giovedì 22 novembre 2012

AUTONOMIA SI, O AUTONOMIA NO?

Rosario Crocettadi Filippo Ales - Su questo tema si è parlato molto nel periodo preelettorale per le regionali. Ne parlavano in senso dispregiativo i politici in genere, ed i leghisti in particolare, che consideravano assurdi i privilegi concessi alla Sicilia e dello status Speciale di Regione Autonoma, concesso dallo Stato.
Le discussioni, avute anche all’interno di PoliticaPrima, ci impongono di rileggerci un po’ di storia, per ricordarci prima di tutto perché la Sicilia è Regione Autonoma e perché ebbe concesso lo Statuto Speciale. Quello Statuto fu firmato prima che nascesse la Costituzione Italiana e conteneva una serie di garanzie per lo sviluppo della Sicilia, per cui si batterono parecchie personalità politiche di allora, grandi Siciliani Padri della Patria, che portano i nomi di Luigi Sturzo, Salvatore Aldisio, Giuseppe Alessi, Franco Restivo, di La Loggia ed altri.Luigi SturzoSalvatrore AldisioGiuseppe AlessiFrancesco RestivoGiuseppe La Loggia
Secondo lo Statuto il Parlamento Regionale, composto da 90 membri, elegge, a maggioranza assoluta, la Giunta Regionale e il suo Presidente (oggi eletto direttamente dal popolo). Questi ha il diritto di sedere nel Consiglio dei Ministri a Roma, qualora si discuta di questioni interessanti la Sicilia. Il Parlamento Siciliano può approvare leggi valide per tutta l'isola, e i suoi poteri sanciti dall'articolo 117 della Costituzione, sono assai estesi. Speciali sezioni del Consiglio di Stato e della Corte dei Conti siedono in permanenza a Palermo, così da permettere un valido decentramento amministrativo.
Grazie allo Statuto autonomistico, la Regione Siciliana ha competenza esclusiva (cioè le leggi statali non hanno vigore nell'isola), su una serie di materie, tra cui beni culturali, agricoltura, ambiente, pesca, enti locali, territorio, turismo, polizia forestale. Ogni modifica allo Statuto, trattandosi di legge costituzionale è sottoposta alla cosiddetta procedura aggravata, cioè a una doppia approvazione, a maggioranza qualificata, da parte delle Camere.
Per quanto riguarda la materia fiscale, lo Statuto prevede che la totalità delle imposte riscosse in Sicilia resti nell'isola. Ai sensi degli articoli 36 e seguenti, inoltre, la Regione siciliana è dotata di completa autonomia finanziaria e fiscale. Alcune prerogative statutarie non sono ad oggi applicate, in quanto mancano le corrispondenti “Nome di Attuazione dello Statuto” che devono ancora essere emanate dalla Commissione Paritetica Stato Regione Siciliana (ancora inattuata).
re Umberto IILo Statuto Speciale Siciliano fu emanato da re Umberto II il 15 Maggio del 1946 (quindi precedente alla Costituzione della Repubblica italiana), che lo recepisce con la legge costituzionale n. 2 del 1948, converte altresì in legge costituzionale lo Statuto medesimo, dando vita alla Regione Siciliana, prima ancora della nascita della Repubblica Italiana, secondo le disposizioni dell'articolo 116 della Costituzione, il quale prevede forme e condizioni particolari di autonomia. Ma cerchiamo di capire ora quali sono le condizioni per cui si verificarono questi eventi...
Dall'ottocento e nel primo dopoguerra, il sentimento sicilianista, (vedi i Vespri Siciliani) che a più riprese, aveva interessato l’isola, si era cominciato a farsi risentire, e dopo un periodo di tregua con l'avvento del fascismo, con lo Sbarco degli Alleati il separatismo assunse nuovo vigore. Si costituirono il MIS Movimento Indipendentista Siciliano, guidato dalla figura carismatica di Andrea Finocchiaro Aprile, che alla fine della seconda guerra mondiale vantava più di cinquecentomila iscritti, mentre nacque l'E.V.I.S., il suo braccio militare, capeggiato da Canepa e nel quale fu arruolato anche il bandito Salvatore Giuliano, con la carica di colonnello, in clandestinità dal 1943 e da altri movimenti minori.
L'autonomismo, che da qui nacque, fu un modo, quindi, per svuotare il movimento separatista che, all'indomani dello sbarco alleato, era uscito dalla clandestinità in cui era stato sotto il periodo fascista, chiedendo l'affrancamento della Sicilia dallo Stato Italiano.
Portella delle GinestreFine di questo Movimento era quello di chiedere la secessione dell'isola dal resto d’Italia; molti siciliani vagheggiano l'annessione della Sicilia agli Stati Uniti. Il primo Maggio 1947 a Portella delle Ginestre, Giuliano fa aprire il fuoco contro una manifestazione di contadini, I morti sono dodici e l'indignazione nella nazione è assai forte. Giuliano viene trovato morto il 5 Luglio 1950 a Castelvetrano in circostanze, ancora oggi, oscure. Nelle elezioni del 1947 i separatisti raccolgono meno del 10%.
I separatisti scompaiono dalla scena politica con le elezioni del 1951. In un periodo così travagliato lo Stato Italiano, che usciva dalla guerra, ritenne che il modo migliore per non darla vinta agli indipendentisti fosse quello di concedere alla Sicilia, l’Autonomia Regionale.
Nella mente di chi scrisse lo Statuto c’era, quindi, la volontà, come detto prima, di uno sviluppo economico per la crescita della nostra Regione, che effettivamente potevamo ottenere, anche grazie ai poteri legislativi concessi, se a guidare la Regione avessimo avuto una classe dirigente seria, preparata e pensosa degli interessi della Sicilia.
E per i politici erano previsti anche privilegi, che potevano dare prestigio alle istituzioni, non ultimo l’equiparazione del Parlamento Siciliano a quello della Repubblica e il riconoscimento ai Parlamentari Regionali di emolumenti uguali a quelli del Senato della Repubblica, e così anche i funzionari dell’Assemblea Regionale hanno lo stipendio equiparato ai funzionari del Senato. Ciò detto, credo di poter dire che la nostra è stata un’autonomia conquistata ed ottenuta grazie alla lotta del popolo siciliano.
Ed ora, dopo avere ottenuto l’Autonomia Regionale ed a 66 anni dalla nascita della Regione Siciliana cosa possiamo dire? Possiamo solo dire che è stata un’occasione mancata. Specie nelle ultime tre/quattro legislature, si è verificato un tradimento della fiducia del popolo siciliano da parte di una classe politica dirigente inetta, che si è dedicata esclusivamente a salvaguardare i propri interessi, ed a fare politiche clientelari e assistenziali non occupandosi affatto di sviluppo e di crescita.
Francesco MerloScriveva il giornalista Merlo: “In Sicilia l’autonomia deve essere abolita per bancarotta economica, politica e morale. E bisogna cancellarla dalla Costituzione, come atto d’amore verso una terra meravigliosa, e liberare i siciliani da un baronaggio feudale che dissipa il più grande tesoro del Mediterraneo e non parlo solo del buco di 5,3 miliardi e delle spese che nel 2012 supereranno i 27 miliardi. L’Autonomia ha prodotto un ceto parassitario senza uguali in Europa che non gestisce risorse locali, se non in minima parte, e che lucra per se stesso più dei laziali. Il deputato guadagna tra i 15 e i 20 mila euro netti al mese tra stipendio, diaria, spese per lo svolgimento del mandato e indennità di soggiorno. Il rimborso ai gruppi raggiunge il record di 12 milioni l’anno. È una ‘specialità costituzionale’ quella del più ricco Parlamento regionale d’Italia, che costa 170 milioni di euro, due volte più del Lazio e cinque volte più della Lombardia”.
Nel suo articolo Merlo mette in evidenza quanti soldi pubblici vengono risucchiati dal buco nero della Regione Sicilia, tra stipendi faraonici per gli amministratori e degrado continuo e brutale del territorio e dei beni culturali.
A questo punto hanno torto i politici dei diversi fronti, appoggiati dalla stampa di regime, che chiedono l’abolizione dell’Autonomia speciale concessa alla Sicilia? Io credo che molta speculazione si stia facendo perché fa comodo ai cosiddetti “poteri forti”. E’ vero che il Presidente della Regione Crocetta ha detto che si batterà fino in fondo per la nostra Autonomia Regionale, è vero altresì che l’ Italia è vicina alla catastrofe. E’ compito di tutti i politici eletti dal popolo siciliano fare un fronte unitario, a prescindere dagli schieramenti, rimboccarsi le maniche e lavorare per il bene comune della Sicilia. E’ il momento di recuperare il tempo perduto!

Filippo Ales  Filippo Ales
  22 novembre 2012













7 commenti:

  1. Autonomia e buon gusto! Sostengo la scelta coraggiosa del presidente Crocetta di difendere e rendere degna l’autonomia della nostra regione, cosi’come garantito dallo Statuto. In due direzioni: quella di una nuova economia per riappropriarci della libera gestione delle risorse, e quella della diminuzione delle spese: tutto, nella lotta contro la mafia. Autonomia per far decollare la nostra regione, slegata, in primiis, dalla sudditanza al nord; buon gusto nel ridimensionare i guadagni vergognosi dei consiglieri regionali et company, scambi e clientele inclusi. Il presidente è stato chiaro, e in varie occasioni ha precisato quali siano i punti forti della sua revolution. E’ un uomo deciso! Oggi l’ultima: l’aver ottenuto dalla Magistratura che la Sicilia sia riconosciuta parte civile nel processo contro la trattativa Stato-Mafia. Questa è difesa della dignità di un popolo e della sua …..autonomia! No, non è un uomo qualunque! “L’automista” Rosario, nel tempo, insegnerà anche un po’di bon ton ai tanti grossolani signori del nord!

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  2. L'autore, nell'esporre il suo pensiero, ci ricorda quali personaggi politici hanno voluto lo Statuto Speciale della Sicilia. E ripercorrendo storicamente il percorso che arriva ai nostri giorni si pone la domanda che in molti ripetono. Ha senso, ancora, l'Autonomia? È un valore per i siciliani? Difficile rispondere con certezza. Io sono convinto, e lo ripeto spesso, che ogni istituzione è al servizio dell'uomo e quindi del bene comune. E se non funziona va cambiata. Ma, con tutta onestà, sento di dire che, in questo caso, il problema sta tutto negli uomini e nelle donne che hanno guidato, governato, e gestito l'Ente Regione. Si tratta, come dice bene Sergio Rizzo sul Corriere della Sera del 21 nov 2012, della “mediocrità della classe dirigente” che ha avuto l’Italia, e la Sicilia ancor di più dico io, in questi ultimi anni. E per mediocrità della classe dirigente si deve intendere, anche e principalmente, quella politica. La mediocrità ha pervaso intere generazioni e nella classe politica è addirittura diventata un merito. Politici scadenti ma vicini alla gente, mediocri ma bravi a cercare voti, modesti ma capaci di fare favori, e quindi, spesso e purtroppo, premiati dagli elettori! Ecco perché lo Statuto siciliano è diventato uno strumento da abbattere, un privilegio inutile, una fonte inesauribile di prebende.
    Il problema, quindi, e non è la scoperta dell’acqua calda, sta tutto nella capacità dei nostri rappresentanti, nel senso delle istituzioni che li pervade, nella passione per la Politica, nella loro voglia di agire per il bene di questa terra. Questo, forse, è l’ultimo treno. Rosario Crocetta è stato eletto per guidarlo e non ci resta che dargli fiducia. Se fallisce lui nulla sarà come prima. Auguri Sicilia!

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  3. Illustre sig. Ales ho letto con interesse il suo articolo sull'autonomia, un riassunto lineare e di facile lettura, ma tuttavia ben argomentato. Mi pregio però di farle rilevare, senza con questo voler essere saccente, la sua dimenticanza, sicuramente in buona fede, di un padre della patria non solo della nazione Siciliana( la vogliamo chiamare cosi) ma anche padre della costituzione italiana. Mi sento spinto a queste precisazioni... per rendere il giusto merito al giurista, mio illustre concittadino, ovvero Gaspare Ambrosini. Infatti egli nacque il 24 ottobre 1886 a Favara fu deputato per la DC all'assemblea costituente e come detto estensore di molte parti sia costituzione italiana che dell'autonomia siciliana. Egli fu anche per 2 volte presidente della corte costituzionale. Non voglio dilungarmi oltre su Gaspare Ambrosini che sono sicuro ella vorrà confermare anche per sommi capi i suoi meriti storici anche per l'autonomia siciliana. Detto questo ribadisco quanto scritto in altra sede, ovvero che condivido tutte le critiche mosse dai siciliani in buona fede, ma anche dai non siciliani ed i detrattori interessati, come i leghisti, hanno argomenti che spesso sono inattaccabili. Infatti dopo 66 anni di esercizio di psedoautonomia la regione siciliana è sonoramente bocciata. Anche i rilievi del giornalista Merlo, il quale sostiene che nonostante una montagna di soldi trsferiti dallo stato, siamo alla bancarotta economica, politica e morale. Cosa possiamo opporre a queste critiche ben fondate? Se poi in camera caritatis ci vogliamo ripetere sempre, di come siamo bravi e siamo belli, possiamo continuare con uno sterile spirito, giustificatorio e rivendicazionista...intanto la zattera anzi "il titanic" Sicilia è andato contro gli scogli e sta affondando! Non sembra che il nocchiero prof. Monti abbia alcuna voglia di venirci a salvare, perciò mettiamo in acqua le scialuppe di salvataggio e chi ne è capace lo faccia a nuoto fino all'approdo più vicino e più sicuro. Amen! Cordiali saluti.

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  4. Mi scuso con il redattore dell'articolo e con i commentatori, se ricorro ad una metafora poco raffinata; ma esprime bene ciò che sento, sul tema.
    La mancanza di autonomia rispetto al livello centrale dei poteri, mi fa pensare a quei conviti nei quali ti servono al tavolo il tuo piatto con i generi di conforto.
    In questo caso (quasi) nessuno si sogna, esaurito il suo cibo, per quanto possa essergli piaciuto, di alzarsi e piluccare dal piatto di un commensale, presso un altro tavolo!

    L'autonomia è paragonabile, invece, ai conviti a 'buffet'.
    C'è la calca attorno ai grandi tavoli imbanditi...in questa fattispecie, gli arraffoni maleducati mangiano doppie e triple porzioni, le persone riservate e perbene, restano spesso digiune!
    "Parabola significa.........."

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  5. Grandi Padri della Patria si sono battuti per lo Statuto Speciale della Sicilia. Uomini con elevati valori morali e politici che hanno lavorato per il bene della Sicilia e per il futuro delle loro nuove generazioni. Con il raggiungimento dell’Autonomia questi uomini, hanno fatto determinate scelte per affrontare la complessa realtà dei bisogni dell’isola, puntando alla riparazione dei torti che indubbiamente la Sicilia aveva subito in passato dallo Stato centrale.
    Oggi, invece, non siamo abituati a questo tipo di politici, bensì a personaggi che hanno distrutto il lavoro dei nostri padri. Quando il giornalista Merlo asserisce che l’autonomia deve essere abolita, a parer mio non ha torto. Ammenoché non ci sia qualcuno che faccia ritornare alti i valori della politica.
    Per fare questo non ci vuole tanto.
    Al famoso “ceto parassitario”, a cui fa riferimento il giornalista ed ad altre caste, il nuovo governatore Crocetta ha messo le mani. Devo dire pure che finalmente è finita l’era della misantropia. Abbiamo un Presidente che non solo non fa fare lunghe anticamere, ma attraversa Piazza Indipendenza a piedi, abbandonando auto blu e con segretaria a seguito, per incontrare e confortare un gruppo di manifestanti che si trovavano da ore davanti Palazzo d’Orleans. Questa è stata una cosa fantastica alla quale ho assistito.
    Allora se noi siciliani desideriamo riappropriarci di questa nostra bella isola, ripristinando valori che uomini mediocri hanno fatto perdere, non lasciamo, come dice Gattuso, far andare via questo treno.

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  6. Chiedo venia all'amico Vullo per la dimenticata citazione del prof.Gaspare Ambrosini, ma come avrà letto nel testo dell'articolo, avevo citato solo alcuni nomi, ed avevo scritto... ed altri, pensando che effettivamente ce ne saranno degli altri. Però, caro Vullo, andando alle sue conclusioni non si può essere sempre pessimisti. La speranza è l'ultima a morire, come dicono fra l'altro nei commenti i colleghi Carlotta,Gianni Gattuso e Fausta Fabbri. Un discorso a parte faccio per l'amico Salvo Geraci che se ne esce con la battuta "parabola significa...", la risposta è altrettanto carina "...tarantola ballerina". Grazie a tutti ed a presto!

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  7. Altro che statuto speciale, la Sicilia è difatto una colonia italiana, la mancata applicazione degli articoli 36 37 38 tolgono ogni speranza a questa terra di riprendersi.Per non parlare poi dell'alta corte abolita con legge ordinaria e sostituita dal commissario di stato che di fatto commissaria questa terra. Prima di parlare di abolizione dell'autonomia vediamo almeno di applicarla e vedere come funziona. La sola applicazione dell'art 37 eviterebbe la ruberia da parte dello stato di 40 miliardi.

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