lunedì 11 febbraio 2013

UNIONI CIVILI: UN DDL PER ABBATTERE LE BARRIERE DISCRIMINATORIE

di Fabrizio Ferrandelli - Fabrizio FerrandelliÈ stato un onore per me presentare alla stampa il disegno di legge "Norme contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere. Istituzione del registro anagrafico per le unioni civili" che ci permetterà di guardare alla Sicilia con gli occhi del 2013.
Si tratta di un ddl scritto volutamente a più mani, con l'aiuto del coordinamento Palermo Pride, e che per questo sancisce un approccio politico differente dal solito. Mi piace pensare ad una politica partecipativa che parte dal basso, nella quale non è il legislatore che impone le norme, ma sono i cittadini che, insieme, decidono le norme da seguire.
Palermo-PrideCon questo ddl, ho voluto dar seguito all'art. 3 della Costituzione e al decreto del Presidente della Repubblica del 30 maggio 1989, per abbattere una volta e per tutte le barriere discriminatorie che ancora purtroppo attanagliano la nostra società. L'obiettivo è ambizioso, ma non per questo difficile da raggiungere: la nostra società deve poter garantire a tutti pari diritti e pari opportunità.
Un cambiamento che segue quello già avvenuto all'interno della nostra società. Basti pensare che le famiglie tradizionali sono ormai il 40%, mentre il restante 60% è costituito da nuclei familiari differenti, ma pur sempre veri e autentici. Ma per questa maggior parte dei casi, la parola normalità è solo un utopia. In tanti, troppi, vivono ancora oggi situazioni al limite del paradossale, e non è più accettabile. Ma non bisogna guardare lontano per capire che esistono realtà tanto differenti quanto vicine. Penso anche alla nostra 'fuitina' e ai figli che sempre più spesso nascono al di fuori dei matrimoni tradizionali. Il disegno di legge che ho presentato propone non solo l'istituzione di un registro delle unioni civili, ma anche misure concrete, come ad esempio l’accesso ai servizi sanitari, politiche sociali, welfare, comunicazione, formazione, ecc.

Fra le novità introdotte dal disegno di legge, che a breve approderà in commissione Affari istituzionali, c’è l’istituzione di un coordinamento regionale sulle discriminazioni sessuali. Una nuova figura istituzionale, interna all’assessorato alla Famiglia, che si occuperà di vigilare e promuovere ogni forma di intervento prevista dalla legge.
Questo ddl è il primo passo verso il rispetto dei diritti di tutti e sono lieto che oltre a me, abbiano voluto siglarlo altri deputati, tra cui Gucciardi, Alloro, Anselmo, Arancio, Cirone, Cracolici, Digiacomo, Maggio, Marziano, Panarello, Panepinto, Raia e sono certo che altri presto se ne aggiungeranno.

Fabrizio Ferrandelli

11 febbraio 2013

5 commenti:

  1. Il valore politico della tua iniziativa, e' senza dubbio altissimo.
    Io non so bene,anche perche' non lo hai spiegato al meglio,quali potrebbero essere gli effetti concreti di una eventuale approvazione del ddl,pero' questo conta poco ,rispetto al segnale politico che la sicilia manderebbe al resto d'italia.
    Non sono ovviamente ottimista nè sull'approvazione ,nè su un approdo in tempi ragionevoli in aula.
    Immagino che su temi del genere i tuoi colleghi pur di non schierarsi impaluderanno tutto.
    Comunque mi incuriosisce sapere come e se si schierera' il partito di maggioranza relativa ,se evitera' il tema come io prevedo,o se invece ci fara' sapere ufficialmente come la pensa in materia.
    P.s.
    Il partito di maggioranza relativa ovviamente e' il m5s.

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  2. Iniziativa di grande significato civile quella di Fabrizio e degli altri deputati che hanno voluto firmare il disegno di legge. Su questa questione dei diritti civili c'è tanto da lavorare e i ritardi sono enormi. E non è solo un fatto normativo ma riguarda la nostra cultura il nostro modo di sentirci cittadini di questo Paese. E quindi benissimo per il disegno di legge e ancora meglio che se ne parli sempre di più.
    E forse questa potrebbe essere l'occasione perché la Sicilia possa dare un segnale e dimostrare che possiamo essere più avanti degli altri. Almeno in questo.
    In seguito perché non affrontare anche la triste questione della cittadinanza ai bambini figli degli immigrati nati in Italia? Anche in questo, caro Fabrizio, si potrebbe fare un grande passo avanti verso la civiltà. Basta con il solo diritto di sangue e anche basta con il solo diritto legato al suolo. Cominciamo a parlare di diritti acquisiti per via culturale, la scuola, i costumi, la lingua. Cosa dovremmo chiedere a un essere umano che oltre ad essere nato qui parla italiano, va a scuola, studia la nostra letteratura, ama questa terra, vive in mezzo a noi.
    Ecco questa mi pare una bella battaglia da fare. Anche prima che ci metta mano il governo nazionale.

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  3. "Quando il demonio ci mette la coda....!"
    Pensate se fosse stato eletto sindaco questo grande e generoso uomo politico!
    Non finisco mai di apprezzarlo per come si muove alla Regione, in tandem con Crocetta, e grazie ad una giunta che finalmente si sta dirigendo nel verso giusto.
    Sono anni che seguo questo giovane leone, fin da quando il rivoluzionario Fabrizio, aveva una fascia intorno alla testa (in verità, ora non ricordo bene cosa fosse con precisione): un ardente studente che si preparava ad entrare nella vita della sua città con coraggio e forte determinazione!
    Eccolo ora: sensibile alle problematiche di ordine etico, quelle del suo tempo, difficili, di una società che stenta a crescere, ostinatamente "appagata", nel rassicurante torpore del suo solito sempre; una società controsenso, col peso di tante remore morali: ultimi principi-fossili del mondo cattolico!
    Una società e una chiesa che si trovano, comunque, sempre più in difficoltà!
    Non è facile, dunque!
    Si tratta di accordare il sentire umano alla morale, e tradurlo in leggi: figurarsi quando si tratta di amore "oltre"!
    Come regolare quei legami che sfuggono alla normalità?
    E qui il compito diventa davvero arduo.
    Famiglia sì, famiglia no?
    Si deve mandare tutto all'aria?
    Questo l'ostacolo maggiore: equiparare la famiglia gay alle altre, o negarne il valore da subito?
    Fabrizio salta il fosso, presentando una proposta per istituire - intanto- il registro anagrafico delle unioni civili.
    Un primo grande passo...verso il matrimonio?
    Può essere, i tempi cambiano, e la storia compie il suo cammino, contro ogni ostacolo che l'uomo possa frapporre; favorendo le iniziative dei generosi, al di fuori dell'istinto ottusamente conservatore dell'uomo: nell'opera, sicuramente più certa, di uno spirito del mondo, che, padrone della sua arte, continua ad agire di suo!
    .....E la filosofia della storia la fa da padrona!
    Grazie, Fabrizio, vai avanti! La storia è con te!

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  4. Proposta interessante quella di Fabrizio Ferrandelli.
    E’ giusto che tutti i cittadini siano considerati membri alla pari di una comunità. Rispettando stesse regole e osservando le norme dello Stato è giusto che vengano garantiti a tutti stessi diritti. Certo è un lavoro arduo. E soprattutto per quanto riguarda una categoria di coppie civili,devono essere superate molte barriere culturali che ancora ci sono nella nostra società. Ma è necessario non fermarsi e andare avanti.
    Condivido inoltre, con l’autore il fatto che la politica deve essere partecipata. Non con direttive imposte dal legislatore, ma condivise dai cittadini. E’ bello che ci siano atteggiamenti di apertura tra istituzioni e società, con scambi di idee e opinioni tra cittadini e politici. In questo modo si possono realizzare quei cambiamenti culturali necessari per migliorare il nostro tessuto sociale.
    Buon lavoro Ferrandelli.

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  5. ho appena letto il DDL 206 in questione, e da una prima lettura è un insieme di riconoscre e promuovere sul piano dei principi, ed è carente sul piano attuativo. non basta riconoscere e promuovere , una legge ha senso se individua soggetti ben precisi a cui demandare l'emanazione di decreti e regolamenti attuativi. posta così rischia di essere una semplice se pur lodevole enunciazione di principi che all'atto pratico rischiano di rimanere tali. Io comprendo benissimo, che la partita si gioca intorno all'art 3 della costituzione. Tocca allo stato legiferare in tema di diritti e doveri. Un registro delle unioni civili non può avere valore giuridico in sicilia e non valere nulla oltrepassato lo stretto. Rimane comunque il fatto che su determinate questioni si passi dalle chiacchiere alle iniziative concrete, ma occorre uno sforzo che vada ben aldilà delle prerogative della nostra assemblea legislativa.

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