giovedì 18 dicembre 2014

L’UOMO ATTORE DEL SUO DESTINO

globodi Franco Luce - Viviamo in un mondo ansioso, incerto e in uno stato di continua fibrillazione, come se da un momento all'altro, fossimo destinati tutti a cadere in un profondo baratro senza poterne uscire.
Certamente è un periodo di crisi epocale, però personalmente non credo nella potenza del destino, perché credo nella potenza dell'uomo, sempre pronto a potersi costruire un destino diverso. L'abbiamo visto nell'arco dei secoli, vincitore sulle grandi catastrofi naturali, perciò in grado di far fronte a una catastrofe di tipo economica. Naturalmente, dobbiamo pensare al nostro futuro e vederlo cosi incerto non ci rasserena. La violenza della crisi finanziaria globale che si è riversata su di noi, certo ci porta ad immaginare all'esistenza di una cabina di regia occulta e decisa a trarre profitto a tutti i costi pur di fare il proprio interesse. E' indubbio che nel mondo esistono centri di potere politico, finanziario e sociale che operano attraverso una fitta rete di sistemi speculativi, ma questo non deve fermare l'opera di risanamento in atto da parte dei governi.
9194547-globalizzazione-globo-con-termini-differenti-associazione-wordcloud-illustrazione-vettorialeL'esito sarà tanto più positivo, quanto più ci convinciamo che è sbagliato pensare che l'intero sistema mondiale sia asservito ad un solo programma di corruzione e di consociativismo politico-economico e delinquenziale. Personalmente sono convinto che i problemi da interpretare ci pongono di fronte ad un pluralismo di idee, ideologie, modi di vivere tanto complessi, da stordirci e disorientarci. La Globalizzazione e l'avvento, negli ultimi 50 anni, di un'economia oligarchica multinazionale, insieme ad una sempre più crescente cultura borghese, ci hanno negato la possibilità di applicare le teorie degli economisti di tutto il mondo da oltre un secolo. In parole povere, siamo privi di una vera e propria teoria economica, finanziaria e sociale. I tempi cambiano, così pure gli uomini, intesi come società.
agenzie-ratingLe conseguenze di tutto ciò è, che le previsioni degli economisti nel loro insieme, non si realizzano mai nei modi che loro hanno indicato per poi vedere gli effetti sui mercati tramite le agenzie di rating. Le politiche sociali degli stati, inoltre, vengono frenate dagli umori delle grandi multinazionali e da una classe politica, sempre troppo stressata e vittima di una guerriglia tra fazioni politiche e bersagliata dai mass media. In verità, siamo tutti nella stessa barca e stiamo tutti remando per uscire dalle torbide acque di una forte tempesta nel mare economico-sociale. Di conseguenza, sono convinto che non si possa, volendo favorire una grande economia, soffocare intere nazioni con politiche economiche e sociali che portano ad un sicuro impoverimento dei ceti inferiori oltre a ridurre notevolmente le capacità dei cosiddetti ceti medi.
Neppure un governo nato con un'unione di partiti è ideale o sufficientemente efficace nel produrre una politica sociale adatta, primo perché è soggetto a differenti identità politiche, non sempre concordanti, poi perché lascia spazio ad influenze esterne o/e a maggiori attacchi sulla politica economica da parte delle opposizioni. La società non ha bisogno di continui contrasti, ne di conflitti sociali, anche se la confrontabilità politica ed economica delle parti politiche e sociali è parte di una vera democrazia. Questo perché le istituzioni, i codici, che regolamentano il nostro ordinamento sociale e legislativo non sono adeguate al confronto senza subire interferenze esterne ed affidate alla gestione di politici che sembrano avere solo l' interesse di una parte dell'elettorato, anche se governano tutta la nazione.
europa-crisisA ciò i nostri politici e i loro consulenti universitari stanno lavorando da anni, ma di questo lavoro si è visto ben poco e nel frattempo la situazione economico, politica e sociale è mutata. Tutto ciò che fanno è dilungarsi nella formulazione di "Manovre Tappa-buchi" nella speranza di risolvere i nostri problemi. Sperare in chi ci governa è sempre bene, ma sono ben poche le speranze che ci lasciano sulle loro capacità di fare qualcosa, il perché è presto detto: senza una riforma e una ristrutturazione delle istituzioni, dei codici, e delle leggi di questo paese non servirà a fare nulla.
A nulla servirà alleggerire il debito pubblico, che è sempre in crescita e che, quindi, renderà parzialmente o completamente inefficaci ogni tentativo. Il solo risultato sarà che i governi vareranno manovre sempre più severe, e quando per non incollerire i ceti sociali più deboli, ricorreranno ad un alleggerimento della pressione fiscale, saranno i mercati a bacchettarli. A questo punto, siccome non ho mai creduto nella forza del destino, ma nella forza dell'uomo, mi auguro che un positivo cambiamento possa essere raggiunto solo con mezzi di confronto civile e non con sistemi traumatici.
Franco LuceFranco Luce
18 Dicembre 2014





10 commenti:

  1. Quanto scritto dal Prof.Luce e' tangibile,sacrosanta verità anzi, per concretezza, è pura realtà quotidiana.
    Anche io, come lui, non faccio molto affidamento sul "destino" poiche' penso che la nostra vita dipende principalmente, dalla nostra volonta' e dalle sue manifestazioni pratiche, o, diciamo meglio, capacita' di affrontarla e determinarne lo svolgimento e gli esiti.
    La crisi economica dell'Italia è anzitutto legata ad un mal governo della cosa pubblica portato avanti, direi intenzionalmente, da certi poteri che chiamiamo occulti o forti ma che in definitiva non sano stato altro che la conseguenza della volontà' di milioni di cittadini che, o per ignoranza o per egoismo o per interesse hanno designato persone ignobili a rappresentarli, per cui credo si dimostri ampiamente che cio' che accade oggi altro non e' che una conseguenza logica della nostra (mia no lo posso assicurare in tutta coscienza) capacita' di intendere il "bene comune" che abbiamo, direi scientemente, dato in mano alla criminalità' organizzata come ogni giorno viene ad essere dimostrato dalle cronache e dai resoconti più' o meno attendibili dei mass media.
    Si può' uscire dall'impasse? Forse si e forse no. : dipende, ovviamente, da volontà' certe e dall'onesta' di coloro a cui si affida l'amministrazione della "res publica".
    Troppi segnali, pero', ci dicono che la soluzione e' lontana e, principalmente, lo si può' dedurre dall'agire della attuale dirigenza nazionale che invia quotidianamente segnali prefiguranti un futuro in cui la sorte del paese sarà' affidata a poche e purtroppo già' al potere,persone che stanno modificando le linee guida della nostra vita democratica restringendone il valore e riservandosi il potere di decidere quale dovrà essere la sorte del "nostro pane quotidiano"!

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  2. Mi si perdoni l'impertinenza ma pare che ai moltyi commentatori di store facili questa" veramente seria" interessi poco........o mi sbaglio?

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  3. Dice Franco Luce, l'uomo è attore del suo destino. Vero. Ma anche no. Le variabili sono infinite le coincidenze pure, le situazioni ambientali che influenzano l'andamento delle società moderne sono innumerevoli e difficilmente prevedibili. A questo bisogna aggiungere quella cosa che si chiama fortuna. Non c'è dubbio però che la forza di volontà e l'impegno di ognuno di noi determina la nostra vita. E di conseguenza influisce anche su quella degli altri. Ma in questo blog si parla di Politica, di democrazia, di iniziative per migliorare la società e ridurre le disuguaglianze. E per questo c’è bisogno di consapevolezza, c’è bisogno che i cittadini abbiano la coscienza di capire quanto forte è il loro potere. In fondo tutto dipende da noi stessi dalla nostra capacità di scelta, dalla nostra capacità di incidere oltre il momento del voto. Ma per fare questo c’è bisogno di un profondo rivolgimento culturale ancora, purtroppo, lontano.

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  4. Non posso che essere concorde con la persona autore di questo articolo anche se noto una certa reticenza a dare la responsabilità della condizione italiana alla cattiva politica che da un ventennio trascina l'Italia in un baratro senza uscita. E non è solo alla crisi globale che si deve ascrivere la nostra misera condizione bensì al modo sbagliato di affrontare i problemi che la crisi comporta. Nelle altre .azioni si vede una risalita anche se debole, per noi mai solo discesa. Sono davvero sorpresa per la capacità degli italiani di subire questa crisi e della loro tolleranza. Io non lo sarei se potessi costituire una forza politica che possa mandare a casa questi faccendieri che formano il governo. L'unica cosa che spero e che la ribellione non si fermi perché i ribelli non sono gestibili per fortuna.

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  5. Il dilemma attuale è chiederci se l'uomo ha potere sul destino, o il destino che decide il potere dell'uomo. oggi non siamo più persone pensanti, non siamo in grado di prendere in mano la nostra vita, viviamo in una realtà ambigua, di indifferenza imperante, squilibri sociali e mentali. Questa imposizione globale di massa, questa crisi, invece di rafforzarci, ci ha prostrati e resi fragili, ci ha messi nella morsa di giganti che ci stritolano, ci confondono con statistiche inesistenti che fa gola e la fortuna di chi governa, nel gestirci con facilità. Non possiamo addebitare tutto ciò al destino, ma all'incapacità dell'uomo, che non è più in grado di valutare e gestire con autonomia il proprio valore, le proprie capacità, affidandoli ad inetti e corrotti. abbiamo delle grandi potenzialità ma non siamo più in grado di sfruttarli, è come se ci avessero fatto un trapianto, e quindi ci chiediamo, siamo attori? saremo in grado di capirlo.....?

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  6. Mi spiace ripetermi, ma a mio avviso siamo alle solite: disamine perfette dell'attuale momento di crisi che, p senza vedere proposte iù che un momento è un secolo di discese catastrofiche , senza poter vedere una risalita a breve. Vogliamo la rivoluzione? Ok, ma in mano a chi finiremo? ABBIAMO UOMINI cui affidare la gestione della cosa pubblica? Sinceramente non lo so, ma spero tanto che uno spiraglio di luce possa tornare ad esserci.

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  7. L'Uomo attore del suo destino. Miei amici comprarono un televisore Autovox, convinti che fosse italiano; mentre lo uscivano dallo scatolo, sorpresa: "Minchia! Turcu è! Made in Turchia". Gli Italiani sbraitano contro la Fiat e Marchionne che spostano la produzione all'estero. La Fiat, avvalendosi della globalizzazione, si comporta come tante altre aziende, estere comprese. Gl'italiani devono criticare la politica mondiale che ha voluto la globalizzazione e i sindacati i quali, dopo aver fatto diventare inutilmente e pericolosamente cari i lavoratori, davanti a questa novità epocale si sono pilatescamente lavate le mani, non sanno che pesci pigliare, continuano a fossilizzarsi in vecchie stupide ricette con scioperi, cortei, e il solito bla bla in sindacalese con fiumi di parole che dicono un bel niente. Se imponessimo forti dazi doganali sulle merci estere, gli Stati esportatori ricambierebbero la "cortesia" alle nostre esportazioni e sarebbe peggio. Eppure la globalizzazione puo' essere un'opportunità se affrontata con pragmatica, cervello, e matematica, e non a schifio come hanno fatto sin' ora i partiti e i sindacati italiani. Per mettere il made in Italy di competere occorre uno Stato snello, poco costoso, con burocrazia semplice, senza tante approvazioni e/o veti incrociati dei molti enti locali, senza tangentopoli, senza il legale falso in bilancio che non frega solo il fisco ma anche gli azionisti dei quali, quelli esteri si guardano bene dell'investire in Italia. Ma non basta. Bisogna ridimensionare spropositati privilegi che, parlando in lire, per dirigenti privati, regionali e nazionali, sfiorano e superano il miliardo annuo di stipendio con relativa megaliquidazione. La nostra asfittica economia non può permettersi questi maxistipendi pubblici, per il cui pagamento le tasse non bastano; lo Stato, per erogare, e' costretto ad indebitarsi e tartassare i meno abbienti e le aziende per pagare i relativi interessi passivi. Questi stipendioni e le tante poltrone superflue, gravando con le tasse su lavoratori ed aziende, impediscono al made in Italy la competitivita', senza la quale ci sono disoccupazione, miseria, aumento di reati contro la proprietà, decadenza economica-morale-sociale, suicidi di disoccupati e imprenditori che continuano da ben 25 anni; sembra che questo genere di suicidi abbia superato le 2.000 unità. Sembra un paradosso, ma l'Italia, che dopo la seconda guerra mondiale realizzò il miracolo economico, era più attrezzata per affrontare le sfide di oggi: globalizzazione, euro, maxidebito pubblico, lira se venisse reintrodotta. Ma allora l'Italia non aveva l'enorme costo delle tante poltrone ed enti superflui moltiplicate dal 1970, come le regioni ordinarie che si aggiunsero alle gia' purtroppo esistenti regioni speciali. Per il risorgimento economico bisogna eliminare la spesa pubblica asociale ed improduttiva, alias poltrone superflue, iniziando dalle 20 regioni ordinarie e speciali. Il 3 novembre 2014 la Corte dei Conti pubblico' una relazione sull'allegra gestione del pubblico denaro da parte delle regioni e sulla loro strana contabilita'. Meglio abolire le regioni e non eliminare le Province i cui consigli sono elettivi per sostituirle c on le citta' metropolitane i cui consigli non saranno eletti dai cittadini, ma le attuali Province sono troppe; le piccole e meno popolate e' economico unirle.

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  8. Il concetto di "Homo faber fortunae suae" è stato indubbiamente indubbiamente una delle elaborazioni mentali più evolute che l'uomo occidentale abbia donato a a se stesso e a tutto il mondo.
    E questo produsse grandi effetti positivamente sconvolgenti in tutti i campi della vita umana, privata e pubblica, fin dal suo primo consapevole apparire nel 1400 e 1500 con 'l'Umanesimo ed il Rinascimento.
    Pensiamo alla nascita della Banca e della Cambiale (assunzione di responsabilità personale di chi presta e di chi deve restituire del denaro), la Riforma protestante, le esplorazioni geografiche e la scoperta dell'America, nuova economia commerciale ,l'elogio (subdolo) del principe illuminato, nuova arte, nuove lettere e filosofie. e così via.
    Fatto è che contemporaneamente sono cominciate le contromisure di quegli uomini che da sempre sono artefici del proprio destino, ma a scapito e danno degli altri, ai quali vogliono e complottano per vanificargli questo diritto togliendogli la possibilità di esplicare la loro autodeterminazioni.
    Nascono la censura, la repressione, la controriforma, l'inquisizione, il colonialismo, lo schiavismo,e così via.
    Insomma, non appena gli angeli cantano pace e amore, i demoni subito alla controffensiva per seminare nuovo odio e guerra.
    In conclusione nulla di nuovo.
    L'uomo è stato sempre libero di autodeterminarsi. Santa Madre Chiesa lo insegna da millenni, con l'ebraismo prima e soprattutto il cristianesimo dopo.
    Fatto sta che l'uomo se ne frega di questo suo personalissimo potere.
    Usa il proprio arbitrio per imporsi come signore sul destino degli altri simili, godendo di ridurli le proprie marionette, o di vendersi, anche per un piatto di lenticchie, per avere la certezza di un pasto con il minimo sforzo.
    Non prendiamoci in giro. E' sempre stato così. Non credo che l'uomo voglia smetterla con questa pratiche.
    Per essere "fabbro" della propria vita bisogna "sudare". e l'uomo, si sa, vuole sudare il meno possibile.
    Dunque ?
    Amen !

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  9. a Franco, io credo che tu sei una persona che ancora ci crede a questi governi e pensi che operano per salvarci, ti sbagli di grosso. Stanno distruggendo il nostro paese e non solo, la Francia la Spagna il Portogallo la Grecia ......insomma tutto il sud Europa. Cercano con ogni mezzo di distruggere Putin e la Russia .....per fortuna che questo ha le palle ......che mancano ai italiani che si fanno sottomettere senza dire nulla, tante cose non le sappiamo e non si capisce come gente nostra, il governo fa di tutto per distruggerci... cosa le hanno promesso a questi??? ma sicuro pensano di cavarsela. Io ho una paura dentro di me che purtroppo non mi molla, solo a vedere che gli Usa sta aprendo le porte a Cuba .... non penserete che sia per buonismo, no, vogliono distruggere Putin.... che aveva una forte collaborazione con Cuba. Aprite gli occhi, guardate tutto il casino che stanno facendo gli Usa e l’Europa unita. Se il popolo non si ribella siamo bel che fritti.

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  10. D'accordo che Usa ed Europa si danno un gran da fare per annichilire i propri cittadini e non solo, ma anche Puti e la sua Russia non mi sembrano da meno.
    Pertanto, non prenderei le difese di nessuno dei due.
    Giusto, invece, l'appello a che ci dessimo tutti quanti una bella smossa.

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