sabato 2 aprile 2016

PER GLI AMICI IL REFERENDUM NON SA DA VOTARE

No referendumdi Giovanni Caianiello - Nel 2014 qualcuno del M5S si era già accorto di quell’emendamento.

M5S La contestazione fu molto dura e il governo lo ritirò per poi farlo passare dalla finestra mesi dopo con la firma della “Madonna dell’Etruria”. La ministra Guidi, a telefono con il suo fidanzato, l'imprenditore Gianluca Gemelli, l’annunciava come cosa fatta.

MARIA ELENA BOSCHIC’erano in gioco lucrosi sub appalti dalla Total e solidi vantaggi economici alla società francese. La Total, che strano a dirsi, riesce a trivellare in casa dell’Eni. Cioè, proprio quella società che unitamente alla Chevron americana ed alla BP, spinse per la guerra alla Libia per soffiare buona parte dei pozzi petroliferi di Gheddafi alla nostra ENI!

Guidi a mareLa ministra ignara delle indagini della Procura della Repubblica di Potenza, rassicurava al telefono e incitava il suo amato: «Gianluca hai bisogno di lavori» e a proposito dell’emendamento aggiungeva: «E poi dovremmo riuscire a mettere dentro al Senato se... è d'accordo anche Maria Elena, quell’emendamento che mi hanno fatto uscire quella notte, alle quattro di notte...! Rimetterlo dentro alla legge di Stabilità e a questo punto se riusciamo a sbloccare anche Tempa Rossa... ehm... dall'altra parte si muove tutto!», «Dovresti riuscire a prendere altri lavori Gianluca». «Eh - risponde l'uomo - lo so gioia, non è che mi sono fermato, cioè io tutti, l'hai visto... ultimi quattro, cinque mesi ho corso come un pazzo, abbiamo costruito un bel po' di cose...». Mentre il manager della compagnia petrolifera Cobianchi, intercettato dichiarava quello che aveva saputo proprio da Gemelli: «Pare che oggi riescano a inserirlo nuovamente al Senato, pare che ci sia l'accordo con Boschi e compagni. È tutto sbloccato! Mi hanno detto: "Guarda che lo inseriamo di nuovo!"».

Guidi giovane confindustriaAlla luce di questo ulteriore scandalo, è evidente che il lasciapassare alle trivelle da parte del governo nasce proprio nell’ambito del Ministero dello Sviluppo, mentre lo stesso Renzi invita gli elettori ad astenersi. A pochi giorni dal Si o No al voto del referendum del 17 aprile, tv e giornali continuano a prendere le distanze dalle proposte di ben nove regioni che difendono il loro territorio contro le trivelle.

Michele Emiliano PDTra loro molti Presidenti dello stesso partito di Renzi, come Michele Emiliano, governatore della Puglia e il Pd che propaganda l'inutilità di recarsi alle urne, nel tentativo di inficiare il referendum. Un atto incivile e anti democratico per convenienza di parte. Ma la carta dell’astensione ha i suoi motivi, Renzi ha firmato il decreto di conferimento delle concessioni per le esplorazioni petrolifere, dall'Adriatico al Canale di Sicilia con un occhio di riguardo nei confronti delle compagnie petrolifere. E ci chiediamo perché.

Renzi e GuidiE non ha voluto l’accorpamento del referendum con le votazioni amministrative di appena qualche settimana dopo, che statisticamente avrebbero portato molte più persone ai seggi e fatto risparmiare ai cittadini italiani oltre trecento milioni di euro. Gli interessi degli amici degli amici, prima di tutto. Gli ordini di scuderia non si discutono, così anche la Serracchiani che due mesi fa, partecipava a una manifestazione NO TRIVELLE in Puglia, oggi, con la sua frangetta ridens, dichiara che questo referendum è inutile. Che coerenza!

Ma per questo governo, neppure i danni apportati all’ecosistema, sono privi di valore, come ad esempio, quelli causati dalle tecniche di prospezione geosismica, per mezzo della tecnica della “Air Gun”. Un grosso cannone in grado di sparare un’onda sonora potentissima in direzione del sottosuolo, tale da creare danni permanenti alle specie ittiche a chilometri di distanza, come gli spiaggiamenti di cetacei sempre più frequenti. Danni confermati anche dagli studi del The Norwegian Institute of Marine Research e dal Canadian Department of Fisheries, che hanno evidenziate tra l’altro, i traumi ai tessuti cerebrali (emorragie) e agli organi riproduttivi ed una diminuzione significativa del processo riproduttivo e della produzione di uova.

trivelle-BioEcoGeoUn mare sempre più povero quindi, nel sacro nome del dio petrolio e degli interessi dei parenti e amici del governo ed in sfregio al programma di sviluppo delle energie rinnovabili. E per dimostrare che l’inquinamento è una balla, si sostituiscono persino le cozze inquinate con quelle comprate altrove, o si mente quando si evita la demolizione delle piattaforme non più attive, dichiarandole in piena attività.

Gli italiani, dimostreranno almeno sulle trivelle, di esprimere un voto intelligente, oppure continueranno a farsi ammaliare dalle sirene del mar nero petrolio? Se verrà raggiunto il quorum dei cinquanta più uno degli aventi diritto al voto, vincerà sicuramente il Si, se invece il 17 aprile, gli italiani andranno al cinema o per centri commerciali, sicuramente gli amici degli amici avranno buoni motivi per esultare.

Giovanni CaianielloGiovanni Caianiello
02 Aprile 2016

25 commenti:

  1. E secondo me esulteranno. Non me ne voglia Caianiello, ma la sfiducia della maggioranza dei cittadini nei confronti dei politici, è talmente tanta che non si recherà a votare. Il quorum quindi non sarà raggiunto. Mi piacerebbe essere smentito dal risultato, ma temo che cosi non sarà. Io andrò a votate SI, tenterò di convincere più gente che mi sarà possibile, ma credo che lo sforzo sarà vano. Condivido tutto quanto ha scritto chiaramente Caianiello, ma, sia la grande stampa, e sia le TV. hanno bellamente ignorato questo referendum. Io sono sicuro che la maggioranza dei votanti si esprimerà per il di, ma questo non sarà sufficiente. Un governo serio dovrebbe tenere in conto comunque che la maggioranza non vuole le trivelle. Ma vi sembra che questo governo sia serio?

    RispondiElimina
  2. Sicuramente non andrò a votare, in ogni caso non si raggiungerà il quorum

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché ci tiene tanto a specificarlo, se lei si ritiene una persona intelligente e' opportuno che faccia quello che vuole, rimanga pero'della sua idea, che sua non e', ma suggerita da due personaggi che le vogliono male, da intelligente avrebbe dovuto comprenderlo da solo.....

      Elimina
    2. Innocenzo Nuccio Puccio3 aprile 2016 alle ore 09:01

      Spero tanto per il bene di tutti che il sig. Calogero Alfonso si sbagli

      Elimina
  3. Andate al mare tutti? Eh ma con le trivellazioni magari sporcate gli asciugamani di petrolio...occhio che e' difficile smacchiarlo! !!

    RispondiElimina
  4. Questo ulteriore scivolone che ha visto protagonista uno dei ministri più importanti del governo Renzi (si tratta del dicastero che si occupa dello sviluppo economico), è l'ulteriore conferma della vera identità e degli scopi che tengono insieme questo comitato d’affari. Dopo gli intrallazzi e gli affari della famiglia Boschi che governavano, di fatto, Banca Etruria si aggiungono i favori alla famiglia Gianluca Gemelli, del quale la procura aveva chiesto l’arresto, che ha interessi nelle società petrolifere aiutato dalla fidanzatina, il ministro Federica Guidi che si dà da fare per inserire al Senato un emendamento giudicato improponibile e scartato alla Camera. Per avere la certezza che quell’emendamento di famiglia passasse, la ministra lo ha addirittura calato nel decreto messo ai voti con la fiducia. Dalle inchieste bollenti condotte da più di una procura è facile comprendere che questa storia non si chiuderà certo con le dimissioni della Guidi (oltretutto impossibili da evitare con i contenuti espliciti delle intercettazioni). La cosa più grave è che sia la ministra che il compagno sapevano già dal 2015 della inchiesta che li riguardavano, eppure non hanno esitato a forzare la mano per curare i loro affari personali. Vedremo anche cosa emergerà a carico della madonnina Boschi (peraltro già convocata dai magistrati), chiamata in causa dalle intercettazioni. Personalmente credo che questo non sarà l’ultimo scandalo a cui assisteremo. Ci sono troppi interessi tra i ministri, scelti per tutelare le lobby interessate a questo governo. Si ricorderà che la Guidi è stata indicata da Berlusconi per coprirsi il fianco con Confindustria da cui proviene, e il ministro del lavoro Poletti è stato pescato dal mondo delle cooperative, come Lupi veniva dalla Compagnia di Gesù. E non dimentichiamoci di Verdini che fa da stampella a questo governo assicurando i suoi voti non certo disinteressatamente. Mezzo governo si trova in conflitto d’interesse e sopporta le continue pressioni dei propri riferimenti politici di cui sono espressioni. In queste condizioni come si può pensare che Renzi non risponda a costoro fregandosene degli interessi generali. Adesso si capisce meglio perché il governo invita a non votare i referendum sulle trivelle. L’emendamento Guidi ad fidanzatum lo spiega bene.

    RispondiElimina
  5. Personalmente questo referendum non mi appasiona. Si tratta di piattaforme già esistenti da anni. D'altro canto l'esito positvo del referendum potrà fermare le piattaforme che si trovano sul nostro lato dell'Adriatico, non potrà fermare quelle sul lato dell'ex Jucoslavia. Per quanto riguarda il mare di Sicilia trovo che le nostre discariche siano più pericolse e a più alto rischio d'inquinamento per l'ambiente che i restanti anni in cui le piattaforme potranno rimanere operanti. In ogni caso qualunque sia il risultato del referendum del 17 aprile non cambierà certamente le sorti dell'Italia. Per me il referendum che veramente conta è quello che si terrà ad ottobre. All'ora si che il popolo italiamo potrà dimostrare, non solo a parole, che vuole il cambiamento. Diversamente, molto probabilmente, avremo Renzi e i suoi governi per ancora 10 anni.

    RispondiElimina
  6. L'esito di questo referendum non cambierà lo stato attuale delle cose., cioè non fermerà le rivelazioni in atto. La partecipazione in massa ed il voto per non prorogare ad oltranza le rivelazioni in atto sono però indispensabili. C'è bisogno di un segnale forte da parte dei cittadini alla politica disennata del territorio e del malaffare imperante.

    RispondiElimina
  7. Chiaramente, si legge trivellazioni

    RispondiElimina
  8. PER MEMORIA:
    Se nel Mediterraneo, mare chiuso con I piccoli sbocchi di Gibilterra e Suez, avvenisse un incidente come quello della piattaforma petrolifera, nell'Oceano Atlantico, che devasto' il Golfo del Messico, sarebbe una catastrofe: addio pesca, addio turismo, una montagna di soldi per risarcire gli Stati rivieraschi danneggiati. Dalla piattaforma nell'Oceano Atlantico il petrolio uscì dal fondo marino PER TRE MESI E MEZZO !
    16 anni fa il Nobel, Carlo Rubbia, disse che con l'energia solare si può soddisfare il fabbisogno energetico italiano. Centrali solari e altre energie pulite e non rischiose come il nucleare, ma senza deturpare l'ambiente. Se non fossimo ipertartassati, per mantenere nel Parlamento Nazionale e dall'Etna alle Alpi tante auree poltrone superflue e / o in eccesso, sui tetti delle nostre case e sui capannoni agricoli e industriali potremmo installare migliaia di km quadrati di pannelli fotovoltaici. PETROLIO NEMMENO REGALATO! Inquina, provoca effetto serra con catastrofici sconvolgimenti climatici, ed è anche sporco di sangue. In diversi Paesi produttori di petrolio e dove passano oleodotti c'è più kasino del necessario con armi comprate coi nostri soldi coi quali acquistiamo il maledetto petrolio !
    Notizie da internet: la Svezia si accinge a non usare più petrolio né altri combustibili fossili, e il Marocco ha costruito la centrale solare più grande al mondo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'errore di fondo che si fa in questo referendum è pensare che se vincono i SI (cosa purtroppo probabile) si ferma tutto. Non è vero continueranno le operazioni fino alla scadenza del contratto 10/15 anni.
      Secondo vero che è un mare chiuso allora Croazia Macedonia Albania???
      Terzo parliamo di trivelle quamdo lavorano solo piattaforme.
      Riflettere. Faremo un altro errore come il nucleare che stiamo pagando caro.

      Elimina
    2. Sapevo che le piattaforme esistenti continueranno a estrarre petrolio sino alla scadenza del contratto se vincesse il si.
      Pochi mesi fa si tenne una conferenza internazionale sull'effetto serra e sul surriscaldamento climatico provocati a quanto pare dalla combustione di idrocarburi. Il petrolio non serve solo come combustibile .
      Chernobil, Fukushima dovrebbero suggerirci il criterio di precauzione. Centrali nucleari: problema stoccaggio scorie radioattive, guasti (Chernobil), terremoti (Fukushima), alluvioni, attentati, bombardamenti in caso di guerra.
      I mezzi d'informazione hanno riferito, dopo la strage di Bruxelles, che i terroristi gironzolavano vicino una centrale nucleare belga.

      Elimina
  9. Già chiarito che la vittoria del SI non cambierebbe lo stata attuale delle cose. Ma, per chi crede nel bisogno urgente di un cambiamento nella gestione del territorio, la vittoria del SÌ rappresenta un segnale forte.

    RispondiElimina
  10. Caro Michele, il problema non sta nel mal comune mezzo gaudio o tanto se non sporco io, lo fanno gli altri. Intanto stiamo parlando di piattaforme entro le dodici miglia, quindi a ridosso delle nostre coste, che inquinano enormemente in più, rispetto a quanto ci possa arrivare da quelle Jugoslave o da quelle al largo della Sicilia o nel Tirreno. Non dimentichiamo che l'attività di queste piattaforme, non consiste solo nella semplice estrazione, ma anche nella costante prospezione alla ricerca di nuove sacche a diverse profondità, con tecniche disastrose per l'ambiente marino. Autorevoli studi, come ho riportato nell'articolo, dimostrano non solo l'inquinamento delle nostre tovaglie sulle spiagge, ma sopratutto i danni irreparabili alla vita marina: Vegetazione, invertebrati, uova, pesci ed alla loro riproduzione, oltre ai danni cerebrali nei cetacei, causa di spiaggiamenti. Senza considerare, che il perpetuarsi di queste concessioni, come stiamo assistendo, favoriscono gli affarucci sporchi dei soliti politici e lobby. Io credo che questo paese meriti molto di più.

    RispondiElimina
  11. Il referendum non è un atto per scegliere una politica energetica, ma per decidere su una specifica norma.

    Quale, in questo caso?

    Il governo ha deciso che sono vietate nuove trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa, salvando quelle già in essere per le quali ha spostato la scadenza all'esaurimento del giacimento.

    Questo significa che è il concessionario a decidere la fine della concessione modulando le attività secondo i propri interessi.
    Per esempio, non effettuando alcuna attività quando il prezzo è basso, come sta già avvenendo in 8 piattaforme su 35 autorizzate.
    Per esempio, per rinviare all'infinito il momento dello smantellamento della piattaforma inutilizzata e il ripristino del sito. Infatti, la concessione non decade se il concessionario non svolge attività.

    Questa norma sulla durata della concessione sino a esaurimento del giacimento è contraria a un corretto utilizzo delle risorse pubbliche.

    Un principio liberale di base vuole che la concessione di una risorsa pubblica abbia sempre una scadenza certa e nel caso preveda una possibilità di proroga. Cominciamo a ristabilire questo sano principio.

    Quanto ad altre questioni.
    La Croazia ha in studio un progetto per cessare le attività estrattive in Adriatico e ha già coinvolto gli altri paesi che si affacciano nel mediterraneo per giungere a una politica unitaria.

    La prevalenza del SI nel referendum porterebbe al ripristino dei siti alla scadenza originariamente concordata nelle concessioni. Nulla di traumatico da nessun punto di vista perché i conti economici sono stati fatti dai concessionari sulla base di quel tempo concesso e non altro.

    Nessuna perdita di importanti risorse. Oggi quelle piattaforme danno l'1% di petrolio e il 3% di gas. E continueranno a darlo sino alla scadenza. Consideriamo, inoltre, che i nostri consumi sono in calo da anni e che avanzano le energie rinnovabili e macchine meno energivore...

    L'attuale norma, contraria ai più elementari proncipi liberali e alle norme europee, garantisce solo che il rischio ambientale sia protratto all'infinito, oltretutto senza garanzie perché non sono richieste fideiussioni ai concessionari.

    RispondiElimina
  12. A proposito del Referendum del 17 aprile ci sono due atteggiamenti da respingere: l'atteggiamento arrogante del Governo e l'indifferenza di chi non vuole andare a votare e si augura che non venga raggiunto il quorum. L'indifferenza, nel tempo, può diventare una patologia dannosa per la qualità della democrazia. I referendum rappresentano l'unico strumento di contestazioni delle decisioni del Parlamento. Con il voto referendario si rammenta al potere politico che la sovranità è una prerogativa di noi cittadini. Nessuna argomentazione può giustificare la rinuncia a tale prerogativa. I fatti di questi giorni dimostrano che il potere politico e quello economico agiscono con sintonia per reciproci vantaggi. La grave dichiarazione del Capo del Governo che definiva inutile il referendum trova la giustificazione nei fatti emersi grazie alla Magistratura. Se da un lato non è compito nostro andare alla ricerca delle rilevanze penali, dall'altro non possiamo esimerci di esprimere un giudizio politico. In che modo? Con l'unico strumento in nostro possesso: andare a votare al Referendum, se vogliamo rompere il binomio potere economico = potere politico, ovvero il condizionamento del primo sul secondo. Nel precedente articolo, Gisa Siniscalchi, parlava della necessità del cambiamento: il 17 aprile ci sarà data una prima occasione. Con una massiccia partecipazione ed una valanga di "SI" possiamo dire, a quegli amici citati nell'articolo di Giovanni Caianiello, che noi non ci stiamo a fargli il favore di non andare a votare al Referendum del 17 aprile.

    RispondiElimina
  13. Mi dispiace non condividere il commento del signor Caianiello
    Vero questo referendum non risolve nessun problema di quelli reali ne quelli dell’inquinamento ne ne quelli della ns dipendenza dalle energie attuali Solo spreco di denaro solo per una prova di forza politica tra regioni e governo
    Tuttavia ritengo che sia uno dei pochi strumenti democratici che attualmente il popolo italiano ha a disposizione per intervenire nelle decisioni che il parlamento deve prendere e quindi far valere la sua sovranità Quindi tutti i cittadini dovrebbero andare e votare
    Circa la decisione del voto penso purtroppo che sarà un’altra decisione negativa tipo quella sul nucleare Continueremo ad approvvigionarsi all’estero e tutti vivranno felici e contenti
    Mi auguro quindi una affluenza elevata e che vinca il NO

    RispondiElimina
  14. Oggi abbiamo organizzato in due Piazze del paese una piccola manifestazione anti trivelle: un Comitato Civico, il M5S, Legambiente ed altre associazioni ambientali e culturali. Alla fine non ero molto sconfortato perché già conoscevo il comportamento ambiguo ed ondulatorio della massa; d'altronde, come fare a non rispettare il suo volere?
    Il popolo sa che non stiamo solo discutendo di trivelle e degli "untuosi" affari delle Società detentrici delle stesse. Il popolo sa che la posta è molto più alta e che si farebbe bene ad usare forze energetiche e mezzi energetici alternativi che già possediamo. Il popolo sa che la massa viene plagiata, turlupinata da queste bande di untuosi mistificatori. Noi siamo al limite dell'inquinamento e del riscaldamento globale: mi aspetto nei miei incubi più angoscianti che tutti, massa e popolo, alla fine, si faccia un girotondo e bevendo e danzando si aspetti rassegnati l'inizio del grande Bang.

    RispondiElimina
  15. Gisa Siniscalchi ha scritto di tecente un articolo sul cambiamento e se lo vogliamo davvero. Dobbiamo volerlo,iniziando dal recupero della nostra storia e della nostra dignita di persone e cittadini. Il PD invita a non votare è un reato ma c’è una questione etica. Chiediamoci il perchè. Si vogliono salvaguardare interessi personali e della casta. Abbiamo contrastato berlusconiane leggi ad personam per arrivare ad un presidente del consiglio che pesta i piedi, minaccia, decide chi deve dimettersi e protegge spudoratamente la sua Maria Elena. Il cambiamento è necessario. Riappropriamoci della nostra sovranità come individui e come collettività. Dimostriamo che gli Italiani ci sono e pensano. Mentre molti paesi sono alla ricerca di fonti alternative noi, vogliamo le piattaforme nei nostri mari? In Sicilia i pannelli solari sarebbero una grande risorsa. Ci dicono che possiamo stare tranquilli che sono necessari. Un buon motivo per non stare tranquilli. Tutti noi abbiamo raggiunto la consapevolezza Il cambiamento è partecipazione, innovazione, trasformazione. Vogliamo scegliere l’immutabilità e la staticità. NO non rinuncio al mio diritto di voto. Sogno il quorum e la vittoria dei Sì. Questo è il segnale forte che dobbiamo dare. Gli italiani hanno capacità critiche!

    RispondiElimina
  16. antonella albertini4 aprile 2016 alle ore 16:06

    Non andrò a votare al referendum del 17 aprile per diverse ragioni; la prima per l'inutilità del quesito: la legge vieta ulteriori trivellazioni entro 12 miglia dalla costa, per cui ritengo giusto permettere a quelle esistenti di esaurire il lavoro mantenendo i posti di occupazione,fattore che non mi sembra insignificante.Inoltre le piattaforme di trivellazione ora esistenti avranno da lavorare ancora per poco, dato che sono in funzione da una ventina di anni. D'altronde dall'altra parte dell'Adriatico ci sono tantissime opere di trivellazioni, per cui anche se bloccassimo quelle in territorio italiano, avremmo comunque rischi di danno ambientale. La seconda ragione é la consapevolezza della necessità di produrre energia, indispensabile per mantenere il nostro standard di vita. Quando ci fu il referendum sul nucleare votai per rifiutarlo,perché mi spaventava i rischi per la nostra salute e per l'ambiente; tuttavia corriamo gli stessi rischi perché abbiamo diverse centrali nucleari oltre il nostro confine. Oggi non so se quella scelta sia stata giusta perché ci costringe a dipendere quasi completamente dagli altri paesi per la produzione di energia, a prezzi altissimi. Noi italiani siamo strana gente: rifiutiamo il nucleare perché rischioso, le pale eoliche perché antiestetiche,le trivellazioni in mare perché nocive per l'ambiente, però vogliamo vivere in case ultra riscaldate d'inverno e freschissime d'estate, vogliamo tutte le comodità possibili, automobili potenti ecc. ecc. Non c'è una contraddizione in tutto ciò? Personalmente sono una maniaca del rispetto della natura, cerco di usare poco detersivo,non sprecare acqua, faccio una raccolta differenziata accurata, non getto rifiuti in giro, tuttavia mi rendo conto che bisogna correre qualche rischio per produrre energia. Certamente vanno incentivate le rinnovabili,il fotovoltaico,le pale eoliche ,le centrali idroelettriche, soprattutto la ricerca di nuove fonti di energia compatibili con l'ambiente. Sarebbe comunque una buona cosa cominciare a convincerci che le ricchezze naturali non sono infinite, per cui sarebbe bene avere uno standard di vita più contenuto, evitando sprechi e danni

    RispondiElimina
  17. Come al solito, moti commentano un articolo leggendone solo il titolo. Tanti invece neppure quello, Altri ne fanno un discorso di appartenenza politica, indipendentemente da quale parte stia la verità. Pochi invece discutono nel merito, scevri da condizionamenti dei soliti media costruttori di coscienze. Per come la penso io, il mare è già una una ricchezza così com'è, ma si preferisce sfruttarne i fondali anzichè la superficie, forse perchè a farlo sono le multinazionali e le lobby d'affari, persino straniere come nel caso di Tempa Rossa, Al posto di quelli che credono nel no, io mi chiederei perchè questo governo preferisce favorire la Shell e la Total, che quel petrolio, non lo cedono al nostro paese, come tutti pensano, ma lo esportano in Turchia! Cosa ci stanno guadagnando i nostri politici? Questa è' esattamente la stessa domanda che mi ponevo già prima dello scandalo Guidi. Tanti che non andranno a votare, non diranno mai che lo fanno perchè la detto Renzi, ma si affidano a ciò che raccontano i media di parte del governo : Ci sono posti di lavoro da conservare, esiste già una legge, tanto se non inquiniamo noi, lo fanno gli altri o mal comune mezzo gaudio. La superficialità di certi pensieri è scoraggiante e finiscono per fare il gioco delle solite lobby. Mentre ci si dimentica che un miliardo di investimenti nel campo degli idrocarburi produce circa settecento posti di lavoro e gli stessi soldi nelle energie alternative oltre quindici mila. E, l'inquinamento costante persino del nostro mare e delle nostre spiagge causato non solo dalle trivellazioni, ma anche dalla estrazione nel tempo? E le piattaforme che non sono più operative che non verranno così mai smantellate? Le compagnie petrolifere ringraziano. Ma davvero abbiamo così poca considerazione del nostro ambiente? Per molti, purtroppo è è così.

    RispondiElimina
  18. Rettificherei la domanda in "Ma davvero abbiamo così poca considerazione di noi stessi?" Per molti, l'ambiente in cui si vive, sembra quasi un accessorio e non la materia prima della vita. Insostituibile e non replicabile.

    RispondiElimina
  19. Rettifica condivisa. Grazie Tiziana. Piccola aggiunta per chi dice di non voler andare a votare o chi vuole votare no, perché l'inquinamento non è importante, tanto se non lo facciamo noi inquinano gli altri, l'impianto di Viggiano in Basilicata è sotto sequestro da parte della magistratura, per nocumento alla salute dei cittadini. Che facciamo li lasciamo libero fi continuare?

    RispondiElimina
  20. Rettifica condivisa. Grazie Tiziana. Piccola aggiunta per chi dice di non voler andare a votare o chi vuole votare no, perché l'inquinamento non è importante, tanto se non lo facciamo noi inquinano gli altri, l'impianto di Viggiano in Basilicata è sotto sequestro da parte della magistratura, per nocumento alla salute dei cittadini. Che facciamo li lasciamo libero fi continuare?

    RispondiElimina
  21. SI, NO,... tutto 'sembra' partito preso. Si sa perché si vota SI??? Si sa Perché votare NO? Lo si fa solo perché lo ha detto 'chi'? A questo punto astenersi o meno è la stessa cosa. Un referendum, soprattutto se incentrato su questioni ambientali, andrebbe compreso prima di tutto. Io personalmente ancora nn ho deciso. A che mi serve impedire l'ulteriore 'estrazione' (non la trivellazione) se si potrà continuare a trivellare pochi metri più in la??? Cosa è più pericoloso per l'ecosistema, tappare un pozzo aperto o uno esaurito? Al solito in Italia sembra che si studino le questioni più come armi elettorali che nn come reali problemi da affrontare. Forse la questione da dibattere sarebbe come rendere più sicure le piattaforme, come garantire controlli e norme di sicurezza più stringenti, nonché una più corretta concorrenza tra chi deve o non deve accaparrarsi i punti d'estrazione... ma figurati se le questioni si affrontano mai per quello che dovrebbero essere sul serio, cioè questioni il cui scopo è la salvaguardia del bene comune, che nn comprende solo l'ambiente ma anche l'approvvigionamento energetico.
    Dirò di più. Ci sono discorsi che letteralmente mi fanno imbufalire, perché artatamente omettono aspetti della verità con il solo scopo di fare proseliti, soprattutto tra coloro che rischierebbero un embolo se solo si sforzassero un minimo di indagare i fatti.
    Chi sostiene il SI fa leva sullo spauracchio del petrolio, ma lo fa ben sapendo che grossomodo solo il 10% circa delle trivellazioni interessate dal futuribile divieto estraggono petrolio. Il resto è gas. Salvaguardia dell'ambiente??? Balla grossa come una casa... 1 Km in più e continui a inquinare il mare e a distruggere i fondali. In caso di fuori uscita il greggio nn bussa alla porta chiedendo il permesso di varcare la soglia delle 12 miglia.
    Ma ci sono anche le balle del NO. Al primo posto la questione del fabbisogno energetico. Con quello che si estrare andremmo avanti sei mesi scarsi. Vogliamo andare avanti con la 'difesa dei posti di lavoro'? Se lo schifo di governo che abbiamo facesse una concreta politica di incentivazione delle energie alternative forse i posti di lavoro che si creerebbero sarebbero dieci volte di più di quelli che si perderebbero senza le trivellazioni.
    Ma in assoluto la più becera ed inaccettabile delle affermazioni è quella dell'invito all'astensione che nn a caso ha i suoi natali nella bocca del politicante più indegno e indecente che la mia memoria riesca a ricordare e che inspiegabilmente ancora molti italiani hanno il coraggio (o l'interesse) di considerare un 'premier'. Certo, comprensibilissimo. A uno come (r)enzi cosa frega dell'opinione del popolo, quando gli affari della politica si concordano al cellulare? Per lui molto meglio che l'italiano tenga il cervello a mollo.
    Io nn so cosa voterò ma di certo a votare ci andrò anche solo per invalidare la scheda. Giusto per opporre quel briciolo di diritto che ancora ci è rimasto e che a qualcuno farebbe comodo nn avessimo del tutto.

    RispondiElimina