domenica 28 aprile 2013

EXPO 2015. MILANO ITALIA E NOI

Francesco-Gallo-Mazzeodi Francesco Gallo Mazzeo - Expo 2015, immagine di noi tutti, delle potenzialità che abbiamo e delle ineffabili debolezze che ci perseguitano.
Il progetto, man mano che si avvicina la scadenza, che il numero dei Padiglione Italia di Expò 2015padiglioni ospiti si viene a sommare, quasi a raggiungere un record, a testimonianza di quanto nel mondo, ci si attende da noi, che è tanto e posso dirvelo dal punto di osservazione della mia cattedra di storia dell’arte moderna, con centinaia di studenti cinesi, mongoli, coreani, iraniani, russi, georgiani, albanesi, greci, polacchi, siriani, americani del nord e del sud, non ancora africani sub sahariani, ma speriamo che presto arrivino anche questi, perde qualche pezzo.
Il Corviale di RomaUna linea di metropolitana in meno, un grattacielo in meno (con grande giubilo degli orizzontalisti che amano ancora il serpentone romano, di quasi un chilometro, di Corviale, autentico abominio per la civiltà che ha partorito la grandiosa Torre di Pisa) un monumento in meno, un auditorium in meno, che quasi quasi fa dire, se non era meglio che questo Expo se lo aggiudicassero i turchi di Smirne. Ma si sa noi siamo sempre all’inseguimento dell’ultima emergenza che, figurarsi, se possiamo seguire un progetto in tutti i dettagli e senza il patema che l’ultima lampadina si avvita all’ultimo momento.
Ma poi, ora c’è la crisi con economisti che non ne azzeccano una, con politici che fanno venire la pelle d’oca, non solo per storie ormai vecchie di scambiare il Darfur sudanese, per le mitiche caramelle torinesi, quanto per l’improvvisazione, l’arroganza, per non parlare di quei “maghi” dell’opinione pubblica che sono i sondaggisti, autentici gaffeur, che scambiano fischi per fiaschi e per gli inventori di quello pseudo linguaggio politico, dei “lacci e lacciuoli”, di quell’altra finezza che sono i “mal di pancia”, per non parlare di quella autentica schifezza lessicale che sono gli “inciuci”, che non si sa da quale gergo e vernacolare vengano fuori. Comunque par di capire che la democrazia stia pesante a tanti, che vogliono nemici e non semplici avversari, che vogliono stravincere e non semplicemente vincere e si scandalizzano perché il presidente Crocetta saluti cordialmente l’ex presidente Berlusconi, che hanno trattato Marini come un nemico della patria (la loro) che non appena si fa il nome di Giuliano Amato, emettono lacrime e guaiti, come di trattasse di Attila.
Vista dall'alto Expò 2015Ho avuto modo di scrivere, in altra sede, che mi sono stufato di leggere degli italiani come degli altri, che per i lombardi non si trovano in Lombardia, per i romani non si trovano a Roma e per i siciliani, dopo qualche nefasto sicilianismo da operetta, filo borbonico e forse segretamente filo Cardinale Ruffo, non si trovano neanche in Sicilia. Io che ho sempre affermato la mia italianità orgogliosa, a cui la mia famiglia ha dato tributi di sangue e di eroismo, che trovo stampati nel Sacrario di Redipuglia, tutti figli di Sicilia e per questo d’Italia, ma nello stesso tempo attento a quanto accade nel nostro triangolo al centro del Mediterraneo, oggi dico all’amico Crocetta, vai avanti, perché stai facendo bene e non ti lasciare distrarre dai fischi degli usignoli, perché sembrano usignoli, ma sono fischi di uccellacci di malo augurio.
Così come faccio gli auguri al Governo Letta, perché dia slancio alla nostra economia e riscatti la nostra depressione, diminuisca i costi della politica, il numero dei parlamentari, abolisca i bicameralismo perfetto e tutte le province, rivitalizzando le regioni, che oggi non servono a un cavolo, in un paese che ha province come quella di Isernia, che non raggiunge la Le opere del Mose di Veneziapopolazione della nostra Bagheria. Io dico Expo, ma anche Mose di Venezia, Aeroporto di Roma, Città della scienza di Napoli, Autostrada Salerno Reggio, attraversamento dello stretto di Messina, con lo strumento che si vuole, ma non con l’attuale scempio di carrette arrugginite, stabilimento ex Fiat di Termini Imerese. Senza dimenticare la stella fissa del disagio sociale, dei nostri fratelli senza lavoro e dei troppi poveri. Mi sono stufato (e per questo non ho scritto in questa rubrica, negli ultimi tempi) degli affanni della cronaca e del dilagare di paralleli di ecumenismo banale e di localismo parassitario.
Troppo intimismo e troppo psicologismo, unito ad una “Sindrome di Ballarò” che mi ricorda il teatro dialettale di Martoglio, ma senza sfiorarne le finezze e il Vigile Aspano, “vigile superurbano”, del Ficodindia radiofonico di Turi Ferro, il cui unico intento era di prendersi un caffè. Mentre scrivo mi arriva una lettera in cui mi si convoca ad una riunione di idee, per “Palermo Capitale della Cultura”. Giuro che ci penserò, tirando fuori qualche bella idea, ma intanto mi devo pulire le scarpe da un escremento di cane che si nascondeva nelle pieghe dei sacchetti di spazzatura che mi ostruivano il passaggio di casa.

Francesco Gallo Mazzeo
28 aprile 2013

15 commenti:

  1. Grazie prof.Gallo,di aver ''Suonato'' per noi.
    Troppi rumori sgradevoli,troppi e volgari schiamazzi in queste settimane.
    Leggerla,e come ascoltare buona musica.
    SI conceda più frequentemente,forse il chiasso diminuirà.

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    1. Caro Volpe,far passare una musica melodica in mezzo a tanto rumore non è facile, eppure non abbiamo altro mezzo che continuare quello che stiamo facendo: quanto alla rarefazione dei miei interventi, prometto che dopo il 15 giugno a conclusione del mio semestre accademico a Roma, sarò presente con maggiore frequenza.FGM

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  2. Finalmente un po’ d’aria fresca. Sono stufo di leggere e commentare sempre su Berlusconi, Bersani; 5 stelle, Grullo, Letta, Napolitano si, Napolitano no, Rodotà dalle 4600 preferenze. Aria fritta, perché se non si vuol capire che fin dal 25 febbraio scorso il governo delle larghe intese era già nei fatti significa non capire niente di politica, della politica attuale.
    E allora ben venga l’articolo del prof. Gallo Mazzeo.
    Era meglio che questo Expò se lo aggiudicassero i turchi di Smirne? L’interrogativo non è peregrino come a prima vista potrebbe sembrare. In Italia siamo messi così male in arnese che prima di organizzare eventi dalla portata internazionale come l’Expò o le stesse Olilmpiadi dobbiamo riflettere bene, perchè il rischio di fare figuracce degne di Paesi del terzo o del quarto mondo è sempre dietro l’angolo.
    Abbiamo visto come è andata a finire la questione delle Olimpiadi di Roma? Il presidente Monti ha deciso di cassare l’avvenimento, perché con la crisi che abbiamo non avremmo potuto permetterci questo lusso.
    L’Expò di Milano è una spina, ma dobbiamo togliercela al più presto perché ormai abbiamo preso l’impegno, e, costi quel che costi, gli impegni si rispettano.
    Come non essere d’accordo col Prof. sugli gli argomenti che affronta a volo radente nel suo articolo? Mi piacerebbe evocarli tutti, ma basta andare a leggerli; tuttavia mi preme riportare in sede di commento questa frase:
    “Par di capire che la democrazia stia pesante a tanti, che vogliono nemici e non semplici avversari, che vogliono stravincere e non semplicemente vincere e si scandalizzano perché il presidente Crocetta saluti cordialmente l’ex presidente Berlusconi, che hanno trattato Marini come un nemico della patria (la loro) che non appena si fa il nome di Giuliano Amato, emettono lacrime e guaiti, come di trattasse di Attila”.
    Pasquale, Pino, Sergio, Calogero, Filippo, etc., mettete il “MI PIACE” su questi concetti, e anche sugli auguri al governo Letta, su Mose di Venezia, Aeroporto di Roma, Città della scienza di Napoli, Autostrada Salerno Reggio, attraversamento dello stretto di Messina, con lo strumento che si vuole, ma non con l’attuale scempio di carrette arrugginite (io dico Ponte).
    Abbiamo bisogno di pacificazione, non più di polemiche, soprattutto perché da qualche ora si è consumata la sparatoria presso Palazzo Chigi e la giornata del giuramento del governo è stata macchiata dal ferimento di servitori dello stato.

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  3. Agli amici Volpe e Pepe, voglio dire che solo, lucidità, rigore e precisione fanno fare passi avanti:il resto è "fuffa" da bar.Cosa/Come/Dove/Quando. Questi devono essere gli imperativi della politica!Grazie per la stima, l'attenzione, l'affettuosità. FGM

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  4. Finalmente una pagina di aria pura entra in queso bllog, da lungo tempo ormai appresso ai politicanti di turno, dimentichi dei valori che altri, come il prof. Francesco Gallo Mazzeo, riescono ad intercettare.
    Mi associo all'amico Nno Pepe nell'accettare l'invito di mettere il "MI PIACE" sullo aticolo del professore augurando che "la città di Palermo" possa diventare la capitale della cultura. Ci vada professore all'incontro, chissà che non possa essere latore, anche di qualche proposta che verrà da questo blog. Grazie!

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  5. ...in effetti un'immersione in chiare, fresche e dolci acque... non possiamo, del resto, attenderci di meno da FGM!

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  6. Ciao Professore.
    Come sempre accade il tuo articolo è splendido. L’alta cultura e la brillante dote di leggere l’essenziale della vita politica e civile del nostro paese sono una cosa sola, una sintesi di formidabile efficacia.
    Ancora una volta grazie per il tuo contributo, e soprattutto un rinnovato invito a non negarti così a lungo ai nostri inarrendevoli dibattiti per capirne sempre di più su che cavolo di tempi stiamo vivendo o, per meglio dire, stiamo subendo.
    Mi pare di capire che nel tuo articolo EXPO 2015 per l’Italia e Città della Cultura per Palermo sono due grandi eventi internazionali che potremmo onorare con grande valore se non fosse che non ce lo possiamo permettere economicamente (considerato che, ad esempio, non riusciamo nemmeno a dare la pensione agli esodati) e civilmente (considerato che, ad esempio, non riusciamo nemmeno ad impedire che un passante cada vittima degli agguati canini occultati tra i rifiuti).
    Francamente, devo ammettere che non so che cosa sia meglio: accettare lo stesso queste grandi sfide, oppure rinunziarvi (certo per l’EXPO 2015 ormai è troppo tardi) per impegnare tutte le nostre forze civili (molte), morali (poche) ed economiche (inesistenti) per ritornare almeno al di sopra dello standard minimo che un paese come l’Italia, da sempre ai vertici nel mondo per storia, arte, cultura, fantasia e allegria di vivere, ha il dovere, non più soltanto il diritto, di conseguire, e poi, mantenere ?

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  7. Ma si ha ragione il prof. Mazzeo. Deponiamo l'ascia di guerra dl tutti contro, dei campanilismi, dei localismi e dell'odio sociale che porta frutti avvelenati. Accettiamo con speranza il discorso del presidente Letta. Pacificazione , unione e ricostruzione del nostro paese. Sviluppo , lavoro, serietà, onesta. Speranza di un'italia che si impegna e si sbraccia per rimuovere tutte le scorie , le bombe ed il veleno della cattiva politica, come se fossimo in un dopo guerra pieno di macerie materiali e morali. Viva l'Italia e tutte le persone di buona volontà.

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  8. Una visione ampia quella di Francesco Gallo. Che non si limita a ciò che si vede e che spesso è veramente poco e piccolo. E la politica in questo avvitarsi su se stessa perde di vista il futuro che è già oggi. Come, appunto, l'Expò. Una grande occasione per l'intero Paese così come lo sono il Mose e come lo sarebbero tante altre opere e infrastrutture che darebbero slancio a questa Italia ferma da troppi anni. Ferma in tutto. Sfiduciata e bloccata da una classe politica cialtrona.
    Ma adesso bisogna andare avanti. Dobbiamo sperare che il "giovane" Letta e la squadra che ha composto riescano a portare avanti ciò che finora è sembrato impossibile.
    Abbiamo di nuovo Napolitano e si è ricomposta la maggioranza che aveva Mario Monti, l'uomo che è stato chiamato a salvare l'Italia del dopo Berlusconi. E adesso c'è ancora lui. Silvio. Auguri Italia.

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  9. Non conosco bene il progetto Expò Milano 2015 e mi fa piacere poterne leggere qualcosa grazie all'autore dell'articolo. Mi pare un fatto molto importante ma non so quanti investimenti ci sono voluti e se ne varrà la pena. Spero di si e mi voglio fidare di ciò che viene descritto qui.
    L'Italia ha tanti problemi e spero che Letta sappia affrontarne qualcuno anche se mi sembra difficile anche per la situazione del PD.

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  10. Calogero Dolcimascolo2 maggio 2013 alle ore 00:13

    L’articolo del prof. Mazzeo non fa una piega. Se ci trovassimo in un paese normale dove c’è il rispetto per la democrazia e il senso dello Stato da parte di tutti. E se fossero realizzate le idee che mirano al raggiungimento del bene comune. Significherebbe per la nostra società l’apice della convivenza sia civile che politica. Ma sarei già abbastanza soddisfatto se la nostra società fosse ad un livello di sufficienza. Purtroppo dobbiamo ancora crescere e fare i conti con la realtà che è ben al di la della “Città del sole” di Campanella, una bellissima utopia di improbabile concretezza. Ma se provassimo a metterci buona volontà e impegno, sono sicuro che la nostra democrazia farebbe un passo avanti e ne avrebbe notevole giovamento. E, inoltre, se l’avversario politico non sarà più il nemico da abbattere, ma solamente l’altro punto di vista e l’altra faccia della medaglia, allora avremmo creato le fondamenta nuove per una visione moderna e più civile del nostro paese.

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  11. Grazie, Prof. Gallo, per il suo interessante articolo, non si può parlare solo di politica, anche se in qualche modo ne fa sempre parte integrante.
    Lo sviluppo dell'Italia deve nascere anche grazie ad eventi come EXPO' 2015, eventi che contribuiscono al rilancio di una Nazione oramai debilitata da scelte politiche nefaste e che ha bisogno di aria nuova e scelte coraggiose.
    Oggi c'è bisogno, più che mai, di uomini, politici e non, che mostrino coraggio e volontà di uscire da questa crisi utilizzando le nostre risorse, che non sono poche, oggi il made in Italy ci è invidiato da tutto il mondo, addirittura copiato in tutto il mondo, quindi di queste manifestazioni internazionali ne abbiamo bisogno, occorre solo che le nostre menti migliori si adoperino per la valorizzazione dei nostri gioielli ( Beni culrurali, prodotti alimentari, turismo etc...).
    Dobbiamo finirla di considerare ciò di cui abbiamo bisogno, ( Mose di Venezia , Aeroporto di Roma, Città della scienza di Napoli, Autostrada Salerno Reggio, attraversamento dello stretto di Messina ) opere che possono essere realizzate solo se c'è accordo politico, i nostri bisogni non possono essere considerati di destra, di sinistra o di centro, ma solo in funzione della crescita economica e culturale della nostra Nazione, Patria del presente e del futuro dei nostri figli.

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    1. Caro Potenzano, concordo con le sue considerazioni e mi permetto di sottolineare che la società politica(o ceto che dir si voglia)ha bisogno d'essere incalzata dalla società civile, che siamo noi, con un continuo dibattito delle idee e facendo emergere le problematiche grandi e piccole che rischiano di rimanere senza voce e senza seguito. Bisogna chiedere alla politica di fare delle scelte, continue prese di posizione, dicendo dei sì e dei no, ma dicendoli e disegnando linee politiche e progettuali lunghe, entro cui inserire il giorno per giorno:FGM

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  12. Calogero Dolcimascolo2 maggio 2013 alle ore 11:26

    In relazione al suo articolo sarebbe opportuno evidenziare che in questi giorni si è parlato abbastanza sul fatto che le esportazioni del made in Italy vanno abbastanza bene soprattutto in un settore strategico, come l’alimentare forza trainante in un agricoltura che si trova a fare costi salatissimi nell’Unione Europea.
    Come noto il raccordo tra bilancia dei pagamenti e contabilità nazionale è la seguente:

    • PIL è il Prodotto interno lordo;
    • C + I + G sono, rispettivamente, i consumi, gli investimenti lordi e la spesa delle amministrazioni pubbliche;
    • X - M, differenza tra esportazioni e importazioni.
    Sappiamo che siamo in recessione economica e non sappiamo quando finirà.
    Se le esportazioni vanno bene e la questione economica interna non riesce a dare risposte alle tante emergenze del paese, dire che in quella formula ci sarà qualche coefficiente debole come quella spesa delle pubbliche Amministrazioni che negli ultimi tempi, soprattutto per una politica clientelare e non produttiva, continua a sprecare risorse utili agli investimenti produttivi.
    Sappiamo benissimo che i bilancio degli enti pubblici all’80% sono spese correnti e forse l’altro 20% spere per investimenti.
    Potrebbe mai la BCE a fronte di dati positivi della bilancia dei pagamenti svalutare l’euro per renderlo ancora più competitivo oppure la questione rimane all’interno delle Alpi a scendere?
    Credo che i nostri Premier anche se faranno tanti viaggi verso Berlino per avere le congratulazioni della Cancelliera Merkel, ormai paese guida nell’ambito UE, i conti si dovranno far quadrare in casa con provvedimenti di contenimento della spesa inutile e maggiore sostegno alle medie e piccole imprese che sono quelli che creano lavoro vero al contrario delle P.A. che creano solo sostegno elettorale.
    Solo così potremmo dare vere risposte al paese al contrario della demagogia e del populismo che vede nell’eliminazione dell’IMU sulla prima casa l’unico salvagente per il paese.

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