martedì 10 novembre 2015

Riflessioni sul clientelismo, non solo romano

clientedi Gigi Consiglio - Politologi e commentatori riuniti nei talk show sono concordi nel ritenere che uno dei tanti guasti della perversione del sistema democratico sia il clientelismo corruttore di coscienze. Vediamo se è vero.

Intendiamoci intanto, su cosa significa, perché c’è pure chi non è del tutto contrario a questa prassi, ed anche se ne parla “cu fazzulettu nni manu”, prendendone le distanze, c’è da supporre che sia stato anch’egli almeno una volta un beneficiato dal clientelismo.

clientelismoPoi non si sentirebbero commenti sul tipo “si stava meglio quando si stava peggio”, alludendo all’esistenza di uomini che una volta ti sapevano risolvere il problemino burocratico quale che fosse. Infatti ricorderemo che l’On. Cencelli aveva perfino regolamentato questo “mondo di mezzo”, fibrillante di raccomandazioni e di prevaricazioni con un manuale ad uso del “politico”.

È dimostrato altresì che la cura della clientela esiste fin dalla Antica Roma. Il cliens era chi, pur essendo libero, godeva della protezione di un notabile. E questo comportamento, radicato fino a giorni nostri, lo si può notare maggiormente in una società molto attenta all’apparire più che essere.

Una società insicura, dove l’ignoranza è atavica fornisce più facilmente la possibilità allo “spiccia faccende” di millantarsi per avvocato e al professionista evoluto di millantare inserimenti in ambienti che contano stile “lobby” di manzoniana memoria. Più l’ignoranza è diffusa e più alligna la nebulosità che aiuta i furbi che sanno approfittarne.

Meni denaroIl clientelismo quindi si sviluppa all’ombra della struttura amministrativa del territorio e può essere clientelismo passivo e attivo con un andamento circolare da “cane che si morde la coda” infatti una politica che si riduce a bottega (bottega di voti, di favori, di interessi), si affolla di clienti che competono fra loro per essere serviti prima dal politicante di turno. Esempio: la disponibilità a dare voti in cambio di favori. Un codazzo di gente che si lega al politico non tanto per motivi ideali di cambiamento della società quanto per ottenere raccomandazioni, prebende, appalti, incarichi, onorificenze, ecc. Ma ciò incoraggia anche un altro aspetto, il clientelismo attivo: fare politica, gestendo, promettendo favori e alimentando speranze.

Perché se le masse, sempre più derelitte, chiedono raccomandazioni il politicante deve poterle fare. Elementare! E quindi la strada più semplice è accodarsi al capo carismatico di turno, quello che ti potrebbe offrire la possibilità di gestirti il cosiddetto orticello di elettori. Risultato: strade che crollano, consigli di amministrazione indagati per inettitudine o concussione, serate passate con escort compiacenti, viaggi di piacere contrabbandati per viaggi d’affari. Il tutto con i soldi dei contribuenti. E poi ancora, corruzione dilagante pure nei sacri templi della giustizia e della religione. Sembra uno spettacolo apocalittico ma è la realtà che ci circonda. E ciò perché la Politica ovvero l’arte e la passione di gestire la Polis soccombe di fronte all’incalzare dei politici di mestiere detti volgarmente, politicanti.

Ora, sta per rimettersi in moto la macchina elettorale. Da più parti nuovi tribuni tentano di dare la scalata al “stanze dei bottoni”; nomi nuovi si affacciano nell’agone… ma scavando si trovano vecchie logiche. Pupi nuovi ma vecchi pupari che non rinunziano a volere percorrere la strada politica solo per i propri fini.

D'altronde, la carriera politica fin quando garantisce status symbol, immunità e impunità ha certamente un’attrattiva, specialmente in tempi così grami di posti di lavoro. E poi, hanno perfino reso normale il premio di maggioranza pur di consentire un vitalizio ai fedeli vassalli; perché non approfittarne?

Sembra strano che nessuno si accorga che la struttura sta collassando. Quasi che ciò faccia parte di un disegno già scritto ma ben distante dall’interesse nazionale per cui quando sarà tardi chiunque potrà “vendersi” come Uomo della Provvidenza. Sembra di vivere l’incubo vaticinato in quel film di fantascienza del 1955, credo si chiami “L’invasione degli ultracorpi”. Svegliamoci dunque!

malapolitica1Salviamo finché, è possibile, le istituzioni repubblicane e democratiche. Senso del dovere ed onestà non sono parole vane. La scelta non è fra “destra e sinistra” ma fra onesti e disonesti, fra due modi di intendere la politica. Chiunque oggi può fare politica ma il problema sociale è che egli non possiede appieno le caratteristiche che il momento critico richiede: l’onestà e l’impegno a seguire le regole di trasparenza. E i leader – così famosi - dei cosiddetti Partiti, se vogliono veramente passare alla storia come “statisti” dovrebbero oggi più che mai stare attenti ai compagni di viaggio, anziché “premiare” portaborse analfabeti.

La politica come servizio degli altri o la politica al proprio servizio. Questo è il busillis. E chiunque, prima di lasciarsi convincere dallo “amico” a votare per lui, che sicuramente ha delle ottime idee, ma che non può aggiustare il mondo con una ginocchiata, dovrà sommessamente ricordargli che il “servizio” non è solo quello che lui pensa quando si aggiusta la patta ma anche qualcosa di altro, di più oneroso, di più onorabile.

Luigi ConsiglioGigi Consiglio
10 Novembre 2015

 

P.S. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa riflessione sul clientelismo. Una perversa concezione del fare politica, una pratica oltremodo consolidata e causa di nefaste conseguenze per il nostro sistema democratico. Gigi Consiglio, laureato in Economia, già docente a contratto di Tecniche di Comunicazione e Marketing del territorio per i BBCC, presso l’Istituto Superiore di Giornalismo dell’Università di Palermo, è, in atto, Vice presidente del Dipartimento Sicilia ANS-Sociologi e Presidente dell’Ass. no profit “Il Bandolo” Editore, nonché Direttore editoriale del periodico culturale web www.bandolo.it. Attento osservatore delle dinamiche sociali e appassionato di Politica, segue da qualche tempo il nostro blog, e questo è il suo primo articolo su PoliticaPrima. Benvenuto e buon lavoro.
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36 commenti:

  1. Ecco ... quest'articolo rispetto ad altri mi trova d'accordo su chi siano i veri responsabili del disastro italiano.... gli italiani

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  2. Il clientelismo è una pratica vecchia dura a morire. E rappresenta una concezione della politica come un mezzo per ottenere qualcosa a prescindere dal diritto. E i politici sono considerati bravi per la loro capacità di risolvere e fare favori. Fin quando questa concezione sarà diffusa non vedremo grandi cambiamenti in meglio.

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  3. Vorrei dire al mio amico Gigi Consiglio che, per cambiare lo stato presente delle cose i "liberi e forti", veri nuovi soggetti portatori del cambiamento, devono chiudere col sistema clientelare e inaugurare il sistema dei diritti e dei doveri. Ma dove sono questi nuovi soggetti consapevoli dell'arduo compito? Un caro abbraccio, Gigi.

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    2. Gentile Salvatore. Capisco che sarà arduo cambiare i nostri costumi ma, tu m'insegni, che l'esempio stesso è mezzo di diffusione delle "best practices". Ed anche nel quotidiano possono trovarsi tanti "Re Artù" in nuce. Non ridere !

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    3. Possiamo e dobbiamo essere tutti soggetti attivi del cambiamento che auspichiamo, quasi sempre esclusivamente, negli altri.

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  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  5. Un articolo chiaro e preciso, che ritrae esattamente l'Italia di oggi e di ieri, sia per ciò che riguarda il politichese o politicante, sia per l'homo italicus, abituato da sempre al favoritismo, innato nell'elettore medio, frutto certamente di domanda offerta, della disonestà intellettuale di chi aspira all'agone politico.
    Cosa serve, mi domando, perchè si inverta questa tendenza alla politica clientelare che ancora persiste?
    Onestà, questa sconosciuta, se non si cambia il modo di pensare, nulla potrà cambiare.
    I mestieranti della politica, non lo faranno se troveranno terreno fertile, e dunque sta agli elettori non dare sbocchi a questa pratica indecente e disonesta...spero si riuscirà..

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  6. Nessuno si illuda che il clientelismo possa essere debellato con affermazioni di principio, con inviti al senso civico e al recupero del concetto di “polis”. Finchè il sistema e l’apparato burocratico costringerà i cittadini ad avere bisogno di aiuto, a complicargli la vita con procedure complesse, il clientelismo (ma anche la corruzione), sarà uno strumento con cui conviveremo da qui all’eternità, poiché la clientela conviene sia a chi la chiede che a chi la pratica. Le pratiche, spesso, vengono rese appositamente complicate e senza procedure automatiche e indipendenti, proprio perché ci si possa rivolgere al funzionario o al politico di turno. Nei gangli della burocrazia e degli uffici pubblici possono annidarsi dipendenti legati a soggetti politici per i quali lavorano (nell’esercizio delle loro funzioni), messi lì apposta per far passare come favori quelli che sono diritti sacrosanti. Io non ho una concezione manichea della società divisa tra buoni e cattivi, una classe politica indegna e un popolo integerrimo e vittima della casta. La verità è che questa gente che ci governa non viene da Marte ma riceve una valanga di voti ed esercita il potere con il consenso dei cittadini che li eleggono. Il motto: “ogni popolo ha il governo che si merita” è sempre valido. Quando ci si reca alle urne dovrebbe prevalere maggiore responsabilità e consapevolezza. Normalmente si conosce la persona che si vota o, almeno, si conosce il partito a cui appartiene o la persona che ce lo ha indicato. Prima di mettere la crocetta sulla scheda elettorale si valutino almeno questi due elementi, che certamente ci daranno qualche indicazione sull’affidabilità del personaggio.

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    1. Non concordo in nulla. A sostegno dell'imparziale nonché efficace ed efficiente funzionamento della P.A. italiana vi è un impianto legislativo completo ed ineccepibile. A partire dai tempi di procedimento che non possono superare quelli previsti da regolamento. Non c'è bisogno di essere amici del funzionario di turno per ottenere i propri diritti. Basta poco per cambiare le cose. O forse molto, visto che bisogna acquisire una mentalità diversa.

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    2. Infatti i casi di corruzioni all'Inps, alla regione, all'Agenzia delle Entrate, sono un invenzione!

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    3. Maurizio, i casi di corruzione non.sono un' invenzione. Purtroppo. Ma non era questo il senso del mio commento. Per essere compiuta, la corruzione ha bisogno di un corrotto e di un corruttore.

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    4. Infatti. E' quello che cercavo di dire nel mio post di prima. Conviene ad entrambi i soggetti mantenere i meccanismi di corruzione e di clientela. Il problema è impedire a monte che ciò avvenga. Con procedure più snelle e con più procedure automatiche che non implichino la discrezionalità di un impiegato o di un funzionario.

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    5. Non c'è nulla di discrezionale nell'operare dei pubblici funzionari. Ci sono leggi e regolamenti a sufficienza ...e forse troppi. Poi con la collusione tutto si può fare. Ma questo è un altro capitolo.

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    6. Allora se tutto funziona perfettamente nella P.A. chissà per quale misteriosa ragione, da trent'anni si parla della sua riforma. La discrezione di cui parlo riguarda anche la lentezza con cui si può far procedere l'iter di una pratica, la priorità che viene stabilita per esaminare le stesse, la passività con cui si attende un vaglio successivo, una firma, un bollo. Insomma credo che i tempi di attesa siano, di per se stessi, un elemento che può indurre a cercare vie più brevi, con i metodi che conosciamo. Non credo proprio che la nostra burocrazia non offra il fianco a pratiche illegali.

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    7. I tempi di attesa (tecnicamente: tempii di procedimento) sono stabiliti da regolamento. E non sono tempi.biblici. Ad ogni istanza deve seguire una comunicazione formale diretta a chi ha presentato.l'istanza con indicazione dei tempi massimi di procedimento, le fasi dello.stesso ed il nome del funzionario responsabile del.procedimento. La riforma della P.A. risale agli anni 90. Gli strumenti.ci sono. Usiamoli.

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    8. Lei vuole convincere uno che lavora nel mondo delle istituzioni e che sta a contatto con la burocrazia, che nel meraviglioso e perfetto mondo della P.A. non vi siano maglie troppo larghe per far passare l'illegalità. Evidentemente viviamo in due Paesi diversi.

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    9. Viviamo nello stesso Paese. Forse con mentalità un pochino diverse. Non sto affermando che non vi siano smagliature nella rete della P.A. ma solo che tutti (utenti e addetti ai lavori) devono operare in modo che non passi nulla dai canali non legali. Mi ripeto nel dire che gli strumenti ci sono. Non esistono leggi "miracolose" che possano fermare la disonestà.

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  7. Il clientelismo è un'erbaccia infestante, una di quelle, se ha fatto radici, non la si estirpa quasi più.....
    Io, da piccolissimo impresario , d'un'impresa monopersona, sono confrontato giornalmente.
    Se mi fai quella riparazione, ti do una mano nei permessi....., ma , forse un danno da fulmine..... dai, siamo amici....!
    Non bisogna mai e poi mai cedere a richieste simili, perché sono proprio questi "favorini" a preparare il terreno a quell'erba tossica ed infestante.
    So che non é facile resistere, ma è solo il nostro secco no che può salvare la società da questo mortifero contagio, la rivoluzione anticlientelista deve partire da ogni singolo, da ognuno di noi.

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  8. Il tempo passa ma alcune riprovevoli consuetudini rimangono le stesse. I cliente attendevano in una sala il Senatore romano per ricevere favori e denaro. Dopo 2000 anni le cose sono peggiorate: il medico, l'ingegnere, l'imprenditore, il semplice cittadino si affidano al politico, all'amministratore più' utile all'uopo per ottenere la "raccomandazione" in cambio dell'appoggio elettorale e del sostegno che lo stesso può elargire. E' una società' bacata la nostra perche' il danno che può' causare questa triste usanza e' palesemente rilevante. Il manuale Cancelli e' il risultato di una deriva politica che viene da lontano, ma la cui codificazione e' attuata e valida fino ai giorni nostri.Luigi Consiglio ha fatto una disamina impeccabile del problema ed ha finito facendo risaltare due parole: onere ed onorabilità'. Il cittadino probo chiederà al politico che intende votare di assolvere il suo compito, o meglio il "servizio", con grande impegno ed onestà. Il sistema potrà cambiare se tutti i cittadini prenderanno coscienza che la Nazione e' degradata perché ciascuno di noi ha messo da parte la propria dignità' ed onorabilità'.

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  9. Basta con la politica del clientelismo e dei favoritismi. Vogliamo una politica che sia mirata alla vera valorizzazione delle risorse. I politici devono abbandonare le logiche clientelari e corporative che da anni hanno penalizzato L'Italia.
    Fine della conversazione in chat

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  10. Mi rimane poco da aggiungere i post precedenti sono stati chiari anzi chiarissimi ..il termine erba infestante rifrito al "clientelismo" e' perfetto ..e l'Italia e' invasa..e come una metastasi incurabile ..adesso e' scoppiato il caso De Luca e la campania ..piena dell'erba sopracitata ..quest'uomo e' il principe del clientelismo appunto hanno detto e scritto ...ma e' stato votato dal popolo ..appunto in cambio di favori favorini favoroni ..la politica ci marcia ..la cura? Lunga e difficile .e' pericolosa nel distruggerla si finisce di distruggere anche l'erba buona.......

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  11. Triste. Per cominciare bisogna davvero dalle piccole cose. Dal buttare la carta nel cestino, dal controllare la differenziata, dal non lasciare la luce accesa e i rubinetti devono essere ben chiusi. Che se dico "si" è un assenso pieno e se dico "no" è negazione assoluta. Ce la possiamo fare? Perchè è facile buttarsi a commentare e poi, chiuso il post, continui la tua vita e per noi troviamo ogni tipo di giustificazione. Nella mia vita tengo alla larga il clientelismo. Non voglio nulla di più di quel che mi spetta e non ti do' assolutamente nulla di più di quel che meriti.

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  12. Ho letto la riflessione del neo autore e mentre condividevo una espressione mi ponevo il problema se esternare o meno lamia opinione. Ma ormai ci sono. Temo, ma posso sbagliare che il vero problema non sia il clientelismo o il vecchio mecenatismo. Un responsabile di attività o di opera, ha a mio avviso tutto il diritto di contornarsi di collaboratori fedeli e capaci. Il problema è che con il passare del tempo(secoli) il clientelismo ha cambiato i suoi contenuti diventando esso stesso un affare. Diciamo, in poche parole che l'uomo è diventato avido e non è più un animale sociale che opera per il bene di tutti. Senza fare nomi credo che il problema sia appesantito dai media che hanno dimostrato che ci sono molti figli non proprio Germani.

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  13. Ottima esposizione della realtà italiana da parte del Dott. Consiglio.
    Bisogna dire che in politica non basta essere onesti. Occorre anche la capacità. Un incapace, anche se onesto, fa danno alla collettività.
    Non sono d’accordo che l’onestà annulla destra e sinistra. Esistono politici di destra corretti ed onesti, ma la loro politica non coincide con una gran parte dell’opinione pubblica. Di Renzi, attualmente, non si può dire che ha rubato o è disonesto, questo non toglie che per me sta conducendo una politica di destra molto simile a quella di Berlusconi. Quindi, io, da ex militante del PD non lo voterei.
    Per quanto riguarda il clientelismo non sempre è il politico che va a cercare il cliente. Molte volte è il cliente che va a cercare il politico, il che è peggio.
    Dobbiamo imparare a vivere di diritti e doveri senza cercare le raccomandazioni, sarà possibile? Secondo me chi cerca la raccomandazione sa che in questo modo cerca di fregare il prossimo e se ne infischia perché siamo un polo di individualisti. Conosco un detto siciliano che recita così: “ mparu vegna a mia e sparu a cuegghie” (basta che va bene a me e degli altri non mi interessa).

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  14. Questo articolo trasuda una visione eccessivamente pessimista; senza negare che esistono non pochi casi di corruzione e di clientelismo nella nostra comunità politica, casi che forze dell'ordine e magistratura devono individuare e punire, non mi sembra giusto fare una piatta generalizzazione. In questo articolo la politica viene descritta come un esercizio di ruberie e malefatte. Secondo me non é così e non é giusto generalizzare. L'impegno politico e sociale quasi sempre é frutto di passione e di idealita'; chi si impegna lo fa perché crede in determinati valori e generalmente lo fa con entusiasmo e volontà, a volte sacrificando interessi, tempo libero , amicizie e famiglia. In Italia ci sono moltissimi amministratori locali onesti e competenti, che credono in quello che fanno e lo fanno con costanza e fatica. Da fuori é facile parlare e giudicare; sarebbe meglio impegnarsi per la collettività e portare il proprio contributo, ognuno nel proprio piccolo mondo in cui opera e vive

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  15. Non è così..semplice; chi scrive de-scrive le conseguenze del clientelismo...fateci caso...ma non le cause, è assolutamente logico: a ogni problema corrisponde una causa, allora qual è la causa del problema? Cercherò di spiegarlo in pillole; si dice che "l'occasione fa l'uomo ladro", questo detto indica che la causa principale è insita nel sistema mentre l'articolista chiede di salvarlo e ciò risulta ulteriormente inquietante la soluzione non è legata all'onestà del singolo ma a fare in modo che la corruzione venga non dico eliminata del tutto ma ridotta al minimo impedendo a monte che possa verificarsi; come? abbattendo il sistema - le cosiddette Istituzioni repubblicane e democratiche - così come si dice che "il pesce puzza dalla testa", l'origine del clientelismo è nel Parlamento il più "affollato al mondo", 1000...perché si doveva ricordare subliminalmente i "mille" garibaldini (grande imbroglio storico e invasione del Regno delle due Sicilie, lo Stato più ricco e florido d'Europa all'epoca). Dunque noi potremo rivedere la luce solo quando si potrà pervenire a radicali modifiche costituzionali: a) una sola Camera con massimo 150 deputati, abbattendo tutti i loro privilegi da casta medievale...elezione diretta del premier con un impianto similare a quello tedesco...federalismo - Nord Centro Sud -reciprocità perfetta tra ente e cittadino... (pensiamo a quante imprese falliscono in Italia per crediti non onorati da parte degli enti pubblici); accorpamento dei Comuni con meno di 5000 abitanti...questo come ossatura.

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  16. Un benvenuto al dott. Consiglio e complimenti per il suo articolo che mi ha dato tanti spunti di riflessione. Il danno più forte che il clientelismo fa alla comunità è quello di non premiare il merito,di non far rispettare il diritto e di creare tanto risentimento in chi ne subisce le conseguenze! Non mi soffermerò molto sul clientelismo politico che lei e i suoi commentatori hanno chiaramente evidenziato nell’articolo.Vorrei fare una personale riflessione sul clientelismo culturale che pervade il quotidiano. Nei rapporti interpersonali molti amici si scelgono perché, possono esserci utili e noi a loro. Il far la spesa è poi un trattato clientelare, fatto di frasi ammiccanti del genere Mi dia cose buone che io…. Il sottinteso è chiaro io, spendo da te e tu mi dai le cose buone agli altri il peggiore Magari, il fruttaiolo o altro venditore risponde con frasi come scelga altro che non è cosa per lei!Dialoghi colti osservando la vita intorno a me. Io apprezzo,allora, i supermercati che almeno sono democratici! Vogliamo parlare di una visita medica ?Vogliamo assicurarci che il prof. O il dott. ci curerà bene e allora niente ricevuta fiscale e in cambio la vista ci costa pure meno. Nell’educazione dei nostri figli c’è un clientelismo incredibile Se tu fai i compiti bene ,la mamma ti regala se sei promosso ecc… mille sono gli esempi e anche questo tipo di clientelismo è danno per la collettività e produce esseri ben convertiti al clientelismo-Perciò iniziamo da noi il dare e avere non è per tutto e non è per tutti . Io penso che non far parte del gioco perverso del favoritismo ci rende liberi di agire secondo coscienza ed è ESSERE E NON APPARIRE .

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  17. clientelismo
    , favoritismo, nepotismo....
    Quello che posta ad arrivare ai ponti di comando...la rovina del nostro Paese.
    Sarà pure il momento di dire. BASTA?

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  18. Lucia Vittoria Di Marco12 novembre 2015 alle ore 07:26

    Leggendo questo articolo, mi è venuto in mente l'intervista a Fanucci del Pd: "De Luca se ne deve andare? Assolutamente no". Eppure, In un'intercettazione, il marito della magistrata chiede "un favore" al segretario di De Luca, per far "intervenire" la moglie pro De Luca. Non cambierà più la situazione! Ed io sempre più anarchica!

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  19. Che il clientelismo sia una piaga purulenta è una triste realtà, come ben illustra l'articolo con lucidità e chiarezza. Se è una piaga, non solo va curata, ma vanno eliminate le cause che l'hanno prodotta, altrimenti degenera, si infetta, va in cancrena e conduce a morte sicura. Ma, come dice un saggio proverbio, "il medico pietoso fa la piaga verminosa"...e chi sono i nostri medici pietosi? Anche se non ci fa piacere ammetterlo, lo siamo un po' tutti, perchè in tutti noi c'è una sottile propensione al clientelismo. Siamo nati in una società dove questo male già allignava, dove ci hanno indicato che quella era la strada da seguire, che rientrava nella normalità questo "do ut des".... Naturalmente, nel nostro piccolo mondo di piccoli cittadini, piccolo è anche il favore e piccolo il contraccambio...Poi, aumentando l'importanza dei ruoli, tutto lievita e tutto s'ingigantisce. Ma il male sta alle radici, nel ventre profondo di una società nella quale fiorisce l'ingiustizia, per cui hai bisogno di appoggi per veder emergere la verità; fiorisce l'ignoranza che alimenta il servilismo; fiorisce la mancanza di lavoro e di normale benessere, per cui cerchi a gomitate chi possa aiutarti a sopravvivere, e via dicendo.... Al momento, non vedo luci in fondo al tunnel e non vedo neanche tunnel...che già sarebbero una strada da imboccare !!

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  20. Bello articolo che non si può non condividere. Riprendendo un pensiero di Gibbons, Winston Churchill disse una volta che "non esiste democrazia senza un minimo di corruzione". Purtroppo è su questo "minimo" che in Italia regna il M A S S I M O dell'incertezza. (Indro Montanelli, controcorrente 5-3-1988)
    Plurimae poltronae, carissima, inefficientissima, corruptissima, res publica. Troppe poltrone superflue nel Parlamento Nazionale e dall'Etna alle Alpi.

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