ogni giorno in modo sano ed attento !, il parroco in questione sarà certamente una brava persona ma Mercoledì ha MERCIFICATO LA FEDE e lo ha fatto assieme ad un soggetto che per il consenso farebbe di tutto... un soggetto che già a Giugno (prima delle amministrative) aveva fatto la stessa cosa (guarda caso nella stessa parrocchia e con lo stesso parroco) ...Rispetto le idee di tutti ed ho stima di Igor, ma questa volta mi trovo in forte disaccordo... il fatto va stigmatizzato e mai più ripetuto!

    RispondiElimina
  6. Bellissimo articolo!! Grazie... È una perfetta (nn storpiata finalmente) descrizione oggettiva di ciò che viviamo in parrocchia e del lavoro incessante che svolge il nostro parroco per tutto il quartiere e sopratutto per i nostri ragazzi..... spero che si plachino presto tutte le polemiche e sopratutto gli insulti ingiusti al nostro parroco.....spero si spengano presto i riflettori su questa vicenda...

    RispondiElimina
  7. Per favore: non offendete l'intelligenza e la pazienza del "prossimo", soprattutto non confondete la cortesia per una debolezza. I "comizi" di Renzi, della Boldrini e di Leoluca Orlando sono stati tenuti, con blasfemia, nella "casa di Dio", con la complicità consapevole dei parroci e dei vescovi delle diocesi di appartenenza. Ce solo da vergognarsi. Sarebbe necessario una riconsacrazione dei luoghi sacri" bestemmiati". Il cristiano è altra cosa.

    RispondiElimina
  8. Essendo cattolico ed essendo vissuto nell'ambiente mi rendo conto che il sacerdote abbia voluto dare un segno di riconoscenza. Questo però non può essere motivo di giustificazione, in mezzo ad una campagna elettorale suona come forma di pubblicità e.la chiesa, specialmente in una regione martoriata dalla politica deve essere severa maestra. Il sacerdote non ha avuto nulla in concessione ma solo quello che questa schifosa politica dovrebbe dare a tutti i cittadini per diritto costituzionale. Ha fatto bene a scusarsi ma bisogna capire che il cambiamento passa anche da questo. Per i politici nulla da dire, gente meschina, ma questo già lo sappiamo.

    RispondiElimina
  9. La politica non ha niente a vedere con la chiesa e la chiesa non ha niente da vedere con la politica, questa è civiltà e democrazia, il resto ipocrisia.

    RispondiElimina
  10. Come se al lupo non bastasse divorarsi l’agnello: deve anche renderlo responsabile del fatto che viene sbranato....io me la prendo con chi strumentalizza chi è debole e non ne prova vergogna

    RispondiElimina
  11. La chiesa comanda la politica, da sempre

    RispondiElimina
  12. Sempre a parlare male di qualcuno o di qualcosa. Mai uno cosa che vi stia bene. Solo spargere odio e livore.

    RispondiElimina
  13. Certamente siamo dalla parte di don Mauro: finalmente un campetto!
    È del prode Orlando che voglio dire che è una persona senza scrupoli, giocoliere della politica, abile istrione senza vergogna! Sì di lui, che alle elezioni del 2012 non rispetto'le regole e surclasso' Ferrandelli e le primarie presentandosi con la faccia tosta che si ritrova! Ora gira per le parrocchie a fare politica...la sua bella politica! Non ci sono santi che lo tengano...!

    RispondiElimina
  14. chiesa e politica sono sempre andati a braccetto! ma lo facevano "sotto-sotto"! oggi tutto questo è palese! Ma a me non stupisce l'alleanza politica-chiesa! mi stupisce la povertà assoluta di questi elementi! paiono proprio in ginocchio col cappello in mano! ridicoli

    RispondiElimina
  15. Per tutto ciò che avete scritto, mi fido e, voglio bene al prete di Marzo per tutto il bene che fa ma: troppo riduttivo definire "ha sbagliato il sindaco", no! e' un manigoldo, come manigoldo e' il vescovo della diocesi. Hanno approfittato della bontà del parroco "obbligandolo" a questo teatrino che, certamente non avrebbe mai acconsentito perciò...manigoldo Orlando, manigoldo il vescovo.

    RispondiElimina
  16. Don Ugo non ha sbagliato. Ha colto l’occasione per chiedere alla Politica di rivolgere l’attenzione a quella estrema periferia abbandonata che, oltre a lottare per sopravvivere, cerca di salvare i giovani dalle maglie della delinquenza. Quel prete è un ragazzone che, nella consapevolezza del suo magistero, ha il compito tutelare i ragazzi della sua parrocchia tenendoli impegnati anche con il gioco del calcio. Il campetto e lì, a portata di mano, ma negato da una burocrazia sorda e cieca. Un buon Sindaco avrebbe fatto tutto il possibile per agevolare quantomeno l’utilizzo incondizionato di quel campetto dotandolo dei servizi necessari. Anche la Curia Diocesana ha le sue colpe per aver abbandonato un suo Pastore in una terra di frontiera, al governo della Chiesa locale non mancano gli strumenti per intervenire. Don Ugo, nella solitudine della sua lotta, ha cercato di non perdere una buona occasione per il bene dei suoi ragazzi. Tutto il biasimo deve essere rivolto verso il mondo della politica che, specialmente in campagna elettorale, cerca di sfruttare tutte le occasioni per la propaganda promettendo quello che avrebbe già dovuto fare e quello che non farà mai. Io, siciliano emigrato nel Nord, vivo in una realtà dove, oltre al campo sportivo cittadino, ne esistono tanti altri, regolarmente attrezzati, sparsi sul territorio. Sabato scorso ho assisto all’inaugurazione di un nuovo campo da calcio realizzato con l’impegno dell’Amministrazione Comunale e dalla Società Civile. Le Parrocchie coadiuvate dalla Curia e dall’Amministrazione Locale, a prescindere dal colore della Giunta, prestano un grande servizio alla collettività: assistenza ai bisognosi attraverso la Caritas diocesana; l’impegno verso i giovani con la catechesi e le attività dell’oratorio che nel periodo estivo sostituiscono le scuole agevolando le famiglie. Lo so, il paragone fra le due realtà è insostenibile sia dal versante ecclesiale che da quello civile, non fa altro che accrescere la rabbia per l’abissale differenza. A conclusione, la mia valutazione mi porta “senza sé e senza ma” ad essere dalla parte di tutti i preti come Don Ugo che hanno il solo torto di lottare per il bene dei bambini. Solo chi fa politica in un certo modo dovrebbe chiedere scusa ai cittadini o, meglio, mettersi da parte.

    RispondiElimina