lunedì 7 gennaio 2013

SIAMO AD UNA NUOVA (anzi vecchia!) D.C.?

OSSERVATORE ROMANOdi Filippo Ales - Leggendo l’articolo, di alcuni giorni fa, dell’Osservatore Romano, firmato da Marco Bellizi (non redazionale,
quindi non riferibile all'Autorità Ecclesiastica in senso stretto, però sappiamo tutti che ciò che scrive il giornale del Vaticano è sempre controllato), mi sembrava di essere tornato indietro nei tempi, a 40 anni fa, quando, come è noto, tra guerra fredda ed il muro di Berlino vi era un solo partito, la Democrazia Cristiana che godeva dell’appoggio delle Gerarchie Ecclesiastiche.
DCEd ora, a me sembra, che la Chiesa stia facendo grossi passi indietro: un po’ per ingraziarsi il premier Monti per avere avuto grossi sconti per la faccenda dell’IMU agli Enti Ecclesiastici, un po’ per gestire contributi, di altro genere, date a Fondazioni vicine al Vaticano, ho l’impressione che la Chiesa stia, sempre più, schierandosi verso una parte politica, la parte che vede “salire in politica” Mario Monti, dimenticando che i cattolici si trovano, soprattutto ora che sono finiti gli scontri ideologici, in tutti partiti politici.

Dice l’Osservatore Romano: “L'espressione ‘salire in politica’, usata da Monti nel corso della conferenza stampa di domenica, è stata accolta con ironia, in Monti e Papaqualche caso con disprezzo. Ma si nota la sintonia con il messaggio ripetuto in questi anni dal presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, non a caso un'altra figura istituzionale che gode di ampia popolarità e alla quale tutti riconoscono il merito di aver individuato proprio nel senatore a vita (Mario Monti) l'uomo adatto a traghettare l'Italia fuori dai marosi della tempesta finanziaria.

È in sintesi l'espressione di un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune. Ed è questa domanda di politica alta che probabilmente la figura di Mario Monti sta intercettando o sulla quale comunque il capo del Governo uscente intende legittimamente far leva e che interpella i partiti al di là dei contenuti del suo manifesto politico”. E poi ancora ”È in sintesi – quello di Monti - l'espressione di un appello a recuperare il senso più alto e più nobile della politica che è pur sempre, anche etimologicamente, cura del bene comune. Ed è questa domanda di politica alta che probabilmente la figura di Mario Monti sta intercettando o sulla quale comunque il capo del Governo uscente intende legittimamente far leva e che interpella i partiti al di là dei contenuti del suo manifesto politico”.

È ora che il Vaticano la smetta con questi elogi sperticati ad uno schieramento politico e rispetti ciò che dice il Vangelo. “Dare a Cesare quel che è di Cesare ed a Dio quello che è di Dio”. Ma soprattutto in questo periodo in cui, a causa della mancanza del lavoro, i poveri sono sempre più poveri, non sarebbe compito della Chiesa, anziché chiedere benefici allo Stato, dare un aiuto a chi ha bisogno, ai poveri che aumentano a vista d’occhio.

Cardinal MartiniDiceva il Cardinale Carlo Maria Martini, insigne figura di cattolico, nella ultima intervista concessa pochi mesi prima di morire in “Conversazioni notturne a Gerusalemme” ad un suo confratello gesuita, Padre Georg Sporschill che gli chiedeva come vedeva la Chiesa: “La Chiesa è stanca, nell’Europa del benessere ed in America. La nostra cultura è invecchiata, le nostre Chiese sono grandi, le nostre case religiose sono vuote e l’apparato burocratico della Chiesa lievita, i nostri riti ed i nostri abiti sono pomposi. Il benessere pesa. Noi ci troviamo li come il giovane ricco, che triste se ne andò via quando Gesù lo chiamò per farlo diventar suo discepolo. Lo so che non possiamo lasciare tutto con facilità. Quanto meno però potremmo cercare uomini che siano liberi e più vicini al prossimo. Come lo sono stati il Cardinale Romero ed i martiri gesuiti di El Salvador. Dove sono da noi gli eroi a cui ispirarci? Per nessuna ragione dobbiamo limitarli con i vincoli delle Istituzioni”.

A sei mesi dalla scomparsa, mi pare interessante ripercorrere il suo pensiero, anche per fare un omaggio a questa eminente figura di Cardinale.
Egli diceva ancora: “Io consiglio al Papa ed ai Vescovi di cercare dodici persone fuori dalle righe per i posti direzionali. Uomini che siano vicini ai più poveri e che siano circondati da giovani e che sperimentino cose nuove. Abbiamo bisogno del confronto con uomini che ardono in modo che lo spirito possa diffondersi ovunque. La Chiesa deve riconoscere i propri errori e deve percorrere un cammino radicale di cambiamento, cominciando dal Papa dai Vescovi. Gli scandali della pedofilia ci spingono ad intraprendere un cammino di conversione. Le domande sulla sessualità e su tutti i temi del corpo ne sono un esempio. Dobbiamo chiederci se la gente ascolta ancora i consigli della Chiesa in materia sessuale.”
Per tornare alle nostre cose terrene, con le quali avevo cominciato questo articolo. Non pensate che la lista “Con Monti per l’Italia” sia un modo antico per rifare una Democrazia Cristiana (nuova)?. Nuova si fa per dire.

Filippo-Ales  Filippo Ales
  07 gennaio 2013 

25 commenti:

  1. L’episcopato italiano da sempre è di centrodestra, prima con Berlusconi e adesso con Monti, nella speranza di evitare la vittoria del centrosinistra che rimane pur sempre laico e punto di riferimento del popolo bisognoso.
    Ma la chiesa ha fatto malissimo i suo conti. Non vuole capire che oggi non ha più le truppe dei fedeli (fedeli anche nell’indicazione di voto) che aveva ai tempi della DC, che essa stessa contribuì a distruggere dopo la caduta del muro di Berlino.
    Oggi si rende conto che ha sbagliato, che questa politica l’ha portata sul binario morto della insignificanza etica e quindi sociale, e perciò politica dell’Italia.
    La Chiesa italiana non ha capito nulla del messaggio del Cardinale Martini , che rifiutò il papato perché ammalato di parkinson, e che nell’intervista disse anche che la Chiesa è in ritardo di 200 anni sul mondo contemporaneo. Voleva dire che ha le stesse posizioni degli anni subito dopo l’illuminismo e la rivoluzione francese: opposizione frontale al bisogno di libertà, eguaglianza e solidarietà degli uomini di buona volontà. La Chiesa odierna pensa di sopravvivere mantenendo i privilegi statali, e se ne infischia se le chiese ogni domenica sono sempre più deserte.

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    1. Caro Pasquale, aveva un senso(anche se io non l'ho mai condiviso) forse, nel periodo della guerra fredda, avere un Episcopato di centro destra, in un mondo che pensava solo ad armarsi. Ma i tempi sono ora csmbiati. Abbiamo avuto Giovanni Paolo II, che contribuì non poco alla caduta dei muri... Abbiamo avuto, grazie al cielo un cardinale, Carlo Maria Martini, che è stato un grande Arcivescovo della Curia di Milano, la più grande del mondo, che io apprezzo e stimo molto, anche perchè aveva, come anche Papa Woytila la stessa malattia di cui soffro io da 18 anni, il parkinson. Ma quanti insegnamenti ci ha lasciato, sulla vera essenza del cattolicesimo, Carlo Maria Martini? Perchè la Chiesa si è dimenticata così presto di questo suo grande figlio?

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    2. I tempi sono cambiati, ma alla Chiesa questo non è mai piaciuto, perchè il cambiamento la costringe, presto a tardi, a riconsiderarsi ed ammodernarsi. Ciò, per la Chiesa è una grande fatica ed incognita (vedi il Concilio Vaticano II).
      Il Cardinale Martini non è stato dimenticato, è stato "silenziato", proprio come Monti chiede a Bersani o a Berlusconi di fare con Fassina o con Brunetta. Perchè? Semplice. Martini aveva la ragione del profeta, mentre la gerarchia episcopale (non i fedeli, nè papa Ratzinger) ha il terrore di perdere privilegi e guarentigie varie.

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  2. Calogero Dolcimascolo7 gennaio 2013 alle ore 12:05

    Non c’è molto da meravigliarsi se Marco Bellizi, a nome del maggiore giornale della Santa Sede, ha ringraziato il Presidente del Consiglio Mario Monti per i privilegi di cui gode la chiesa cattolica da parte dello Stato Italiano.
    Quell’articolo non ha fatto un passo indietro di 40 anni e nemmeno risveglia un ritorno della Democrazia Cristiana.
    Personaggi con don Luigi Sturzo, don Cecconelli, Alcide de Gasperi, don Angelo Roncalli, più noto come Papa Giovanni XXIII, nel periodo storico del modernismo agli inizi del secolo ‘900, sono stati profetici nel credere che in Italia c’era l’esigenza un partito laico, aconfessionale, antiliberista ispirato alla dottrina sociale della chiesa andando soprattutto contro gli indirizzi politici della Santa Sede che venivano ben difesi dal suo Segretario di Stato Rafael Merry del Val.
    Marco Bellini con quell’articolo ci ha fatto ricordare il patto Gentiloni facendoci ritornare indietro di un secolo e non 40 anni.
    La Santa Sede ha fatto sempre i suoi interessi che non sono gli interessi degli Italiani.

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  3. mi permetterei togliere l'espressione "dare a cesare quel che di cesare e a Dio quel che è di Dio" da ogni libera interpretazione al limite del manicheo che di questa frase si usa fare. Quando Gesù Cristo tira in ballo il Padre, lo tira nella sua totalità, pertanto lo stesso Cesare che è creatura del Padre rientra in quel a Dio ciò che è di Dio. e pertanto il riferimento non sta nella separatezza dei ruoli, ma nella correttezza dei comportamenti anche rispetto al potere costituito. detto questo, a me sembra quasi un'inutile esercizio, cercare di etichettare in termini politici l'episcopato. quanto può incidere lo stesso nella vita e nelle scelte degli italiani? lo dico da cattolico praticante, che ha chiaro il concetto teologico di Chiesa = Noi dei battezzati, fondata da Cristo sulla fede di Pietro. Ormai la comunità cattolica italiana è una minoranza nel paese, e la stessa avverte poco la presenza dei vescovi nella vita strettamente ecclesiale, pensa in quella più generale e politica in particolare. basta vedere quello che succede per un trasferimento di un parroco in determinate realtà, mentre il trasferimento di un vescovo passa sopra la pelle dei fedeli con grande indifferenza. le cause? forse perchè Papa Giovanni nominava pastori, Paolo VI teologi, e Papa Giovanni Paolo II, non me ne voglia, burocrati. a questo va aggiunto la sovraesposizione del ruolo del papato rispetto al resto, tant'è che oggi non c'è una omelia o una esortazione di un qualsiasi vescovo che non citi il pontefice.Abbiamo vescovi poggiati sulla posizione di episcopi cioè di sorveglianti, e non di pastori alla ricerca della pecorella smarrita e quindi testimoni innanzitutto della loro fede ancor prima di tutto il resto. In questo contesto, certo, ci stanno manovre, congetture, ma come i politici stanno lontani dai problemi della gente, parimenti i nostri vescovi sono ahimè lontani dal cuore della gente, con qualche, come è ovvio eccezione, come il Card. Martini, che non per questo si può etichettare di sx piuttosto che di dx. Pertanto, tentativi di ricostituzione di democrazia cristiana, solo perchè con Monti ci sta Ricciardi, il quale è rappresentante di un carisma della Chiesa , ma non è la Chiesa, come non è la Chiesa l'eventuale spinta che può venire dall'episcopato o da parte di esso, mi sembrano, ammesso che lo siano tentativi inutili, vani e controproducenti. Il contesto storico è totalmente cambiato, la DC è stata una esperienza unica e irripetibile, e non per i motivi che l'hanno vista scomparire, ma per come è nata e per come ha garantito la ripresa e lo sviluppo del paese uscito da una guerra devastante, che ogni accostamento mi pare irrispettoso e fuorviante. Ognuno faccia politica dove e con chi vuole, nel rispetto delle idee altrui, e senza sopratutto sentirsi depositario di verità assolute, da usare come strumento di lotta politica.

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    1. La storia della Chiesa dimostra che i papi e i vescovi non sono nè di dx, nè di sx. Sono tutti per uno (il papa=chiesa) e uno per tutti. A secondo dei cambiamenti della storia, al fine di sopravvivere al cambiamento, danno il papato a chi di loro (conservatore o progressista)sembra il più idoneo a reggere la Chiesa nella tempesta. Salvo riservarsi comunque (parlo dei Cardinali) di condizionare, boicottare o ricattare il papa a loro convenienza.
      Non dimentichiamo la meditazione scritta da Ratzinger per l'ultima via crucis di Papa Giovanni Paolo II: "la chiesa è una nave in gran tempesta, dove dentro ci si morde e ci si sbrana per il denaro ed il potere". Gli sbranatori lo hanno fatto papa subito dopo. Non c'è da meravigliarsi, quindi, se i vescovi citano il papa Benedetto XVI nelle loro omelie: loro non sanno dire niente e, cosa ancor più grave, non vogliono dire quello che sanno dovrebbero dire.
      Qualcuno si salva (v. Martini), ma purtroppo non fa primavera.
      Meno male che la Fede è un altra cosa, e sappiamo che Cristo vigila perchè la sua Chiesa (i fedeli) non siano travolti da Satana.

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  4. Caro Filippo Ales, col tuo articolo hai toccato un nervo scoperto e una fonte infinita di polemiche.
    Enzo Costanzo ha chiarito tante cose e messo a posto un pò di idee inesatte sull'argomento. Io voglio aggiungere qualcosa che faccia giustizia di vecchi pregiudizi. Intanto il Papa è stato sempre, a seconda delle sue dichiarazioni, "adottato" un pò da tutti gli schieramenti. La cosa raggiunge il ridicolo con gli atteggiamenti schizofrenici di certa sinistra che un giorno approva e l'indomani si scaglia contro il Papa se magari l'ultima omelia del pontefice non collima con i suoi interessi. Adesso sembra che la Chiesa si stia schierando con Monti e non con Bersani. Ma voi riuscite ad immaginare come la Chiesa possa accorddarsi con chi vuole i matrimoni gay, l'eutanasia, i Dico e cose simili? Io però voglio porre l'accento sui cosiddetti benefici e privilegi di cui gode la Chiesa nello stato italiano.
    Con il conseguimento dell’Unità e la successiva Porta Pia, lo Stato Italiano strappò via con la forza e con le armi tutti i territori dello Stato Pontificio che essa aveva governato per oltre 1500 anni. Oltre alla totale scomparsa dei territori, la Chiesa perse anche la possibilità di sviluppare una politica autonoma, dunque di costruire una “societas christiana” formata in base alla dottrina sociale della Chiesa. Come se non bastasse, alla Chiesa venne strappato la quasi totalità del patrimonio immobiliare che possedeva. Da un giorno all’altro decine di migliaia di scuole, università, palazzi governativi, monasteri, conventi, abbazie, edifici collegati al culto, residenze, ville, vennero automaticamente incamerati dalla nuova Italia anticlericale su tutto il territorio, dagli Appennini alle Sicilie. Per renderci conto delle dimensioni del fenomeno basta guardare alla situazione di Roma: i principali organi del Governo e della Repubblica (Quirinale, Parlamento di Montecitorio, Palazzo Madama del Senato, Palazzo della Corte Costituzionale, ecc ecc) hanno sede in antichi palazzi papali che ancora oggi recano croci, campanili, statue papali, madonne, cristi ecc. Insomma, lo Stato italiano fece la parte del leone e, con la prepotenza delle armi, sottrasse tutto quanto non gli apparteneva. Per le vicende politiche appena accennate ci furono lunghi decenni di astio fra Stato e Chiesa durante il periodo chiamato Questione romana: si trattava di indennizzare la Chiesa dei danni arrecati e di stabilire i rapporti tra lo stato nascente e quello sconfitto.
    Con i Patti Lateranensi del 1929, che codificavano i rapporti tra Stato italiano e Chiesa cattolica, lo Stato si impegnava a pagare direttamente lo stipendio al clero cattolico tramite il meccanismo della Congrua. Tale meccanismo si fondava sul riconoscimento del pregiudizio economico subito dai cattolici a causa delle molteplici confische di beni ecclesiastici nel corso del secolo XIX, fra cui in particolare le leggi Siccardi del 1850, le leggi Rattazzi del 1854 e 1855, quelle che istituirono l'eversione dell'asse ecclesiastico del periodo 1866-1867 e l'annessione dello Stato Pontificio al Regno d'Italia nel 1870 a seguito della breccia di Porta Pia. Come ebbe a dire il Ministro mussoliniano De Vecchi, un noto aniclericale mangiapreti: “quello che l’Italia si apprestava a concedere alla Chiesa era meno che una briciola di quanto gli era stato sottratto”.
    ALLORA miei cari rancorosi, mi volete dire di cosa stiamo parlando? Andate a leggervi un pò di storia, per favore.

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    1. Caro Nino, la storia raccontiamola tutta. Io da cattolico democratico e praticante non temo, in questo senso, nessuna operazione verità.
      La Chiesa Italiana, benchè spogliata dallo Stato Unitario di ingente ricchezza e potere politico mi risulta che è sopravvissuta alla grande: Cosa che invece non è riuscita allo stato liberale, allo stato fascista ed, infine, alla famiglia reale sabauda.
      Anzi, e non solo, messa a "dieta" dal potere ha dato fior di santi inediti e moderni (San Giovanni Bosco e San Pio da Pietrelcina), grandi sacerdoti (Don Romolo Murri e Don Luigi Sturzo) e papi(Giovanni XXIII e Paolo VI),grandi movimenti socio-economici e politici (Cooperative bianche, casse rurali,partito popolare, azione cattolica, fuci, e poi acli, dc, cisl, etc..).
      Dunque la "dieta" alla chiesa fa benissimo,la fa diventare "in linea" con i tempi moderni. Mentre l'opulenza la fa diventare statica, apatica e antipatica perchè tenebrosa ed equivoca.

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    2. Caro Calogero, Enzo e Nino,
      "Che la Santa Sede abbia fatto sempre i suoi interessi che non sono gli interessi degli italiani", come sostiene Calogero, è vero ma non è un fatto che approvo, ed è contrario anche ai più profondi insegnamenti della stessa chiesa.
      Ma perché non dovrebbe pagare l’IMU il Vaticano, in tutte le sedi dove si fa commercio?. Penso alle residenze degli Ordini, trasformati in alberghi, dove non viene fatta neanche la ricevuta fiscale, e che l'Europa ha in primo tempo condannato, addivenendo poi ad una mediazione con il nostro Prsidente dl Consiglio sulla imposa IMU. Oppure sulle scuole cattoliche, frequentate dai ragazzi i cui genitori pagano la retta, oltre a fruire di aiuti dallo stato di ogni genere. Perché non dovrebbero pagare l’IMU, che ha svenato gli italiani?. Non vorrei con Nino Pepe entrare in polemica, perchè mi pare pretestuosa e fuori luogo l'argomentazione storica (breccia di Porta Pia,patto Gentiloni, patti Lateranensi ed in ultimo patto Craxi)e non era nelle mie intenzioni, con il mio articolo scatenare nessuna altra guerra di religione. Di tutt'altro avviso il commento di Enzo Costanzo, che in buona parte, da cattolco, condivido,così come il commento di Pasquale Nevone.
      Il mio articolo era rivolto ad un intervento dell’Osservatore Romano, che mi è sembrato molto ossequioso nei confronti dell’attuale Premier e tutta la stampa aveva riportato l’impressione che io ho esplicitato. E vorrei dire, se mi è consentito, ad Enzo Costanzo che non c'è niente di manicheo nella frase ripotata dal Vangelo.
      Volevo solamente mettere a confronto due linee: quella del messaggio che dà oggi la Chiesa ed il messaggio dato, invece, dal Cardinal Martini, messaggi che, credo, siano veramente inconciliabili.
      Mentre sulle origini storiche e sul manifesto dei "liberi e forti" dei popolari, e poi sulla d.c. possiamo discutere quanto vogliamo. Ma è un'altra storia che non possiamo certamente esaurire con questo articolo.

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    3. Non capisco il paragone che fa Pasquale tra la Chiesa che sarebbe sopravvissuta alla grande, mentre la stessa cosa non sarebbe riuscita allo stato liberale, allo stato fascista e alla famiglia sabauda. Cosa c'entra? Un regime politico dura finchè non viene scalzato da un altro regime politico, è nell'ordine delle cose, e si tratta comunque dei vari sistemi che si alternano al governo dello stato. La Chiesa è un'altra cosa, non è più un vero stato e nemmeno un sistema politico nato per governare uno stato. L'espressione "messa a dieta dal potere" è inaccettabile e falsa. La Chiesa non è stata messa a dieta dal potere italiano, è stata semplicemente annessa allo stato italiano, cioè è stata cancellata politicamente come stato e i suoi territori ed averi sono stati incamerati dallo stato italiano. Sarebbe come se Francia e Germania facessero uno stato unitario, poniamo la Frangermania, e annettessero il Belgio che geograficamente sta in mezzo a loro, incamerandone i beni e i territori. Se non si capisce questo, la discussione non potrà proseguire perchè mancherebbe proprio l'argomento del contendere. Inoltre respingo l'accusa di pretestuosità del mio ragionamento sulla storia del rapporto tra stato italiano e papato, perchè se non ci si rende conto di come stanno veramente le cose e ci si continua a lamentare per i presunti privilegi della Chiesa, non si fa un buon servizio alla verità. Fra l'altro non ho affrontato l'argomento dell'8 X MILLE, ma se qualcuno volesse avanzare qualche doglianza a riguardo, mi inviterebbe a nozze.

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  5. Signori, si può essere più o meno in sintonia con il sentimento che anima Nino, ma certamente non può essere confutato che quanto da lui asserito non sia reale e vero.
    Caro Nino, ogni volta che ti esprimi, non posso che rendermi conto della pochezza del mio sapere.
    TVB E VB A TUTTI.

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    1. Salvo, mi mancano le quasi quotidiane conversazioni che ho avuto con te soltanto qualche anno fa. Se avessi avuto ancora l'occasione di goderne, mi avrebbero arricchito ancora tanto.

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    2. Salvo, il bene che mi vuoi è ricambiato in toto, va da sé. Su eventuali e speriamo prossime riunioni a casa tua, mi piacerebbe che non si tenessero di venerdì, perché è giorno di prova per la banda. In ogni caso, se deve essere per forza di venerdì, verrò ugualmente, è chiaro.

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  6. ...e Costanzo, e Dolcimascolo: come stanno elevando il dibattito su un tema che non può non esserci congeniale!

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    1. Caro Salvo, e dilla la tua, senza peli sulla lingua. Io so che tu sai che io so che anche tu la sai lunga, molto lunga.
      TVB anch'io.

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  7. Un giusto chiarimento per Ales: il mio riferimento al manicheo non era legato al suo ragionamento, ma al fatto che nel tempo anche ad esempio, una corrente democristiana nel dividere le ragioni della politica a quelle della fede, di quel detto evangelico ne fece una bandiera, ricordate i dorotei? ora spesso nella confusione creata ad arte tra stato laico piuttosto che laicista, si tira in ballo sempre questa famosa frase, più per coprire le proprie porcate che per esaltare le altrui virtù. sull'IMU, si fa spesso confusione individuando il Vaticano come titolare di tutti i beni ecclesiastici sparsi nel mondo, non è così. Il vaticano è uno stato sovrano e nulla a che vedere con i beni ecclesiastici delle singole diocesi in gran parte formate dalle chiese e dalle annesse strutture come canoniche e oratori. gli eventuali benefici economici che possono venire da beni adibiti ad attività anche commerciali, confluiscono nel fondo sostentamento clero, con il quale si garantiscono i compensi per i sacerdoti (circa 850 euro mensili),metodo questo, che con la revisione del concordato fatta da Craxi nel 1984, cancellava il meccanismo della Congrua, di cui ha fatto cenno Nino Pepe, fondo che viene integrato anche con l'8x1000. Poi vi sono anche gli ordini sui quali i Vescovi non hanno alcuna potestà giuridica ed economica. Le suore come i vari ordini maschili hanno titolo di proprietà assoluta sui loro beni e dispongono dei benefici economici laddove ci sono, per la vita stessa dell'ordine. in questo quadro lo Stato può e deve intervenire, per un fatto di giustizia sociale, non vi è alcun dubbio. ma bisogna anche avere coscienza e conoscenza della storia e di come si è arrivati a determinate scelte, diversamente si rischia solo un bieco qualunquismo, e ci si dimentica di tanto silenzioso bene che passa da quei siti, quasi sempre in sostituzione dello stato, poco attento ai bisogni della povera gente.

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  8. Pasquale e Nino, sto tentando di dare avvio a un progetto, del quale - ovviamente - ho già parlato con Gianni, Sergio, Luigi ed il prof. Mazzeo, e del quale ho desiderio di parlarvi. E' una cosa troppo grande per le mie attuali forze ed avrei bisogno, intanto, di condividerne, almeno, il senso, con persone volenterose, riservandomi, eventualmente di estenderlo a tutti gli amici di P/P. Se qualcuna/o ritiene di dare un contributo anche in questa fase primigenia, le/gli sarò grato. Purtroppo la materia è complessa ed ostica, e dunque non posso anticiparne il tema; se lo facessi rischierei di banalizzare. Grazie, Salvo (errori ed omissioni)
    Ps: vado a memoria (peraltro piuttosto labile in questo momento)... penso, p.e., a Fabri, Lotario, Mazzara, Varisco, Pulvino, Coppola, Varisco, Potenzano, Costanzo, Dolcimascolo, Vullo et cetera... - se mi sfugge qualcuno - perdonatemi! Attendo riscontro, anche negativo.

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    1. parliamone perchè no?

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    2. Salvo, non so di che si tratta, ma per quel che posso fare, sono a disposizione.

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  9. Mi aiutate a organizzare la riunione?
    A casa mia, qualsiasi giorno, a qualsiasi ora!

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  10. calogero dolcimascolo8 gennaio 2013 alle ore 12:27

    Voglio precisare che da cattolico il mio commento non era contro la chiesa cattolica e nemmeno contro il Vaticano ma volevo evidenziare il disagio da cittadino Italiano, ancora oggi come se la storia non ci ha insegnato nulla, dell’intromissione della Santa Sede nella Politica Italiana.
    Da cattolico spero ad una vera nascita di una forza politica laica e aconfessionale di ispirazione cristiana, senza sottomissione della CEI ( Conferenza Episcopale Italina), che sia portatrice di interessi nazionali.
    Nel Parlamento italiano dovrebbero accedere Deputati cattolici e non cattolici Deputati, scusate il gioco di parole ma la questione è sostanziale e non formale.
    Essenziale è stato per la nostra Nazione il motto di Camillo Benso Conte di Cavour “ Libera Chiesa in libero Stato”.

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    1. Allora siamo d'accordo. Io sono un uomo libero e sono per la libertà di tutti gli uomini, senza alcuna costrizione, di genere, delle coscienze. Per me va bene anche il motto sabaudo: "Libera Chiesa in libero stato". E'importante che non si facciano leggi e si diano contributi a favore di una confessione religiosa e non alle altre, come è scritto anche nella nostra Costituzione, comprese le scuole, siano esse cattoliche, di altre confessioni relgiose o laiche.

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  11. In relazione a quanto detto ieri a proposito di un programma al quale sto lavorando, dopo una discussione con Gianni, siamo giunti al convincimento che - essendo il progetto in fase primigenia - non sia ancora il caso di parlarne in seduta plenaria. Del resto una comunicazione troppo generale rischierebbe di essere generica e, la sintesi, banalizzante.
    Ci aggiorniamo, allora, ad altro prossimo momento, nel quale l'idea sarà meno informe... più definita! Avremo così il tempo di dedicarci più diffusamente ai tanti argomenti da sviluppare in prossimità delle vicine scadenze politiche.

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    1. Caro Salvo, scusa il ritardo con cui rispondo alla tua proposta di un nuovo progetto. Ho dovuto espletare alcuni improvvisi eventi.
      CMQ. Accolgo pienamente il tuo invito. Conoscendoti, sono sicuro che sarà qualcosa di molto intrigante.
      A presto.

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