giovedì 31 luglio 2014

È ancora democrazia?

Boschi-Renzi-è-ancora-democraziadi Giangiuseppe Gattuso - Le conquiste sociali, la libertà, la democrazia, una volta acclarate ci si illude non possano più essere perdute. Tutto si da per scontato e la nostra attenzione è attratta dalle questioni legate al vivere quotidiano.
I fortissimi rivolgimenti, la globalizzazione, la perdita delle identità, lo svilimento dei movimenti operai e l’irrilevanza dei sindacati, hanno corroso il nostro impianto sociale spingendolo sempre più verso la precarietà e l’insicurezza. Tutto ciò che fino a qualche decennio fa era un rischio lontano se non impossibile, oggi è materia quotidiana. Le statistiche sfornano dati sfavorevoli e preoccupanti. Povertà raddoppiata, disoccupazione enorme e consolidata, previsioni di crescita pari a zero, pressione fiscale ai limiti massimi da primato mondiale. Altrove, nelle democrazie avanzate, come gli Usa, il grado di fiducia dei cittadini nei confronti del capo del governo sarebbe in caduta libera. Qualsiasi presidente sarebbe sicuramente battuto dal suo concorrente. In Italia è esattamente all'inverso.

Tanto peggio è la situazione economica e sociale, tanto grave è la condizione occupazionale, tanto più alto è il consenso nei confronti del governo. E, in questo caso, della sua immagine plastica rappresentata dal giovane fiorentino e dalla sua squadra, catapultato, da sindaco di Firenze, a Presidente del Consiglio e Segretario del partito di maggioranza relativa. Matteo Renzi gode oggi di un consenso stimato oltre il 60%. Mai accaduto dal Dopoguerra ad oggi. Il terzo capo del governo non votato dagli elettori e ‘impostosi’ come ultima chance. Con la minaccia/ricatto del "dopo di me il disastro". Un refrain molto orecchiabile per un pubblico distratto e superficiale; per una platea di cittadini delusi ma incapaci di reagire, quasi masochisticamente vittime del sistema, e impauriti per il loro futuro.

BerlusconiIl cosiddetto ‘ventennio’ berlusconiano ha lasciato segni indelebili, e ha trasformato la politica italiana. L'influenza più marcata è stata nei confronti della sinistra, “è riuscito a cambiarne la natura”, dice Fausto Bertinotti. Il leader di Rifondazione Comunista, ex presidente della Camera, sconfitto dagli elettori.

Bertinotti-Fausto-2Per Bertinotti la sinistra, prima del 'ventennio', era facilmente identificabile: la forza politica i cui capisaldi erano il lavoro, la giustizia sociale, le pensioni, la sanità, il garantismo. Diventando, negli anni, la forza politica ‘contro Silvio Berlusconi’. E, non riuscendo mai a batterlo sul terreno politico, su un’idea diversa di società, bypassando d’un colpo, e cinicamente, la sua pesante situazione giudiziaria, oggi, la sinistra (quella del PD) si identifica con l’accordo del Nazareno. Un patto stipulato al di fuori delle aule parlamentari per determinare cambiamenti radicali del nostro assetto costituzionale, senza un disegno complessivo che resta semi sconosciuto.

L’eccessivo interventismo del Governo, inoltre, su temi come le riforme costituzionali, rappresentano una grave anomalia. L’eccessiva decretazione d’urgenza, da un lato e, adesso, l’imposizione della revisione costituzionale, hanno, di fatto, esautorato gravemente il ruolo del Parlamento. Luogo unico deputato alla funzione legislativa (Art. 70 Cost.).  

In questo quadro si innesta la fortissima, a volte esasperata, reazione delle minoranze che in mancanza di un costruttivo dialogo, mettono in atto le prerogative garantite dalla democrazia e dalla stessa Costituzione. E cioè quella di impedire, con la pratica dell’ostruzionismo, prendendo tempo, che si approvino quelle modifiche al ‘sistema’ ritenute sbagliate per la stessa tenuta democratica. Così come la decisione di innalzare da 500.000 a 800.000 le firme necessarie per proporre un referendum abrogativo, e di elevare da 50.000 a 250.000 le firme per le leggi di iniziativa popolare. Un disegno che sembra pensato per togliere spazio al popolo. E perché, poi, il Governo non vuole il Senato elettivo? Quale influenza negativa ci sarebbe nel dare ai cittadini la possibilità di eleggere i ‘nuovi’ senatori? La questione non è così banale come potrebbe sembrare. E la soglia alta di sbarramento (finora l’8%) per l’accesso alla ripartizione dei seggi non fa altro che limitare una fetta importante della rappresentanza popolare. Il risultato, facilmente prevedibile, sarebbe quella di una Camera dominata dai due partiti dell’accordo, un’operazione che, in atto, per il sostanziale ‘idem sentire’ va verso il partito unico. Tutto il contrario dello spirito della nostra democrazia costituzionale che è, invece, indispensabilmente pluralista.

democrazia-italia_europaInsomma c’è una questione ‘Democrazia’. Non esistono più le grandi battaglie ideologiche, e anche nel panorama europeo sono sempre più blandi i confini tra le grandi famiglie politiche. Gli stessi termini ‘Socialista’, ‘Comunista’, ‘Destra’, hanno un sapore e un significato che non viene più percepito, e maggiormente dalle masse giovanili, come discrimine per compiere le scelte elettorali.

Ci troviamo, quindi, in una traversata del deserto. Dove gli appuntamenti elettorali si trasformano in una battaglia tra personaggi che assurgono a ruolo di trascinatori. Si vota a favore o contro il leader del momento, abbandonando quasi completamente le scelte dettate dalle grandi linee rappresentante dalla destra e dalla sinistra. Lo scontro è ormai una battaglia portata alle estreme conseguenze tra quelli che comandano, da sempre, e dall'altra i cittadini che sono, e si sentono, esclusi da tutto. Il risultato, in estrema sintesi, è l’enorme numero di cittadini che rifiutano il voto, e la parte restante che si divide tra chi è al governo e al potere e tra chi, con modalità nuove e diverse, e partendo dal basso, pensa e spera di cambiare radicalmente il sistema.
Matteo Renzi, con la sua capacità di cogliere il tempo, la sua dose di cinismo, le indubbie ‘qualità’ politiche, al limite della spavalderia, interpreta tutta l’anima governativa del cosiddetto ‘fare’. Rischiando, però, di mettere troppa carne al fuoco e obnubilare così la sua visione e anche quella degli altri.

La speranza resta sempre l’ultima a morire. C’è ancora tempo per rimediare, c’è tanta gente, in Parlamento e fuori, che ha a cuore la democrazia e le nostre istituzioni. Il Governo ha tanto spazio, il lavoro da fare è enorme, gli interventi per alleviare la morsa della povertà, per spingere le imprese a creare nuovo lavoro, per limitare le disuguaglianze spaventose, sono innumerevoli. Il giovane premier, insomma, ha altro a cui pensare. Governi e lasci al Parlamento il tempo necessario per riflettere e portare avanti delle buone riforme costituzionali e, principalmente, condivise e apprezzate dalla stragrande maggioranza del Paese.

Giangiuseppe Gattuso
31 luglio 2014

31 commenti:

  1. A volte mi domando se al posto di Renzi alle Europee che hanno rappresentato la legittimazione del suo governo, ci fosse stato Bersani o Letta il risultato sarebbe stato lo stesso? Ci sarà una ragione che ha visto delle primarie eclatanti e le Europee altrettanto vincenti.. Renzi rappresenta il nuovo trasversale.... l'oppiaceo che serve per riprendersi, lasciamo da parte la democrazia violentata da una semplice riforma Costituzionale la democrazia è già stata violentata basta leggere un giornale per renderci conto che come dice il Prof. Cacciari "E' la Repubblica corrotta": Troppi buchi neri troppo lerciume non si può pensare che Patti del Nazareno non ce ne siano stati negli anni passati! E allora cosa vogliamo fare? Il progetto futuro secondo me è il seguente il PD diventerà il Partito della Nazione (vedi DC) il Senato scomparirà e la Repubblica diventerà Presidenziale alla francese… che non è male pensando ai 101 franchi tiratori di Prodi... e noi ad assistere a questo lerciume! Questa è democrazia? E' democrazia che un partito che rappresenta l1,5 % presenti 6.400 emendamenti .questo non è ostruzionismo è protagonismo becero di 7 senatori al fallimento che sanno che non torneranno più in politica e che cercano ancora di tenere stretta la poltrona! E' democrazia gente che specula sulle disgrazie sociali per arricchirsi tramite un Blog? Cerchiamo di guardare oltre tenendo conto che saremo sempre lontani dalle logiche che non ci appartengono del resto siamo chiamati solo ad esprimere un voto... chi va a votare!

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  2. Oggi di che democrazia parliamo . Certamente NON DI QUELLA VERA quella per la quale abbiamo lottato. . Politici OPINIONISTI la usano in qualunque circostanza Cercano di convincere cosi' che loro sono democratici ,e quanto propongono.sono provvedimenti a favore del popolo di cui sono mandatari Qualcuno DOVREBBE chiedersi se il plebiscito ottenuto per una competizione EUROPEA possa essere paragonato a quella che un politico deve ottenere per governare un paese una città,Gli esempi odierni mi portano a pensare che plebiscito e democrazia fanno a pugni Chi riceve un largo consenso pare che venga preso da delirio di onnipotenza tanto da pensare che possa fare e osare tutto ciò che gli. passa per la testa .SE SI USASSE un pò di DEMOCRAZIA e meno arroganza non assisteremo a scene a cui tutti siamo costretti ad assistere quotidianamente

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  3. mi chiedo anch'io se siamo in democrazia, ma non da ora, e non nel senso dell'autore di questo articolo, il quale è nostro amico, ma non siamo disponibili a fare i corifei di quello che egli scrive. La situazione si fa più dura, ed i duri incominciano a giocare...mi verrebbe da dire... dove ognuno non è disponibile a derogare alle proprie intime convinzioni. Per cui sentire nostri amici che cominciano ad incazzarsi, l'un contro l'altro è il segno che stiamo toccando veramente il fondo. La tematica di giudizi difformi sul comportamento, indegno, del senato per me coincide con il sentire di F Ales, simpatizzo apertamente per Renzi. Come il 95 per cento degli Italiani ho profondo disprezzo per i politici di questo parlamento, escluso il gruppo Renzi, in quanto ancora immune dalle nefandezze, ruberie e disonestà varie. Pertanto vedere questo miserabile senato agitarsi tanto per la poltrona, mi fa ulteriore rabbia, vedere poi utilizzare privilegi e nascondimenti, come il voto segreto e l'immunità, la gazzarra nelle aule che noi paghiamo a caro prezzo, con le nostre tasse, mi provoca ulteriore nausea e profondo senso di ingiustizia vedere inoltre che questi furfanti percepiscono regolarmente lo stipendio esoso ed immeritato, al contrario dei poveri lavoratori. Pertanto che Renzi elimini questo senato letamaio al più presto, è il minimo. Forza Renzi.

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  4. Naturalmente avrei preferito che le riforme fossero state più radicali, riduzione drastica parlamentari massimo 300. L' alleanza con grillo e non con berlusconi. Ma tutto questo non dipende da Renzi quindi la real-politik impone questo, altrimenti....altrimenti elezioni è chiaro...!!!

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  5. Complimenti al Direttore per l articolo,mah non penso che i valori di cui cita lei nell articolo il Nostro Paese li Conosce ancora...la democrazia in Italia,non esiste piu'....è solo un lontano miraggio in un oasi inesistente.....!!!!come del resto tantissime altre cose...

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  6. “Libertà va cercando, ch'è sì cara, come sa chi per lei vita refiuta”
    Non so bene perché, ma leggendo questo articolo, mi sono tornate in mente le parole, rivolte da Virgilio -guarda caso- a Catone, nel I canto del Purgatorio dantesco. Il quale -Catone- in nome della libertà, si suicidò all'approssimarsi della dittatura di Cesare!
    Vogliamo dire che non fu dittatura? Diciamolo, ma la sostanza non cambia: con Cesare finì la Res Publica!
    E forse, quello che sta capitando oggi, non è tanto diverso da allora....
    La cosa da chiedersi è: come mai tanto appagato consenso verso quel bel fior di Firenze, e nello stesso tempo, tanto disinteresse verso le cose della politica?
    Dove gli ideali, i valori, la responsabilità del vivere lo Stato come cosa di tutti?
    Davvero la libertà oggi è diventata solo possibilità di avere l'ultimo telefonino smarcato dal compiaciuto soddisfacimento popolare: senza più tempo per pensare, ragionare....e non solo riguardo le cose pubbliche?
    Atonia? Distonia? Disturbo collettivo da pericolo di privazione?
    Matteo Renzi è solo uno tra i tanti resisi disponibili a portare avanti questa operazione di smantellamento della res publica; quello che si è lanciato più prepotentemente, bypassando i regolamenti costituzionali e di partito.
    In questo sostenuto dal presidente della repubblica...cosa che mi preoccupa ancora di più!
    Tutto qua!
    Che la storia abbia delle sue dinamiche che sfuggano alla ragione dell'uomo? Un “necessariamente” tutto ciò?
    Corsi e ricorsi storici? La nèmesis dei greci? Il fato, il destino dei popoli?
    E allora quale speranza?
    Dove i censori di oggi disposti anche al suicidio in nome della libertà!
    In verità, molte le voci che si alzano nell'emiciclo parlamentare, come ce ne furono tra i senatori dell'ultima Roma repubblicana.....
    Ma l'arguto tosco riuscirà a superare ogni tono, qualunque ne sia la scala sonora!
    Dunque, quale speranza?

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  7. La democrazia è due lupi e un agnello che votano su cosa mangiare a colazione. La libertà un agnello bene armato che contesta il voto. Benjamin Franklin.
    In Italia un lupo e un lupo travestito da agnello hanno congiurato per anni giocando a Il buono e il cattivo. L’agnello ha delegato l’impostore a usare le armi in difesa della propria libertà, in nome della Democrazia. E si crede armato. Ora è finalmente l’ora di colazione.

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  8. Mi complimento con il Direttore per la bellezza dell’articolo.
    Certo, però, bisogna dire che lui ha fatto proprio come Renzi (anche se non credo che gli piacerà il paragone): ha messo tanta/troppa carne al fuoco!
    Aldilà dello scherzo, sicuramente, con la sua riflessione egli apre spazio per la discussione in molti campi: socio-economico, socio-politico, politico-giuridico. Privilegerò quest’ultimo aspetto per le direttive fornite dal titolo dell’articolo e per le mie poche competenze personali.
    In quest’ottica, il mio discorso muoverà in tre direzioni diverse: 1. Sul metodo di approvazione della riforma dell’ordinamento giuridico costituzionale. 2. Sui contenuti della riforma costituzionale. 3. Sulla democrazia in Italia.
    Prima di passare a questa trattazione ho premura di fare mie le parole di Fausto Bertinotti riportate da Giangiuseppe Gattuso. Aggiungendo che, se non esistono più ideologie, gran parte delle colpe, a mio modesto parere, è a causa della sinistra che non ha saputo tenere alto il panorama politico, anzitutto, imponendo la propria scaletta di argomenti/valori alla discussione politica. Ma su questo tema potremmo scrivere libri e, ai nostri fini, è meglio tacerne nella presente sede.
    Primo punto: sul metodo di approvazione della riforma dell’ordinamento giuridico costituzionale. È indiscusso che il clima in Senato non è dei migliori ma il problema, più ancora, è che non è il clima adatto per una riforma della Costituzione. Quando fu sancito il “patto del Nazareno”, io fui uno dei primi che, senza particolari dietrologie, accolse positivamente l’accordo. Quello che del “patto del Nazareno” gradii e continuo a gradire fu l’elemento più evidente, forse ingenuo, cioè che si fossero visti perché le riforme sulle regole del gioco e sulla modifica della costituzione avessero il più ampio margine di consenso, nello spirito del compromesso che anima il nostro ordinamento giuridico. Fin qui potrei dire: (so che molti di voi non concorderanno) “tutto pacifico”.
    La discussione in Senato della proposta di riforma mi ha però progressivamente posto in dissenso rispetto ai metodi, di maggioranza e opposizione. Il problema della minoranza è il seguente. In Italia le minoranze o fanno le opposizioni oppure non fanno nulla. Certo, non è corretto trincerare il testo di una riforma così importante, ma neanche possiamo definire come segno d’apertura al dialogo presentare 8000 emendamenti! E sono certo che, tutti voi concorderete, posando per un attimo gli abito dei moralisti qualora li volesse indossare, che chiunque al posto della maggioranza, in queste condizioni, agirebbe come la maggioranza sta agendo! Poi c’è la maggioranza che ha molti problemi: a)La riforma la si deve portare a casa perché altrimenti in Europa non saremmo credibili. b) La riforma è necessaria perché il bicameralismo perfetto (per non parlare della regolamentazione attuale del titolo V) rallenta il sistema stato. c)La riforma si deve fare perché Renzi, non ci vuole certo perdere la faccia.
    In tutto ciò, però, il problema più grosso, del sistema, è che lo spirito del compromesso costituzionale se ne va a farsi benedire! Esempio l’emendamento Lega E, approvato ieri in Senato per soli 7 voti. Va a farsi benedire, pure la Costituzione più bella del mondo! Costituzione più bella del mondo non per il bicameralismo o per altri motivi giuridici ma solo perché frutto di un dialogo costruttivo di vero compromesso come quello della costituente.
    Chi ha ragione non ci è dato saperlo sui metodi, ognuno si convince che siano i migliori quelli della parte politica che appoggia e un reale commento possiamo darlo quando leggeremo il testo definitivo di questa riforma.
    .
    (Continua)

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  9. Secondo punto: sui contenuti della riforma costituzionale. Qui procedo per titoli perché ogni punto meriterebbe pagine di dissertazione.
    A) Ma chi l’ha detto che il sistema attualmente vigente accogliesse di buon occhio la democrazia diretta (che si esprime con l’iniziativa di legge popolare e il referendum abrogativo)? Vorrei ricordare a chi è più grande di me che la legge per l’attuazione di questi dettami costituzionali fu approvata solamente nel 1978 ( è la 199 del 78), segno di quanto la politica italiana sia stata restia a questi provvedimenti di democrazia diretta. Ora, con ciò, so che molti di voi alimenteranno la propria convinzione che la politica in Italia è sempre stata oligarchica ma questo è, come afferma la dottrina costituzionalista, è normale in un sistema di democrazia rappresentativa. Il provvedimento di innalzamento delle firme è facilmente comprensibile se si pensa al fatto che siamo nell’era della comunicazione velocissima e al fatto che dal 48 al oggi l’Italia ha avuto un aumento demografico.
    B) Perché il Senato non può essere elettivo? Per un motivo semplice. Se il Senato è elettivo allora per i senatori come per i deputati deve vigere lo stesso ordine di prerogative: Stipendi etc.. Qualcuno mi dirà che si potevano fare altre mille cose per sovvenire a queste esigenze; sono d’accordo.
    Una sola lancia posso spezzare in favore del Senato eletto in secondo livello: in altri stati è così e non costituisce una mina alla democrazia.
    C) Nessuno ha considerato un elemento importante. Si dice che questa riforma porterà a una dittatura del governo a causa del consueto abuso della decretazione d’urgenza.
    Io vorrei proporre un nuovo modo di vedere la cosa. La giurisprudenza costituzionale ha definito i parametri di necessità e urgenza dai parametri soggettivi riposti nella responsabilità e volontà del governo. In poche parole, il Governo può ritenere necessario e urgente quello che crede e se il Presidente della Repubblica non lo ferma la necessità e l’urgenza sono costituzionalmente validi. I decreti legge vengono usati per velocizzare i tempi parlamentari dato che il Parlamento è lento e le leggi si approvano con difficoltà.
    Ma, nel momento in cui le leggi non vengono più approvate nel medesimo testo da ambedue rami del Parlamento, forse che lo strumento del decreto legge sarà rivalutato e ridimensionato, arginando la necessità e l’urgenza a criteri oggettivi (terremoti e catastrofi)?
    È un ipotesi che nessuno ha prospettato ma è la più coerente con le operazioni adottate in precedenza dalla Corte Costituzionale per salvare la forma di governo nel nostro paese.
    D) Infine, sono d’accordo con i direttore, le soglie di sbarramento dell’Italicum fanno paura e, con un sistema maggioritario, in cui a secondo turno competono i partiti più grandi, possono anche essere eliminate.
    (Continua)

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  10. Il terzo punto di questa mia lunga trattazione è la salute democratica dell’Italia.
    Ho paura, ho paura che abbiano ragione quegli scettici che dicono che di democrazia in Italia non ce ne sia.
    Si dice che in un’intervista di Radio Londra fu chiesto a Mussolini perché avesse creato il Fascismo in Italia. Egli rispose di non avere fatto nulla: “Gli italiani sono già così, sono già fascisti, io ho solo messo le parate, i fasci, la romanità”. Tutti sappiamo che il fascismo lo inventò Mussolini ma certo questa affermazione ci spinge a considerare un aspetto sotteso: l’ignavia degli italiani. Italiani capaci di essere il giorno prima fascisti e il giorno dopo antifascisti.
    “La democrazia è l’ideologia del nostro tempo, forse non per convinzione né per assuefazione, ma per mancanza di alternative. […] Tutti possono rendere omaggio alla democrazia-parola, ma concepire la cosa molto diversamente. Una democrazia è posta contro un’altra democrazia, in un muro contro muro che non può diventare tanto più distruttivo perché si svolge nella stessa casa, come una guerra civile non tra avversari ma tra traditori della medesima fede.” (G. Zagrebelsky, Il « crucifige!» e la democrazia, Nuova edizione Einaudi, 2007)
    La questione è reale: chi serve la democrazia e chi se ne serve? E più ancora: il popolo dove sta? Esiste davvero, la democrazia in Italia? È percepita realmente? O è solo fumo de higalgo?

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  11. "La democrazia esiste laddove non c'è nessuno così ricco da comprare un altro e nessuno così povero da vendersi" Rousseau
    Democrazia....governo del popolo,forma di governo in cui il potere viene esercitato dal popolo,tramite rappresentanti liberamente eletti;democrazia esiste se un popolo è istruito e,ragionando con la sua testa,non si lascia "incantare"dall'imbonitore di turno,nel nostro caso da Matteo Renzi .DEMOCRAZIA....governo del popolo ma da noi è solo un modo di dire in quanto non scegliamo nessuno e le persone vengono imposte o si impongono....la nostra è una democrazia rappresentativa che significa che noi siamo democratici e crediamo di esserlo....ci mettiamo in fila per votare e scegliamo delle persone che pensiamo facciano poi in Parlamento il loro dovere,che lavorino per i nostri interessi.....siamo noi a conferirgli un potere e delle responsabilità;il guaio è che queste persone,dopo essere state elette,decidono se cambiare un sistema che non funzona e marcisce o se non mantenere le promesse....NEL NOSTRO PAESE,si preferisce non mantenere le promesse.Non credo che Renzi le manterrà o le potrà mantenere....dalla sua ha l'appoggio di chi voleva vedere risultati immediati,cosa che il furbo Renzi ha mostrato di sapere fare....i famosi contentini,salvo per impantanarsi adesso in un mare di bugie,che stanno venendo a poco a poco a galla.Tutto ok,ma non parliamo di democrazia....la vera democrazia sarebbe stata potere scegliere un radicale cambiamento quando se ne è avuta l'opportunità....Poichè il potere costituito aveva dimostrato di non volere,non sapere venire incontro alle esigenze della collettività,ma di volere fare solo gli interessi dei suoi funzionari,amici e parenti,in un sistema clientelare che del merito non si cura,bisognava dichiarare estinta quella forma di governo e cominciare da zero,con un vero cambiamento.Penso che sia chiaro che non verranno attuate riforme rivoluzionarie.....che non ci saranno cambiamenti notevoli;l'unico cambiamento sarebbe stata una rivoluzione non quella delle barricate s'intende ma quella di consuetudini,usi e mentalità diverse da quelle di prima....la rivoluzione,in questo senso,è una "rottura"dello"status quo".Ecco perchè è stato osteggiato il M55 che aveva e ha come obittivo primario quello di cambiare dalle fondamenta un sistema marcio e corrotto ,che pretende la trasparenza e quindi attacca i poteri occulti e i complotti di Stato....che è meritocratico e quindi è contro una classe politica che promuove le caste dinastiche interne ai partiti ..... obiettivi invisi ai nostri governanti e a tutti coloro che "ci mangiano"e sperano ancora di "mangiare "in questo schifo di sistema.Ma non mettiamo in mezzo la Democrazia,per favore....

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    1. illustre amica Scelsi, ma quello che ha comprato i deputati e senatori non è Renzi ma Berlusconi, come da relativo processo a suo carico. Renzi semmai li vuole mandare a casa, ma questi signori non avendo mai lavorato, ed essendo senza arte ne parte, non mollano il malloppo.

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  12. L'iperattivismo del nostro giovane presidente del Consiglio rischia di creare molti più problemi di quanti spavaldamente annuncia di voler risolvere. La sua determinazione, che ha contribuito ad incantare tanti elettori, sta già creando dei dissapori e contrasti, come quello suscitato nel Presidente Junker per la pervicace intenzione di far nominare la Mogherini Alto Commissario della UE.
    Del tutto spiacevole la scelta di stringere un patto avente per oggetto la modifica della Costituzione e della legge elettorale con il pregiudicato espulso dal senato.
    A parte gli 80 euro, per il cui rinnovo ed allargamento di beneficiari dovranno effettuarsi tagli ulteriori alla già ridotta spesa sociale, non è stata finora attuata una seria politica di rilancio dell'economia.
    Si, anch'io sono nella platea ad assistere ad uno spettacolo di cui non vedo un finale gradevole: troppe minacce, ricatti, grida e incertezze tra il protagonista e il resto della compagnia, dove dell'interesse pubblico non pare occuparsi alcuno.

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  13. Il torrenziale articolo del direttore pone una serie di temi, e di interrogativi, cui ognuno può dare le risposte che ritiene più coerenti. Io proverò a dare con sinteticità le mie ad alcuni di essi.
    Il Direttore si chiede anzitutto come mai, nonostante la "catastrofica" situazione economica e sociale del paese, questo governo mantenga una buona dose di consenso. Premesso che, pur potendo risultare impopolare, ritengo che bisognerebbe essere un tantino più cauti prima di parlare di un paese in macerie e di povertà dilagante.
    è innegabile che la crisi sia profonda, ma basta guardare un po' il mappamondo per renderci conto che potrebbe anche andarci peggio (colgo l'occasione per sottolineare che l'Argentina, più volte osannata da un nostro eminente leader politico, è probabilmente dinanzi al suo secondo default in 10 anni). Andando oltre questa premessa, io che per renzi non ho mai nutrito una grandissima considerazione politica mi permetto di dire che addossare le responsabilità al suo governo è un po' ingeneroso ed avventato, visto che lo stesso è in carica da pochi mesi. Potrebbe fare molto di più e meglio, senz'altro, ma credo che agli occhi di molta gente salti l'evidenza delle sterilità strumentale e beceramente populista delle opposizioni. La gente che non si "accorge"del colpo di stato manifestamente in atto tende a vedere più di buon occhio chi, con tanti limiti, cerca di far muovere la macchina legislativa, piuttosto che chi, legittimamente, fa di tutto per frenarla e per fermare il suddetto golpe fascista. In sostanza credo che la gente ottusa di cui sopra capisca più chi abbassa le tasse sul lavoro mettendo qualche spicciolo in più in tasca ai lavoratori subordinati rispetto a chi ritiene che 80 euro non servano a nulla.
    Chi invece argutamente si accorge di questa emergenza golpista è pronto ad imbracciare le armi condotta dal senatore Giarrusso (forse anche da Scillipoti) ed a morire per la democrazia (e devo dire che per questo gode di tutta la mia stima)
    Detto questo, non posso non concordare con le dichiarazioni di Fausto Bertinotti: la sinistra ha avuto una profonda crisi di identità e si è sostanzialmente persa, in Italia più che altrove. Io mi ritengo un elettore di sinistra e tale evidenza mi spiazza e mi rattrista. Credo io che il Pd rappresenti La Sinistra? No, tendenzialmente non lo credo. Ma chiedo al Sig. Bertinotti, ai vari Vendola, Ferrero, Ferrando, Rizzo, quale sinistra rappresentano loro? quanti voti operai raccolgono con il loro oltranzismo massimalista e manicheo? sono partiti della manovalanza? sono partiti di massa? Posto che a questi quesiti non credo sia necessario dare risposta, chiederei a tutti loro di dismettere un attimo la pipa e fare anche un po' di autocritica. Se gente come me ha gradualmente smesso di votarli è perchè arrivata ad un certo punto della vita si è rotta le ::: di chiacchiere da caffè e desidera qualche risposta concreta per il proprio futuro.
    Ritornando al golpe in atto, a chi si meraviglia del terzo governo non eletto direttamente dal popolo faccio notare che in realtà questo è esattamente il ventisettesimo governo eletto dal Parlamento come prevede la Costituzione che tanto si tende, giustamente, a difendere.
    Infine, sulla riforma costituzionale non vorrei entrare nel merito. Tuttavia noto che: 1) improvvisamente il m5s è diventato strenuo sostenitore del bicameralismo paritario e perfetto, e lo difende presentando simpatici e scherzosi emendamenti che dovrebbero farci propendere, forse, per la chiusura definitiva del parlamento, ; 2) sel è d'accordo sul superamento del bicameralismo e, per discutere su uno o due punti di lieve dissenso presenta 6.000,00 emendamenti, che peraltro sarebbe pronta a ritirare in toto se il pd venisse meno al patto del nazareno (parolo di Furfaro su omnibus); 3) Calderoli, il relatore e parte attiva nel processo di formazione della riforma scende in piazza a protestare contro la stessa (la coerenza è sempre stato il suo forte).

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    1. Trovo molto sensato e pertinente il commento di E Volpe. Molti si accaniscono contro questo governo: la sinistra salottiera e parolaia, che ha perso tutte le elezioni, vero Bersani, Occhetto, Veltroni, i grillini schizofrenici ora amanti del bicameralismo perfetti, i leghisti sfasciacarrozze e ascari di Berlusconi, e personaggi che nulla avrebbero in comune, scilipoti, minzolini, vendola, Razzi, chiti, calderoli...Ma cosa li unisce ? La democrazia ? La costituzione ? Ma mi facciano il piacere e vadano affanculo ! Ma ammesso che riescano a far cadere questo governo cosa ci aspetta dopo ? Le elezioni, il fallimento, i forconi, la guerra civile , la barbarie o il caos ? Quindi con la fine di Renzi finirebbe anche la speranza ! Ma i sondaggi altissimi di cui gode il presidente del consiglio la dicono lunga sulla popolarità mistificante, di cui godono gli innamorati dell'ultima ora del senato casta. Renzi ci tolga questi senatori pagliacci dai coglioni e basta ! Autoritarismo...dittatura...cosa volete che glie ne frega a chi non può mettere la pentola !

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  14. Pensiamo al "giusto compenso" che fa innalzare i prodotti tecnologici solo per far entrare altri soldi nelle casse degli stati andando contro chi ha votato per loro Ma stranamente prima delle europee si sono ricordati di noi con le 80€ in busta...quando vogliono possono far qualunque cosa....ricordiamolo alle prossime elezioni

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  15. Complimenti per il tuo articolo che in modo chiaro cita e analizza le problematiche che stiamo vivendo.In Italia l unica sicurezza è l insicurezza!!!A monte di una situazione tanto problematica ,tu dici, gli italiani rispondono con un largo consenso al governo eleggendo Renzi Intanto non si rallegri il PD,gli italiani hanno votato Renzi e non per fiducia al governo ma per disgusto. Il grande comunicatore,per molti rappresentava una sorte di continuità con Berlusconi,per tutti il grande vendicatore di una classe "politica"dello spolpo fino all'osso, del magna magna, del mi sistemo tutti i parenti, guai a chi mi tocca i privilegi ma non si sarebbe fermato qua,avrebbe restituito il mal tolto.Cosa come scegliere in Italia, non ci sono più partiti ne ideologie.esiste una sinistra che vive dell esaltazione anti berlusconiana DEMOCRAZIA!!! da anni sono i partiti che scelgono i candidati Tutti hanno parlato male del porcellum ma alla fine ha fatto comodo a tutti. Renzi è stato votato (sempre da chi ha votato) per la paura del movimento a 5 stelle E se fossero risultati il primo partito d italia con Grillo sarebbe stato meglio? La democrazia sarebbe stata ristabilita?

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  16. L'articolo fotografa con estrema chiarezza la situazione che stiamo vivendo: un vero e proprio caos interno ed internazionale. Non vorrei che il premier e la sua compagna di viaggio con le loro riforme imposte, vogliano preparare qualcosa di grosso. Parlare di ghigliottina, di patto del Nazareno, di lodi vari, evocano linguaggi da terzo mondo e da trivio. Per quanto mi riguarda il sig. Matteo non mi piace, ma non mi piace la Boschi (e credo che questo sia comprensibile!), tantomeno mi piacciono i fantasmi del passato. Bertinotti rimpiange la sinistra di prima del ventennio. Gli vorrei chiedere di quale ventennio parla. Tra tutte queste assurde competizioni dialettiche, nessuno si accorge o non si vuole accorgere che oggi importiamo manodopera e esportiamo cervelli. In tutto questo muoiono bambini, donne e civili che non si possono difendere perché vivono in una terra secca, arida e priva di buonsenso e di senso umano.

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  17. Dal web.....Complimenti italiani. Pensando che Renzi fosse il meno peggio avete fatto esattamente il suo gioco. Vi ha riempito le orecchie di parole come velocità, gufi. "gli altri non mi fanno lavorare" e nessuno di voi guarda alla sostanza di quello che fa ma solo all'apparenza del "per lo meno fa qualcosa". E quando vi accorgerete che il "qualcosa" che sta facendo altro non è che l'ennesimo rafforzamento della classe politica sulle spalle degli elettori, sarà troppo tardi.

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  18. Il ventennio Berlusconiano è nato da una furbata (come ha detto qualcuno che allora militava in Forza Italia e adesso è un leader dei Forconi UN VERO E PROPRIO COLPO DI STATO) di chi per salvare i suoi interessi ha messo assieme idee e programmi perfettamente incompatibili tra loro come il nazionalismo del MSI (dopo AN) e un partito federalista come La LEGA ...è da questo imbroglio che nasce la sconfitta della sinistra di Occhetto ...su questo ha influito parecchio anche la voglia dei Popolari di allora di volersi contare ...il ventennio berlusconiano oltre alle macerie ha lasciato questa idea di governo del leader che deve essere confermato dalle elezioni e mi dispiace sentirlo dire a quelli che si propongono alla difesa della Costituzione ...il nostro paese tutt'ora è una Repubblica parlamentare, dove è il parlamento che da la fiducia al Governo e al suo Presidente ...e sino a quando in Parlamento c'è una maggioranza possibile il Presidente della Repubblica non può sciogliere le camere ...spesso leggo dei discorsi dove sembra che il mondo sia rimasto fermo e che in questi quasi sessant'anni di Democrazia non sia cambiato niente ...ma ahimè la classe operai delle grandi fabbriche non c'è più da tanto tempo, l'agricoltura si è evoluta, i mezzi di comunicazione si sono diversificati ed aumentati, la globalizzazione ...ecco mi fermo qui e chiudo dicendo che qualsiasi cosa (costituzione compresa) vanno adattate a questi cambiamenti e scusate Matteo Renzi fa parte di questo cambiamento e mi auguro che riesca ancora a correre per cambiare questo paese!!!

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  19. Caro Direttore, mi auguro che il suo articolo cosi ben esposto smuova le coscienze di tante menti assenti ai fatti che dovrebbero interessare tutti... nel senso più totale, perché viviamo in una incertezza politica, sociale ed economica. A nulla valgono le palle giornaliere che ci propina il "Rottamatore " del nulla. La disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli cosi alti che nessuna riforma, almeno per anni potrà colmare, gli italiani, spero, inconsapevolmente sono complici di questo disastro, sono cosi bombardati dalle bugie giornaliere che non pensano più con chiarezza, e come se il domani non esistesse. Si sono dimenticati delle lotte fatte con coraggio e sacrificio negli anni 80 per raggiungere quei diritti che oggi ci hanno tolto con molta leggerezza. Siamo e sono tutti incentrati in queste riforme che non ci serviranno a nulla, se non ai loro accordi e inciuci, fatti da rappresentanti di dubbia onestà! Oggi non abbiamo più una destra e una sinistra, ma accordi fatti e portati avanti con prepotenza, da una figura arrogante e presuntuosa che rappresenta il nulla, ma che mira a toglierci quel po’ di democrazia che ci resta.

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  20. E' ancora democrazia?
    Questa è una domanda che ogni cittadino italiano si pone, senza riuscire a formulare una risposta certa, davanti uno spettro offuscato da numerosi ed incresciosi avvenimenti che hanno deteriorato, stravolto e addirittura distrutto le conquiste sociali già acquisite di valore incommensurabile, quali la libertà, la democrazia e la pace.
    Questi avvenimenti che hanno alterato l'attività dei governi precedenti, trasformando l'onesto metodo di gestione della cosa pubblica, in opportunità di sporche conquiste ai danni della collettività, hanno causato un clima di esasperazione e di condanna nelle coscienze di noi tutti, che ci fanno riflettere sulla loro illusoria esistenza.
    La coesione del mondo operaio si è disciolta, assieme all'attenuarsi delle rivendicazioni sindacali, rendendo a brandelli il nostro stato sociale, ove la povertà ha raggiunto l'imiti massimi storici, con un tasso di disoccupazione notevole e consolidato, con previsione disastrosa in crescita zero.
    L'esplosione della nuova e fresca energia del giovane Renzi, ha mostrato una incisiva attività di avvio della macchina governativa, fondata soprattutto sulle riforme di urgente approvazione, ma il fuoco amico e gli strali degli avversari politici hanno bloccato questa urgente e necessaria attività innovativa, frenando così il programmato cambiamento e riducendo l'atteso sviluppo a crescita zero.
    Auspichiamo però, che questa inversione di marcia che spinge la nostra Italia nel baratro, possa rendere più responsabili tutte le forze politiche presenti in parlamento, ad adottare tutti gli sforzi utili per attivare quel processo di ripresa tanto anelato dagli italiani.

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  21. Articolo sostanzialmente condivisibile, ma il problema è che abbiamo un presidente del consiglio "frottoliere" di prima forza - vedi, ad es, ex multis, i cento giorni che diventano mille, cioé fino al 2018, fine legislatura - pericoloso per la sua disinvoltura per gli equilibri già precari del nostro sistema istituzionale con questa "riforma" del senato - che non è tra le priorità del Paese e non c'entra un tubo con le emergenze della crisi economica - volta a rafforzare l'esecutivo come dimostrano esaurientemente gli innalzamenti delle soglie per le proposte di legge e referendum popolare, il messaggio è chiaro, "non disturbate il manovratore", e con un presidente della repubblica che, seppure obtorto collo, (la sua prima scelta era stata Letta), lo spalleggia, la democrazia in tutto questo squallore è solo intrusiva, ma a tanti italiani, ovvero il 40,8% dei votanti alle ultime elezioni, va bene così, si vede che oltre la metà della popolazione non si ritrova in quel dieci per cento di indigenti secondo le ultime rilevazioni Istat, e finché i due terzi della popolazione non si lamentano troppo sotto il profilo dei consumi e del benessere di vita medio l'altro terzo può andare a farsi benedire (teoria del terzo escluso mi pare della scuola di Francoforte), ma se andiamo avanti così con un Paese che non cresce, i giovani che non che non trovano occupazione, imprese che chiudono, per le giovani generazioni finiti i risparmi di mamma e papà non so cosa resterà, è vero che al peggio non c'è limite ma ce lo si potrebbe anche auto-imporre. S.S.

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  22. Mi permetto di dare un piccolo suggerimento al direttore. Un articolo così e molto impegnativo da commentare, perché ci sono così tante cose che sembra di essere in un dedalo inestricabile dove ogni concetto pretende un commento. La prossima volta metti meno carne al fuoco, altrimenti riceverai commenti adeguati forse dal solo Cannizzaro. Un commento al tuo articolo è come scrivere un compito in classe con l’obbligo di stilare almeno 4 o 5 facciate nel tempo di un’ora.
    Sul gradimento dell’esecutivo in questo periodo in cui molte cose vanno male, a cominciare dall’economia, ci sarebbe una riflessione da fare.
    Noi veniamo da un periodo (dal governo Monti in poi) in cui ci è stato fatto credere che mandando a casa Berlusconi e il suo governo, la situazione italiana sarebbe migliorata, la crisi sarebbe stata in breve sconfitta, tutti i parametri economici si sarebbero aggiustati; quell’idiota di Casini arrivò a dire che l’uscita di Berlusconi valeva 200 punti di spread, Bersani che forte di sondaggi favorevoli voleva andare al voto fu convinto con le buone (non so quanto buone) che il massone Monti era già stato benedetto dai poteri forti e dal nostro ineffabile presidente Napolitano, e dunque fece marcia indietro sul voto anticipato e diede così via libera all’operazioni Monti al governo.
    Sappiamo come questo governo abbia tartassato a sangue il popolo italiano con l’introduzione di tasse vessatorie, con l’introduzione dell’IMU che diventò cosa diversissima dall’IMU del governo Berlusconi, con la stravagante e tragica riforma del lavoro della Fornero, e con una serie di balzelli difficili da digerire.
    Dall’Imu all’incremento delle rendite catastali, dall’aumento dell’addizionale regionale Irpef al bollo sui conti, dalle imposte sulle attività finanziarie detenute all’estero all’imposta di bollo sulle attività finanziarie “scudate”, dall’addizionale erariale alla tassa automobilistica regionale alle tasse sulle barche e sugli aerei, dall’aumento delle accise su gasolio, benzina e gpl all’aumento dell’Iva. E ancora: l’aumento della tassa sui rifiuti, la tassa sul Tfr, l’aumento delle accise sul tabacco trinciato, il rincaro del canone Rai, il rincaro dei pedaggi autostradali, l’aumento delle bollette di luce e gas. Fino alle ultime tre gabelle: l’Imu sugli immobili commerciali della Chiesa, lo sblocco del tetto sulle aliquote delle imposte locali, il bollo dell’uno per mille sui conti di deposito bancari e postali e i certificati di deposito che erano rimasti esenti dal pagamento nella precedente manovra finanziaria di dicembre.
    Tutte queste cose nei primi cento giorni del governo Monti.
    Per andare avanti nel discorso, dopo il governo Monti abbiamo avuto un altro governo imposto da Napolitano, un presidente le cui esondazioni dal potere assegnatogli dalla Costituzione sono semplicemente insopportabili. Abbiamo avuto il governo Letta. Altro premier non eletto dal popolo, altro massone al comando.
    Cosa ha fatto il governo Letta in dieci mesi? Ha alzato le tasse di 2,4 miliardi nel 2014 e di un ulteriore miliardo nel 2015. Questo governo non è stato da meno nell’imporci altri aumenti di tasse, come per esempio le tasse sulle sigarette elettroniche, sul caffè al distributore, sule polizze vita. E poi l’aumento delle accise, dei bolli, dell’Iva, ecc. ecc.
    Per non tediare il lettore, la situazione era diventata talmente odiosa e insopportabile che l’italiano medio e non solo quello ha cominciato seriamente a pensare che qualsiasi governo sarebbe stato meglio di quello attuale.
    (continua)

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  23. (continua)
    In questo, Matteo Renzi ha avuto la fortuna (si fa per dire) di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, e dunque, avendo vinto le primarie per la nomina a segretario del PD, presentatosi come il rottamatore della vecchia dirigenza, nonostante le proteste delle vecchie cariatidi PD, come D’Alema, Bindi, ma anche Fassina chi?,ecc. ecc. entrò trionfalmente in possesso del PD. Strano epilogo di un partito figlio naturale del vecchio PCI e conquistato da un democristiano, anzi da un figlio di democristiani. Se non è una nemesi storica, che cos’è questa? Da qui alla nomina a premier, sempre proposto da Napolitano, il passo è stato breve.
    A questo punto entra in gioco l’inveterata abitudine del popolo italiano a cercare la soluzione dei suoi mali nell’Uomo della Provvidenza. Ecco spiegato il motivo per cui tutto va male ma Renzi gode ottima fiducia, erchè Renzi è l’uomo dcella Provvidenza. Dopo che Berlusconi fu buttato fuori dal complotto ordito all’estero con la collaborazione del nostro ineffabile Presidente Napolitano, dopo che tutti hanno fallito, anche i grandi Fra Massoni del Bilderberg (Monti e Letta), gli italiani si sono convinti che bisogna tenersi caro questo baldo giovanotto fiorentino, il quale, fra l’altro, con la sua parlantina televisiva, ha cominciato a promettere promettere promettere, tanto il mantenimento delle promesse è una categoria che appartiene al futuro, e ha conquistato la fiducia degli italiani. D’altronde, alle europee il PD di Renzi è arrivato a superare il 40% dei consensi (complice un centrodestra disastrato e un 5stelle incapace di relazionarsi col resto della classe politica), cosa che mai era riuscita ai gloriosi (si fa per dire) Togliatti e Berlinguer.
    A questo punto ho esaurito soltanto il commento alle prime righe dell’articolo del direttore.
    Vuol dire che nei prossimi giorni cercherò di commentare anche il resto.

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  24. Il direttore pone un quesito chiaro, siamo ancora in democrazia?
    Certo l'abolizione delle Provincie ci ha segnati profondamente, ed ancora di più ci segnerà la riduzione del numero dei senatori, eletti dai consiglieri regionali e non più nominati dai partiti come avviene dal dopoguerra ad oggi.
    Però a tutto c'è un limite, se si è in buonafede, ed il direttore lo è certamente, ma questo mi fa va realmente riflettere e preoccupare.
    Politicaprima nasce nel tentativo di elevare il livello del dibattito e della partecipazione a chi, aldilà dei propri convincimenti ne ha voglia e piacevolezza.
    Ma il direttore, e non capisco perchè, sembra avere preso una strada diversa, il tono ed il contenuto delle sue posizioni mi lasciano perplesso.
    Per dirla tutta, non credo che le cose che sostiene le pensi veramente, forse lo fa per solleticare il dibattito o mettere un pò di pepe in più, ma non può chiedersi e chiederci se siamo in democrazia o meno, di questo passo andando per paradossi rischia di non essere più compreso, se non da un manipolo di fanatici inconcludenti.
    Se poi veramente pensa che quello che scrive sia vero, allora passi ad azioni concrete, e per azioni concrete non intendo certo lo zampettare in internet tra una cazzata e l'altra.

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  25. Oggi, per la prima volta, sento il dovere di prendere le difese del Direttore Giangiuseppe Gattuso, che, oltre ad essere un mio collega è un amico con il quale condivido un ufficio e con il quale spesso scambiamo qualche parola sugli articoli di PoliticaPrima.
    Naturalmente difesa non vuol dire attacco agli amici del blog, ai quali va il mio più profondo rispetto e stima, ma semplicemente una valutazione di quelli che sono i principi ispiratori che il Direttore manifesta nella gestione del Blog. E cioè la libertà di pensiero a 360° nei confronti di chi scrive articoli o commenti, e, anche se mi sono accorto che a volte si innamora molto di alcune idee, (non entro nel merito), non ha mai rimproverato nessuno per la difesa di altre idee o di particolari forze politiche. In parole povere ribadisce la totale libertà di pensiero per se e per gli altri, non criticando nessuno, anzi, al contrario di quanto si possa pensare ritiene che il dibattito politico, anche se aspramente critico sia in ogni caso un viatico per incrementare la voglia di partecipazione e non una scusa per non scrivere sul blog.

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  26. Potenzano ha ragione. Aggiungo io, il problema non è del direttore ma di chi frequenta e magari scrive nel blog.
    In buona sostanza, credo si stia diffondendo l'idea che questo blog abbia una linea politica, quella del direttore.
    Ciò deriva dal fatto che la maggior parte degli articoli, che alimentano e mandano avanti questo blog, abbiano tutti lo stesso autore, Giangiuseppe Gattuso. Io esorto gli amici che fanno parte integrante della vita di questo blog fin dalle origini ad abbandonare questa idea malsana, non solo perchè è palesemente falsa in quanto c'è la più ampia libertà di scrivere tutto e il contrario di tutto, ma soprattutto perchè nessuno è obbligato per motivi di amicizia a pensarla come il direttore e se ciò non accade debba vivere la cosa con disagio. Questo perchè lo stesso direttore quando incontra persone che la pensano al contrario di lui e lo scrivono anche, è molto felice, è entusiasta che ci siano posizioni diverse dalle sue. Una cosa che a me dispiace molto è l'atteggiamento un pò oltranzista di chi, pensandola in maniera difforme non solo si permette di rimproverare l direttore ma decide palesemente o senza dire niente a nessuno di non scrivere più nel blog.
    Penso che noi tutti siamo o dovremmo essere degli spiriti liberi, per cui liberiamoci dell'idea che nel blog debba prevalere la linea politica del direttore, liberiamoci dell'idea che per forza dobbiamo lodare o biasimare il direttore e cerchiamo di continuare ad interessarci e a scrivere di politica ognuno secondo le proprie sensibilità, quelle che sono la ricchezza del blog.
    E visto che ci siamo, cerchiamo di smetterla con delle espressioni assolutamente inutili, del tipo: Concordo in tutto col direttore, oppure: complimenti per il bell'articolo, o anche: complimenti al direttore per l'articolo!, e così via discorrendo.Credetemi, sono parole inutili.

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  27. Siamo in un momento di gravissima crisi, e questo credo sia palesemente chiaro a tutti, quindi l'obiettivo e la priorità assoluta a cui la politica dovrebbe tendere e prestare particolare attenzione è il benessere economico dei cittadini, quei poveri comuni mortali che a fatica riescono a sbarcare il lunario. Ma evidentemente questi signori che stanno al potere, indipendente dal colore politico, hanno altre distrazioni. il Sistema non è evidentemente il mezzo con cui raggiungere l'obiettivo, esso è corrotto, marcio, malato, quindi molto urgentemente deve essere curato o sostituito.

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  28. Analisi precisa,attenta.Ma pensosia inutile girare attorno all'argomento senza puntare l'indice sui veri motivi che hanno portato alla crisi, che non è neanche tutta solo nostra, che stiamo attraversando. L'Italia oltre che della crisi economica risente sopratutto di una crisi di "identità democratica" e cioè coloro che si sono assunti, chiedendo di essere eletti, l'onere di conservare la matrice democratica dello stato voluta e sancita dai nostri padri costituendi. Coloro che appellandosi ai valori della "sinistra"hanno, appunto, chiesto il "voto" popolare, ottenendolo, si sono, come dire, anche se è improprio, "imborghesiti" al punto da perdere di vista i valori che azvrebbero dovuto difendere ad ogni costo. Il PD che, con l'Ulivo aveva suscitato tante speranze purtroppo si è lasciato subornare dall'avanzata di quella borghesia avida ed egoista rappresentata benissimo da Berlusconi e hanno permesso, addirittura alle volte supportandolo nell'approvazione di certe leggi che erano la contraddizione stessa del valore giustizia, e portando, forsanche alle volte in buona fede, l'Italia ad vederesi governata da un governo, messo insieme come ultima riva a cui agfgrapparsi e che, sfacciatamente, lavora con la cooperazione attiva proprio di quel Berlusconi che ci ha messo in queste condizioni. Ma non è colpa solo di Berlusconi a lui si è affiancata una massa di elettori che forse pensava di poter vivere meglio alla stregua di quei parigini che andavano, morti di fame, ad assistere ai lauti pranzi del Re Sole, una marea di "furbetti" che approfittando dell'esempio che vedniva dall'alto ha pensato che nella evasione fiscale ci fosse la vittoria del "proletariato", una massa di furbastri corrotti e pronti a prostituirsi per trenta denari. Che poteva venir fuori da tutto ciò?Semplicemente l'attualità della nostra esistenza di oggi. Forse potrebbe esservi un rimedio se si potesse arrivare ad un governo di gentge altamente preparata e disinteressata che avesse, sarei tentat o di dire, come missione quella di una dedizione quasi missi.onaria ai bisogni dei deboli e che, con l'aiuto di tutti noio, si intende ristabilisse le condizioni di quello stato sociale che, purtyroppo, ci hanno fatto solo intravedere ma non si è mai completato fino a farne la sola base utile e provvidenziale per l'intera nazione.

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  29. Condivido pienamente l'articolo. Non dovrei esserlo ma purtroppo sto diventando un pochino scettica. Sempre più gente accetta la sconfitta e crede di non poter avere i mezzi per rivendicare diritti repubblicani. Ciò finisce per danneggiare ogni singolo individuo. Dunque una sola è l'alternativa e quindi partecipare alle scelte pubbliche.

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