sabato 10 novembre 2012

POLITICA AL BIVIO: A CHE PUNTO SIAMO?

Sorridentedi Fausta Fabri - Stuzzicata dagli "ultimi colpi di coda", pardon... "di penna" di Giangiuseppe Gattuso, in PoliticaPrima del 9 novembre.
Politica al bivio: a che punto siamo? Cos'è oggi la politica, se non una vecchia signora irriducibile, aggrovigliata tra le alchimie, di accordi e alleanze, senza più decoro né dignità?
Essa è pronta a tutto, nella sua civetteria al tramonto, anche a tradire, oltre ogni "spudore". Stratega dell'imbroglio, spendacciona in belletti a tinte forti, nel tentativo di apparire presentabile, ancora una volta, cercando di fermare così il tempo che passa. "Attizzata" dal nuovo che preme per mandare tutto all'aria, senza sapere che fare. Volti preoccupati di perdere privilegi e stipendi da favola; parlamentari, di ogni colore, affannati nelle "faccenderie" dell'ultimo momento, per mantenere prebende e poltrone: in questo, sempre all'unanimità!
Virtuosismi per le primarie, riforma elettorale fino all'ultimo conteggio; l'inno nazionale nelle scuole diventa una legge dello stato; la bandiera sventolata dappertutto: unico vero orgoglio nazionale, incolpevole! Tutti hanno fatto i propri interessi, anche gli irriducibili della purezza: ai figli, alle mogli... Che dire? Beppe GrilloIntanto Grillo è alle porte, e "riporta"! Questo mette in agitazione, e se ne ha ben d'onde...! Ma l'alternativa, quella buona, quella della ricostruzione, anche di valori e ideali, non c'è! Così si idealizza un comico furbo, che vuole salire sul palcoscenico Italia per i suoi spettacoli di comprovato successo; con tanti giovani attori sinceramente vogliosi di cambiamento, anche loro incolpevoli come il tricolore, tutti dietro ad un capitano spregiudicato, senza precisi orizzonti, ben preparato in slogan e battutacce.
A questo punto, tutto sarebbe perduto? E allora...?
Sicuramente è tempo di un ricambio generazionale, senza necessariamente rottamare le teste migliori; quelle in grado di fare ancora la storia del nostro paese: per confrontarsi su fatti concreti, in discussioni nuove da salotti buoni, fuori dalle feritoie delle sedi anguste dei partiti e dalle morbide poltrone del parlamento. Ricominciando dalla strada, per parlare con la gente, per capire "dal vivo" quello che sta succedendo veramente. Per guardare negli occhi di chi sta su una sedia a rotelle, e non sa più come curarsi; negli occhi dei giovani senza più futuro; negli occhi di chi si vede portare via la casa, perché non può più pagare il mutuo.
presidente crocettaPrendere decisioni coraggiose, su fatti concreti, e "chi ci sta, ci sta"! Diversamente, Crocetta docet, si torna al voto!
Ciò che manca è un Crocetta nazionale! Che il vero rinnovamento del paese cominci dalla Sicilia?!
Fausta Fabri
10 novembre 2012
P.S. Fausta Fabri, insegnante in pensione, impegnata e appassionata di politica, segue PoliticaPrima da tempo. Con questo suo primo articolo inizia la collaborazione come autrice. La politica al bivio. Un interrogativo sul futuro prendendo spunto dagli avvenimenti che l’attualità ci propone ogni giorno. E per il Paese un Crocetta nazionale. Benvenuta e buon lavoro.






14 commenti:

  1. Mi permetto dare il benvenuto nel salotto della buona politica, "Politicaprima", che il nostro Direttore Giangiuseppe Gattuso ama tanto ed ha insegnato ad amare anche a tutti noi.
    Grazie per il fine humor, che si vede leggendo il suo articolo, che ci fa apprezzare anche il tratto femminile, quasi nuovo a questa platea, tanto da farci chiedere anche l'applicazione delle quote rosa per scrivere su "Politicapima".
    Bando alle ciance, mi pare condivisibile quanto scritto sulla necessità di un ricambio generazionale, che per me appare scontato, sopratutto pensando di trovarci alla nascita della terza repubblica in Italia.
    Non mi soffermo sulle motivazioni che ci hanno portato a questo sfascio, a tutti arcinoto, ma penso che dovendosi costruire qualcosa di nuovo, credo sia giusto, come sostiene la nostra Fausta Fabbri, cominciare dalla strada, dai bisogni elementari della gente. Proprio da li bisogna partire, e se non ci si riesce bisogna tornare alle urne, come sostiene il buon Crocetta.
    E la Sicilia ne ha espresso, in passato, esperimenti positivi di buona politica, come esempio, per ricominciare. Chi lo sa che questa volta non dobbiamo smentire qualche profeta del cattivo augurio, ed il rinnovamento non parta proprio dalla Sicilia.
    Quanto meno possa essere questo un augurio per la nostra terra e per chi ci governa.

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  2. Benvenuta nel nostro blog. L'autrice si chiede: a che punto siamo? La mia risposta è: non lo sa nessuno, purtroppo! I parlamentari uscenti sono quasi tutti impresentabili, i pochi che si salvano sono stati comunque ininfluenti sul declino delle istituzioni e della s.a repubblica.I partiti politici nanno cessato di essere la casa comune di una famiglia politicia con una identità culturale e progettuale ben definita, distinta dagli individui che l'hanno diretta e, pertanto, meritevole di sopravvivere alla loro fine carriera per esere affidata ad una nuova generazione di quadri dirigenti.Le persone nuove (più o meno giovani)scendono in campo solo in nuovi contenitori creati la notte prima (o quasi), cioè in una miriade di nuovi movimenti estemporanei della società civile.Per cui, chi vota per un partito politico è considerato o un corrotto o un "rinco". Invece chi costituisce o aderisce all'ennesimo movimento fai da te x o y (che mi sembrano delle bancarelle di ambulanti) è visto come uno che ha capito tutto ed è un uomo d'azione che scende in campo. Per me tutto questo è sbagliato. Non mi dilungo. Dico solo che soltanto in Italia i partiti politici classici son messi al bando, e questo costituisce la nostra anomalia più autodistruttiva. All'estero i nuovi governanti sono Socialisti (Francia), Democristiani (Spagna e Germania),Conservatori (GB), Democratici (USA), e così via. E allora prima ritorniamo a militare dentro il partito "del cuore", lottiamo là dentro con la stessa foga che ci mettiamo nell'impegno civile,contribuiamo al loro rinnavamento, daciamoci una legge proporzionale con preferenza unica, uno sbarramento minimo ma significativo , un premietto per il primo partito, torniamo ad un governo politico nel quale i tecnici siano solo quello che sono sempre stati, e cioè dei consulenti esperti.Partiamo da quì intanto.

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    1. Caro Pasquale, mi pare che ci sia nelle tue parole qualche contraddizione.
      Mentre prima dici che i responsabili delle malefatte sono i partiti "i cui deputati sono per la gran parte impresentabili", in ultimo fai quasi un appello a ritornare nei vecchi partiti del "cuore", per contribuire al rinnovamento lottando dal di dentro per cambiare quella classe dirigente.
      Non mi trovi d'accordo, prchè ormai la frittata è stata fatta, non si può fermare più una rivoluzione in movimento.
      Viviamo in una democrazia, la cui volontà popolare va rispettata. E non pensare che nelle democrazie di cui parli tu, il sistema politico che hanno non lo abbiano dovuto conquistare anche loro attraverso rivoluzioni (liberali,per fortuna) o grosse scissioni dei partiti che hanno dovuto subire.
      Con l'affetto di sempre, filippo.

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    2. ha ragione pasquale nevone nel ricordarci che la politica vera, quella delle proposte, quella del cuore, va ritrovata nei grandi ideali, nelle grandi proposte programmatiche ad ampio raggio. ha ragione anche nel sostenere che il luogo naturale di sviluppo di tali politiche sarebbero i grandi partiti tradizionali. Purtroppo in Italia di tali partiti non v'è quasi più traccia. Ad uccidere quei valori, il concetto stesso di partito, è stata la seconda repubblica, sono stati i Casini, i Berlusconi, i Di Pietro, etc. Ad oggi forse solo il Pd assume ogni tanto le sembianze di un partito. Ed il m5s, specie nella campagna elettorale siciliana, ha invece dimostrato di sapersi ramificare anche fisicamente (non solo virtualmente) sul territorio: l'unica campagna elettorale vecchio stile in sicilia l'ha fatta Grillo, con un comizio al giorno. Detto questo il m5s difetta però di quella proposta vera, complessiva che lo renderebbe una forza politica chiara e completa, grida solo alla ghigliottina per i 40 ladroni (legittimamente), spesso generalizzando oltre i limiti della decenza, ma ha completamente trascurato la proposta vera, e se mai l'aveva avuta ha deciso di metterla da parte, di sacrificarla al consenso facile di chi non ha voglia di sforzare il proprio giudizio critico al di là di un urlo, una risata o un ovazione al leader, insomma a qualcosa di molto simile ad un populismo dal vago odore di fascismo

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  3. È vero! Mio caro Pasquale; ha ragione Filippo quando sostiene che cadi in contraddizione. È vero! Mio caro Filippo; ha ragione, tuttavia, Pasquale, nel sostenere ciò che sostiene. Egli, infatti, con una prosa, come sempre, raffinata ed intelligente,con quell'ironia che tu hai colto (e che egli sapientemente lascia all'acume del lettore), si limita a fare il cronista di una realtà che è sotto gli occhi di tutti. La contraddizione, cioè, è nelle cose medesime... qui sta il bandolo della matassa, o perlomeno, uno dei bandoli delle tante matasse: viviamo in un'epoca e in contingenze fortemente contraddittorie, ed il problema principale consiste nel fatto che tali contraddizioni sono penetrate, dove più dove meno, nello spirito di molti di noi, che - perfino con loro stessa sorpresa - si accorgono di mutare convincimenti con una rapidità insospettabile a fronta della miriade di segnali - contraddittori, appunto - che provengono dalle fonti della comunicazione. Ciò significa che non si esce dall'impasse globale, se prima non usciamo dal'impasse dei singoli, se prima cioè non risolviamo le nostre personali contraddizioni... con umiltà, riflettendo, con fatica. Solo allora potremo affrontare con la maggiore onestà possibile il problema del governo di processi molto più articolati e complessi.

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  4. Illustre sgra innanzututto benvenuta nel nostro blog. Sentire l'opinione dell'altra metà del cielo è non solo interessante ma necessario. Io dico che siamo alla vigilia di una " rivoluzione pacifica", per ora. Grillo ormai è il catalizzatore della voglia di cambiamento, se non ora quando?... E dell'indignazione della gente comune. Questo novello masaniello distribuisce battutacce ed imprecazioni a destra e manca...è vero, meglio parolacce che bombe. Non dimentichiamo le stragi di stato ed i brigatismi di destra e sinistra. Allora io dico che dobbiamo ringraziare GRILLO!!! Perchè egli ancora ci mantiene nel solco dalla democrazia. Sono altri, quasi tutti i partiti, che sono fuori dalle regole democratiche...ogni giorno mostrano una protervia ed una arroganza che gente moderata e di buon senso come me è costretta ad usare "IL GRIMALDELLO CINQUESTELLE" per scardinare la casta. Chi sono questi signori, abusivi del parlamento, ed essi stessi con il loro comportamento alimentano la crescita di Beppe Grillo, neanche lui era preparato a questo boom! Le ricordo le ultime perle della casta che tanto irrita il popolo: Casini e Schifani(seconda carica dello stato) che si pronunciano per un sistema elettorale super porcellum al fine di bloccare "GRILLO". E' cosi tutto il sistema dei partiti che sa solo foraggiarsi, in modo villano e rozzo, dalle nostre tasse, sempre più soffocanti. Questi signori mentre consentono ad un governo non eletto di fare una politica antipopolare nel contempo vogliono impedire al popolo stesso di eleggere democraticamente i suoi rappresentanti, se sono 5 stelle no! Questa è democrazia. A CHI E PERCHE' FA PAURA BEPPE GRILLO?? Basta solo un esempio in sicilia, terra di conservatori, egli ha eletto 15 deputati con 25 mila euro, avendone raccolto tra i simpatizzanti 31 mila. Egli ha rifiutato milioni del fananziamento dei partiti, i suoi eletti si prendono uno stipendio rispettoso dei sacrifici della gente. Lei mi sa dire se ci sono altri esempi di rispetto per la sofferenza del popolo? Possiamo iniziare anche dalla prima carica dello stato 1 Napolitano,2 berlusconi, 3 schifani, fini, casini, formigoni, polverini, lombardo, bossi...Infine la delusione di pietro, d'alema, veltroni e l'onesto funzionario di partito BERSANI...forse è meglio che lasci il posto a RENZI. Sbagliare è umano ma perseverare è diabolico. Se loro continuano cosi le faccio una facile previsione...GRILLO prenderà il 51 per cento. In tal caso che farà Napolitano? Nominerà Monti? Beh allora ci saranno rischi di ribellione violenta...stiano attenti a non sfidare la pazienza dei più...ormai la misura è colma!!!

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  5. Cari Filippo e Salvo, ringrazio entrambi per aver sottolineato la contraddizione sui partiti, oggetto del mio precedente commento, perché in effetti ritengo stia proprio nella crisi dei partiti politici il punto in cui ci troviamo e da cui dobbiamo ripartire per favorire la ripresa ed il rilancio della buona politica e della democrazia, oggi vilmente commissariate dai “finti tecnici”.
    Intanto premetto che quando parlavo di “impresentabili” mi riferivo soltanto ai parlamentari uscenti (in quanto persone fisiche) e non ai partiti politici (casa comune di persone che hanno un comune sentire culturale). I primi, ripeto, sono da mandare al “rogo” della non rielezione, i secondi da salvaguardare, rivitalizzare e soprattutto europeizzare.
    Non possiamo gettare via il bambino con l’acqua sporca,e quindi i partiti insieme ai deputati incapaci e/o disonesti. Se la politica fosse paragonabile ad una gara di F1, allora i partiti sarebbero le macchine e i politici i loro piloti. Una casa automobilistica se va male, intanto cambia il pilota e poi modifica la macchina.
    USA, GB, Francia, Germania, Spagna e così via hanno da sempre due soli partiti politici principali. La stessa UE fin dalla prima elezione del Parlamento europeo (1979) conosce due soli partiti politici principali (Partito Popolare Europeo e Partito Socialista Europeo).
    Ed allora europeizziamo la politica italiana dandole due grandi partiti politici in sintonia con l’Europa (PPE e PSE). I nostri PD e PDL non lo sono, vanno rifondati in quel senso. Ma non affidiamo il nostro futuro ad improvvisati ed ammiccanti movimenti fai da te. Riconosco che M5S è un soggetto politico del tutto inedito e interessante, in questo concordo pienamente con l’amico Pino Vullo, ma nasce pur sempre fuori dal mondo della politica e contro di esso. E per di più rimane ancora oscuro sia sulla sua origine, sia sui suoi veri obiettivi. E questo non mi piace.

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  6. La Politica al bivio di Fausta Fabri è uno spaccato della situazione nella quale ci troviamo da troppo tempo. E nella quale, ancora, non si intravedono orizzonti felici. C'è speranza però. C'è la voglia di guardare al futuro con uno sguardo positivo, c'è ancora fiducia nelle capacità degli uomini e delle donne di buona volontà. L'anno prossimo potrebbe essere il punto di svolta. Un momento nel quale ci saranno cambiamenti importanti e obbligati. Avremo un nuovo Presidente della Repubblica, un nuovo parlamento, un nuovo governo, e la presenza di una forza politica giovane, nuova, forte che darà la scossa al sistema partitocratico. Per mia natura sono un ottimista (anche se gli ultimi anni hanno attenuato questa vena) e credo ancora, come Fausta, al risveglio delle coscienze, alla capacità di rialzarsi di questo popolo, alla voglia di cambiamento che c'è nell'aria. In Sicilia ci stiamo provando. Crocetta si è appena insediato, è finita l'era Lombardo, c'è speranza anche per l'Italia.

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  7. Sono pienamente d'accordo con Pasquale, in altri articoli ho già commentato la necessità (a mio parere) di solo due partiti che si contendono il Governo del Paese.
    Abbiamo appena finito di commentare positivamente l'elezione di Obama e conseguentemente siamo stati d'accordo sul sistema americano (così come quello delle altre Nazioni che attuano lo stesso sistema).
    Mi chiedo che senso ha la protesta con la conseguente nascita di nuovi partiti e movimenti che a loro creano nuovi leaders. Ammiro molto Renzi sindaco di Firenze che ha comiciato la protesta all'interno del PD dichiarando che rimarrà all'interno del partito comunque vadano a finire le primarie.
    Ecco una posizione coerente e coraggiosa che condivido pienamente.
    Quando Pasquale dice "partito del Cuore" penso si riferisca all'idea politica del partito e non alla sua fisicità comunque vada, per meglio dire se io fossi di sinistra non voterei per la destra e con due soli partiti dovrei per forza guardare a quello di sinistra magari non condividendone il programma (Pasquale scusami ma se non è questo il Tuo pensiero correggimi).
    Gentile Sig.ra Fabri, innanzitutto benvenuta, non so se Crocetta sarà la panacea di tutti i mali (speriamo che sia vera svolta) certo è che a livello nazionale dovremmo avere più coraggio quando andiamo a votare.

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    1. Ok Giuseppe. Hai colto molto bene il concetto del bipartitismo che volevo esprimere. Ne deriva, quindi, che se concordiamo di riformare la politica italiana nel senso di arrivare a costruire due soli grandi partiti politici, dobbiamo anche rassegnarci a riformare certamente, ma pur sempre in senso maggioritario, la legge elettorale. I nostri giovani, che fuggono anche loro dalle urne, sono nati nel maggiorotario (dal 1993 in poi), e pertanto rimangono apatici e insensibili al proporzionale ed alla miriade di partiti, partitini e movimenti vari.Quel mondo non gli appartiene, non è la loro storia. La improponibilità di un nuovo proporzionale puro , infatti, risulta evidente, fra l'altro, dalla incapacità di far rinascere un Terzo Polo. Infatti, l'UDC da vent'anni rimane sempre ferma al 5-6%, qualunque scelta faccia (dx , sx, da soli, al governo, all'opposizione), non decolla. Anche la lista civica per Monti (nuovo tentativo trasversale di fare un Terzo Polo governativo) non riesce ad aggregare,perchè non entusiasma nessuno, e questo perchè non esiste più in nessun paese occidentale. I moderati, oggi, mi sembra che non vogliono più un partito moderato in cui riconoscersi, ma un partito ben colorato (dx o sx)che, di volta in volta, meriti, oppure no, la fiducia degli elettori centristi. Insomma, il centro non è più un partito, ma il serbatoio più capiente degli elettori.

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  8. La società non ha più fiducia verso la politica. E questo grazie al modo di esercitarla di alcuni uomini negli ultimi anni. Tuttavia la voglia di cambiare è forte. Per poter ritornare ad avere speranza verso il futuro è necessario distinguere gli uomini che fanno politica seria dai ladri, anche se è molto difficile. Per ottenere ciò, occorre che avvenga l’unione tra competenze e valori. I valori, proprio quelli che sono mancati in questo ultimo periodo, devono ora diventare la base fondamentale per poter far riacquistare qualità alla politica. Poi la competenza. In ogni campo della vita è necessaria una adeguata preparazione per il raggiungimento di un risultato positivo ed a maggiore ragione per chi si avvicina alla politica. Sono d’accordo con la Prof. Fausta Fabri quando parla di cambio generazionale mantenendo chi ha fatto la storia del nostro Paese. Da loro si può solo apprendere e trovare competenze e valori.
    Benvenuta e buon lavoro.

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  9. Cari "PoliticaPrimi", vi ringrazio tutti per il benvenuto e per le vostre risposte così dotte e interessanti. La mia passione politica, colta dal buon fiuto di Giangiuseppe Gattuso, è nata da quell'osservatorio cristiano, che "naturalmente" ti spinge, poi, ad aprire la porta di un'adolescenza morbida e confortevole, per confrontarti con una realtà sempre a rischio, che di morbido ha proprio poco: sicuramente più di piazza che di penna!
    Così, oggi, mi sento un pò spaesata nel ritrovarmi tra voi.
    In verità, colpita da ciò che scrivete, volevo solo dare spazio a qualche mia risposta, più d'impeto che di sana riflessione.
    Il vostro modo, così condiviso, di fare politica mi piace molto; agile e critico, tocca il cuore dei problemi, senza sconti: sia negli articoli che nelle risposte.
    Come resistere?
    Quote rosa in PoliticaPrima? No no no: cinquanta e cinquanta!
    Un abbraccio!

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    1. Penso alle quote del latte, del pesce da pescare e così di tante altre. Non mi entusiasma molto pensare che le donne, come Lei, abbiano bisogno di quote riservate per partecipare, come e meglio degli uomini, in politica come nella società civile(?).
      Molti di noi uomini abbiamo molto da imparare dalle donne.
      La vera parità non ha sesso è la testa (o meglio quello che c'è dentro) che conta.

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  10. Nelle crisi di sistema, sono i punti più deboli a determinare la rottura. Tutto ciò, però, non è automatico, ha bisogno di un forte fattore umano, individuale e di massa, di una disperazione e di una coscienza. Non mi sembra che questo intreccio di fattori, ci sia, al momento. Le riforme di struttura hanno bisogno di una cultura adeguata, che faccia da traino al malessere e all'attesa e li trasformi in decisione e speranza. Comunque, tra il tutto e il nulla c'è in gande vallo ed è su questo che bisogna lavorare.FGM

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