mercoledì 5 agosto 2015

La mia Sicilia… non è l’America

USA-sicilia1di Mariapia Labita - Per molti una giornata come tante! C’è chi va al mare, chi ciondola per strada osservando le vetrine dei negozi, quelli che ancora non hanno chiuso i battenti ma non perché vanno in ferie!

Molti sono i negozi, anche storici, che si sono arresi alla crisi.

Dal mio balcone stamattina, che è una giornata “particolare per noi precari della scuola” (una delegazione si trova a Roma per discutere di Buona scuola), osservo il grande piazzale di via Notarbartolo, a Palermo, nei pressi della Stazione: molte auto posteggiate e tanti pedoni.

Il supermercato ha un gran via vai: tutti segni della crisi che ha colpito i siciliani che alle vacanze ci tengono molto! Almeno prima era così: strade deserte in questo periodo! Poi i miei occhi vanno ai marciapiedi pieni di cartacce e sporcizia di ogni tipo simbolo di una PULIZIA che non c’è.

Io amo la Sicilia! Fin da bambina! Non ho mai voluto lasciare la mia terra anche quando mia sorella si trasferì per sempre in America, dove mi recai per capire se anche io volevo seguire questa strada.

È bella l’America!

Eppure dopo oltre 1 mese di permanenza decisi che il mio posto era qui, qui  volevo trovare l’uomo della mia vita e sempre qui crescere i miei figli e vederli sposare. Non so dirvi esattamente il perché io abbia scelto una vita difficile sul fronte della mia realizzazione sul lavoro ma ho un legame forte, indissolubile con Palermo.

Ma voglio collegare questo mio amore per la mia città al momento estremamente difficile che stiamo vivendo come precari siciliani della scuola statale e spiegarvi, appunto, cosa, dal mio punto di vista, ha fatto della nostra TERRA un luogo dove non c’è nessuna prospettiva lavorativa motivo per cui i nostri giovani ritengono che STUDIARE non serva a niente, non serva a costruirsi un futuro, molti prendono la valigia e tentano la fortuna fuori, diminuiscono i matrimoni e diminuiscono anche le nascite.

Il popolo siciliano sembra destinato all’estinzione, non sopravvivremo.

Qui, dicono ci sia la Mafia! Ribatto che la Mafia c’è ovunque, sono convinta che ce ne sia di più fuori dalla Sicilia.

Gli uomini passano le idee restanoIo, come tanti colleghi, penso, che il contributo che noi docenti diamo nella lotta contro la Mafia nelle aule delle nostre scuole... è tanto, è fondamentale per la costruzione di un pensiero libero da convinzioni errate e fondate sull’arrivismo a scapito di altri, sulla furbizia e sull’aggiramento delle regole.

In un territorio dove i DIRITTI, spesso, vengono spacciati per FAVORI…  è questo il MALE contro cui si deve lottare: la Mafiosità.

Docenti in protestaEssa si manifesta in ogni nostro gesto quotidiano: dal turno alla posta e in banca al turno in salumeria, al posteggio preteso, alle raccomandazioni che si vanno cercando pure per una visita medica (ditemi se non è vero?... Abbiate il coraggio di argomentare per contraddirmi!)

Sapete che sono graziosi i bambini in fila davanti ai bagni mentre tentano di prendere il posto più avanti? Ecco! Penso che tale esempio la dica lunga su come li educhiamo a prevaricare l’altro.

Ad un certo punto della storia della scuola... quando c’erano molte bocciature anche alla scuola elementare… si è capito che questo problema poteva essere superato con l’insegnamento modulare per cui aumentarono i maestri.

Fu un successo. Precedentemente in Sicilia si era adottato il Tempo Pieno ma organizzato in molte scuole in maniera pessima.

A scuolaPer questo motivo, essendo il servizio non proprio adeguato ai desideri delle famiglie, gradualmente si spense anche se il prolungamento dell’orario scolastico era stato visto come la possibilità per NOI DONNE di un riscatto sul mondo del lavoro.

Potendo lasciare più ore i figli a scuola si poteva avere la possibilità di lavorare migliorando la qualità della vita familiare. In quel periodo le scuole private furono messe in ginocchio.

Successivamente si cominciò a diffondere la NOTIZIA FALSA che i bambini a scuola si STANCANO…

Ma scusate? Facciamo una riflessione critica, passiamoci la mano sulla cosiddetta coscienza! Anche in famiglia i bambini si stancano e quindi i genitori devono portarli a spasso, ai giardini, al cinema, dagli amici, in palestra, in piscina etc. O non è così???

I bambini, A SCUOLA, non è vero che si stancano!

Posso personalmente dire che molti bambini, la maggior parte, SE LE MAESTRE sanno scandire i TEMPI secondo le loro esigenze, non solo NON si stancano ma vorrebbero rimanere con le maestre fino a sera!

Eppure in virtù di questa FALSA CONVINZIONE i Collegi docenti (questo mi dispiace dirlo e chi è senza colpa scagli la prima pietra…) hanno deciso, spinti anche dai Dirigenti scolastici e a loro volta con il benestare dell’USR, anzi direi spinti, hanno deciso di ridurre il Tempo scuola da 30 ore settimanali (parlo per la primaria) a 27 ore settimanali.

Cosa succede a questo punto?

GAEA parte la riduzione delle ore di permanenza a scuola da dove gli alunni vengono prelevati dai nonni, zii, conoscenti SE i genitori lavorano o addirittura da ALTRE SCUOLE PRIVATE dove, poi, rimangono per tutto il giorno, a parte questo, la perdita di ore di formazione fa dei nostri alunni, figli e nipoti futuri adolescenti e giovani delle persone che saranno meno competitive sul fronte del lavoro.

Ma andiamo avanti… leghiamo tutti questi fatti al mancato sviluppo della nostra Sicilia, terra ricca di un enorme patrimonio naturale, artistico e culturale…

SE noi sul territorio sforniamo giovani che sono meno formati, meno preparati, meno allenati al pensiero critico, meno competitivi, meno allenati a combattere la mafiosità, meno consapevoli che l’ISTRUZIONE solamente rende liberi gli uomini in quanto la cultura permette di leggere i linguaggi della realtà che ci circonda in maniera oggettiva e quindi sforniamo giovani che non possiedono gli strumenti anche per inventarsi un lavoro… il tutto OSTACOLATO dalla Burocrazia che rende quasi impensabile CREARSI un LAVORO!

Mi chiedo:”A chi conviene allevare una gioventù così rassegnata?”

Il popolo bue è quello che poi alla fine conviene a chi vuole mantenersi a vita bacini di voti che rendono la gente schiava delle promesse (mai mantenute…) e né mai saranno mantenute! Altrimenti come si fa a creare ILLUSIONI ogni volta che si avvicinano le elezioni?

E il CREDERE nelle promesse, nelle illusioni si alimenta della DISPERAZIONE in cui versano quelle persone che non sbarcano il lunario, hanno i figli disoccupati, sono costretti a centomila lavori pagati in nero… continuo???

Adesso si sono riempiti la BOCCA delle assunzioni dei precari della scuola… non sto a spiegare che razza di impalcatura bestiale, inumana, inaccettabile, ignobile hanno messo in piedi per deportarci al NORD dove faremo crescere la ricchezza, quando sarebbe bastata una LEGGE semplice per salvare tutti o quasi lasciando i precari sul loro territorio!

Un territorio che ha tanto bisogno di ore di scuola, di docenti preparati come noi siamo, avendo lavorato per decenni nelle scuole siciliane, docenti motivati dai bisogni del proprio territorio e vi assicuro che nelle scuole primarie si fanno i salti mortali per parlare di Ambiente, Diritti, famiglie, Rispetto dei beni comuni…etc. etc.etc. oltre che di Mafia e Mafiosità… Si fanno salti mortali per consentire esperienze musicali e teatrali quindi culturali… le ore sono troppo poche, e poi ancora le visite didattiche a contatto con la natura e col patrimonio artistico.

C’è un Progetto ben preciso che vuole rendere il popolo siciliano schiavo e sottomesso… ma l’analisi politica la lascio a chi ne ha le competenze!

Io sono solo una maestra da quando avevo 20 anni, gente, famiglie, alunni… ne ho praticati tanti e ho una marcia in più datami dalla mia esperienza di insegnamento presso il carcere Minorile Malaspina (3 anni) e presso l’Ucciardone (1 anno).

Viva La Sicilia e quel popolo siciliano che ha dimostrato (la storia ce lo insegna…) di sapersi anche ribellare!

MariapiaMariapia Labita
5 Agosto 2015

28 commenti:

  1. La Sicilia ... quel tacco dello Stivale che può spingere verso l'alto lo sviluppo. IO, come tanti altri colleghi e colleghe, lotterò per questa Sicilia e per questa Palermo ...io credo.
    Ringrazio la mia cara collega Mariapia Labita per avere scritto questo bellissimo articolo che ha centrato in pieno la situazione palermitana e siciliana.
    Noi faremo del nostro meglio, noi siamo uniti nella lotta...sempre stati uniti da anni e lo saremo ancora... e lotteremo anche quando, un giorno, il ruolo busserà anche a noi.
    IO CREDO, NOI CREDIAMO IN CIO' CHE FACCIAMO OGNI GIORNO CON I BAMBINI, GLI UOMINI DEL DOMANI!

    RispondiElimina
  2. Antonella Albertini5 agosto 2015 alle ore 20:22

    Le parole scritte da questa insegnante sono toccanti. perché vi si legge l'entusiasmo per il lavoro. la responsabilità dell'educatrice, la soddisfazione nel rapporto con i ragazzi, la voglia di incidere sulla formazione culturale degli studenti. Si legge anche l'amarezza per una terra dimenticata. per la cattiva gestione della cosa pubblica, per i servizi inefficienti. Non mi stanchero ' mai di ripetere che la Sicilia é una terra meravigliosa, come i siciliani. La mafia oggi l'abbiamo tutti intorno casa. basta guardare le vicende che interessano tutte le regioni. Rimbocchiamoci le maniche e non molliamo, diamoci da fare per far crescere una classe politica che ci possa rappresentare degnamente e con onestà e capacità ci traghetti oltre le difficoltà del presente.

    RispondiElimina
  3. Toccante,reale,amaro articolo!!!!Quanto amore per questa Sicilia ,per la tua Palermo!!!!Maria Pia da anni subiamo e perdiamo occasioni d'oro!!So che c'è il pericolo di finire al nord!!Ti auguro di essere risorsa per la tua infelice terra!;Ma non è una novità perchè lo stesso toccò a me e tante altre colleghe !!1980 la graduatoria provinciale,con la benedizione dei sindacati,(Li possino!!!) diventò nazionale e dopo anni di attesa e precariato sono stata destinata a Milano Conservo ancora il telegramma (Tre figlie piccole)Molte colleghe finirono in Veneto e così via .Anni di crescita felice di nascite,quale calo demografico!!!!!!!!!Ma tu Maria Pia resterai la tua terra ha bisogno di te!!

    RispondiElimina
  4. Analisi chiara, profonda e vera, che rispecchia purtroppo la nostra realtà, la realtà quotidiana, a cui assistiamo impotenti e rassegnati. Siamo come una nave che affonda piano, che si inclina leggermente, e quindi si pensa che aggrappandoci a qualsiasi appiglio, riusciremo a salvarci. non vorrei deludere nessuno, ma da dati attendibili, il sud cresce meno della Grecia, ma nessuno ne parla! e perchè parlarne?, parlando si fanno analisi, pensieri, e ragionamenti. E ciò non fa parte dei loro progetti, quello di tenerci al laccio. Da una statistica presentata a Milano, all'università BICOCCA, oggi, al sud, solo 3/4 su 10 proseguono gli studi universitari, e il 39% dopo la laurea va via dal nostro paese, con una alta percentuale di non rientrare più. Io penso e mi struggo, che non siamo poveri per volontà divina, un paese non è mai naturalmente povero, sono gli uomini e gli interessi perversi, diabolici e corrotti, che cambiano la natura delle cose, e da noi siamo Maestri in questo. Le tradizioni, cosi corrotte ormai sono cosi radicate, che sarà molto difficile cambiarle. Vedere con occhio attento, un fiore all'occhiello come Palermo, che muore piano piano, stringe il cuore, e se provvedimenti e decisioni drastiche, non ci saranno, il nostro Sud, continuerà ad andare alla deriva, per la felicità di chi potrà ancora farne un uso personale, siamo ai livelli di allarme, ma le istituzioni fanno spallucce, ci stanno preparando e renderci passivi, per le prossime elezioni.

    RispondiElimina
  5. Come non essere d'accordo con Mariapia quando dice che la mafia c'è ovunque ed in misura maggiore che in Sicilia o in Italia. Popolo siciliano condannato all'estinzione? Impossibile. I Siciliani sono in tutto il mondo. Un paio di decenni fa il mio amico Franco Bordieri che allora era redattore de L'Europeo, siracusano che viveva a Milano , mi disse che alcuni avevano calcolato che i siciliani, o comunque con radici sicule, in giro per il mondo erano più di 50 milioni.

    RispondiElimina
  6. leggo una grande passione per la gente e la Sicilia in generale.è bello vedere l'attaccamento al proprio territorio, è un segno di vitalità che colpisce.
    Viene spontaneo pensare e credere che, sino a che ci saranno persone così, nulla farà paura, nè la mafia, nè altro.
    Persone pronta a lottare per la uguaglianza, per la legalità... sono perle da curare e tenere in altissima considerazione.

    RispondiElimina
  7. Bellissimo e molto appassionato articolo che ho letto tutto di un fiato. Cosa dire se non che sono disgustata per l'andamento di tutta l'Italia ma in particolare della Sicilia che ha visto sempre essere emarginata da quei servizi che devono essere erogati a ogni regione ma che a questa isola sono stati dati con il contagocce. E cosa dire della lotta che ogni siciliano onesto conduce contro la mafia. In sintesi questa terra vive il martirio peggiore per la condizione di sudditanza a cui la si vuole porre e per tutte quelle carenze tra cui l'istruzione che proprio a questa terra più bisognosa di questa risorsa si vuole negare.

    RispondiElimina
  8. La Cultura nasce cresce e si sviluppa dalla scuola e nella scuola!
    Solo il sapere rende LIBERI gli uomini, le catene della schiavitù mentale si rompono solo se si è liberi nel pensiero e questo si costruisce giorno dopo giorno e per tutta la vita! Cogito ergo sum. Significa letteralmente «penso dunque sono», è la formula con cui Cartesio esprime la certezza indubitabile che l'uomo ha di se stesso in quanto soggetto pensante.

    RispondiElimina
  9. Ottimo articolo, ma, secondo me, che non sono insegnante, si presta ad alcune osservazioni.

    Scrive Mariapia Labita: " marciapiedi pieni di cartacce e sporcizia simbolo di una pulizia che non c'è".
    Dico io: simbolo di educazione civica che non c'è. La scuola in Sicilia ha fatto il suo dovere anche per quanto riguarda l'educazione civica? Se sì i risultati sono pessimi.

    Nessuno ci obbliga a chiedere raccomandazioni, quindi siamo noi a far passare un diritto per un favore. Sono fiero di poter dire che nella mia ormai lunga vita sono andato avanti senza raccomandazioni.

    "Deportarci al NORD dove faremo crescere la ricchezza"
    Nel 1960 mi sono autodeportato oltre confine, in Svizzera per mancanza di lavoro. Benedico le circostanze avverse che mi hanno costretto ad emigrare. Ho fatto crescere la loro ricchezza?
    Ma quanta è cresciuta la mia ricchezza in termini di nuove conoscenze, di nuove esperienze, di contatti con una civiltà diversa, ecc. Ci stavo tanto bene che ci sono rimasto 30 anni. Ora da 26 anni sono tornato in Sicilia e l'unico conforto è quello di ammirare le sue bellezze viste dall'alto o da lontano, perché quando sono vicino alle cose noto l'incuria e il menefreghismo di noi siciliani.

    "Progetto ben preciso che vuole rendere il popolo siciliano schiavo e sottomesso"
    A me sembra la solita storia di volere scaricare sugli altri i nostri ritardi e le nostre manchevolezze.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. racconto una delle tante conversazioni con i miei piccoli alunni: Argomento "Il mare e l'inquinamento..." Ad un certo punto dico ai bambini:" Bene, se al mare vedete qualcuno che dopo aver consumato il pranzo, invece di gettare la spazzatura negli appositi sacchi, la mette sotto la sabbia oppure la sparge qua e là, voi vi avvicinate e gentilmente cominciate a parlare di come sarebbe più bella la spiaggia pulita". RISPOSTA: " Maestra! E se quelle persone ci insultano e ci danno botte che facciamo?" Allora ....riflettiamo sul fatto che la scuola da sola non ce la può fare a cambiare il modo di pensare! Bisogna costituire un Patto educativo con le famiglie, diventare comunità educante. ampliare il tempo scuola per favorie le sucite didattiche. Se la gente vedrà di continuo le scolaresche in giro per la città si abituerà anche a rispettare le strisce pedonali invece di insultare i docenti ( è successo a me e alle mie colleghe) perchè i bambini perdono troppo tempo per l'attraversamento! Come vedete tutto torna sempre là e cioè al tempo scuola

      Elimina
    2. Mi piace.

      Elimina
  10. Fa piacere leggere un articolo così carico di entusiasmo, di voglia di fare, di critiche ragionevoli verso un sistema che sembra avulso dai bisogni reali della gente. Mi è sembrato tuttavia di cogliere una nota stonata, sul terreno della lotta alla mafia. Ho colto una frase, secondo me infelice, certamente scritta in assoluta buona fede e con l’intenzione di proteggere la nostra terra da un marchio disonorevole che non riusciamo a rimuovere dall’immaginario collettivo: la Mafia. La frase che non mi è piaciuta è la seguente: “Qui, dicono ci sia la Mafia! Ribatto che la Mafia c’è ovunque, sono convinta che ce ne sia di più fuori dalla Sicilia”. Ecco, credo che un insegnante, con la tensione e la passione morale di Mariapia Labita, proprio per la professione che esercita e per la responsabilità che ha, nei confronti di tanti giovani, non possa incorrere in valutazioni come queste che, oggettivamente, possono ingenerare gravissimi dubbi sulla reale esistenza della mafia. Perché usa l’espressione : “dicono che c’è la mafia”. Perché usare questo verbo? forse la mafia è una leggenda? Detta così sembra che si voglia mettere in dubbio una tragedia drammaticamente reale e ben presente nella nostra società, che sparge tanto sangue e che impedisce lo sviluppo di una sana e civile vita democratica. Affermare poi, che la mafia è ovunque, (cosa peraltro vera), aggrava ancora di più l’affermazione precedente poiché autorizza a pensare che, siccome è ovunque, non c’è ragione che in Sicilia ci si preoccupi più di quanto non lo si faccia in Lombardia. Questo, secondo me, è una affermazione (anche se fatta in perfetta buona fede) che ridimensiona il pericolo e la tragedia di Cosa nostra. E’ vero, la mafia ha messo radici anche nel resto d’Italia, fa affari al nord e nelle regioni dove si muovono grandi capitali e appalti. Ma i morti ammazzati la mafia li dissemina sulle nostre strade. Falcone, Borsellino, Boris Giuliano, il giudice Chinnici, il giudice Costa e tutti gli altri eroi siciliani sono stati massacrati a Palermo. È qui che la mafia ha il suo cervello operativo, organizza i summit e decide le stragi. E’ in Sicilia che si nascondono i superlatitanti avvalendosi di un sistema di protezione che mai avrebbero in altre zone d’Italia. E’ in Sicilia che la mafia diventa macelleria, stermina i propri nemici e terrorizza i commercianti a colpi di martello in testa per ottenere il pizzo. Non è vero che c’è più mafia fuori dalla Sicilia. Tutti i Capi dei Capi sono stati arrestati in Sicilia. Da Riina a Provenzano a Michele Greco, a Luciano Liggio, a Pippo Calò. E’ qui che si sta cercando Messina Denaro. Quindi facciamo attenzione, professoressa. Rifuggiamo dal pudore di affermare che in Sicilia c’è la mafia e che è ancora forte perché trova solidi complicità nella politica. Abbiamo il dovere di dirlo con chiarezza e senza attenuanti da trovare al nord. Questa consapevolezza non può che far bene ai nostri e ai suoi ragazzi, perché cogliendo fino in fondo la pericolosità della mafia, saranno più attrezzati per combatterla, insieme a lei.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Dicono che......sì l'ho scritto di proposito ma non per sottovalutare! La MAFIA come diceva Falcone è un fenomeno destinato a scomparire" come tutti i fenomeni. Per tale motivo la mia frase deve essere letta in questa prospettiva. Come dimenticare la strage, le stragi, quando io stessa in automobile m i sono trovata a passare sopra l'esplosivo con i miei due figli piccoli?

      Elimina
    2. Non potevo e non intendevo minimamente dubitare della sua buona fede. Il problema è che, specialmente quando si ha a che fare con l'educazione e con la crescita culturale dei ragazzi, le parole pesano come macigni. Per questa ragione è indispensabile esprimere i propri pensieri trovando le parole giuste e più appropriate, per evitare di correre il rischio di ingenerare equivoci in chi ci ascolta. Buon lavoro

      Elimina
    3. sicuramente in una scuola primaria non si utilizza il linguaggio che ho utilizzato per l'articolo parlando di Mafia.....NON esistono più le lezioni frontali. I docenti guidano gli alunni partendo dalle loro conoscenze e utilizzando spesso la tecnica del brainstorming.I bambini anche se piccoli sentono parlare infamiglia di Mafia, di Guerre, di Stragi e per fortuna c'è la tecnologia che ci aiuta. Ci sono tanti video didattici creati ad hoc per parlare di Falcone e Borsellino. Poi seguono le riflessioni, i disegni, i cartelloni murali, le poesie etc etc. Amo il mio lavoro, molto, e soffro al pensiero di perderlo che, purtroppo, è una realtà sempre più vicina con questo DDL creato per distruggerci più che per assumerci

      Elimina
  11. Un grazie sentito alla signora Maria Pia Labita per il suo bellissimo articolo.
    In questo periodo, su questo giornale, si parla spesso della Sicilia, dei Siciliani, e dei loro problemi.
    Bene, serve a tutti gli Italiani conoscere così da vicino e così bene la terra siciliana, sopratutto come la pensano i suoi abitanti.
    Io sono Veneto, cerco di capire, cerco di interloquire con tutti voi, e articoli come questo aprono un orizzonti nuovi sulla Sicilia e sui Siciliani.
    La visione che hanno molti Veneti della Sicilia è falsata dalla propaganda leghista.
    Ricordate gli slogans bolsi della prima lega? "FORZA ETNA!"
    Ecco, di questi slogans noi siamo stati riempiti per anni. Se ci ponete accanto, la proverbiale ignoranza di coloro i quali pensano che al sud nessuno "abbia voglia di lavorare", che siano tutti mafiosi, ecc. ecc.. Eccovi l'immagine che la gran parte dei Veneti hanno della Sicilia.
    Non è così, e l'articolo della signora Labita lo sta a dimostrare, sopratutto quando parla con grande competenza, della scuola e dei suoi problemi.
    Comunque voglio dirle cara signora, che anch'io, come Alesi, ritengo che sulla mafia lei abbia usato un'espressione "riduttiva" rispetto alla presenza storica e pericolosa della mafia in Sicilia.
    La mafia nasce in Sicilia, il suo cuore pulsante è ancora lì, poi è stata esportata in tutto il mondo, ma è innegabile che tutto sia partito da lì.
    Così come è innegabile che la mafia sia in tutta Italia.
    Chiudo perchè è molto tardi, ma non rinuncio certamente a dirle che lei "non è solo una maestra..... ", ma anche una persona che fa politica, e politica di alta qualità, mi creda.
    E' per questo motivo che mi chiedo: per quale arcano motivo un popolo come quello Siciliano, ricco di cultura, di storia, di arte, che vive in un posto meraviglioso, abbia quasi sempre eletto dei politici (salvo rare eccezioni) che rappresentavano interessi che nulla avevano a che fare con quelli del popolo Siciliano.
    So bene che questa "osservazione" è reversibile, ma la faccio perchè la Sicilia è sempre stata un laboratorio politico che molte volte ha determinato gli equilibri politici nel nostro Paese.
    Cos'è quindi che impedisce ai Siciliani di svolgere un ruolo decisivo per una buona conduzione della loro Regione, e perchè nò, dell'Italia?

    RispondiElimina
  12. Complimenti, articolo molto importante. Ha ragione l'articolista quando afferma che la mafia non è solo in Sicilia. Infatti i migliori alberghi nel settentrione sono della mafia.
    Io penso che il nemico peggiore delle Mafie sia proprio la scuola.
    La scuola occupa un ruolo centrale come contrasto al mondo della criminalità e della mafia e perchè sia efficace lo scardinamento della cultura illegale così radicata in terra di Sicilia, credo che si debba partire prima di tutto dalle nostre giovani generazioni. La scuola va potenziata e come ore di insegnamento/ apprendimento e come numero di docenti per progetti qualificati e molto formativi nel raggiungimento degli obiettivi educativi, didattici e interculturali.
    ...ma anche in altre zone d'Italia..

    RispondiElimina
  13. Ho letto l'articolo che trovo estremamente interessante perché affronta lo spinosissimo problema della diminuzione delle ore di insegnamento (alla faccia della cultura, del progresso civile della nostra povera Italia).
    La scola è allo sfascio, i ragazzi, conseguentemente allo sbando e più demotivati che mai. E quando a una docente preparata, impegnata e compresa del suo importante ruolo educativo, si tarpano le ali, con leggi idiote, che non mirano all'interesse e allo sviluppo della società ma soltanto a qualche INTERESSE PERSONALE e politico, cosa possiamo sperare. Mentre invece, proprio la scuola è alla base di qualsiasi tentativo di sviluppo, di crescita e di un'evoluzione culturale che tanto necessiterebbe in questo difficile e delicato momento storico.

    RispondiElimina
  14. Sono d’accordo su tutto quello che dice quest'articolo, anche sulla mafiosità. La mafiosità e più pericolosa della mafia, sta in ogni dove, è quella, che ha fatto fuggire gente come me, che dopo vent'anni, di emigrazione, decide di tornare in Sicilia per restarci. Ho resistito 10 anni, perchè sono caparbia e orgogliosa. Dopo dieci anni ho buttato la spugna e sono di nuovo in Germania. Terribile per chi non c'è abituato, per chi come me è venuta via da bambina e anche se Siciliana di nascita e per l'amore alla sua isola, non ha fatto in tempo a sicilianizzarsi su questo punto, terribile perchè molte volte, non riesci nemmeno a capire come comportarti, ti comporti non di conseguenza e ti ritrovi in guai, guai più grandi di te, che ti rovinano l'esistenza senza accorgertene.
    I siciliani sono in tutto il mondo, amano la Sicilia e la portano sempre nel cuore, ma in effetti quelli che sono andati via da molto tempo, non sono più siciliani, hanno imparato molto della civiltà in cui hanno dovuto vivere, si sono trovati uno spazio nelle due culture, scegliendo per se stessi le abitudini, dell'una e dell’altra che più sono loro consone. Hanno imparato a vivere con le due culture e non fra le due, le due culture sono bene amalgamate, quindi la loro sicilianità si è attenuata e molte volte anche dissolta.

    RispondiElimina
  15. Angelo Malach Leone Rubino6 agosto 2015 alle ore 09:24

    È un grido di disperazione è un invito a svegliarsi se veramente non vogliamo assistere all' estinzione della cultura e poi della "specie siciliana". Concordo quasi su tutto con la professoressa Labita tranne una cosa: la mafia in Sicilia non merita tanta dolcezza.
    La mia convinzione di riportare la cultura nella scuola e nella società è profonda. Purtroppo abbiamo assistito negli ultimi anni a un declino spaventoso e capisco l'amarezza nelle parole dell'autrice dell'articolo.

    RispondiElimina
  16. Assolutamente condivisibile il “ quadro di riferimento” descritto da Maria Pia Labita, non solo perché frutto dell’esperienza di una insegnante ma, soprattutto, perché si incastona in un contesto – la Sicilia – che già dall’Unità d’Italia ha subito le più grande “Solate”! Su questo ci torneremo un’altra volta! Fate un parallelismo o una comparazione e Vi accorgerete quanta ragione abbia Mariapia LBITA nel considerare il FENOMENO MAFIA del XXI secolo! Un esercito armato è più che una lupura pronta a sparare e che mette soggezione, incute terrore e contemporaneamente difende i potenti che operano nella loro riservata A-Legaità più totale! I Siciliani hanno subito questo, non solo dai Piemontesi, pseudo liberatori dell’oppressore, ma se facciamo un telerama di secoli, questo popolo è stato veramente vessato, soggiogato, sfruttato e disprezzato oggetto di predatori, magari bonaccioni e pseudo dabbene! Ma nessuno ne parla, perché è meglio stare con i VINCITORI MISTIFICATORI DELA VERITA’ che battersi per la VERITA’ VERA che, per altro, “significa crearsi NEMICI POTENTI nelle varie “costellazioni” del sistema” !
    Sono convinto che nessuna riforma, per l’esperienza che ho possa COSTRUIRE UNA BUONA SCUOLA se le risorse che in essa interagiscono non vengano coinvolte e non vengono resi parte attiva nei processi di pianificazione e di didattica! Occhio, volutamente alcune discipline sono state affievolite ( storia, filosofia, diritto, educazione alla cittadinanza attiva) , perché questi sono i SAPERI che possono “minare” un potere che resta in una legittimazione discussa! Vi sono altre discipline che meritavano di essere inserite ma non conviene a certe Lobby … Ciascuna forza politica cerca le condizioni in cui, nel futuro prossimo, potrà investire …. Al meglio per una condizione diffusa che si ritroverà, grazie alle omissioni o alla carenza di leggi che possano agevolare certi fenomeni e prevenirne altri !
    Certo ci sarà molto da “lavorare” sulle “persone” su “alcune” persone, per fortuna non tutte! Ma lavorare sulle persone è la cosa più difficile! Il Sistema ha tante figure per fare questo tipo di “restailing”? Sicuramente si! Ve ne sono tante, soprattutto coloro che per “preparazione, intuito, sagacia, competenza e motivazione”, magari invisi al potere dominante di quel plesso o di quell’Istituto proprio perché “SAPUTELLI” potrebbero dare un grosso scossone al “torpore” che all’interno dl sistema si è innescato!
    Dovrei entrare nel merito anche sulla didattica, sulla MISSION vera della Scuola, sulla VISION non sempre condivisa e concordata … ma soprattutto dare una zummata sulle condizioni in cui molti “docenti” sono costretti a svolgere la PROPRIA MISSIONE ! Fare l’insegnante Non è un “MESTIERE”, l’INSEGNANTE NON METTE BULLONI ne tanto meno stringe viti o stampa fogli a ciclostile… l’Insegnate è un “ professionista” da cui dipende il “futuro” dei Giovani che gli sono stati “affidati per seguir virtute e conoscenza”! Ergo, l’insegnate ha il compito di far si che i giovani, alla luce delle discipline trattate abbiano una visone OLISTICA della Cultura trasversale che le conoscenza delle varie discipline innesca! Riconoscere tutto ciò significa rispettare queste figure, non esporle a spostamenti, trasferimenti tanto per far qualcosa di diverso … L’Insegnate è come il medico, anzi hanno molto in comune tra cui il diritto di “lavorare in serenità”! Un insegnate che conosce le condizioni del territorio in cui espleta la sua Missione sicuramente meglio svolgerà la sua didattica sotto il profilo “Culturale” non quello che in Giappone ha definito il nostro caro Presidente del Consiglio…. Piuttosto il saper coltivare il Buono, il bello e soprattutto la cultura del sé Etico, cosa che ancora non abbiamo visto testimoniare in politica.
    Torneremo presto sull’argomento … da cui dipenderà il Futuro dell’Italia e non solo!
    Grazie Mariapia per avermi stimolato a fare questa riflessione!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ho potuto inserire tutto il commento perchè le lettere eccedevano il n° do 4096 -però al fine di meglio comprendere alcuni passaggi desidererei che si inserisse quanto segue da dopo il punto il esclamativo di "SOLATE! Inserito questi paragrafi che ho dovuto toglie e poi continuate....
      ""”! Una fra tutte i milioni che il “Liberatore” G. Garibaldi chiese in prestito, firmando documenti spazzatura che promettevano la restituzione, perché, quei soldi, sarebbero serviti per dare un assetto istituzionale alla nuova Unità d’Italia, sotto il potere monarchico piemontese. Ancora i Siciliani aspettano quella restituzione con gli interessi! Fu un Estortore oppure un abile Ladruncolo? Penso che sia il comportamento di un condottiero mercenario che in cuor suo avrà pensato: " VAE VINCTI! " Altro che... Forse eroe per chi enfatizza, forse per coloro che andarono in Inghilterra a chiedere prestiti ( forse restituiti ma ai siciliani no ! ) per fare l'unione … vorrei vedere cosa c’è da enfatizzare! Quale sia stato il ritorno di tutto ciò non si è mai risuscito ad individuare! Un danno connesso a questa nuova condizione di soggezione fu l’annientamento della Flotta dei Florio, la chiusura di alcune miniere, la dismissione di alcuni opifici e la riduzione delle rotte commerciali e potremmo continuare fino agli anni ’40, quando il popolo siciliano, spinto dalla fame, si era recato presso un “forno” nei pressi del teatro Massimo dove le truppe piemontesi, per proteggere l’ordine pubblico di gente che moriva dalla fame ( ricordiamo che siamo nel XX secolo, l’Unità era già fatta !) spararono sul mucchio lasciando a terra decine di morti e feriti ! Questo abbiamo avuto da quel Regime NON MAFIOSO, dei piemontesi che, per opportunismo e comodità politica, fin dall’inizio, questa UNITA’, ancora da definirsi perché piuttosto vacillante , ci costò un’estorsione di Milioni e molto altro ! Ma questo in politica non conta! Non conta che non si ha una CULTURA condivisa, non Conta legiferare secondo deontologia, non conta che la legge sia “uguale per tutti” e che tutti i “cittadini sono uguali di fronte alla legge” qualunque sia il ruolo o la funzione… non conta che il Paese sia diviso in Caste… ciò che conta è mantenere l’ORDINE e Gestire il POTERE !

      Elimina
  17. Letto l'articolo e letti i commenti.
    Tirando le somme concordo pienamente con quanto già scritto dal Prof. Alesi e penso che se mi dilungassi troppo finirei col ripetere gli stessi argomenti e arriverei alle stesse conclusioni.
    Non v'è dubbio che l'articolo è principalmente, e a ragione, un inno alla Sicilia, questa regione così ricca di storia, cultura e depositaria di civiltà diverse sbocciate sotto diversi soli, ma che alla fine hanno contribuito alla crescita umana di codesto pezzo di terra e dei suoi abitanti.
    Se guardiamo poi al settore "cultura" bisogna dire che essa è quanto mai ricca di menti eccezionali: Verga, Pirandello, Sciascia. Di Lampedusa, Camilleri. e se dimentico qualcuno ne chiedo venia che vivono e fanno vivere a tutti noi la grande passione, l'intelligenza, la capacità inventiva di un popolo che rende poetico anche il gesto o l'atto rusticano.
    Mi sembra però di cogliere nell'Autrice una certa esitazione nel parlare di quella "piaga" che, secondo lo storico inglese John Dickie cominciò a manifestarsi attorno agli anni 1860, ovvero dopo l'avventura garibaldina, e che tutt'ora getta un ombra di riserva sui siciliani: parlo, ovviamente della "mafia"!
    Questa "piaga" purulenta che ebbe origine negli aranceti di certo Dr.Galati ad opera d'altrettanto certo Benetto Carolla.
    Sarebbe lungo raccontare l'intera vicenda ma quello che è certo fu che il "pus", tracimando dagli aranceti alle altre mille attività umane divenne, nell'isola, il vero "governo" di ogni sua manifestazione vitale-
    Stando alle ultime vicende ancora ha funzione preponderante nella conduzione della vita politica e sociale dell'isola per cui non si potrà mai dire che il suo sviluppo possa manifestarsi in forma diversa se non si arriverà a debellare definitivamente tale piaga che, peraltro, essendosi infiltrata nelle alte sfere politiche e capitalistiche del continente, in particolare arrivando addirittura al governo nazionale., come le recenti cronache ampiamente dicono in unione con quei poteri massonici che da sempre hanno manovrato l'attività umana negli ultimi due secoli.
    Ecco, se mi è permesso dirlo, l'Autrice avrebbe dovuto calcare un tantino di più la mano su tale aspetto della vicenda.
    Rinnovando i complimenti per i contenuti dell'articolo credo però di dover augurare alla Sicilia e principalmente ai suoi abitanti che abbiano la forza e il coraggio di adoprarsi per rendere inattiva la loro più grande disgrazia in relazione ad una crescita civile della società tutta.

    RispondiElimina
  18. Cara, Mariapia, ho letto il tuo articolo con tanta attenzione e tanta rabbia. Ancora una volta cerchiamo nello stesso tempo di essere reattivi, propositivi, ma anche inutilmente razzisti e lassisti. Tieni conto che anche io, almeno per origine, sono siciliana e penso che il siciliano non si sappia staccare dalla propria "storia". Forse è così per tutti e le notizie che ci vengono fornite dai media lo confermano. Ma tornando all'argomento scuola, riconosco che ho stratificato idee molto confuse. Non so in quale direzione stia andando la riforma scolastica, né' tantomeno se sia giusta o ingiusta. So soltanto che mi sembra un ritornello valido per un altro ventennio. Il tuo articolo mi piace proprio perché esprime dolore e rabbia contemporaneamente. Da parte mia posso affermare che, non so quanto coscientemente, tu hai centrato il fulcro dell'essere la società attuale: è una questione di TURNI. Oggi a me domani a te. Il tempo passa in fretta, ma stiamo alimentando il malcostume aspettando la manna dal cielo. Sei forte.

    RispondiElimina
  19. Avevo mitizzato la figura di mio nonno. Avevo 12 anni e non l'avevo ancora conosciuto. Tutta la famiglia Granata , eccetto mia mamma, si era trasferita a Milano subito dopo la guerra. I miei zii si erano tutti sposati e si erano fatti una certa posizione, tranne l'ultimo che aveva poco più di 20 anni e viveva ancora con i genitori. Nel 1953 i miei genitori vanno a Milano per trovare la famiglia di mia mamma e decidono di trasferirsi anche loro a Milano. Comprano un appartamento ancora in costruzione in via Pezzotti e si decide che ci si trasferisce nel 1954. I primi a farlo sono mio padre e mio fratello maggiore. Mio padre trova subito lavoro ed anche mio fratello. La casa non è pronta ma si va a stare a Lissone dai miei nonni. Alla fine dell'estate c'è il problema della mia scuola ed allora approfittando del viaggio di una mia prozia che va a Milano a trovare fratello e nipoti, mia mamma decide di mandarmi con loro. A quei tempi i telefoni ancora erano praticamente sconosciuti e nessuno viene avvertito del nostro arrivo. La mia prozia va a vivere in casa di mio zio Salvatore che allora abitava nel centro di Milano ed io vengo mandato a Lissone a casa dei miei nonni. Ricordo l'accoglienza che mi fece mia nonna. Non finiva mai di abbracciarmi e di baciarmi. Anche mio nonno fu molto affettuoso. I miei nonni vivevano nella centrale piazza Libertà e la loro casa consisteva di una grande cucina ed una stanza da letto. Il gabinetto era, come si usava allora, nel ballatoio. Nella stanza da letto dormivano i miei nonni, mio padre e mio fratello, mio zio dormiva in cucina ed io fui sistemato a dormire nello stesso letto di mio fratello. Era così che doveva essere e i miei nonni e mio zio non mostrarono nessun segno d'insofferenza. Una famiglia era una famiglia.

    RispondiElimina
  20. Condivido in toto l'articolo. Con suicidi di disoccupati ed imprenditori e un catastrofico debito pubblico anche tutta la nostra Italia non è l'America. Su tale catastrofe, per non aver gestito dal 1970 la res publica con la diligenza del buon pater Familia paghiamo circa 100 miliardi annui di interessi passivi con tagli di servizi sociali, e tasse, imposte, salassi. Per finanziare i servizi sociali, come scuola e sanità, la ricchezza bisogna produrla. Redistribuire la ricchezza è facile, ma arduo redistribuire i debiti. Molti non si rendono conto, e politici e sindacati fingono d'ignorarlo, del fenomeno epocale della globalizzazione che tende a ridurre ed eliminare i dazi doganali anche tra Paesi con differenti potenzialità economiche e notevoli differenze del costo del lavoro. L'art. 4 della Costituzione recita: "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro E PROMUOVE LE CONDIZIONI CHE RENDANO EFFETTIVO QUESTO DIRITTO". Con la globalizzazione, affrontata a schifio, le condizioni per il lavoro dall'Italia sono state spostate all'estero; basta osservare l'etichetta di quel che si compra: made in Cina, in Turchia, ecc. Miei amici comprano un televisore Autovox, convinti che fosse italiano; appena lo uscirono dallo scatolo, sorpresa: "Mamma turco è! Made in Turchia!". Mica male comprare o costruire all'estero una cosa al costo di 10 euro e venderla, in Italia e in altri Paesi Occidentali, 100 euro! La globalizzazione causa grandi arricchimento, disoccupazione, miseria. Se imponessimo forti dazi doganali alle importazioni la "cortesia" verrebbe ricambiata alle nostre esportazioni, e sarebbe peggio. Ma la globalizzazione puo' essere un'opportunità e si puo' affrontare con uno Stato snello, poco costosi, con burocrazia non opprimente; basta eliminare sprechi, mandare a... quel paese la Repubblica di privilegiopoli e di tangentopoli (ex Repubblica Italiana), dimezzare il numero di Deputati e Senatori, quasi il doppio di quelli degli USA, invece di sviare il Senato in senaticchio non elettivo, ed eliminare dall'Etna alle Alpi, tante poltrone superflue come i costosissimi consigli regionali ordinari e speciali. Senza le regioni ordinarie l'Italia realizzo' il miracolo economico post disastro seconda guerra mondiale; purtroppo esistevano già le regioni speciali. Catania fu definita Milano del Sud e la lira vinse, nel 1960, l'Oscar come moneta più forte del mondo. Oggi non ci sono dollarazzi, quindi a maggior ragione urge eliminare l'enorme spesa pubblica asociale ed improduttiva. Alle regioni sono preferibili le Province, ridotte di numero, miglior espressione di autonomia locale, perché amministrano un territorio più piccolo di quello regionale. Per me è insensato eliminare le Province elettive per sostituirle con le città metropolitane non elettive. Il risorgimento economico occupazionale sociale morale è possibile, pur con globalizzazione euro o lira, anche per porre fine alla tragedia 25ennale di suicidi di disoccupati ed imprenditori. Possiamo essere in Europa primi inter pares.

    RispondiElimina
  21. https://www.facebook.com/emanuele.levantino.1/videos/10206159913069823/

    RispondiElimina
  22. Chi ha votato per il pd cosa si aspettava?

    RispondiElimina