martedì 19 luglio 2016

LA GUERRA CON L’ISLAM. ERRORE GRAVE

Siamo in guerra Islamdi Francesco Salvatore - Sempre più spesso, a seguito di attentati terroristici perpetrati nei Paesi occidentali da immigrati anche di seconda e terza generazione, si sente parlare di "guerra con l'Islam".

Nizza attentantoMa c’è da chiedersi se debba parlare di guerra o piuttosto di un perverso effetto di un conflitto sociale maturato in un'economia neo-liberista di mercato globalizzato.

Si può parlare di “guerra” solo se venissero prodotte prove incontrovertibili e pubbliche che le azioni di terrorismo sono architettate, finanziate e armate da un altro Stato per il perseguimento di una strategia di destabilizzazione, quale ad esempio il sovvertimento del governo. Se invece, in assenza di prove, si fanno solo ipotesi allora il termine guerra è improprio, anche se i terroristi sono cittadini, di fede islamica, del paese occidentale; è corretto, invece, parlare di problemi di ordine pubblico, pubblica sicurezza.

R600x__small_140903-200505_To030914AA_0486Ciò posto, per affrontarli efficacemente la risposta deve essere più articolata della sola repressione. Reprimere è una medicina necessaria per tenere sotto controllo i sintomi più acuti della malattia ma, senza aggredire le cause, il male non potrà essere estirpato.

Considerato che gli autori di atti terroristici sono anche immigrati di seconda e terza generazioni provenienti da territori di fede islamica, c’è da chiedersi quali siano le motivazioni che li spingono a commettere atti orribili che pagano anche con la loro stessa vita.

IslamSgombrando il campo dal fatto che la causa vada ricercata nella fede religiosa, e cioè che l’Islam predichi la violenza e l’intolleranza - una tesi semplicistica propagandata da chi è in mala fede o non conosce il messaggio di Maometto che, come Cristo, fu un iniziato; inoltre se ciò fosse i quasi 2 miliardi di islamici avrebbero da moltissimo tempo creato un serio problema per l’intero occidente - la risposta va ricercata in cause meno astratte e più pratiche che analizzino il contesto sociale in cui questa gente vive senza la visione distorta del pregiudizio.

Gli immigrati, nella stragrande maggioranza sono venuti in occidente per sfuggire al progressivo impoverimento del loro paese, causato dalle politiche colonialistiche e post colonialistiche. Il loro processo di integrazione, spesso priva o mal supportato da efficaci politiche sociali e culturali, li hanno portati a vivere in vere e proprie tribù all’interno delle città, alimentando in loro la percezione di uno stato di emarginazione da cui, facilmente, può scaturire un senso di rabbia.

L’emarginazione sociale genera quella economica, in altri termini nega la possibilità di crescita sociale ed economica che, soprattutto, con l’affermarsi delle politiche neo-liberiste dell’attuale governance europea stanno portando a grandi passi allo smantellamento dello stato sociale a vantaggio del profitto… benzina sul fuoco che certamente non aiuta ma, anzi, riducendo le risorse, ostacola i processi integrativi e inclusivi.

Per loro si presenta uno scenario desolante dove si trovano a convivere in un ghetto in presenza di una classe privilegiata dal neo-liberismo che oltre a ostentare opulenza non è uguale di fronte alla legge. Un mix che genera un forte insoddisfazione se non rabbia.

il-post-di-adele-puglisiQuando poi si aggiunge una propaganda razziale per creare consensi nelle fasce meno abbienti degli autoctoni, la situazione si avvia a diventare esplosiva e induce ad abbracciare qualsiasi ideale che possa dar loro dignità e identità (e ciò non deve stupire visto che lo stesso processo si manifesta con il tifo calcistico). Allora cosa c’è di meglio di un alibi religioso come elemento aggregativo per rispondere alle frustrazioni?

Questa spirale perversa inghiotte tutti: persone che in qualche maniera sono acculturate e persone ignoranti, il cui denominatore comune, oltre a rabbia, frustrazione e/o emarginazione, è uno stato psicologico debole e quindi facilmente manipolabile, condizionabile e/o pronto a emulare. In altri termini un terreno fertile dove possono mietere le centrali terroristiche.

europa-immigrazioneIn conclusione cosa occorre fare? Non limitarsi alla repressione ma riconsiderare la radice sociale del problema e mettere in campo politiche integrative e inclusive adeguatamente finanziate, senza essere succubi delle rigide regole imposte dall’EU. In pratica, bisogna fare un conto costi-benefici per valutare gli effetti di un cambio di rotta della governance che, a fronte di un investimento, possa liberarci progressivamente dall’incubo di essere falciati da una folle e cieca rabbia che ha radici antiche ma che, inconsapevolmente, ciascuno concima.

Francesco SalvatoreFrancesco Salvatore
19 Luglio 2016

 

P.S. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione su una questione sempre rovente e attuale che fomenta reazioni contrastanti. Gli attentati in Europa, i fatti di Dacca e la recente sanguinosa tragedia di Nizza non fanno altro che acuire le tensioni nei confronti del mondo islamico. Un grave errore a cui bisogna porre rimedio.
Francesco Salvatore, nativo di Napoli, ha vissuto per circa 40 anni a Roma svolgendo attività aziendali e di docenza universitaria. Attualmente vive in Sicilia ma lavora come consulente internazionale in varie sedi estere. Da tempo partecipa attivamente ai nostri dibattiti con puntuali e circostanziati commenti. Appassionato di Politica e di questioni sociali si propone adesso con questo interessante suo primo articolo. Benvenuto su PoliticaPrima e buon lavoro.

***

33 commenti:

  1. Condivido ogni parola dell'articolo di Francesco Salvatore, poiché a dispetto di tanti, pseudo conoscitori giornalisti e politici che continuano a puntare il dito contro la religione islamica come causa di ogni male,da tempo scrivo e ripeto quanto in realtà, sia solo una maschera dietro la quale, si celano interessi geopolitici ed economici, dettati e scanditi da paesi occidentali come gli Usa in particolare, ed i suoi più diretti alleati in medio Oriente, come il Qatar, Arabia Saudita e Turchia. Fino a quando non capiremo e scopriremo il loro gioco, questo continuerà indisturbato. Ma soprattutto fino a quando verrà consentito alle comunità mussulmane che vivono nei nostri paesi, di ricevere finanziamenti per costruire le loro Moschee direttamente dai Sauditi e non pretenderemo una loro netta e chiara posizione contro lo stato islamico e le sue gesta, non riusciremo mai ad isolarli ed a svuotarli di ogni credibilità.

    RispondiElimina
  2. Finalmente l'analisi sociale di un fenomeno sociale, generato dallo sfruttamento globale, operato dai paesi ricchi verso i paesi poveri, ulteriormente impoveriti.

    RispondiElimina
  3. Un'analisi ponderata di chi sa pensare con la propria testa! finalmente! Condivido il pensiero dell'autore! complimenti e grazie per quest'articolo

    RispondiElimina
  4. Visto l'argomento consiglierei una rapida lettura del libro "LA CROCE E LA MEZZALUNA" di Arrigo Petacco e sulla base di esso la discussione sarebbe davvero molto interessante!

    RispondiElimina
  5. Dici bene Francesco. Ma c'è anche una minoranza che viene qui, ben foraggiata da Arabia Saudita, Iran ed altri, che sparge morte e distruzione. Ed è ora di dire basta.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. dici bene ma aggiungo...... con il beneplacito degli Stati che, da un lato, dicono di voler contrastare questo folle disegno e, dall'altro, fanno affari con Arabia Saudita, Iran e altri traendone enormi vantaggi economici e geo-politici

      Elimina
    2. concordo e tra i primi ci siamo noi o meglio la nostra amata patria che sforna e vende armi in tutto il pianeta ..ipocrisia alle stelle Finmeccanica : di proprietà del governo per il 35% e dei privati per il 65%.
      Possiede:
      - il 100% dell'Alenia Aerospazio SpA: aerei militari
      - il 100% dell'Alenia Difesa che a sua volta possiede il 100% della Divisione Otobreda (sistemi di armi), il 50% dell'Alenia Marconi (italo-britannica: armi teleguidate, sistemi elettronici di difesa) e il 47% della Elettronica SpA (italo-francese: sistemi elettronici di difesa)
      - il 100% dell'Ansaldo
      - il 100% dell'Elsag: radar
      - il 50% dell'Agusta Westland (italo-britannica): elicotteri - il 50% dell'European Aircraft JV (italo-franco-inglese)
      - il 25% della New Matra Bae Dynamics (britannico-francese): missili teleguidati.




      Fincantieri SpA: navi da guerre, sottomarini

      FIAR SpA: sistemi elettronici di difesa

      Fiat SpA, che possiede:
      - il 100% dell'Alfa Romeo Avio SpA: motori aerei
      - il 100% della Fiat Avio SpA: motori aerei
      - il 100% della BPD Difesa e Spazio: munizioni
      - il 100% dell'Iveco SpA: veicoli armati
      - il 75% dell'Aermacchi: aerei militari e civili

      Beretta : pistole, fucili, munizioni.


      Le esportazioni autorizzate dal governo sono solo il 18,5% del fatturato totale dell'industria italiana aerospaziale, navale, terrestre ed elettronica, la quale nel suo insieme nel 1999 ha avuto un giro di affare di 14 mila miliardi di lire, con un incremento del 2% rispetto all'anno prima.

      Tra i settori in maggiore crescita c'è quello elicotteristico militare, il cui mercato dovrebbe espandersi del 50% tra il 1999 e il 2005 secondo una stima dell'Aiad (dell'Associazione Industrie per l'Aerospazio, i Sistemi e la Difesa).
      Un altro in forte crescita è quello dei sistemi di comando, controllo e comunicazione, che nel 1999 ha registrato un incremento del 30%.

      Elimina
  6. Dici bene Francesco quando individui il primo artefice di cotanto caos nei potentati economico-finanziari globalizzati. La religione è un pretesto per tutti e lo è soprattutto per le menti labili e depresse, come quella dell'uomo che proprio oggi, al grido di Allah è grande, ha ferito in Germania cinque persone. Emulazione, disadattamento...altro; ma il Califfato esiste ed è pericoloso: la religione in questo caso gioca un ruolo importante, perché per mezzo di essa le multinazionali e gli sceiccati fondamentalisti, come quello dell' Arabia Saudita, fanno i loro interessi fomentando l'odio contro gl'infedeli, foraggiando gente come Al Baghdad i ed il suo Califfato. Il tempo e la piena consapevolezza di tutti che il fenomeno nasce soprattutto da questi sporchi interessi occidentali ed arabi potrà lenire o risolvere il problema.

    RispondiElimina
  7. Ci sarebbero molte osservazioni da fare , ma mi limito ad una soltanto relativa al punto seguente:

    "Gli immigrati, nella stragrande maggioranza sono venuti in occidente per sfuggire al progressivo impoverimento del loro paese, causato dalle politiche colonialistiche e post colonialistiche. Il loro processo di integrazione, spesso priva o mal supportato da efficaci politiche sociali e culturali, li hanno portati a vivere in vere e proprie tribù all'interno delle città, alimentando in loro la percezione di uno stato di emarginazione da cui, facilmente, può scaturire un senso di rabbia."

    Dove sta la differenza con l'emigrazione poniamo irlandese, polacca , tedesca, italiana verso il nuovo mondo? Per altro percentualmente assai più forte? Ovvero, per non rimanere al mero ambito occidentale, con la fortissima emigrazione cinese verso l'Indocina? Perché non hanno prodotto lo stesso risultato? E perché questa violenza si esplica, anzi in forme ancora più truci che in Occidente, anche con i correligionari non ortodossi nello stesso mondo islamico?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi trovo perfettamente d'accordo con le osservazioni di Giuseppe Chimento. Aggiungo che pur condividendo alcune parti dell'articolo, non mi piace il suo incipit, non avendo mai avvertito questa "guerra all'Islam ".

      Elimina
  8. Chi ha scritto l'articolo...esprime una forma di terrorismo ideologico...intanto implicitamente e ipocritamente tende a far passare una visione giustificazionista degli attentati terroristici...che evidentemente proprio per la loro enormità ed efferatezza non hanno nulla di rivendicativo in senso sociologico...e non potrebbero averlo data la evidente sproporzione...l'unica spiegazione è la jihad e si sa con certezza che i primi finanziatori sono gli Emirati Arabi i signori del petrolio ricchissimi...eppure da loro, questi "pseudo emarginati" di cui parla lo pseudo giornalista dell'articolo, non ci vanno mai a chiedere accoglienza ed aiuto...quelli che mi fanno più paura sono i terroristi ideologici occidentali filoislamici presuntuosi ed ignoranti (in realtà non conoscono l'islam) e esclusivamente comunisti...

    RispondiElimina
  9. Secondo il mio modesto parere il terrorismo con l'integrazione mancata, la politica sociale verso gli immigrati e l'emarginazione in territorio europeo non c'entra proprio niente. Queste cose possono creare, e a volte creano, rivolte non armate di alcuni gruppi per i disaggi sopportati. Il terrorismo nasce e si alimenta nei Paesi dove, ad arte, gli americani anno fomentato rivolte (l'inizio è stato in Afhaganistan) dove per cacciare via i russi hanno creato Bin Laden. In Siria hanno aiutato i ribelli che poi sono diventati ISIS, In Irak hanno creato la madre della destabilizzazione. I terroristi nati e cresciuti in Europa? gli ultimi 5, prima del camionista di Nizza venivano da famiglie tutt'altro che disagiate. Quindi sono fanatici indottrinati dalla propaganda dei loro capi e foraggiati con i soldi del petrolio. Le difficoltà in tutti i Paese europei nascono dal fatto che questa grande ondata di immigrati scappati dalle guerre e dalla fame coincide con una grande crisi occupazionale europea. Diversamente, anche con i mugugni delle solite persone, NON SAREBBERO SORTI MURI E NON SI SAREBBERO FATTI BARRIERE NDI FILO SPINATO.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il terrorismo, che è un modo di fare guerra, si incontra con il disagio sociale e con l'esclusione e pesca nel torbido, per allargare la propria azione e prolungarla nel tempo.

      Elimina
  10. Oggi a giudicare dal tipo di terrorista vediamo questi fanatici che provengono in quanto integrati da famiglie benestanti , cioe' esiste una forma pericolosa di EMULAZIONE cioe' un passo avanti incredibile . rimango comunque che tranne gli addetti ai lavori cioe chi lavora con il mondo arabo ..cosa noi conosciamo veramente degli arabi dell'Islam e del loro modo di vivere?? Quasi niente ..mentre guardacaso loro ..gli arabi sono perfettamente integrati con il nostro mondo e parlano la nostra lingua ..noi tranne pochissimi non parliamo l'arabo ..certamente il crescendo del terrorismo internazionale fa PAURA ..ci stanno togliendo il piacere di viaggiare e per quelli che usano aerei e mezzi per lavorare diventa diffcile prendere aerei navi .chi ci sara' dietro ..quale piano massonico di destabilizzazione mondiale quali entita economiche potentissime fomentano ..chi lo sa .questo e' solo l'inizio ....

    RispondiElimina
  11. Condivido le cause della migrazione.Riguardo a Cristo e Maometto e agli insegnamenti tramandati nei rispettivi scritti sacri,non possiamo a mio avviso, non tener conto di alcuni aspetti importanti.I gruppi islamici si differenziano tra loro un po' come da noi le correnti cristiane,ognuno fa storia a sé e sono molto più numerosi delle differenti confessioni ispirate dal Cristo.Ogni tribù ha un capo religioso che spesso è anche il califfo e comunque ha potere giuridico sulla comunità,piccole collettività a regime teocratico o grandi comunità a governo nazionale teocratico dove, la sharia viene applicata secondo le scritture coraniche, le quali non separano la colpa e quindi il reato dal peccato.Gli immigrati di seconda o terza generazione se hanno mantenuto il legame con le proprie radici nei luoghi di provenienza..usi costumi e tradizioni e tutto il bagaglio culturale che ne evidenzia l'identità, possono essere condizionati dalle loro comunità di origine.Alcuni sostengono che non esiste un islam moderato,io credo invece che ci siano mussulmani o comunità mussulmane che con discernimento, prendono dal Corano solo le esortazioni pacifiche e non violente.Ospitati in stati laici sono riusciti integrandosi, a comprendere che il peccato riguarda la fede mentre il reato la società civile che si avvale di altre leggi, è il salto che i cristiani hanno fatto dal vecchio al nuovo testamento solo che ,loro una nuova versione Coranica non l'hanno ancora,chi questo salto non compie adotta per se stesso e la propria famiglia la Sharia e con essa la strumentalizzazione della jihad(la lotta contro gli infedeli e,mentre per qualcuno significa combattere le proprie pulsioni negative o demoni interiori,per altri sono persone fisiche che non credono in Allah.) CONTINUA...

    RispondiElimina
  12. E' quindi nell'uso che si fa del Corano la differenza tra Cristo e Maometto e questo è innegabile e provato dalle lapidazioni,dalle impiccagioni, dal taglio della testa adottate in molti stati teocratici per reati-peccato come l'adulterio,l'omosessualità o altre libertà individuali che, in altri contesti, magari sono soggette a discriminazioni ma ,non perseguiti per legge.Secondo me il problema dell'islam ,sta proprio nel non differenziare la religione con laicità dello stato,ovunque regna la teocrazia le libertà individuali e i diritti delle persone sono calpestati. Così era anche per la cristianità cattolica fino ad un secolo e mezzo fa.Leggo in un saggio di teologia quanto segue:Nel 1886 in risposta ad alcune questioni del vicario apostolico in Etiopia,Pio IX firmò un documento,tecnicamente denominato "Istructio",in cui si legge che la schiavitù in quanto tale,considerata nella sua natura fondamentale,non è del tutto contraria alla legge naturale e divina.Non è contrario alla legge naturale e divina che uno schiavo possa essere venduto,acquistato,scambiato o regalato.L'anno prima negli Stati Uniti d'America avevano abolito la schiavitù.Quindi uomini estrapolano e hanno estrapolato dalle scritture una personale interpretazione che diviene legge dello stato,finché le due cose non verranno separate c'è solo da sperare e confidare nella presa di coscienza dei singoli individui, nella direzione di valori umani universali .Distinguerei comunque la strage di Charlie Ebdò da quella di Nizza, non solo perché nella prima ha agito un gruppo e nell'altra un singolo ma,perché penso forse sbagliando che nel primo caso la fede è stata usata come movente per un atto politico,nel secondo caso la fede è un dettaglio che, forse ha influito sul modo di ragionare di uno che però era a mio avviso solo uno squilibrato.La paura occidentale nasce fondamentalmente dal non conoscere la diversità multiforme dell'islamismo,quella paura che emargina che esclude più incline allo scontro che all'incontro,solo un programma di integrazione teso a coinvolgere anche gli occidentali emanciperà gli individui di entrambe le culture, promuoverà un evoluzione intellettuale- culturale.E se c'è un primo passo che l'occidente può fare,è chiedere ammenda per lo sfruttamento umano ed economico, per le colonizzazioni,per aver destabilizzato governi con la scusa di importare democrazia,per aver creato il caos che oggi ci ritorna come un boomerang.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Sandra Marcellini, ho letto con vivo interesse il tuo argomentato commento che per me è stato fonte di arricchimento

      Elimina
  13. Leggendo i commenti noto tengo a precisare che lo scopo dell'articolo non era quello di giustificare nessuno, la violenza è e resta tale da qualsiasi parte essa provenga.
    Ciò premesso vale la pena di chiedersi se il termine "terrorismo" possa sempre essere cucito addosso a vicende violente commesse da menti deboli - talvolta drogate - di individui.
    E lo scopo di questa riflessione non è certo di giustificare alcuno, bensì quello di evitare di gettare benzina sul fuoco.
    Spero che questo chiarimento possa giovare a mantenere il dialogo sul tema proposto e non su chi lo ha proposto o sulle persone che che commentano.

    RispondiElimina
  14. Gli immigrati di ultima generazione è il materializzarsi di un disegno perverso della strategia messa in atto dal sistema finanziario europeo , con l'obiettivo di far abbassare i diritti del lavoro e sociali della popolazione . Avere degli amministrati flessibili è malleabili è funzionale ai meccanismi economici di razionalizzazione dei conflitti sociali più stidenti . Non è un caso che i governi , in prima fila quello italiano , adottano politiche di "accoglienza" ad oltranza , senza programmazione alcuna . Come al solito quel pugno di delinquenti nostrani si accontentano dell'immediato , su quanto è possibile lucrare ora e subito e le cronache evidenziano anche l'impegno parentale di ministri & affini in questa sporca operazione storica . Mentre gli strateghi , Germania in testa , giocano più a lunga scadenza , a progetto compiuto che , se dovesse malauguratamente riuscire , sarebbe la fine di tutti i diritti acquisiti in decine e decine di anni di dure lotte. Per fortuna, noi sessantenni, non ci saremo, il problema sussiste per chi lascia eredi umani, per il loro futuro compromesso dall'oggi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Analisi ed interpretazione che evidenziano una realtà che solo i ricchi e i benestanti non vogliono vedere.

      Elimina
    2. Salvatore, se ne accorgeranno quando sarà ormai troppo tardi ! Che si cullino pure di riposare sul morbido e sul sicuro, del tritacarne che ci sta maciullando sanno, ma non credono , e del pacco che stanno confezionando ai loro figli, neanche la più creativa delle immaginazioni. Eppure qualche avvisaglia la stanno osservando , non si chiedono forse che cazzo ci stanno a fare tutti questi immigrati tra noi? Li chiamano profughi, solo maschi, giovani e in forze, mentre donne, vecchi e bambini, sono rimasti a guerreggiare nei loro paesi!

      Elimina
  15. Io certe volte mi chiedo, cosa intendono per accoglienza i nostri politici.
    Leggo commenti veramente incredibili e fuori dalla realtà, e mi chiedo ma certa gente gira le città ? ... Osserva in che condizioni vivono questi immigrati? Non c'è semaforo dove non vi siano mendicanti disperati, anche molto giovani , non c'è angolo di città dove non vi siano persone che BIVACCANO, o arrangiandosi come possono ... È questo il futuro ? Come pensate che possano sentirsi queste persone?
    È chiaro ed ovvio che possano maturare solo sentimenti di rabbia....

    RispondiElimina
  16. Non condivido nulla di questo articolo.
    La prima cosa che mi indispone è aver messo sullo stesso piano e aver paragonato GESU’ CRISTO a Maometto. Un paragone offensivo e blasfemo, a prescindere dal fatto che uno creda o no che Gesù sia il figlio di Dio.
    Come si può paragonare Gesù e il suo messaggio di pace, la sua “Buona Novella” rivolta a tutti gli uomini, a cominciare dai più poveri e deboli, ad un personaggio che ha predicato la violenza, ha ucciso di sua mano più di 960 ebrei, ha sposato una bambina avendo rapporti sessuali quando lei aveva nove o dieci anni, e mi fermo quì? Un bel comportamento per un “iniziato” (ma iniziato come, in che cosa?)
    Vorrei inoltre capire cosa c’entra il cosiddetto neoliberismo con il terrorismo islamico, visto che non mi riesce di trovare il nesso.
    Io invece il nesso lo trovo, e come se lo trovo, con quello che dicono gli stessi islamici, che per altro sono molto loquaci.
    Nel 1974 Houari Boumedienne, cioè l’uomo che tre anni dopo l’indipendenza dell’Algeria aveva spodestato Ben Bella, parlò dinanzi all’Assemblea delle Nazioni Unite e senza tanti complimenti disse:
    «Un giorno milioni di uomini abbandoneranno l’emisfero sud per irrompere nell’emisfero nord. E non certo da amici. Perché vi irromperanno per conquistarlo, e lo conquisteranno popolandolo coi loro figli. Sarà il ventre delle nostre donne a darci la vittoria».
    Di fronte a esternazioni come questa viene da chiedersi: ma dove vive il mostro amico Francesco Salvatore sul pianeta Marte?
    E’ vero che, come dice il nostro autore, “l’emarginazione sociale genera quella economica, in altri termini nega la possibilità di crescita sociale ed economica che, soprattutto, con l’affermarsi delle politiche neo-liberiste dell’attuale governance europea stanno portando a grandi passi allo smantellamento dello stato sociale a vantaggio del profitto… benzina sul fuoco che certamente non aiuta ma, anzi, riducendo le risorse, ostacola i processi integrativi e inclusivi.” Ma non sono queste le cause del terrorismo islamico, nè il neoliberismo nè tutte le storture sociali che agitano gli stati europei. Il terrorismo islamico è diffuso in tutto il mondo, e non credo che in Bangladesh si possa parlare di neoliberismo. Come è già stato detto in altri commenti, spesso i terroristi sono persone benestanti, istruite, altro che depresse o in stato di miseria e di disagio.
    Inoltre, questo insistere più volte sul neoliberismo come causa di terrorismo odora tanto di critica politica proveniente da una sinistra estrema messa all’angolo dall’elettorato italiano e che non si rassegna ad un ruolo molto secondario nel nostro dibattito politico.
    Sulle cause del terrorismo la risposta ce la dà la storia, basta esaminare il comportamento dell’Islam fin dal momento della sua fondazione. Non sto quì a riportare pagine di libri di storia, ma è notorio che l’Islam è stato sempre in querra con qualcuno, che non c’è mai stato un periodo di pace tra l’Islam e il resto del mondo. Nei nostri tempi il concetto di guerra come scontro di eserciti non esiste più, o quasi, si è modificato. Non ci sono più le guerre tradizionali, ma altre forme di conflitti asimmetrici, guerre informatiche, guerre economiche, ecc.
    Per cui, non siamo noi in guerra con l’Islam ma è l’Islam che, sempre più, è in guerra con noi.
    Come ce ne usciamo?
    Francamente NON LO SO.

    RispondiElimina
  17. Che dire? già vivere sulla Terra lo trovo faticoso, tuttavia se esprimere un punto di vista alimentato dal libero pensiero induce a qualificarlo come proveniente da un altro pianeta o a collocarlo come conseguenza di una scuola di pensiero ben venga.
    E' giusto che ciascuno esprima le proprie opinioni su merito di quanto si discute ma improprio su chi esprime l'opinione.
    Ciò premesso, con l'auspicio che il libero dibattito possa continuare sui soli contenuti in modo che ciascuno possa trarre qualcosa di utile per arricchire o rafforzare le proprie opinioni rimando al precedente commento n. 13 dove ho cercato di meglio puntualizzare quale fosse lo scopo del tema di riflessione che mi sono sentito di proporre.
    A questo posso aggiungere che una cosa è il terrorismo Islamico su cui si potrebbe aprire una specifica discussione che sarebbe altrettanto utile, un'altro sono gli atti che vengono commessi.
    Gli autori di tali scelleratezze sono solo strumenti manipolati a causa di debolezze psichiche spesso rafforzate da rabbia ed emarginazione.
    Il non distinguere fra "terrorismo islamico" e "responsabile di un'azione scellerata" equivale a non distinguere fra l'arma che uccide e chi la impugna

    RispondiElimina
  18. L'autore della strage di Nizza è stato definito quasi subito uno squilibrato, un aspirante suicida, un depresso, e così via. Adesso cominciano a venire fuori i suoi legami col l'Islam radicale, La barba, no alcol, debiti, amanti (uomini e donne) e il contatto con l’Isis. Poi l’sms: «Più armi»
    E ancora siamo a niente. Anche quì mi pare che di neoliberismo non ce ne sia affatto.

    RispondiElimina
  19. Il terrorismo islamico in che cosa consiste? In una serie di azioni criminali volte ad uccidere quante più persone possibili. Tutti quelli che eseguono queste azioni criminali hanno ognuno la sua storia personale, ma essendo l'intento del terrorismo quello di uccidere e di destabilizzare gli stati coinvolti negli attentati, mi pare che gli esecutori siano soltanto dei soldati che obbediscono agli ordini, poco importa se siano depressi, arrabbiati, odiatori o meno dei nostri valori, poveri o benestanti, quindi la differenza tra "terrorismo islamico" e responsabili delle azioni scellerate che realizzano i piani terroristici è soltanto una differenza di ruolo nel seno della stessa entità terroristica. E' chiaro che il generale e il soldato hanno storie diverse, ma insieme realizzano il "piano di lavoro" programmato dalle menti del gruppo.

    RispondiElimina
  20. Come ho avuto modo di commentare altrove, salvo gravi patologie psichiche, la violenza non è mai il frutto della razionalità, bensì di deficienza nella dotazione culturale necessaria per imbrigliare la componente biologica umana.

    Costoro esprimono il proprio disappunto con la rabbia che, ahinoi, spessissimo matura in violenza.

    Coloro che cedono alla rabbia e alla violenza sono perciò individui con personalità poco evoluta e, quindi deboli in un contesto sociale organizzato.

    In atri termini si tratta di disadattati e, in questa categoria entrano a pieno titolo coloro che dentro e fuori gli stadi si abbandonano a violenze che non trovano alcun fondamento logico.

    In particolare gli autori delle scelleratezze che si sono consumate negli ultimi tempi non sono soldati che usano violenza perché costretti o per interesse come i mercenari, bensì persone che lo fanno volontariamente, nel pieno disprezzo della vita altrui e propria, viste le modalità con cui vengono compiute: un atteggiamento che difficile può definirsi normale.

    Inoltre il neoliberismo c'entra poiché ritaglia allo Stato un ruolo marginale (inteso come riduzione progressiva delle risorse per welfare, istruzione, assistenza....- e ciò erode fortemente la tutela sociale e, quindi, rende sempre più emarginate le fasce più deboli della popolazione.

    E infine ribadisco ancora una volta che.... Il non distinguere fra "terrorismo islamico" e "responsabile di un'azione scellerata" equivale a non distinguere fra l'arma che uccide e chi la impugna

    RispondiElimina
  21. Non si tratta di terrorismo "islamico" ma di criminalità organizzata che usa persone squilibrate e spaesate per loro codardo agire, non c'entra ne Maometto ne Cristo, ma solo il vile denaro da materie prime e, in prima fila, petrolio, tutto il mantello pseodoreligioso è mascheramento d'una terribile verità: Regna il "dio " denaro.

    RispondiElimina
  22. Peter a questo riguardo prendo le parole tratte da un intervista fatta ad Abdelkader Sadouni, uno dei predicatori più ascoltati a Nizza

    "Penso che sarebbe invece necessario colpire chi finanzia i terroristi. Ormai tutti sanno che il Qatar e l’Arabia saudita hanno finanziato Daesh, bisognerebbe evitare che i finanziamenti e i rifornimenti arrivino ai guerriglieri. Come bisognerebbe tagliare i finanziamenti agli altri gruppi terroristici che seminano il terrore in medio oriente pur combattendo contro Daesh. Sarebbe necessario per esempio evitare che l’Iran continui a finanziare Hezbollah, che è a sua volta una compagine terroristica".

    RispondiElimina
  23. Innanzi tutto benvenuto in questo blog signor Salvatore
    Riguardo al suo articolo mi dispiace non concordare con lei Io questa la considero una vera è propria guerra a cui aggiungerei un’invasione incontrollata ma voluta dai governanti europei, italiani principalmente. La Spagna non ha i ns stessi problemi non si deve più guardare solo alle guerre mondiali o regionali ma a questo nuovo sistema di guerra o chiamiamola guerriglia Inoltre non concordo nell’idea che l’Islam non predichi violenza Non sono un esperto ne del corano o altre religioni ma vivendo a lungo e stabilmente nei loro paesi è tangibile la loro idea di superiorità e di un certo rigetto verso le altre religioni la nostra prima delle altre Forse non è vero che tutti i mussulmani siano terroristi ma sicuramente tutti i terroristi di oggi sono musulmani Non tutta l’immigrazione i può essere giustificata anzi Le provenienze dal Nord Africa e West Africa per esempio non ci sono giustificazioni Infatti basta vedere la tipologia dell’immigrato medio che arriva da quei paesi per capire che non hanno molta intenzione di lavorare seriamente Nel ns paese sanno di trovare facilitazioni che sono più che sufficienti per il loro standard di vita Non hanno idea del rispetto verso il prossimo e trovano terreno fertile grazie all’ipocrisia del Vaticano alla demagogia dei ns politici ed al buonismo dei nostri giudici Stesso motivo spinge gli immigrati musulmani a venire in Europa Nei paesi limitrofi a loro non avrebbero le stesse facilitazioni e lo stesso buonismo che trovano da noi In più dovrebbero rispettare veramente le leggi di quei paesi cosa che da noi è molto meno scontato
    Ritengo quindi che dovrebbe essere accantonato buonismo e demagogia che i giudici facciano veramente il loro mestiere che il Vaticano per una volta taccia e che l’immigrati non giustificati rientrino velocemente nei loro paesi di origine e se non volessero dichiararlo che si risbarchino sulle coste libiche Deterrente sufficiente a ridurre drasticamente i loro prossimi viaggi

    RispondiElimina
  24. Gentile Sig. Magrini, innanzi tutto la ringrazio per il suo benvenuto in questo blog che apprezzo per il carattere pacato degli interventi che, generalmente, sono finalizzati all'arricchimento di tutti e non alla prevaricazione per le affermazioni delle proprie idee.

    Riguardo al suo commento mi preme sottolineare che il mio intervento non voleva abbracciare il complesso tema dei flussi migratori in atto da diversi anni che ci vedono in prima linea, bensì agli "immigrati stabilizzati" e l'ambiente in cui prendono corpo gli atti scellerati che stanno insanguinando in particolare modo la Francia.

    La mia non vuole essere una difesa di chicchessia ma un tentativo di mettere nero su bianco un'analisi scevra di pregiudizio del fenomeno .... un modo utile per organizzare le idee maturate da diverse letture ed esperienze anche maturate in prima persona.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Signor Salvatori
      Vede il problema francese inglese e belga come lei ben sa nasce da lontano dai tempi delle colonie e dall’idea di integrare parte di queste comunità nelle loro nazioni Sembrava fino a 20 anni fa che le cose avessero funzionato Poi per ragioni che personalmente ritengo difficile capire ma che ritengo esserci molto lavaggio del cervello sulle nuove generazioni che probabilmente hanno perso quegli ideali ed obbiettivi che avevano guidato i genitori Ecco direi che si dovrebbero analizzare profondamente queste ragioni di cui considerando i vari personaggi coinvolti non si può parlare di mancanza di cultura o di livelli di benessere

      Elimina
  25. Tutti stiamo cercando di capire le motivazioni e le cause di questo tipo di terrorismo. Sicuramente le cause sono molteplici; ci sono le vicende tristemente note di guerre dichiarate dagli Usa e dall'Occidente verso l'Iraq e l'Afganistan. C'è la vicenda siriana dove gli americani si ostinano a voler cacciare Assad, destabilizzando fortemente l'area. Certamente alcuni stati europei e gli Usa hanno dato il massimo per creare tensione e violenza in Medio Oriente. L'imponente flusso migratorio é anche conseguenza di queste guerre. Uomini e donne che hanno perso tutto si muovono alla ricerca di pace e cibo . Sicuramente l'integrazione nel nostro mondo é complicato perché è troppa la disparità ideale fra la nostra società e la loro. A volte sembrano integrati e lo sono, altre volte no. Come prevenire questi attacchi improvvisi ? I servizi fanno molto per sapere prima ma spesso non riescono a prevedere. Come difendersi allora? Nessuno lo sa. Siamo in balia di pazzi isolati0preda facile per i manivratori dell'is. Questo problema temo ci farà compagnia per molto tempo e modificherà il nostro modo di vivere

    RispondiElimina