domenica 29 marzo 2015

TRAGEDIE, MAL DI VIVERE. CHE SUCCEDE?

Andreas Lubitz aereodi Giangiuseppe Gattuso - Avevo qualche dubbio a trattare l’argomento, ritenendolo non del tutto attinente allo spirito del blog.

Ho pensato di farlo dopo avere letto l’articolo di Mario Botteon sulle speculazioni politiche, anche su una tragedia come questa. Per riflettere su una questione a forte rilevanza sociale, spesso sottovalutata. Sulla quale, ancora oggi, c'ė ignoranza e superficialità, disattenzione colpevole, causa di gravi conseguenze. E non parlo di chi ne soffre, a volte inconsapevolmente. Mi riferisco a chi, amici, familiari, colleghi, e datori di lavoro, il più delle volte, non fanno tutto quanto possibile e necessario.

La parola chiave è “depressione”. Il male oscuro, a volte indecifrabile, tenuto nascosto, inaccettabile, e, appunto sottovalutato. Sofferenze infinite, malessere sottaciuto, vite vissute malamente. La si sfugge, si evita di parlarne, perché non è una malattia normale, siamo nella sfera della cosiddetta ‘psiche’, quel qualcosa ancora impenetrabile, fuori dalla portata per i più. E c’è, molto diffusa, una sorta di rassegnazione, “era destino”. Ma, invece, nella casistica conosciuta, spesso sarebbe stato possibile intervenire adeguatamente e con ottime probabilità di successo. Prima di tante, troppe, ingiustificate tragedie. La natura biologica della malattia, infatti, è acclarata e i trattamenti farmacologici hanno spesso esiti risolutivi. Basta affidarsi a gente competente e non solo a chi affronta tali gravi disagi con infinite sedute psicoanalitiche.

parenti_vittime_airbus_germanwings4_1Martedì 24 Marzo 2015 sul fianco delle Alpi francesi l’ultima immane sciagura. E, pare ormai molto probabile, una ‘lucida’ pervicace volontà di un ragazzo di 27 anni che ha ritenuto ingiusto il verdetto medico sulla sua inadeguatezza a pilotare un aereo. Una vendetta contro tutti per dimostrare le sue capacità. Dall’interno della cabina di pilotaggio Andreas Lubitz ha azionato il cockpit door, ha chiuso definitivamente la porta d’ingresso, lasciando fuori il pilota comandante. In questo modo è diventando il padrone assoluto della vita degli altri 149 passeggeri dell’Airbus A320 della compagnia Germanwings. Niente da fare, nessuna possibilità di salvezza, nessun intervento per bloccare la lucida follia.

Aereo GermanwingsEcco la questione delicatissima. Lufthansa, la compagnia da cui dipende Germanwings, non ha informazioni sulle malattie dei suoi dipendenti. L’idoneità o meno di un pilota è stabilita da un ente federale. Come se il “mestiere” di pilotare un aereo di linea fosse come quello di un impiegato qualsiasi. Di un addetto al recapito della posta o di uno sportellista, con tutto il rispetto. Stiamo parlando di individui ai quali affidiamo la nostra vita, ciecamente, senza dubbi sulle loro capacità e condizioni di salute. E, quindi, che senso ha invocare la privacy. Che senso può avere per una compagnia l’impossibilità di conoscere sempre e comunque le reali condizioni di salute psicofisica di chi ha, per professione, la responsabilità della vita di se stesso e quella di tanti altri.

E lo so bene che è e sarà impossibile evitare altre tragedie. Perché ci sarà sempre un motivo, un fattore scatenante, un guasto tecnico, un incidente qualsiasi.

Ma la malattia nascosta, no. Il disagio, il malessere oscuro, la depressione in tutte le sue sfaccettature e livelli di gravità, no. C’è una letteratura scientifica e consolidate metodologie diagnostiche alle quali non si può sfuggire. Anche facendo di tutto per nasconderle. Credo ci sia qualcosa da rivedere nel rapporto tra datore di lavoro e dipendente, tra istituzioni sanitarie e enti che sovraintendono ai settori del trasporto passeggeri, a quello aereo e non solo.

Insomma, è arrivato il tempo di cambiare qualcosa nei regolamenti, nei contratti di lavoro, anche a scapito di un po’ di privacy in meno. Ne va della vita degli altri.

Giangiuseppe Gattuso
29 Marzo 2015

26 commenti:

  1. Il mal di vivere, uno stato d’animo terribile, una malattica che può essere curata e sulla quale c’è troppa superficialità, come dice bene l’autore. Condanno, per questo, la compagnia aerea per la leggerezza con la quale, a causa di controlli inadeguati e con la scusa della privacy, ha permesso una simile tragedia.

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  2. Caro Giangiuseppe, l'argomento che tratti nell'articolo è ancora oggi troppo sfruttato per celare spesso altre mire..
    La tragedia è così temporalmente vicina che non riesco a fare un'analisi freddamente oggettiva di tutte le notizie che ci stanno fornendo. Mi chiedo se sia vero che una depressione possa portare ad essere tanto lucidi per 8 lunghi minuti a perseguire un obiettivo omicida di tali dimensioni. E perché hanno indirizzato le indagini subito sul copilota? Perché hanno trovato subito un certificato strappato? Perché la compagnia aerea ha subito una ricompensa ai familiari delle vittime?
    È probabile che sia influenzata dagli attentati in Francia, in Tunisia, in Yemen, ma il susseguirsi di questi eventi e le recenti morti di attori e cantanti mi fanno paura. Sembra un bollettino di guerra.. Non voglio sapere chi vince, voglio essere più fredda ed attendere che il tempo ci faccia capire meglio la ragione di tutto quello che sta succedendo. A mio avviso più si parla di depressione o di incapacità di intendere e di volere è più nessuno si assumerà la responsabilità di queste stragi. Molto strano che un divieto assoluto di pilotare non sia stato portato a conoscenza della compagnia.

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  3. La depressione viene chiamata anche "il male oscuro" perchè lavora talmente in oscurità che spesso,molto spesso non si prende in considerazione purtroppo è in aumento. La privacy di ognuno di noi è sacra e lo è anche sul posto di lavoro, però quando si parla di lavori "particolari" come pilota o copilota, forse, sarebbe bene ledere, nella giusta maniera, un po la privacy. Mio marito è metalmeccanico la ditta gli ha fatto prendere la patente del muletto, macchina, per chi la conosce, piuttosto pericolosa perchè non hai una visuale completa dello spazio intorno a te, quindi puoi mettere a rischio la vita di altre persone.Ogni sei mesi lui è "costretto" dalla ditta a fare gli esami del sangue e delle urine, le risposte degli accertamenti non arrivano a casa ma direttamente in ditta in questo modo controllano se, nel frattempo, ha fatto uso di droghe psicofarmaci o alcool. Preciso che quando si presenta per gli esami deve compilare un modulo con scritto se nell'arco dei sei mesi ha preso dei medicinali deve scrivere persino se ha preso un aspirina o aulin. Ecco, questo potrebbe essere un modo per controllare le persone che in qualche modo hanno "in mano" la vita di altre persone. Il datore di lavoro fa fare accertamenti medici, anche psicologici, se il lavoro lo richiede per poi avere direttamente i risultati. Non credo che così si leda la privacy dei lavoratori.

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  4. Capisco la volontà di voler scoperchiare un problema di disagio e/o di non comprensione , ma , se guardi bene ci sono innumerevoli precedenti in questo , come in altri campi . La chiusura dei MANICOMI , le scoperte della psicoanalisi , le nuove frontiere del lavoro adatto alla persona e non il contrario , e così via ... però, visto che Gian Giuseppe me ne dà l'occasione , vorrei accennare al disagio incolpevole di molti ragazzi , nel trovarsi educatori incapaci a quel ruolo , perché non vi è una reale , severa, scrupolosa , selezione per il mestiere più bello e pericoloso che esiste , educare i giovani a diventare umani , o , perlomeno , non disumani , Ti sei mai chiesto , quanti incompetenti si trovano a fare danni incalcolabili , in questo campo ? Fortunatamente che i più , lo fanno con spirito amorevole e competenza , unito a grandi sacrifici ed a scarsi salari ( infatti i bravi educatori ed i cattivi , guadagnano allo stesso modo , anzi ) ... perché non apri il dibattito su questo argomento ? ma con una regola aurea , interventi brevissimi di non più di 10/15 righe e ne vedremo delle belle .

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  5. Bello come articolo ma non credo che l'incidente sia stato causato dalla depressione del pilota ma a un tragico incidente dovuto a una manovra non riuscita delle forze armate degli Stati Uniti.

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  6. Non credo alla depressione del pilota troppo sceneggiatura mady in usa ci vedo.
    1) il primo giornale che si spara la notizia é il NYT e già mi spuzza
    2) un aereo che si schianta contro una montagna non può spargere i resti su una vasta area ma li concentra sul punto dell impatto.
    3) non si trovano i motori ma trovano subito la scatola nera delle registrazioni audio
    4) ci mostrano la scatola ritrovata ma nella fretta si scordano di togliere la rugine negli aerei queste componenti sono sempre molto curate e controllate quella in foto sembra provenire da qualche cimitero d aereo
    5) ci dicono che il pilota respirava regolarmente bene la cabina pilota di quell aereo non e cosi silenziosa da fare percepire al registratore il respiro del pilota non e una sala d incisione. a meno che uno affetto da grave depressione mentre ha deciso di suicidarsi e il comandante tenta di sfondare la porta ha pensato bene di mettersi cuffie e microfono per registrare il suo respiro o per dare le coordinate alla torre di controllo.
    6) nei cieli di francia italia e svizzera c era un esercitazione militare della nato con aerei e aggeggi volanti mady in usa
    7) gia un altro aereo stava venendo giu nei passato recente con la stessa dinamica.
    8) se non hanno trovato i motori nel punto di impatto che sono in titanio e tutto sparso su vasta area questo significa che l aereo é esploso in aria e si sparso in giro per i monti esclusa la scatola rossa che ha dato le sue coordinate e spedito via wi fi le info al NYT
    la depressione é grave ma ancora piu grave é credere alla verità della televisione e alla verità dei nostri governanti che sono bugiardi patologici.
    buone riflessioni

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  7. Condivido ciò che hai scritto Giangiuseppe! La depressione purtroppo è una malattia subdola e nascosta e il non parlarne, spesso per vergogna, sta ultimamente creando vere e proprie tragedie!

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  8. Le riflessioni del direttore sono esatte al 101 per cento, anzi sembra che l'amico Giangiuseppe conosca bene l'argomento della depressione per come bene ne parla.
    Il vero problema è che la tragedia è troppo recente perchè se ne possa parlare in maniera plausibile. E' passato troppo poco tempo, e ogni ora spuntano nuove ipotesi e teorie sul come e il perchè dell'immane disastro. Le domande poste da Guido ics (altro anonimo) sono molto intriganti e interessanti. E' pur vero che ad ogni evento catastrofico i complottisti cercano e comunicano le loro ipotesi, in genere antiamericane, ma quì è d'obbligo la prudenza.
    Chissà ancora quante verità verranno fuori.
    Per la tragedia di Ustica ci sono voluti alcuni decenni per sapere la verità.
    Quì ci sono tante cose che non quadrano, tipo l'incazzatura del presidente Obama e la notizia data in prima assoluta da un giornale americano, ma anche tutte le altre cose proposte da Guido.
    Insomma, fermo restando che l'articolo di Giangiuseppe centri perfettamente l'argomento della depressione cui sarebbe incappato il pilota Lubitz, e che le sue riflessioni siano di una validità assoluta, tutto resta sospeso a quella che è la verità sui motivi della catastrofe e che oggi, forse, non sappiamo.

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  9. Il mio modestissimo parere e' che la depressione ti spinge ad allontanarti da tutti e tutto, e si ,vuoi morire ma non ti porti dietro altre persone, se lo fai lo fai da solo proprio perche' e' una situazione cosi' intima con la tua anima che non la dividi.
    Questo era semplicemente un pazzo desideroso di protagonismo ovviamente se le cose sono come le sappiamo ad oggi.La suaex fidanzata ha rilasciato un'intervista in cui lui diceva che un giorno si sarebbe parlato di lui.... ecco appunto un pazzo , maniaco di celebrita' peccato , una celebrita orribile

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  10. Se davvero la causa del disastro dell’aereo, disintegrato sulle montagne francesi, è dovuto alla depressione del pilota l’aviazione civile dovrebbe indagare meglio e più a fondo sulla salute mentale di chi trasporta milioni di passeggeri al giorno nei nostri cieli. Perché dico questo? Perché quello di cui parliamo da qualche giorno non è l’unico incidente determinato dalla volontà di un pilota. Vorrei ricordare almeno tre casi in cui la volontà suicida di uno dei piloti ha causato lo schianto di un aereo di linea causando la morte di tutti i passeggeri a bordo. Nel 1994 fu accertato dalla registrazione della scatola nera, che un ATR42 precipitò nelle coste atlantiche a causa di un gesto suicida del pilota (stavolta era il comandante mentre il copilota cercava di dissuaderlo). Prima dello schianto, come risulta dal voice recorder, il pilota pronunciò una sola parola: morire! Nel 1999 Un Boing 737 nuovissimo in servizio solo da 10 mesi, si disintegrò nell’isola di Sumatra facendo 104 vittime per volontà precisa del pilota che ingaggiò una lotta col suo copilota, come risulta dalla scatola nera. In Egitto ancora un altro disastro a carico di un Boing 747 che si schiantò in mare facendo perdere la vita a 217 persone. In quel caso fu il copilota, che negli ultimi mesi aveva avuto gravi problemi personali, a provocare volontariamente il disastro. Può darsi che il mestiere di pilota favorisca l’insorgere di malattie depressive. C’è da augurarsi che, finalmente, tutte le compagnie intensifichino i controlli psico-fisici del loro personale per farci volare con maggiore tranquillità.

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  11. Non sempre si riesce a capire chi soffre di questa subdola malattia, di solito i soggetti che ne soffrono la mascherano per non ammettere questo loro disagio. Disagio scaturito da frustrazioni, delusioni e sconfitte, sarebbe come mettere a nudo la loro debolezza. Magari si aspettano che siano gli altri ad accorgersene ma oggi si vive freneticamente ed anche egoisticamente, guardiamo con superficialità ciò che ci circonda, senza accorgerci che chi ci chiede di tendergli una mano a volte è proprio accanto a noi. Riguardo alla sicurezza penso che i piloti, o chi fa un lavoro di responsabilità prendendo in consegna vite umane, quando periodicamente fanno esami clinici, il medico dovrebbe dare una copia di questi anche al loro datore di lavoro, nel caso del pilota, alla compagnia aerea.

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  12. Alcuni amici nutrono (e lo scrivono) dei dubbi sulle reali cause del disastro, fino ad ipotizzare cause esterne, qualcuno da la colpa agli Americani. Va beh, ognuno la può pensare come crede. Personalmente sono convinto che la ricostruzione fatta con l'ausilio della scatola nera, sia quella veritiera.
    Ha fatto bene il Direttore ad affrontare il problema, analizzando le cause, i sintomi, della depressione. Cosi come ha fatto bene a sottolineare che la malattia su di un pilota, non ha la stessa valenza della stessa su un portalettere.
    Da parte mia ho posto la questione della speculazione politica che degli omuncoli politici hanno fatto su questa immane tragedia. Non dovevano farlo. Se fossero stati zitti, non avrei scritto nulla.
    IL Direttore invece ha affrontato una questione che non riguarda solo (è già molto) la tragedia di Francia, ma, secondo me, ha allargata la questione sulla malattia, e, sopratutto sulla pericolosità che essa può causare se ad esserne colpiti, sono uomini o donne, responsabili delle vite altrui.
    Hai aftto bene caro GGG, questa malattia, malgrado i tanti passi avanti fatti (vedi legge Basaglia), è curabile, ma, secondo me, può essere recidivante. Sarebbe curatabile lo stesso, ma proprio per questo (recidivante), un uomo responsabile di altre vite umane, dovrebbe fare un'altro mestiere. Cosi la penso, e così la dico.

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  13. La trascrizione completa della registrazione della "scatola nera" fatta da tecnici indipendenti sotto la sorveglianza di magistrati dei tre paesi maggiormente coinvolti dimostra essersi tratto di un gesto compiuto da un depresso che oltre ai problemi psichici aveva un grave problema alla vista ( vista ridotta del 30%). Tutto è ampiamente dimostrato dai numerosi certificati medici rinvenuti nell'abitazione di Lubitz e dalla testimonianza della fidanzata che ne ha confermato il grave stato di instabilità mentale. L'unica responsabile di questa tragedia è la Lufthansa che cerca di scrollarsi le proprie responsabilità nascondendosi dietro l'alibi della privacy. I dietrologici aspiranti registi complottisti alla Michael Moore per una volta si rassegnino. Suicidio-omicidio!

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  14. Sapevano? Sì, è appurato! Una malattia diagnosticata da tempo. D'altra parte 15 persone su 100 soffrono di depressione.
    Adenonia bio-psico-sociale, più presente nelle società del benessere.
    Al contrario di come si potrebbe pensare, proprio in queste società la vita diventa “inaccettabile” fin dalla nascita, una forma di rifiuto che poi si manifesta come depressione in condizioni di respingimento di un qualche persistente malessere (e chi non ne ha!).
    Alla base, la mancanza di quei valori che riordinino la loro scala, e che consentano il vivere il disagio come normalità.
    Se poi vi associamo un troppo alto senso di sé, molto comune nel depresso, e che non sia riconosciuto dalla comunità in cui egli vive ed opera, il quadro è completo: divento violento e, se posso, mi vendico!
    La depressione, qualora si manifesti, non è curabile; si può attenuare, si può aiutare il malato con sedute analitiche e psicofarmaci, ma sono solo rimedi di superficie e temporanei, egli resterà sempre tendenzialmente un depresso; purché non si compiano percorsi di ristrutturazione del sé.
    Ma qui si aprirebbe un altro capitolo, né è questo il caso in questione!
    Ecco perché mi chiedo: si può affidare un aereo ad un depresso riconosciuto tale dalla medicina ufficiale?
    Ci sono tanti lavori, e prima di dare una qualche responsabilità a qualcuno bisognerebbe valutare con attenzione non solo che qualità abbia, ma se esse siano adeguate al compito da portare avanti.
    Questo in ogni lavoro. Quanti “aerei” si dirottano per esempio nelle scuole!
    Quante vite perse nella “depressione” dei nostri quartieri, delle nostre città, nei contesti familiari disagiati!
    La nostra, lo sappiamo, è una società del malessere.
    Tutti alla ricerca di successo, bellezza, denaro, sesso....
    Chi si accorge più di un fiore che stia nascendo sul bordo di un marciapiede?
    Quali strumenti diamo ai nostri figli perché possano essere in grado di gestire in un “recupero valoriale” il malessere del momento, che sicuramente c'è, ma che va vissuto come normalità dell'esistere, e non come qualcosa da rifiutare in partenza, e a cui dover porre“forzatamente”rimedio perché necessariamente patologico!
    Il disagio è parte della vita, nulla di più. Il ricorso a strumenti di rigetto forzato diventa pericoloso; il convincimento di doverlo curare già emargina, rende diversi, e crea -come non potrebbe- quel malessere che se persistente sfoghi poi in depressione.
    Molto hanno giocato nel pilota il timore di perdere il suo progetto di vita e soprattutto il successo.

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  15. Ama il Prossimo tuo come te stesso. Il guaio è che oggi molti non amano se stessi: chi si attrippa, chi si allitra di alcol, chi si abbuffa di droga, chi si abbuffa di tabacco. Se l'aereo tedesco è veramente caduto per la pazzia o la depressione del pilota, non sarebbe mica male meditare su questa equazione: +Vangelo = -omicidi -furti - imbrogli -tangentopoli -tasse +sviluppo economico -suicidi -depressione -società inkasinata -psicofarmaci che fanno rincoglionire. E' MATEMATICO! Senza obbligo di conversione, non sarebbe tempo sprecato la lettura del Vangelo con relativa meditazione per tutti anche per Non Credenti e Musulmani. Oggi nel mondo c'è più kasino del necessario. Clericale? No, pratico, pragmatico, laicale.
    La laicità è un GRANDE VALORE; le sue radici sono evangeliche: "Date a Dio quel che è di Dio, ed a Cesare quel che è di Cesare". Succedono kasini quando la Laicità viene buttata in ideologico laicismo. Il guaio è che oggi Cesare non distingue quel che è suo da quel che è di Dio: e siamo fottuti. Ne sanno qualcosa le povere persone macellate e spappolate dalla caduta e dall'esplosione dell'aereo tedesco, se sono state provocate dalla depressione/pazzia del pilota.

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  16. Elsa Emanuela Stella30 marzo 2015 alle ore 13:54

    Purtroppo chi è malato di mente è convinto di star bene, e le medicine se gliele danno non le prende. Esperienza personale.

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  17. Veramente ho sentito che Luftahansa-Germanwings conosceva che Lublitz si era sottoposto a trattamenti anti-depressivi, che quando era andato ad addestrarsi negli USA era stato momentaneamente sospeso dal servizio per problemi di salute, non credo che l'assunzione di farmaci sia di per sé incompatibile col pilotare un aereo o con lo svolgere qualsiasi lavoro in generale, occorre sempre vagliare il singolo caso e la singola soggettività della persona (ognuno può reagire a suo modo ad un trattamento terapeutico), a volte la somministrazione di sostanze può essere coadiuvante a rendere più efficiente una prestazione di servizio, esemplare il caso che l'aviazione USA durante la seconda guerra mondiale fornisse anfetamine ai suoi piloti prima delle missioni. Prima di tirare in ballo la depressione di Lublitz e dare per assodato che l'aereo sia stato da lui deliberatamente condotto a schiantarsi al suolo mi interrogherei abbastanza sul come mai dalle immagini che ci hanno mostrato non si evidenzia in quale punto sarebbe avvenuto l'impatto al suolo, tale da creare una discreta voragine, fin quando non c'è chiarezza su questo può formularsi ogni ipotesi alternativa a quella finora diramata ufficialmente quale causa del disastro.

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  18. Mah... certo la pista Americana non è male.
    Però alla fine in qualche modo potrebbe entrarci anche Matteo Renzi, perché no, e poi chissà anche il precedente papa, tedesco anche lui, forse depresso tanto da dimettersi, insomma lo spazio per le ipotesi è tantissimo, non mancherà di certo agli amici del blog contribuire ulteriormente.

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  19. Odioso fare, come Sallusti, il parallelo Lubitz-Schettino. La Germania siè comunque ritrovata in una situazione psicologica estremamente imbarazzante: per un malinteso senso di rispetto della privacy la Lufthansa ha provocato uno dei più gravi disastri aerei dei nostri tempi. Ancora una volta si ricorrerà a norme di maggior e sicurezza solo dopo fatti che sconvolgono le coscienze.
    Cieli sicuri è solo un pio desiderio:la fiducia è tuttavia necessaria perché si conduca una vita normale, accettabile.

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  20. Esatto carissimo, , è arrivato il tempo di cambiare qualcosa nei regolamenti, nei contratti di lavoro, anche a scapito di un po’ di privacy in meno. Ne va della vita degli altri. Controlli, controlli,sicurezza la parola d'ordine...e che Dio ce la mandi buona.

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  21. Maria Teresa Lentini30 marzo 2015 alle ore 19:28

    - Una manciata di minuti -
    ------------------------------
    In una manciata
    di minuti,
    meno delle dita
    che stanno in due mani,
    si consumano vite
    come fiammiferi
    di colpo incendiati.
    Vite polverizzate,
    come grani di pepe
    fra pestello e mortaio.
    Una manciata di minuti
    per baciare il figlio,
    chiedergli perdono
    perché non puoi salvarlo,
    e raccomandarlo a Dio
    anche se mai hai creduto,
    mentre guardi la morte
    negli occhi dell'altro,
    che ti siede accanto
    in quest'ultimo viaggio.
    ...
    e vorresti avere
    del tempo, anche solo
    un altro momento,
    per decifrare lo scempio
    pur sapendo, che tanto,
    non potrai raccontarlo...
    (Maria Teresa Lentini)

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  22. la vedo così:

    Non credo sia stato il motivo dell'incidente.
    La causa?. non ne ho idea. Certo non la depressione, o .le manie suicide del copilota.
    Sono infiniti i motivi.possibili....
    Mi spiace non aver altro da dire, ma è la sola convinzione che ho.

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  23. Nella decisione di farla finita presa da questo copilota c'è studio, organizzazione mentale e premeditazione. Il tempo di realizzazione era da stabilire in funzione dell'occasione prpizia. Il copilota aveva stabilito, da sempre, una alterità assoluta nelle relazioni fra il proprio ego ed il mondo esterno. L'atto compiuto e le modalità che lo hanno reso possibile ne sono la prova.

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  24. Maria Emilia Baldizzi30 marzo 2015 alle ore 21:37

    Nessuno saprà mai cosa c'era nella mente di quell'uomo quando ha deciso di morire e far morire 149 persone. Soffriva di depressione? Prendeva psicofarmaci? Quegli stessi che a volte paradossalmente provocano istinti suicidi? Nella storia di ciascuno di noi ci sono delle ombre che teniamo ben nascoste e di cui abbiamo maledettamente paura. Io ho pietà anche per lui...per quell'inferno che portava dentro.Ho pietà per questa umanità priva d'amore che comunica ormai solo attraverso twitter e facebook.

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  25. La depressione può essere la chiave di letture, di questa tragedia, ma non la sola.
    la malattia del secolo, molti ne sono affetti, alcuni anche in maniera inconsapevole, il male oscuro, difficile da comprendere e ancor più difficile da accettare, ma non sono sicura che sia la sola cosa che possa ascriversi a questo fatto criminoso, non si può dire accidentale, non più. Quello che mi lascia, in ogni caso perplessa è l'operato della compagnia aerea, che con il suo comunicato, sembra quasi aver voluto mettere le mani avanti... noi non sappiamo, non possiamo sapere... ecco io questo lo trovo inaccettabile, non si può, non si deve non sapere. Anche la modalità o celerità con cui ha affermato e ribadito, la propria non responsabilità, mi sa tanto... di metodologia per pararsi il posteriore. A mio parere , non ci si può tirare indietro, la compagnia "è" responsabile, fosse solo per non aver visto ed accertato le reali condizioni di un loro dipendente. E ancora più, la ritengo responsabile, per il paraculismo mostrato dopo l'accaduto. Certo magari non si può essere nella testa di una persona... ma tentare di lavarsene le mani... mi sembra troppo, è questa la mia opinione.
    Per quanto riguarda l'autore, di questa tragedia, posso essere certamente solidale, col suo male di vivere. ma se questo porta ad un delirio di onnipotenza... voler essere padrone assoluto di decidere della vita degli altri, non mi sento di compatirlo, non posso andare oltre la comprensione... per concludere, ritengo che i controlli per queste persone, che bene o male, hanno nelle mani un mare di persone, debbano essere ancora più accurati e tempestivi, e regolari. Certo sembra un po’ mettere le sbarre alla stalla dopo che i buoi sono scappati... ma altro non si può.... solo una preghiera e un pensiero per tante vittime innocenti.

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  26. Il direttore tratta la tragedia da un nuovo punto di vista e trovo che sia molto attinente al Blog,perchè tutto che crea problemi sociali è attinente alla politica e anzi debba avere un intervento politico.Due sono i problemi messi in evidenza:l'attenzione alla malattia depressione e il limite che deve avere la privacy.La depressione è un male terribile è dolore di vivere;è perdita d'interesse e piacere per qualsiasi cosa e spesso il depresso odia sè stesso e ha desideroi di morte. Sicuramente chi sta vicino ad un depresso deve saperlo aiutare!!Ma possiamo parlare di depressione nel caso del pilota Andreas Lubitz? Se le ipotesi fatte sono vere,io non parlerei di una persona depressa ma di un pazzo esaltato con delirio di onnipotenza (Delirio che è pericoloso per certe professioni,basti pensare ai medici rianimatori,a grossi impresari ecc.)Un depresso si suicida,non trascina 149 persone con lui decidendo che dovessero condividere il suo desiderio.di morte.Se associamo la depressione all'azione di un pazzo criminale,faremo danno ai tanti depressi che lottano per venirne fuori!!!Se diamo adito a questa ipotesi,condanneremo i depressi all'emarginazione che già vivono.Per quanto riguarda la privacy,sono perfettamente d'accordo con il direttore e in più penso che le categorie che debbano essere periodicamente sottoposte a test attitudinali psicofisiche sono molto di più d quelle che normalmente sono attualmente!!!!!!!!!!!!!!

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