giovedì 4 settembre 2014

Ricostruire lo Stato e i Partiti

Nella Toscanodi Nella Toscano - La sinistra non esiste più da tanto tempo, è triste ammetterlo, ma è la realtà.
Con alcuni ci si continua a chiamare compagni, ma di questa parola molti disconoscono il vero il significato (”condividere il pane”).
Chi oggi potrebbe dirci di volere "condividere il pane" con chi chiamiamo compagno?
compagni-a-noiIo di persone che lo vogliono non ne ho incontrate mai nel corso della mia vita, tranne mio padre. Ho sempre visto intorno tanto egoismo e tanta avidità, soprattutto tra quelli che usano questa magica parola. Non ho visto mai, né sentito mai un briciolo di solidarietà, mai un briciolo di pensiero e come me credo tantissimi compagni. Ho avuta chiara da sempre il nulla di tutti i sentimenti che invece dovrebbero essere alla base della compagnanza, alla base di condivisione di idee e progetti, che tra l'altro, è inutile ricordare, mancano quasi del tutto. Esiste solo l'appartenenza a vari gruppi di potere, che si spartiscono tutto a prescindere da tutto.
Così facendo si è riusciti a distruggere tutto quel po' di buono che c'era.
Di chi è la colpa di tutte queste macerie?
Io penso e sono convinta che è di tutti: dei dirigenti dei vari partitini dei militanti alla ricerca affannosa di una affermazione solo per sé, dei cittadini che si rivolgono alla politica solo per ottenere qualcosa per sé, delegando chiunque facesse loro promesse, senza mai preoccuparsi di verificare e di controllare il loro operato.
Nessuno in questi anni si è preoccupato di ciò che non lo riguardava personalmente.
La malattia è stata ed è l’individualismo, l’incapacità a pensare al bene comune, l’incapacità di avvertire anche solo per un momento la bellezza della fratellanza, della condivisione, della partecipazione.
Non credo si possa costruire niente di buono se tutto si fa solo ed esclusivamente per sè stessi. Prova ne è, che avendolo fatto per tanti anni, adesso possiamo solo prendere atto di avere lasciato solo macerie, di avere distrutto il futuro di un Paese.
La SinistraSarebbe bello prenderne atto e capire che bisogna cominciare a cambiare partendo da noi, finalmente, cominciando ad impegnarci per ricostruire ciò che è stato distrutto, a cominciare da un vero partito di sinistra, riaffermando i valori della sinistra, ma superando i vecchi schemi, elaborando con lungimiranza un pensiero nuovo, tenendo conto delle tante sfide difficilissime che abbiamo davanti, a partire dallo scenario mondiale per niente tranquillizzante, con cui dobbiamo fare i conti e, soprattutto, provando ad unirci, ad essere meno litigiosi, a non spaccare il capello in quattro, come siamo abituati a fare.

Dobbiamo capire che per l'Italia è necessario "un nuovo processo di ricostruzione, che riguarda soprattutto il senso dello Stato e la concezione della politica". Se non si lavora in questa direzione, sono d'accordo con quanto dice un mio amico, siamo davvero fottuti!

Nella Toscano
04 Settembre 2014
P.S. Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa analisi della grave situazione politica italiana e la sua ipotesi di ricostruzione. L’autrice, lettrice di PoliticaPrima, ha condiviso da qualche tempo le nostre iniziative commentando gli articoli pubblicati. Nella Toscano, scrittrice e architetto, vive e lavora a Palermo. Da tempo è impegnata nella battaglia per i diritti civili delle donne e dei più deboli. Ha dato il proprio contributo per la modifica dell’art. 51 della Costituzione, affinché venissero, finalmente, riconosciute Pari Opportunità per le donne in tutti i campi, a cominciare dalla politica.
Copertina libro Toscano sito AgeminaPromotrice di diversi D.L., tra cui l”Otto per mille fondo di solidarietà per le donne e le famiglie”, conduce con determinazione la battaglia per il rinnovamento della politica e per la difesa della Costituzione. Ha ideato e promosso l’Associazione del “Treno delle donne in difesa della Costituzione”, di cui è Presidente, che, nel settembre 2012, ha ricevuto dal Presidente della Repubblica una medaglia di rappresentanza quale riconoscimento per il progetto di “La Costituzione Ritrovata”.
Ha pubblicato di recente il libro "Uscire Dal Passato per Entrare nel Futuro", edizioni Agemina, ed è coautrice del libro "La Palermo delle Donne".

Questo è il suo primo articolo su PoliticaPrima. Benvenuta e buon lavoro
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45 commenti:

  1. Cara Nella, non sono d'accordo, la colpa del disastro in cui ci troviamo non è di tutti, dire questo è lo stesso che dire che la colpa è di nessuno. Tu sai benissimo che le cose non stanno così. Ci sono responsabili primari, secondari e correi, che hanno nomi e cognomi, sia a livello politico, sia a livello
    economico, sia a livello sociale. A livello politico ci sono i governanti che si sono succeduti nei decenni trascorsi; a livello economico c'è una imprenditoria parassitaria che ha succhiato e distrutto risorse, senza mai fare sviluppo; a livello sociale ci sono i mafiosi che tengono sotto scacco la società e lucrano lauti guadagni con la complicità di politici e imprenditori. In conseguenza di ciò, ci sono i cittadini liberi e onesti che ne hanno pagato il prezzo, con la disoccupazione, la povertà e l'emigrazione. Così stanno le cose. La domanda è : Sono in grado questi liberi cittadini, unendosi, di ribellarsi e cambiare questo stato di cose. Finora no. In futuro speriamo. Con affetto. Salvatore

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  2. Io con questo articolo ritrovo mio padre, persona di buon cuore e che aiutava chi ne aveva bisogno. Anche se era un semplice operaio non lasciava mai nessuno nel bisogno senza aiutarlo, sempre secondo le sue possibilità.
    Lui diceva di essere comunista, ma io all’età di 15 anni gli ho chiesto di togliersi dai comunisti, non so se lo ha fatto. Ma io ho sempre avuto da molto giovane idee di destra, e non vuol dire che non ho buon cuore. No, no. Ho aiutato e mi sono fatta rubare da molta gente che ingenuamente ho voluto aiutare. Da molti, e anche cifre importanti. Penso che un giorno noi tutti dobbiamo rendere conto di ciò che abbiamo fatto in terra, un giorno ci troveremo davanti a lui l’onnipotente. E quando ci chiederà spiegazioni del nostro operato sulla terra saprò cosa rispondere. La mia coscienza mi fa dormire bene e tranquilla. Chi mi ha rubato non so.

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  3. Cara Nella, pur condividendo la tua preoccupazione, che poi è comune a gran parte degli italiani, anch'io, come sopra Salvatore Mancuso, ritengo che affermare che la responsabilità è di tutti è come dire che è di nessuno. La corruzione e l'evasione fiscale, insieme alle varie mafie, sono il denominatore comune dei guai del nostro Paese. Trovi utile, per iniziare un percorso virtuoso verso un capovolgimento dell'attuale situazione, la costruzione di un partito che sia veramente di sinistra, ma è sotto gli occhi di tutti che è proprio l'eccessiva frammentazione dei partiti qualificati di sinistra che la sta facendo sparire dal quadro politico. Credo, al contrario, che solo un processo di unificazione delle sinistre possa contrastare una tale dissoluzione.

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  4. Credo che ben poco si debba o si possa aggiungere alle parole dell'Autrice dell'articolo. Come, in verità, ancora più di poche ai due commenti che mi precedono. Qualche tempo fa, un amico di FB, mi fece omaggio di un suo libro sulla storia del PCI siciliano dalla quale si evinceva, più che mai, una verità xconsolidata. Del PCI di Gramsci e Togliatti ben poco restava visto che, a stare allla cronaca descritta dal libro si deduceva che la mafia aveva preso possesso anche di quel partito che, per sua natura, avrebbe dovuto essere immune da certe contaminazioni. Sembra che sia una sorta di destino ma gli italiani in quanto ad "ideologia", messi alla prova del quotidiano, difettano sostanzialmente. Ma, dimenticando il passato e ciò che è stato dell'Italia, dopo gli entusiasmi della "liberazione", e' assolutamente necessario, come auspica l'Autrice, un risveglio di autentica solidarietà e comunione di intenti per dare, finalmente, al Paese una struttura democratica e libertaria. Sarà questo possibile? Gli Italiani che sfilano nelle piazze, sottoscrivono petizion i, urlano e sbraitano sulla necessità di vivere in un paese onestyo e dignitoso ma..alla fine, se possono non pagano le tasse, si affannano a difendere, a voxce, i diritti dei poveri ma non appena raggiungono un livello di vita degno di essere vissuto ( almeno secondo il loro modo di vedere le cose) individualmente si chiamano fuori e diemticano0 i buoni propositi e quando si chiudono nel segreto di una cabina elettorale si preoccupano di segnare quel nome di candidato che ha promesso copn un sorriso,un ghifgno e una stretta di mano che apopena può si affretta a lavare,un posto al disoccupato, una pensione d'invalidità al parassita sociale e via dicendo.su queste basi sarà possibile costituire un paese libero, intendendo per "libertà" la possibilità per tutti, e dico tutti, di vivere una vita decente? Sulla base dell'esperienza che ho devo dire che ho tanti,tanti dubbi.Restiamo fino in fondo gli eterni masgliari. Vi ricordate quella canzone napoletana che era venuta fuori alla fine della guerra? Quella che diceva: "Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto..chi ha dato,ha dato, ha dato.....scurdammoce u passato simmu e napule paisà" Ecco, era rivolta in particolare agli italiani che erano stati fascisti e il venticinque luglio 1943 erano stati tra i primi a tirar giù le statue di mussolini e tra i primi a battere ed abbracciare gli americani liberatori, appunto, i "paisà"!Guiardate ciò che sta avvenendo oggi: L'elezioni le aveva vinte il PD di Bersani con le sue promesse di "sinistra".Bersani dovette rinunciare alla "vittoria" perché i "poteri occulti" decisero che non andava bene e ci voleva un governo che accogliesse anche chi le elezioni le aveva perse.e perchè si affermasse questa tesi, non solo si silurò Bersani ma anche Letta che , pur combinando poco, aveva almeno tentato di tener lontani certi personaggi e così arrivò Renzi e con lui....la riabilitazione, sfacciata e offensiva per tutte le persone oneste di questo paese, del responsabile primo non solo della rovina economica dell'Italia ma anche dei suoi valori più puri. E oggi, per coronar l'opera questa persona gode di un favore popolare (?) tra i più consistenti che l'Italia abbia avuto se si esclude la Democrazia Cristiana dell'immediato dopo guerra. Si potrà mai costruire, su queste basi, un paese, mi si9 consenta di dirlo, come quello sognato dalla nostra Autrice? Io non sono mai stato comunista e ormai credo che non lo sia più nessuno, ma di sinistra lo somno statno, amante della lòibertàdella solidarietà,dello Stato dei cittadini lo somno sempre stato, ma non nascondo che oggi, anche se non mi resta ancora tanto da vivere, sono deluso,amareggiato e penso al destino di coloro che verranno dopo di noi con una punta di dolore e di sfiducia.

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    1. Gent.le Franco, anch'io sono molto delusa, amareggiata, ma anche tanto arrabbiata. So che in Italia cambiare è difficlissimo se non impossibile, ma so anche che se non si prova nemmeno è sicuro che non si cambierà mai. Credo sia dovere di ognuno provarci, non rassegnarsi, poi vada come deve andare. L'importante è non avere vissuto invano e avere fatto il proprio dovere di cittadini.

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    2. Non gho detto di rinunciare alla lotta per l'avverarsi del sogno ma, con tanta amarezza, devo constatare che c'è molta confusione e tanto,tanto arrivismo, e constato, poiché è verità acclarata dai fatti, che una massa di italiani si è subito accodata al "mattatore" di turno. Vien da pensare che pensano tutti: forse è meglio tenerselo buono..anche se, sfacciatamente, sta prendendo a pesci in faccia tutta l'Italia onesta..a me pare che questo attegiamento "popolare" la dica lunga e vorrei tanto sbagliarmi!

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    3. Si Franco anche questo è vero ed è davvero avvilente ...

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  5. Grazie al direttore Giangiuseppe Gattuso per avermi voluta ospitare in questo giornale. Spero di potere dare un contributo utile alla riflessione per risalire alle cause che hanno portato al declino politico, sociale ed economico del Paese. Ritengo che una analisi impietosa degli errori possa essere il primo passo verso il cambiamento, che io ritengo necessario ed urgente.
    Io sono più che mai convinta che se siamo a questo punto la colpa è di tutti. Ovviamente quando dico tutti non metto tutti sullo stesso piano, perchè è chiaro che la colpa maggiore ce l'ha chi a vario titolo ha avuto il potere nelle mani e lo ha utilizzato in modo improprio e , molto spesso, anche in modo fraudolento. E' evidente che una piccola parte dei cittadini non abbiamo mai voluto abbassare la testa e che siamo rimasti soli a combattere contro il malcostume e la corruzione imperante. E' anche vero però che una parte dei cittadini ha invece partecipato allo scempio, ricevendone vantaggi, ha sostenuto e votato questa classe dirigente. Perchè lo ha fatto? Ovviamnete per interssi personali o perchè ignorante .E' chiaro o meglio dovrebbe essere chiaro a tutti che una classe dirigente ed un partito si sceglie se se ne condivide l'operato, non si può votare a cuor leggero solo perchè ce lo chiede o ce lo impone qualcuno. Chi lo ha fatto, ed è sicuramente la maggioranza degli Italiani, oggi non si può chiamare fuori e dirsi innoccente. Si dirà che non ci sono partiti diversi per cui votare. Benissimo, è vero anche questo, ma mi domando perchè se non ci si sente rappresentati non ci si cerca di fare qualcosa per creare una nuova possibilità? Che cosa lo impedisce?

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  6. Cara Nella, permettimi il tu, per quanto mi riguarda, sono d'accordo con Mancuso: la responsabilità non è di tutti è di chi ha usurpato il potere in nome di una democrazia inesistente e di un popolo che ha nel tempo imparato a prendere solo briciole. Questa politica del divide et impera è atavica, ma la mia gendrazione se ne accorge oggi dopo che negli anni 60 e 70 abbiamo creduto in una rinascita dello stato. Non era rinascita, ma piuttosto una stupida credenza di essere una potenza industriale. Oggi, ma non solo oggi, non c'è ne sinistra né destra. Non c'è stato perché non c'è nazione.aggiungi che i mezzi di comunicazione sono casse di risonanza esplosiva e abbiamo fatto una bella frittata senza uova. Vedere un futuro mi risulta difficile. Ma è chiaro che non possiamo rinunciare alla speranza se non vogliamo che siano proprio i nostri figli a darci la morte.

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  7. Mi trovo tristemente d'accordo con l'autrice dell'articolo, con la quale mi complimento.
    Anche io come lei ho testa e cuore a sinistra, ma è un fatto individuale non legato a nessuna militanza.
    Ma tornando alla mancata solidarietà tra ''compagni'', mi viene un po' da sorridere.
    Viviamo gli anni dove si lasciano i genitori al primo ospizio che capita, a meno che non siano veramente ricchi, allora magari
    ci si accomoda diversamente.
    Siamo una società di iene, l'unico valore che tiene è il danaro, altro che ''compagni''.
    La gente ci muore attorno nella indifferenza più assoluta, l'unica preoccupazione è quella di sapere se conviene o meno salvare vite umane, e quanto eventualmente può costarci.
    La sua strada, come la mia, è segnata, ed ò quella della solitudine.

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    1. Caro Sergio, Le Tue parole mi hanno commossa e non solo perchè condividi quello che ho scritto, ma per quello che dici. Hai ragione , le persone perbene sono lasciate sole, siamo una umanità persa, non sappiamo neanche più amare ed accudire i nostri vecchi e questo è davvero molto, ma molto triste. Non mi si venga a dire però che è perchè lavoriamo tutti e non abbiamo tempo, questo è vero solo in parte. Il problema vero è l'egoismo che è crsciuto a dismisura in questa società disumana.

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  8. Nei dibattiti si pone spesso la domanda. COSA E’ LA SINISTRA, è qualcosa di superato, oppure è ancora attuale? L’opinione è che la sinistra debba continuare ad esistere., come la destra…Le disuguaglianze, la precarietà del lavoro, la mancanza di diritti sono temi che hanno sempre fatto parte del bagaglio colturale della sinistra.
    E’ preoccupante come è ora il nostro paese, un paese allo sbando, con una guida che, si è appropriata dei voti della sinistra, e non solo di quelli, per arroganza e superficialità, incapace di esprimere segnali che vadano verso una redistribuzione di parte del reddito, verso un vero piano sul lavoro, atto a fare crescere i posti di lavoro e ridare dignità all’uomo, alle donne, alle famiglie,
    Certo è che in questi lunghi anni, troppi hanno messo le mani dove non avrebbero dovuto, decimando le risorse destinate al lavoro, alle piccole imprese, ecc. Di questo non mi sento colpevole anche io….Non posso sentirmi tale, nessun lavoratore dipendente o pensionato puo’ essere incolpato di qualche cosa, oltre aver sempre e solo pagato, pagato e pagato,
    L’articolo di Nella, mi pare arrivi alle conclusioni che è l’amarezza a farla sovrana, certo anche quella, ma dobbiamo riuscire a fare rivivere questa parte di Paese che, rammento i racconti degli scioperi di mio padre, delle conquiste fatte, che noi ci siamo trovati e non saremo capaci dare ai nostri giovani, ecco, questa è la parte migliore di noi…cerchiamola dentro ed attorno a noi, ce la potremo ancora fare.

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    1. Io credo nei valori della sinistra -quali la solidarietà, la giustizia, l'uguaglianza dei cittadini, la libertà, le pari oppurtunità - che la rendono riconoscibile dalla destra, che è finanza, capitale, sfruttamento. Non credo però che tutti questi valori possono essere trovati nei partiti che oggi ci sono e che pretendono di chiamarsi sinistra Non basta dire io sono di sinistra per essere di sinistra, bisogna coltivarli questi valori, non averlo fatto ha reso la sinistra irriconoscibile rispetto alla destra. La colpa è certamente dei partiti di sinistra, che in questi anni hanno rincorso sempre la destra, come se avessero vergogna ad affermare la propria identità.
      In queste condizioni è inutile sperare che si mettano in atto politiche necessarie per la redistribuzione del reddito e del lavoro. Tutto rimane in poche mani, mentra la maggioranza stenta ad arrivare a fine mese.
      Io credo che a questo punto è necessaria una svolta, così non si può continuare. Il problema è come fare e con chi fare. Io penso che ci vuole un impegno grande da parte di tutti per ricostruire quello che è stato distrutto, se non comprendiamo questo mi sembra impossibile sperare in un cambiamento.
      Cara Francesca, nessuno dà la colpa a nessuno se alcuni hanno messo le mani dove non dovevano, le responsabilità penali sono sempre personali. La colpa che dò ai cittadini, a quelli che in questi hanno hanno delegato senza controllare, senza porsi domande, senza interessarsi al bene comune è quella di avere scelto con leggerezza i politici che abbiamo e che stanno distruggendo il Paese. Bisogna comprendere l'importanza del voto, bisogna capire che tutto dipende dalle nostre scelte, se riuscissimo in questa impresa già sarebbe un grandissimo passo in avanti.

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  9. L'articolo in questione mi sembra semplice ed efficace, un'analisi di quello che è accaduto alla politica divorata da un temibile egoismo che ci ha fatto perdere di vista il sentire comune, il senso della cosa pubblica. É un problema ancestrale in Italia, Repubblica troppo frantumata in stati e staterelli, campanilista, ignorante, presuntuosa e cieca
    Ma occorre seriamente superare il vecchio concetto di sinistra e destra, utili a dividere i malinconici. Bisogna andare oltre queste vecchie divisioni ideologiche servono solo a dividere la gente, fanno gioco a chi detiene il potere. Nel 2014 a mio modesto avviso, sono obsolete e stantie.

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  10. Quando esistevano i partiti e ci illudavamo che qualcuno difendeva il lavoratore, purtroppo succedevano delle cose un pò strane. Piazze gremite di scioperanti, cortei chilometrici, vessilli dei sindacati e dei partiti sventolati nelle prime file, finalmente la trattativa! Rasento i settant'anni, ero matricola all'ateneo palermitano, ne sono passati 50 di anni, assistendo ad una trattativa per l'aumento di salario dei braccianti agricoli ho subodorato tutto il losco che si potesse immaginare. I braccianti chiedevano 100, i "padroni" erano disposti dare 80, i sindacati si accordavano per 60, abbracci e baci e la storia ricominciava. I sindacalisti sfornavano 3/4 deputati per circoscrizione, i "padroni" spesso favorivano la loro elezione e i braccianti sudavano per una manciata di fagioli, quindi ricominciava la sceneggiata. L'amarezza che trasuda dall'articolo è sacrosanta! Cosa fare? Le scelte scellerate dei nostri politici post mani pulite ci hanno portato sulla soglia del baratro, addirittura il bolognese ci voleva regalare la felicità dopo averci svenduto sull'altare di un'Europa che non è una confederazione di stati modello USA, è un'accozzaglia di piccole nazioni che mai avrebbero dovuto accettare solo l'unione monetaria. Il vecchio milione che faceva vivere bene una famigliola contadina o artigiana si è trasformato in 250 euro che permette alla stessa famiglia di fare la spesa per meno di due settimane. O tutti ci rimbocchiamo le maniche come negli anni cinquanta, oppure patiremo la fame!

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  11. e beh !! .... esprimere il mio parere sull'articolo di Nella, che ho conosciuto diventandone amica virtuale e che ho incontrato più volte di persona, non è cosa semplice. L'apprezzo
    per quello che ha fatto, per quello che ha scritto, per i suoi interventi (se pur con qualche dichiarato dissenso). In questo articolo ritrovo la su immutata onestà intellettuale nel portare avanti la sua "battaglia" ma sul fatto di attribuire a TUTTI la responsabilità dello sfacelo del PC ... ecco, mi trovo più in sintonia con il parere di Salvatore Mancuso e di Gabriele Marolda ... In quanto al resto, idealmente mi sento di condividere ma, realisticamente, non riesco a non esprimere il mio scetticismo. I tempi son molto cambiati, le persone pure e certi nobili ideali "sotterrati" ... Ha ragione Nella quando sostiene che non ha senso dare il voto ad un partito, se questo non mi da affidamento... ed infatti io, per la prima volta in vita mia non dato il mio voto. Preferisco essere orfana politica ma non consenziente, specialmente con gli attuali rappresentanti del partito.

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  12. sono cresciuta, posso dire, a pane e comunismo, con ideali veri!. Ascoltavo mio padre ed assimilavo i valori, si valori, che pian piano si sono persi, e si è perso il rispetto della POLITICA. Oggi si è compagni, non nel pensiero, ma nella corruzione, nel progetto di condividere un affare lucroso, a discapito del debole. Sono d'accordo che non esiste più una sinistra, ma un unico interesse personale di chi è al potere. Ci siamo dimenticati il significato di Fraternità Partecipazione, Fratellanza e Condivisione, perché negli anni, questi governucoli da quattro soldi, che si sono succeduti, hanno fatto di tutto per cancellarli dalla nostra vita quotidiana, appellandosi alla necessità. Oggi risalire la china, credo sia difficile, perché non ci sono i presupposti, e sono in sintonia con il pensiero del suo amico! Siamo Fottuti!

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  13. Mi pare che il problema posto dall'autrice, al di la della specificità riguardante la cosiddetta 'sinistra', è sempre la stessa. E cioè quella di un popolo che da decenni ha abdicato alla sua sovranità delegando, per ignavia, tutto a personaggi spesso squallidi. Con l'unica speranza di lucrare qualche misero guadagno personale, quale esso sia. Ed ecco quindi il problema di fondo. La mancanza di senso dello stato, di mancanza di partecipazione, l'allontanamento sempre più da ogni attività politica. Ritenendo quest'ultima come la madre di tutti i mali. Errore clamoroso che però è stato scientificamente condiviso con il solo scopo di continuare a gestire tutto il gestibile da parte di chi è stato ed è più furbo degli altri. Il futuro, però, resta sempre nelle mani dei cittadini. Se e quando vorranno appropriarsene.

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  14. Le ideologie social-comuniste e lo stesso principio di democrazia, nascono da situazioni storiche pesanti, di sofferenza vera, all'interno di un mondo del lavoro che fin dalla fine del settecento, con la rivoluzione industrile, crea disuguaglianze nuove rispetto a quelle del mondo dell'officina e della campagna; quelle della falce e del martello.... che poi diventeranno i simbolo della bandiera rossa.
    Cito solo il libro di Emile Zola, “Germinale”, le cui pagine descrivono con grande fedeltà il dolore, l'umiliazione, il degrado morale di chi si trova a lavorare in miniera come bestie, per fornire a ritmi sempre più accelerati e sfiancanti, quantità di carbone che l'industria francese richiedeva per far lavorare a pieno ritmo le fabbriche.
    E così un po' in tutta l'Europa industrializzata.
    Da quella sofferenza nascono le prime società di mutuo soccorso, le prime “cum panis”.
    Dunque, per sostenersi, per andare incontro a chi si fosse trovato disgraziatamente a perdere un braccio o addirittura il lavoro. Un briciolo d'amore, un elementare sentire l'importanza dell'altro nel momento del bisogno.
    Tutti valori conservati da una cultura cristiana, uniti a quell'istinto naturale di sopravvivenza che porta gli uomini a sostenersi nelle difficoltà per non morire tutti.
    Così, a parte il modo in cui poi si è realizzato nella storia e nei vari paesi in cui ha governato (qui si aprirebbe un altro capitolo....), il comunismo dei cum panis nasce da sentimenti di condivisione, di uguaglianza, di conquista della dignità; oltre che dalle rivendicazioni rivoluzionarie “arrabbiate”di chi pretende-sicuramente a giusto titolo-il diritto ad una vita decorosa.
    Ora, ditemi, dov'è finito oggi tutto questo!
    Considerando che un partito si forma sempre su un'ideologia, questa non basta: richiede coesione, il riconoscersi nel battere del cuore, nella speranza che spinge alla lotta, nell'onestà, in un amore universale.
    Tutto questo è finito. Partiti, sindacati, parlamenti e governi in mano ad una massa di rampanti sfrontati e in gran parte ignoranti, che sentendosi arrivati, ti sbattono in faccia i frutti delle loro ruberie, o ridacchiano quando, scoperti, vengano ammanettati: “ho fiducia nella giustizia”, si limitano a dire....sempre col sorrisino di chi se ne sbatte.
    E-quel che indigna- si approfittano del bene comune grazie alle famose leggi ad personam, privilegi immeritati, abusi della carica che rivestono.
    Questi signori sono figli nostri, educati in un mondo senza più valori, DA NOI, arroganti per come abbiamo insegnato loro: NOI!
    L'eccesso di benessere li ha ubriacati, la mancanza di amore vero li ha inariditi, la mancanza di sacrifici li ha indeboliti, il disprezzo per scuola e per le istituzioni li ha imbarbariti.
    Nè c'è alcuna agenzia umana che si faccia carico del problema: “sfinite” pure quelle!
    Quel che conta sono i soldi, il mercato, le finanziarie, le banche: tutti sull'altare!
    Basteranno la fine del benessere, l'avanzante precarietà, l'incertezza del domani a farli ritrovare insieme per sentirsi cum panis? O si scanneranno tra loro.....?

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  15. Apprezzabile la riflessione che risveglia miti del secolo scorso quando l'idealità sosteneva buona parte dell'impegno e delle espressioni politiche. Da tempo ormai gli orientamenti "geografici" del pensiero politico hanno lasciato posto a metodi sbrigativi di caratterizzati da utilitaristismo di ruolo e i "luoghi dell'incontro" dove la militanza era consapevole e misurabile nella capacità di dono e amicizia (indipendentemente se il partito era o no di sinistra) sono stati soppiantati da comitati di gestione che soffrono allergicamente tutto quello che li può mettere sotto critica, o a semplice confronto. Le assemblee e le occasioni di dibattito aperto sono ritenute grave perdita di tempo e i toni sono sempre sfuggenti e richiamano la corsa trafelata di Bianconiglio "E' tardi, é tardi". Vogliano provare a riscrivere un pò di normalità, mettendo da parte tutte queste corse allo straordinario, all'emergenza, allo speciale, al "rivoluzionario. Riconosciamo che venti e più anni di chiacchere su riforme annunciate e mai compiute hanno, scompigliato il quadro di certezze nella comunità e destabilizzato nell'intero paese gli equilibri propri della democrazia costituzionale. Pensare oggi chi ha colpa di chi è la responsabilità senza leggere i risultati della partecipazione alle consultazioni elettorali ha poco senso. Ricostruire le condizioni della rappresentanza nelle istituzioni risvegliando la sensibilità per la partecipazione, può rigenerare l’azione politica collettiva recuperando capacità e talenti ideali e morali e può restituire senso al concetto del consenso sociale (purtroppo abusato), valorizzando impegno e attitudini per fare e poi ancora fare al servizio della comunità.

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  16. Lo Stato della Sinistra Anti-Quà ed Anti-Là per poi operare e fare puntualmente con chi e con cosa si contesta..la sinistra delle banche..delle armi..del voto di scambio..dei precari come eterno bacino di voti...delle dinastie...la sinistra che ogni giorno mortifica gli ideali puri di milioni di persone..ti da sempre un nemico da combattere..quando il vero nemico è essa stessa !

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  17. Sono in politica da tanti anni,presi la decisione di scendere in prima fila mettendoci la faccia quando capii che il futuro dei miei figli era gravemente compromesso.
    Ed ho visto in questi anni uomini di dx e uomini di sx. On e Senatori,tutta gente mascherata da finto perbenismo e finta voglia di rappresentare il popolo e rispettare le deleghe affidategli.
    Poichè non riesco piu' a riconoscermi nei partiti o nelle varie sigle assieme al mio gruppo abbiamo fondato VOX POPULI ,vogliamo essere veramente la voce del popolo. Quel popolo al quale è stata tolta la sovranita',quel popolo che vota senza scegliere,che soffre e grida silenziosamente. Quel popolo che pero' puo' ,una mattina, al limite della sopportazione far sentire il suo grido e far spaventare gli intoccabili.
    Oggi la situazione non ha bisogno di grandi analisi,sotto gli occhi di tutti l'amara verita'.
    Siamo governati da ladri autorizzati al furto della nostra dignita',al furto del futuro dei nostri figli,gente inutile,parolai inconcludenti che cercano ancora di mentire,sapendo di farlo per guadagnare qualche giorno in piu' attacati a quella poltrona che gli da il potere di calpestarci.
    Invito il popolo ad alzare la testa,non abbiamo piu' nulla da perdere,ci hanno tolto tutto.
    La politica non comanda piu',l'alta finanza ha preso il posto,e pochi uomini seduti al tavolino stanno facendo di tutto per annullarci.
    Basterebbe cosi poco per sistemare le cose. Quattro conti li sappiamo fare, solo che i conti del popolo onesto quadrano, i conti di questi parolai unti dal Signore non quadreranno mai.

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  18. - Come doveva essere bello essere comunisti ante Marx natum. - (Gesualdo Bufalino).
    Per ricostruire lo Stato e i partiti non occorrono riforme ma qualche giusta mirata controriforma per tornare all'Italia che negli anni sessanta del secolo scorso realizzo" il risorgimento economico ed occupazionale dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale, pur con i dollari del Piano Marshall e tra immani difficolta' interne ed internazionali. Oggi non ci sono dollari che possano aiutarci, ma un altro miracolo economico ed occupazionale e' possibile ed urgente, pur con la globalizzazione, l'euro o la lira se venisse reintrodotta senza svalutarla ma diminuendo notevolmente il catastrofico maxidebito pubblico.

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  19. Ernesto Cosimo D'Arienzo
    è un piacere. ciao. per quanto riguarda l'articolo: a mio avviso, la sinistra "in Italia" non andrà mai al potere. l'Italia è, e sarà sempre una nazione fascista. per vari motivi. io...sono Comunista da sempre. fino a 10 anni fa, vivevo a Napoli....tante manifestazioni, proteste. poi...il nulla. nonostante la povertà, che: mi porto da sempre, non mi sono mai lamentato. anzi: mi ritengo un cittadino del Mondo. sono 6 anni che non lavoro, ma...tiro avanti. Lecce!!!! una delle città più fasciste d'Italia. mi manca tantissimo Napoli. scusa per il sermone e eventuali "orrori" ortografici. con questo: le do, la buonanotte. comunque: complimenti per il "blog" e per l'articolo. ciao Giangiuseppe.

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  20. In completo disaccordo...come a proporre come cura la causa che ha prodotto la malattia?..."Costruire un nuovo partito di sinistra"...la solita retorica...mi dispiace dirlo...senza offesa...ma ipocrita, magari inconsapevolmente...è il solito discorso ideologico, narcisisticamente autoreferenziale...per affermare alla fine contro tutti e tutto il proprio pensiero idolatrico...L'unica soluzione VERA consiste nell'abbattere questo sistema istituzionale e ricostruire la casa comune di tutti...la mia proposta è chiara: federalismo e modello alla tedesca...infatti, bisogna ripartire da assetti giuridici completamente nuovi, perché l'occasione fa l'uomo ladro...e la madre degli imbecilli è sempre in cinta...è questo sistema che ha prodotto una casta che non vuole rinunciare ai suoi privilegi e per mantenere lo statu quo si è servita di tutto...L'Italia è un paese disgraziato e maledetto perché è nato sulle stragi da Portella della Ginestra (1947) fino agli anni 90...e il sangue di quei morti grida dalla terra vendetta alo cospetto di Dio.

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  21. Se guardo ai politici che rappresentano la sinistra,abbarbicati,alle loro poltrone,non posso che dare ragione a Silvio Barbata.Abbattere questo sistema istituzionale tutto!!Oriana Fallaci,così invisa alla sinistra,aveva detto che anche all'interno dello stesso partito,gli italiani riescono ad odiarsi,gelosi e biliosi,pensano solo ai loro interessi personali.Calzante per la sinistra. Dobbiamo riconoscere che la sinistra ama i poveri,visto come stanno aumentando e che sta colmando le differenze di classe,visto che anche la borghesia sta entrando nella povertà.Renzi poteva rilanciare una sinistra popolare,rialzando gli indici di gradimento,la fiducia.La parola magica_Caro popolo state facendo tanti sacrifici,molti divoi sono senza lavoro e noi rispondiamo via i privilegi,abbassiamo i costo della politica.Compagni siamo con voi!!!Mi è sfuggito qualcosa???!!!!

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  22. Condivido pienamente l’articolo.
    Le osservazioni fatte sulla storia della sinistra italiana sono perfettamente sovrapponibili , certo “mutandis mutatis”, a quello dal cattolicesimo popolare.
    In altri termini, il PCI e la DC hanno vissuto e dato ai propri elettori e militanti la stessa parabola. Non è un caso, dunque, che entrambi questi due ex partiti storici dopo la fine della prima repubblica (1993), nonché dopo la fine del “finto” bipolarismo a trazione Berlusconi/Prodi (2011), si sono fusi nell’attuale “califfato monopolista” governativo, l’unico che conta visto che adesso anche i partiti, dopo i sindacati e le forze sociali e di categoria rappresentative del popolo sovrano fin dal 1948, sono stati rottamati perché “rompono” le scatole ai manovratori (sempre pochi e sempre di meno) che si autoproclamano e si autoreferenziano “uomini della provvidenza” e, pertanto, “salvatori della patria” che non hanno tempo da perdere in chiacchere dei perditempo (cittadini che vogliono partecipare alla vita politica e scegliere al persona che li deve rappresentare).
    Prospettive? O ci arrendiamo (lo fanno i vecchi), o emigriamo all’estero (lo fanno i giovani), o ci omologhiamo (lo fanno tantissimi, praticamente tutti).
    Giudizio finale. L’Italia non è più un paese democratico, perché gli italiani non sono mai stati uno Stato e nemmeno una Nazione, e non vogliono esserlo. Gli italiani sono “finti buoni”, egoisti, approfittatori e mentitori. Perché meravigliarsi se all’estero lo sanno, e per ciò non hanno nessuna stima di noi. Forse l’expo 2015 di Milano, il Mose di Venezia, Il Ponte sullo stretto di Messina dimostrano il contrario?

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  23. Se l Italia e noi italiani stiamo andando in malora e il paese sta affondando la colpa è sia dei singoli cittadini che dei pollici,noi nelle mani abbiamo un arma importantissima, il voto, ma purtroppo non lo esercitiamo come dovremmo.

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  24. Che dire? Ogni tanto fa bene leggere un'analisi dove no c'è cattiveria, odio e rancore, dove vengono chiaramente indicati i mali della politica che esistono da sempre ...dove si pensa di utilizzare la politica solo per propri fini ...oggi che non è più possibile elargire favori a destra e a manca ecco che tutti i politici diventano per l'opinione comune corrotti e ladri, anche l'ultimo arrivato in parlamento ...quello che non condivido della Toscana è che l'uomo del bene lo individua solo in suo padre, io devo dire che l'uomo del bene (merce rara) non ha un colore politico (lo dico io che sono di sinistra) ...nella mia vita queste persone, anche se rare, le ho trovate di vario orientamento politico ...di solito sono quelli che si interessano della politica e del sociale e quasi mai aderiscono ad un partito o a parte di esso per ricavarne un beneficio personale ...ecco la politica ed i partiti hanno bisogno di queste persone, che non contestano qualcosa per partito preso o perché non gli si trova l'etichetta più appropriata alla propria convinzione astratta, ma solo perché trovano la risposta dopo una attenta analisi se quello che si sta facendo sia giusto o sbagliato per la società ...penso che qualsiasi uomo, avulso dall'egoismo, dall'individualismo, dall'arroganza, dall'avidità, nel suo io non può pensare che il suo arricchimento sfrenato può essere un bene per la società ...ci sarebbero tante cose da dire ...ma mi fermo qui ringraziando la Nella per questo contributo di serenità oggi tanto necessario per la nostra società!!!

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  25. Credo che questa crisi ha anche un punto positivo, cerchiamo di vedere cosa abbiamo sbagliato, nella nostra vita e come paese. Certo forse non possiamo fare molto ma ricordo la storia del bambino americano con l' idea del scambio favore, sarebbe un inizio. Per la politica non vedo niente di nuovo, cercheranno sempre la poltrona sicura. A questo punto si dovrebbe creare proprio un partito nuovo con facce nuove e un ideale da seguire.

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  26. Compagni, amici, camerati... mi sembrano ormai categorie e sostantivi anacronistici, soprattutto per i giovani dell'era informatica. Loro che sono grandi navigatori, non di oceani come Cristoforo Colombo, ma di internet...e più facile essere indottrinati dal verbo di Grillo e Casaleggio o dalle slide di Renzi, piuttosto che dal comunismo paesano di Bersani e da quello stralunato di Cuperlo( un intellettuale con la "R" moscia come Bertinotti, che non ha mai visto un operaio in vita sua), oppure con qualche lezioncina del rottamato D'alema, l'unico che conobbe, l'unione sovietica, il comitato centrale ed il politburo. Ma questi ormai non ha più credibilità...ha avuto oltre 30 anni per dire qualcosa di sinistra, per rintuzzare l'egemonia berlusconiana. Ha avuto anche il potere per estirpare il conflitto d'interesse. Ma come tutti sanno egli andò a Cologno monzese a rassicurare il meneghino Berlusconi che Mediaset era patrimonio degli italiani, come se la RAI non lo fosse. infatti il caimano si è mangiato non solo la RAI_TV ma pure l'Italia. L'attuale segretario del PD nonché presidente del consiglio tutto è fuorché un comunista. Insomma tra Occhetto, Veltroni, Rutelli, Bersani, D'alema e Renzi hanno fatto gara a chi resuscita meglio ed più a lungo Berlusconi. Ricostruire i partiti ma con quale pensiero politico ? All'orizzonte non mi sembra che vi sia un Gramsci, Togliatti e neanche Berlinguer. Comunismo, compagni... mi sembrano categorie senza sostanza. Infatti come si fa la lotta di classe... senza che vi sia più un'industria come la intendeva Marx, quindi lotta dura e senza paura...contro i padroni, contro il profitto, espropriazione dei mezzi di produzione e la classe proletaria al potere. Questo diceva mio nonno... nel dopo guerra da vero comunista che lavorava nelle miniere di zolfo e faceva le vere lotte contro i padroni da sindacalista della lega zolfatai nella miniera "ciavolotta" tra favara e Villaggio mosè, miniere dove ora la mafia seppellisce scorie radioattive. La mafia e politica che si arricchisce, la gente si ammala di tumore. Ma dove sta ormai, la classe operaia.. se esiste solo terziario, ceto impiegatizio parassitario clientelare, e pensionati ? Di quale capitalismo parliamo di quello industriale o di quello puramente finanziario speculativo che si sposta da un paradiso fiscale all'altro con un colpo di clik alla ricerca del massimo profitto e con il massimo cinismo e con l'immissione di strumenti finanziarii derivati e tossici che distruggono risparmio, aziende e perfino le economie degli stati ? Ecco con quale classe operaia vuoi rifondare la politica e lo stato con quella che sta in paradiso ? Se perfino la fiat se ne andata ed il nostro paese è ormai un deserto industriale con quale classe operaia dobbiamo fare, se non più, la lotta di classe e la rivoluzione proletaria...almeno la rivoluzione delle coscienze ?

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  27. Ho appena letto l'articolo della signora Toscano, riguardante la crisi della Sinistra.Io direi che la crisi riguarda tutti gli schieramenti parlamentari ormai privi di una fisionomia ben definita.In modo particolare vedo una crisi di valori che investe tutta la società...Da dove ricominciare?

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    1. Si è vero la crisi riguarda tutta la politica, nessun partito ne è indenne, ma io , essendo di sinistra, penso cosa si può fare per avere un partito di sinistra. Tengo a precisare che quando dico sinistra io mi riferisco ad un insieme di valori propri della sinistra, ma che sono anche nella Costituzione Italiana.

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  28. "La malattia è stata ed è l’individualismo, l’incapacità a pensare al bene comune, l’incapacità di avvertire anche solo per un momento la bellezza della fratellanza, della condivisione, della partecipazione."

    Mia cara Signora, questa è l'italianità

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  29. Ho letto tutti gli interventi che precedono e mi fa davvero piacere questo confronto sereno. Io penso che la prima cosa che dobbiamo continuare a fare è proprio questa: confrontarci serenamente.
    Io non credo di avere soluzioni in tasca che possono portarci fuori da questo disastro, ma sono certa che le soluzioni possono venire fuori dal confronto civile e costruttivo. Se non siamo capaci di parlarci non potremo mai arrivare a trovare soluzioni.
    Se guardo a quello che sta avvenendo con questo governo, dove un uomo solo al comando pretende di dettare legge allora mi convinco ancora di più che non è questa la strada da seguire. Io non credo all'uomo della provvidenza, né all'uomo solo al comando, io credo al lavoro comune, nella condivisione delle idee e nella divisione dei ruoli e dei poteri.
    Chi conosce la Storia di questo Paese e non solo, sa benissimo quali sono state le drammatiche conseguenze dell'uomo solo al comando e quindi non può che battersi contro questa eventualità, che, purtroppo, nel nostro Paese non mi sembra tanto remota.
    Ho letto molta voglia di impegno a cambiare nei vostri commenti e mi fa piacere che molti condividono la mia analisi amara dello stato attuale e della sinistra che non c'è più. Ma ho letto anche molto scetticismo in altri commenti e questo, ovviamente, non mi fa piacere, perché sono convinta che lo scetticismo non è la strada che conduce all'impegno, ma va nel senso opposto. Molti sono convinti che non c'è niente da fare e quindi che facciamo? stiamo fermi ed aspettiamo la catastrofe e l'accettiamo passivamente come destino ineluttabile? Io penso che no non si può, sarebbe un grave errore. Dobbiamo sapere che in uno Stato democratico c'è sempre un'altra possibilità, non esiste l'ultima possibilità, ma la pen'ultima.
    Il mio pessimismo della ragione è sopraffatto dall'ottimismo della volontà e, spero, sia sempre di più così per molti.
    E' vero che c'è un carattere nazionale che è quel che è, è vero anche che c'è tanto incultura e disinformazione, ma è anche vero, come qualcuno ha ricordato che ci sono tante persone che lavorano nel volontariato, che aiutano chi ha bisogno, basta solo trovare la forza di unire queste realtà e farle diventare un progetto per cambiare il Paese. E' difficile, certamente, nessuno pensa che sarà una passeggiata, ma sono convinta che con la volontà possiamo iniziare un cammino di cambiamento necessario e non più rinviabile.

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  30. La signora Toscano inizia l’articolo come meglio non si potrebbe. L’affermazione secondo cui la sinistra non esiste più da tanto tempo è sacrosanta. La descrizione di una sinistra nella quale c’è egoismo e avidità ma dove non esiste solidarietà né un briciolo di pensiero, dove mancano i sentimenti della “compagnanza”, dove non c’è condivisione di idee e progetti ma in compenso esiste l’appartenenza a vari gruppi di potere che si spartiscono tutto a prescindere da tutto, è assolutamente reale e io stesso non avrei potuto far meglio se avessi dovuto descrivere questa sinistra con la quale stiamo convivendo male, molto male.
    Per spiegare bene questi concetti dovrei citare tutto l’articolo parola per parola, tanto esatta è la sua descrizione e la sua ragion d’essere.
    I compagni se ne facciano una ragione soprattutto si rendano conto del fallimento di un’ideologia politica immiserita in scandali continui, in un sistema corruttivo che ha devastato le pur valide istanze portate avanti, anche se in maniera poco credibile, da quella che una volta era la sinistra italiana facente capo al PCI.
    Il vero problema di questa specie di sinistra è di ordine molto materiale, infatti, venuti meno i rubli del partito comunista sovietico, quelli del PCI e i loro successori si sono buttati a capofitto nella gestione dei soldi pubblici con un’avidità sconcertante. Attenzione, non è che prima fossero degli agnellini, ma c’era lo scudo del Partito, non si rubava per sé ma per il partito.
    Tra PSI e PCI per decenni hanno fatto a gara ad impossessarsi dei soldi pubblici con una logica spartitoria in combutta con l’allora Dc, tramite tutti i mezzi che l’astuzia politica suggeriva, come sottogoverni, nomine nei consigli di amministrazione di banche ed enti pubblici, e quant’altro permettesse di gestire fette di potere a tutti i livelli.
    Adesso abbiamo macerie, le macerie di una classe politica di persone misere, infide, i cui ideali sono il soddisfacimento dei propri interessi costi quel che costi, supportati in questo da testate giornalistiche che della menzogna hanno fatto la loro bandiera, come per esempio tutta la galassia di carta stampata di un imprenditore come Carlo De Benedetti, grande succhiatore di soldi pubblici fin da quando forniva a prezzi esagerati mediocri computers olivetti alle amministrazioni statali, fino alla vicenda dell’inquinamento di Genova e dintorni dovuto ad una centrale a carbone e alla vicenda Sorgenia di cui non parlo qui, perché il discorso comincia a farsi troppo lungo.
    Il pensiero che in Italia comandano De Benedetti e Della Valle mi fa semplicemente venire l’orticaria.
    Dov’è la sinistra? Ha ragione l’autrice dell’articolo, la sinistra non esiste più.

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  31. Sono incazzato nero, questa politica subalterna a De Benedetti fa schifo, non mi piace.
    Il governo Renzi è un fantoccio nelle mani di De Benedetti, un evasore fiscale accertato per 250 milioni di euro relativamente all'Espresso (chi vuole informarsi basta che faccia una ricerca in Google) e che non è nè indagato nè tanto meno processato per questa enormità. Se Berlusconi è stato condannato a 4 anni per un'evasione di 4 milioni di euro, De Benedetti avrebbe dovuto prendere 250 di carcere per lo stesso reato. Invece i magistrati, trattandosi della tessera n.1 del PD se ne sono strafottuti del reato e, alla faccia dell'obbligatorietà dell'azione penale, non hanno preso alcun provvedimento nei confronti di questa persona che definire vomitevole è troppo poco.
    Ma veniamo al dunque. Il governo Renzi, di notte, senza fare rumore, ha approvato un provvedimento con cui regalano a De Benedetti, tramite Sorgenia, qualcosa come 150 milioni di euro all'anno.
    se qualcuno vuole capirne e saperne di più è invitato ad aprire questo link
    http://www.liberoquotidiano.it/news/11687193/Sorgenia--regalo-di-Matteo-Renzi.html

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  32. In questo Paese la legge non è stata mai uguale per tutti e questa è la cosa più grave.
    Anche la giustizia dovrebbe essere riformata profondamente e andrebbero rivisti i metodi di reclutazione dei magistrati, i loro avanzamenti di carriera e non ultimo gli incarichi che gli si affidano pur rimanendo in ruolo e quasi sempre con doppio stipendio. Un vero scandalo secondo me. In questo modo la magistratura è chiaro che non è più in grado di esercitare la propria indipendenza dalla politica e poi succedono queste cose.

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  33. Concordo su tutti i punti anche se resto convinta che la distinzione destra/ sinistra è superata. Cosi come sono obsoleti i partiti. Semmai una nuova sinistra dovesse sorgere mi auguro che sia capace di mandare in pensione i vecchi papponi politicanti. Per il resto confido nella storia e nella grande rivoluzione culturale in atto, portata avanti con tenacia e resistenza da semplici cittadini.

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  34. Occorre capire quali possano essere i soggetti sociali da cui possa credibilmente ripartire un progetto effettivo di sinistra e se il principale movimento di opposizione oggi presente nelle istituzioni - M5Stelle - possa in qualche modo rappresentarlo ad di là delle etichette e nei fatti concreti, nell'immediato siamo nella crisi economico-sociale e di valori più grave dal secondo dopoguerra in poi, legati mani e piedi ad un'istituzione sovranazionale come la UE in cui gli interessi che vengono tutelati sono quelli delle lobbies bancario-finanziarie a discapito dei popoli, e le guerre mai come oggi dimostrano il loro tragico ruolo di prosecuzione della politica con altri mezzi per dirla alla Clausewitz.

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  35. Io penso che per ripartire il progetto che si rifà ai valori della sinistra ha bisogno solo di persone che si riconoscono in quei valori. Non credo che si possa cotruire un progetto nuovo su fondamenta già vecchie. Abbiamo molte esperienze del recente passato che sono state un fallimento. Per cambiare bisognerebbe avere il coraggio di partire da zero. Gli intellettuali non schierati, i cittadini che ci credono dovrebbero trovare il coraggio di provarci. So che è difficile, ma so anche che non è impossibile se c'è la volontà di rischiare e, soprattutto, se si comprende che è necessario per cercare di salvarci.

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