martedì 24 ottobre 2017

SPUNTI(NI) POST REFERENDUM

Referendum-Lombardia-autonomadi Paolo Facchini - Vediamo di fare un po’ di chiarezza e di mettere in fila alcuni concetti su come non stia cambiando l’assetto istituzionale del nostro Paese, dopo il referendum sull'autonomia di Lombardia e Veneto di domenica 22 ottobre.
Alcune considerazioni:
1. In primo luogo il risultato del referendum non cambia niente. Le due regioni dovrebbero ottenere gli stessi modesti e mediati effetti che l’Emilia Romagna, risparmiando molti soldi e muovendosi in largo anticipo, otterrà probabilmente da questo Governo, senza dover aspettare, come nel caso di Veneto e Lombardia, che il nuovo Parlamento legiferi sulle richieste emerse nella consultazione di ieri. Ancora una volta, il pragmatismo emiliano – romagnolo prevale sull'ideologismo e sugli slogan ad effetto.

2. A cosa è dunque servito il referendum Lombardo-Veneto? Credo e temo sia servito unicamente a ricompattare il campo del centrodestra, a giocare la partita in funzione antigovernativa e anti centrosinistra, a titillare gli umori più bassi e beceri di una parte dell’elettorato e, in ultima analisi, a colmare l’ego dei due Presidenti di regione che, pur venendo da storie e carriere profondamente diverse, ambiscono a passare alla storia come gli iniziatori della mini riforma istituzionale che concederebbe maggiori autonomie – e in ultima analisi più soldi - alle loro regioni.

3. Mancando da molto anni da questo Paese, francamente non so quanto il tema del federalismo sia attuale e quanto i sussulti recenti all’interno della UE possano rinfocolare le tendenze comunque forti nella comunità lombarda e, ancora maggiormente, nel tessuto sociale veneto. L’impressione è che la Lega di Salvini abbia parzialmente rinunciato a dare cittadinanza politica a tali tendenze, preferendo porsi come una forza nazionale di destra piuttosto che come unicamente il rappresentante politico di aspettative – spesso giuste - della parte più produttiva del Paese.

4. Le “maggioranze bulgare” che si profilano dimostrano che non si ha la benché minima chiarezza e idea sull’oggetto votato. La mia sensazione è che un referendum che prende il 90% dei consensi significhi fondamentalmente un voto di protesta più che di proposta. Protesta sempre e comunque contro chi siede al Governo, contro chi promette ma non fa, contro l’EURO, l’immigrazione, le tasse, gli statali inefficienti, fino ad arrivare alla protesta contro “Renzi in treno”, “Renzi che mette bocca sulla Banca d’Italia”, la Boldrini e le sue “risorse” e tutte le nefandezze della politica romana.

5. Nefandezze dalle quali, sia chiaro, non sono minimamente esenti i partiti e le coalizioni politiche che esprimono gli attuali governatori di Lombardia e Veneto che, sorridenti e soddisfatti, annunciano solennemente l’avvio di una fase istituzionale nuova di cui sono i primi a non sapere bene di cosa si tratti. Ma sulle dimenticanze di quelle due regioni torneremo in seguito.

6. In merito alle maggioranze bulgare si può dedurre che i referendum non erano necessari, non si era di fronte a laceranti scelte di coscienza o a scelte politiche epocali, ma a una pura e semplice presa d’atto di una necessità riconosciuta dalla quasi totalità delle forze politiche, di maggioranza e opposizione. Prova ne sia che non c’è stata alcuna battaglia politica, alcuno scontro tra fronte del Si e fronte del NO poiché il tutto è sembrato privo di alcun valore, se non quelli squisitamente politici (francamente di non grande dignità) cui ho fatto cenno sopra.

7. Emerge inoltre che ci stiamo avviando a un’ennesima occasione perduta, siamo ormai a fine legislatura e non c’è traccia di alcuna seria e organica riforma istituzionale che renda il Paese maggiormente in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini e più vicino alle loro istanze. Sulla “riforma Renzi”, personalmente, l’ho sempre pensata come Massimo Cacciari: faceva schifo me era meglio del nulla. Gli Italiani hanno scelto il nulla e quindi ne prendiamo atto e andiamo avanti con una macchina statale che palesemente non funziona più da parecchi anni. I referendum e le sacrosante tendenze autonomiste e federaliste sono l’ennesima prova che si procede a strappi e fughe in avanti, sempre pericolose e spesso controproducenti in assenza di un solido quadro istituzionale nel quale raccordarle.

8. Emerge inoltre l’assoluta inconsistenza in termini di ingegneria istituzionale - e non solo - della classe politica nella sua interezza. Il centrosinistra aveva appunto proposto una riforma confusa e incongruente, sonoramente bocciata dagli Italiani. Il Centrodestra, a distanza di oltre venti anni, risulta ancora una volta vittima e ostaggio di Berlusconi, il cui ruolo è quello di tenere uniti pulsioni simili ma, specialmente sulle tematiche istituzionali, profondamente diverse quali quelle della Lega e di Fratelli d’Italia; mentre Forza Italia è semplicemente ridotta (e forse lo è sempre stata) a partito del presidente (come purtroppo il PD è ormai definitivamente il partito di Renzi). Del Movimento 5 stelle e delle sue elaborazioni in merito alle riforme istituzionali, aspettiamo, nell’ordine, cosa dice qualche magistrato più o meno in pensione, cosa dice qualche accademico eccentrico, poi mixiamo tutto con le sollecitazioni della “rete”, lo facciamo votare a 300-400 persone sul sistema Rousseau e poi decidono Grillo e Casaleggio. Quindi il nulla.

9. Un’ultima sommaria considerazione. Da circa 30 anni Lombardia e soprattutto Veneto protestano contro “Roma ladrona” e a favore di una più larga autonomia. In sintesi, chiedono più soldi. Il che andrebbe anche bene e, personalmente, credo che una struttura federalista o largamente autonomista non sia una bestemmia, a patto che esista uno stato forte e un esecutivo in grado di governare. Altrimenti è una sciagura. Detto questo, mi preme sottolineare una cosa. La richiesta di ottenere più soldi e, più in generale, di forte critica agli sprechi dello stato centralista, arriva da regioni che quello stato centralista hanno contribuito a governare per decenni attraverso la loro classe politica.
Antonio Bisaglia Mariano RumorLe maggioranze strabordanti che la DC otteneva nelle campagne venete e lombarde nonché esponenti di spicco della stessa DC quali Rumor (più volte Presidente del Consiglio) e Bisaglia non possono passare come semplici incidenti di percorso, ma fanno parte della storia di governo e sottogoverno di quelle regioni. Essersi accorti che la festa era finita ed essersi ricostruiti una verginità senza aver prima scontato i peccati e, anzi, impartendo agli altri lezioni di virtù, non è in linea con la morale cattolica di cui quelle due regioni dovrebbero conoscerne e apprezzarne l’esercizio.
Da quel sistema, con tutti i suoi pregi e difetti, Lombardia e Veneto non possono chiamarsi fuori come fecero a partire dall’inizio degli anni 90. In quel sistema hanno prosperato, i loro politici e i loro imprenditori si sono arricchiti e hanno rubato esattamente come in molte altre aree dell’Italia. La verginità che si sono riscostruiti negli ultimi 25 anni non ha alcuna ragione storica né tantomeno politica. E’ semplicemente opportunismo e sciacallaggio politico; a volte semplicemente “paraculismo” di fronte alla quale un’opinione pubblica disattenta, quando non connivente, ha semplicemente voltato la testa dall’altro lato. A maggior ragione nel momento in cui la classe politica” riverginata” espressa in questi ultimi anni si è dimostrata di spessore politico e culturale di molto inferiore a quella precedente ma di eguale – se non maggiore – voracità. I nomi li conoscete da soli.

10. Un bel esame di coscienza ed un sincero atto di contrizione sono la necessaria premessa per una confessione delle proprie colpe e per presentarsi di fronte alla propria comunità in “grazia di Dio”. Spero che promotori ed elettori del referendum non dimentichino di nuovo questo sano insegnamento cristiano.

Paolo FacchiniPaolo Facchini
24 Ottobre 2017

P.S. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo attualissimo articolo su una questione delicata come quella celebratasi domenica 22 ottobre. Hanno votato i cittadini di di due regioni importanti che hanno, a grandissima maggioranza, scelto per una maggiore autonomia nei confronti dello Stato. Si apre così un dibattito politico che influenzerà la ormai prossima campagna elettorale. L’autore, Paolo Facchini, ha una ventennale esperienza di consulenza e di gestione di impresa in diverse aree del mondo, con una passione particolare verso l’area post sovietica in cui ha vissuto e lavorato a lungo. Laureato in Scienze Politiche a Perugia, con una tesi in Storia delle Relazioni Internazionali, ha trascorso un periodo di studi in Inghilterra presso gli archivi del Public Record Office, tornato in Italia consegue un Master in Sviluppo Internazionale. Parla 5 lingue e gestisce un suo blog www.oltrecortina.com.
Benvenuto su PoliticaPrima e buon lavoro.
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28 commenti:

  1. Per quanto mi riguarda veneti e lombardi possono benissimo andare affanculo. Prima devono però ripagarci per i nostri morti,il nostro lavoro e le loro ruberie industriali, a noi hanno solo mandato rifiuti tossici. spero che madre natura gli mandi qualcosa di importante poi i gli do la mia solidarietà col caz..

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  2. Io non credo che questo (finto) referendum abbia fatto unire il centrodestra. Almeno a giudicare dalle prime dichiarazioni di Maroni che prende le distanze dalle pulsioni secessioniste annunciate da Zaia. La Lombardia ha dato una risposta molto più tiepida rispetto al Veneto dove a Milano il referendum è stato proprio snobbato. Inoltre la prova di domenica scorsa (e la trionfale risposta veneta), stanno oscurando la leadership di Salvini a vantaggio di Zaia, a cui guarda Berlusconi come possibile candidato premier del centro destra. Se aggiungiamo anche che la Meloni e Fratelli d'Italia si erano schierati contro il referendum, la frittata è servita.

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  3. Paolo Facchini, con le sue argute puntualizzazioni, ci fa capire, se non ci fossimo già arrivati, che la politica italiana si giova di qualsiasi pretesto per ideare strategie e giocare subdolamente per interessi e supremazie di parte ai danni della stessa etica politica e degli interessi del Paese. Che fosse un pretesto l'avevano capito in molti e dopo il referendum ancora in molti hanno capito che la spavalderia di Zaia e la nauseabonda sfacciataggine dell'ineffabile Berlusca hanno dato la certezza della messa in scena dell'ultimo atto di quest'opera buffa, che ha coinvolto tutti i partiti politici. L'unica nota positiva - possa servire da lezione alle altre Regioni di buona volontà - .in questo ecumenico groviglio di insulso ciarpame ci è data dal pacato comportamento dell'Emilia Romagna.

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    1. Diciamo che all'Emilia il governo non può dire di "no": PD non mangia PD, no? quindi gli Emiliani sapevano fin da subito che non avrebbero rischiato nulla...

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    2. Vannuccio Zanella Non è del tutto esatto il paragone: Nel Veneto, salvo quale eccezione, il PD ha spinto per la partecipazione e per il "SI".con le stesse motivazioni della Lega!

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    3. Franco, il mio intervento riguardava esclusivamente la parte del discorso di Nino Risitano riguardante la "pacatezza" dell'Emilia Romagna. In Veneto anche il M5s ha spinto per la partecipazione e per il SI'....ovvio....il sentimento generale, come dimostrato, del Veneto era quello: pensa che invece la Moretti ha fatto un post di "astensione" dal voto per protesta quando aveva sempre spinto per il SI'.....

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    4. Io vivo nel Veneto i:Sinceramente non credo nel "sentimento generale" credo, piuttosto, che il PD abbia avuto paura di "perdere il treno" ....................con la Lega!

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    5. Franco, be', evidente... stiamo dicendo la stessa cosa... nessuno ha voluto "perdere il treno" in Veneto...

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    6. No!no! qui la fa da padrone la Lega. Zaia sapeva benissimo a cosa puntava ed è andato sul sicuro...il PD invece traballa un po' e cerca di mantenersi a galla anche, purtroppo, seguendo la linea perdente di Renzi!

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    7. ripeto...stiamo dicendo la stessa cosa. Se dopo vuole affidare tutto al PD non mi sembra corretto visto che anche il M5s, Forza Italia ecc si sono schierati per il SI'. Poi di quello che Zaia fara' o otterra' non puo' fregarmene di meno: io ho votato perche' me ne e' stata data l'opportunità' di farlo, e votare sta diventando sempre piu' "raro" al giorno d'oggi...

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    8. Sono stati tutti mossi dallo stesso sentimento: "contarsi"!. In quanto al voto non credo che sia "raro" piuttosto è "condizionato" principalmente da una concezione "clientelare" del suo valore effettivo o del valore che dovrebbe avere. E' questo l' "Handicap" degli italiani che, alla fine, dimostra la diffusa ignoranza del valore della democrazia come unico sistema onesto e valido per la conduzione dell'amministrazione della cosa pubblica. Sostanzialmente credo che bisogna imputare il fallimento sociale in atto alla scomparsa di ogni forma di ideologia peraltro provocata dalla mancanza di veri "leader politici" che, allo stato sono stati sostituiti da personaggi interessati solo ai propri interessi e a quelli delle cosche che li sostengono..

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  4. Dovremmo fare anche noi siciliani un referendum per rinunziare alla nostra autonomia anche se sarebbe meglio eliminare del tutto l'ars.Non avremmo avuto una serie infinita di presidenti capimafia. tranne uno che la mafia ha ammazzato. Se i veneti volessero andar via allora ponti d'oro,però le banche se le sono fatte salvare dai noi poveracci siciliani.

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    1. f. Alberti condivido pienamente!Rinunciamo noi siculi all'autonomia per i motivi che hai detto.

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  5. Condivido la tesi dell'autore, si tratta di un'operazione politica che poteva benissimo essere evitata. In Sicilia abbiamo un'autonomia speciale che non abbiamo saputo utilizzare e che, paradossalmente, per colpa della classe politica, è diventata un freno. Adesso tutti a chiedere più autonomia, ma basta già ciò che prevede la costituzione senza bisogno di inutili referendum. Se qualcosa non condivido appieno è il giudizio sul M5S che ritengo oltremodo superficiale. Benvenuto su PoliticaPrima.

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    1. Giangiuseppe, ovviamente il giudizio sul movimento 5 stelle è volutamente provocatorio ed eccessivo. Non mi sento di offendere milioni di persone che hanno votato il M5S e continueranno a farlo. Concedimi però almeno un paio di considerazioni: la prima è che le attese in termini di trasparenza del 2013 sono andate parzialmente deluse e che anche il movimento deve fare i conti con una massiccia dose di opacità nella selezione della classe dirigente; la seconda è che emerge un vuoto preoccupante in termini di proposte istituzionali, tanto più preoccupante per una forza politica che è accreditata di ben oltre il 20% nelle intenzioni di voto.

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    2. Giangiuseppe devo complimentarmi con la politica che avete fatto, come M5S, contro Renzi ed il centrosinistra. Avete fatto una ottima politica demolitoria e denigratoria contro il governo e contro Renzi, ignorando quelle forze politiche che secondo la vostra mente "piccina" non contavano più. Era finalmente arrivato sulla scena politica il Dio Onnipotente. Come si dice: "tra i due litiganti il terzo gode".Ora tenetevi il centro destra con il fascista Salvini,che farà piazza pulita della nostra Sicilia, ad iniziare dalle guardie forestali. Condivido in pieno l'articolo di Paolo Facchini.

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  6. non mi piacciono il m5s troppo scadente e inconcludente. non so cosa ci possa essere da approfondire con gente che non azzecca un congiuntivo e che dice no a tutto non proponendo mai niente, Lei dirò l'onestò e la gioventù a me sembra troppo banale.

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  7. Bene autonomia amministrativa purché non serva per far ingrassare politici locali come avviene nelle regioni. Gli italiani del Veneto hanno vicini poco raccomandabili, come ricorda la foto; ecco cosa succede quando noi italiani ci dividiamo, se i partigiani comunisti avessero collaborato con gli altri partigiani non ci sarebbero state le foibe e forse Istria e Dalmazia sarebbero ancora italiane.
    La Repubblica di Venezia fini' a causa dell' invasione francese e poi fu fagocitata dall ' Austria.

    Il pericolo per tutti gli italiani viene dall' estero, come nei secoli scorsi quando la nostra Patria era divisa in Comuni e Stati. Grazie alla Riunificazione (l'Italia di fatto era Unita durante l'antica Roma) sono finiti i secoli d'invasioni e saccheggi di eserciti stranieri.

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  8. Vittima e ostaggio di Berlusconi? Non lo sapevo che Berlusconi fosse una specie di Jack lo squartatore o il Mostro di Firenze o una specie di Bokassa, quello che mangiava il fegato dei nemici. Vittima e ostaggio...porca miseria! Non vi sorge il dubbio che una destra italiana allo sbando e politicamente irrilevante, come quella del 1994 abbia semplicemente usato, sfruttato e strumentalizzato Berlusconi usandolo come un bancomat per prelevare voti, per andare al governo e per addossare a lui i propri fallimenti e porcate? Io francamente questi dubbi li ho.

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    1. Caro Nino, che ci sia "tutto" che non vada in Berlusconi è assodato, ma che ci sia una persona perbene come te che ancora lo difenda....non riesco proprio a capirlo.

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    2. Gira e rigira ne parliamo. Il mio intervento vuole significare che io non credo che la destra sia vittima e ostaggio di Berlusconi.
      Il mio pensiero è che quelli della destra di allora furono (e sono ancora) dei lazzaroni fuori dai giochi politici che hanno approfittato di quella calamita di voti che è stato Berlusconi. Questo a prescindere da quello che é o non è Berlusconi. Non ci sono giudizi miei o difese dell'ex cav. La tua particolare sensibilità ha colto la difesa, ma se leggi bene, al netto della trovata letteraria delle iperboli iniziali sui quei tre personaggi, non ho difeso nessuno, ho piuttosto maltrattato quella destra.

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    3. Mi sarà permesso, ogni tanto, di contraddire qualche frase dell'amico Giangiuseppe senza necessariamente urtare la sensibilità di qualcuno? Poi ricordo sempre che il mio approccio alla politica è più ludico che altro; roba da bar dello sport. Al bar centrale del mio paese ogni domenica ci vediamo con gli amici, tra i quali, qualche anno fa c'era uno che al solo sentir parlare di Berlusconi gli veniva l'orticaria. Ogni benedetta domenica, a mezzogiorno, dopo il prosecco abituale, io, d'accordo col proprietario del locale, cominciavo a parlare di Berlusconi, con l'approvazione del proprietario e l'amico di cui sopra cominciava ad inveire. Dopo aver acceso il fuoco, io me ne andavo lasciando il bar in tempesta. Peccato che quello si è trasferito in provincia di Catania. Mi manca.

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    4. Maria Luisa Cosentino25 ottobre 2017 alle ore 21:46

      Se ti manca quello non mancano quelli ai quali a sentir parlare del berlu gli viene la lebbra!!

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  9. Se Berlusconi fosse questa povera vittima, non sarebbe andato in televisione a dire che Dell'Utri è " un italiano modello" quasi fosse una specie di messaggio lanciato agli amici siciliani dell'italiano modello per dire loro che lui c'era ancora. Non credo che a sostenere economicamente Mangano sia stata la destra né che a farlo lo abbia costretto qualcuno se non su consiglio dell'italiano modello.

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    1. Quante volte è stato detto da voi seguaci del comico genovese, che Renzi è stato il peggiore governo degli ultimi 30 anni? Il popolo ha capito che il Berlusca andava ancora bene e come la storia insegna , fu onorato dal popolo siculo con un secco 61 a 0. Benvenuto in Sicilia, caro amico di Dell'Utri.

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  10. Ai sigg. veneti dico che finchè campo non metterò piede nella loro regione. Mi piacerebbe che loro facessero lo stesso con la mia sicilia.

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  11. Un gran benvenuto a Paolo Facchini. L’analisi puntuale chiara e precisa mi è piaciuta tantissimo. Operazione politica inutile e dispendiosa. Noi siciliani, noi meridionali siamo sempre accusati di essere al traino. Una zavorra che sfrutta il lavoro delle regioni virtuose Nessuno riconosce che la fiorente economia del nord è fatta di braccia meridionali. Il referendum a Milano non ha avuto tanta partecipazione, forse, perché i meridionali sono più dei milanesi. Siamo quello che siamo e lo siamo perché siamo stati terra di sfruttamento dall’unità d’Italia. Noi abbiamo avuto il vero movimento indipendentista con Finocchiaro Aprile. Di contro abbiamo avuto un’autonomia dannosa e che non ci ha portato niente. Loschi figuri e basta. Il mio dubbio è se le ricche regioni virtuose, daranno meno tasse per investirle nelle loro regioni che succederà di noi meridionali?Pagheremo per tutti. Personalmente non credo che non ci sarà un seguito. Troppo presto per capire. E’ un momento di conquiste elettorali.

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  12. é possibile ma non probabile che io possa votare i 5 stelle come lista ma non voterò di certo per quello che propongono come presidente. cerchiamo di essere seri ma veramente affidereste la sicilia ad una mezza figura come questa? un furbone che barando si è fatto eleggere all'ars ed ha pure piazzato sua sorella a montecitorio. mille volte musumeci anche se i fascisti li avrei messi al muro per quello che hanno fatto.

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