martedì 9 ottobre 2012

IL BENE COMUNE COS’È?

Filippo-Alesdi Filippo Ales - In questo momento parlare di bene comune in Italia non è certo né facile, né semplice; cercheremo di spiegare il perché. Stiamo vivendo uno dei momenti, forse, più tragici, della nostra storia,
per episodi di cui veniamo a conoscenza in diretta dai media, come se stessimo leggendo un romanzo a puntate ed aspettassimo il giorno dopo di leggere l’ultima novità, sperando tanto che arrivi la fine.
Abbiamo un governo che non si rende conto di cosa fa la gente, di come vive e non mette al centro della sua azione politica l’interesse alla persona umana, ma spesso fa gli interessi delle banche e degli istituti di credito, mentre la povera gente o i piccoli imprenditori si tolgono la vita per mancanza di lavoro o di credito. Ed è così che i ricchi diventano sempre più ricchi, mentre i poveri sempre più poveri. Chi può rubare continua a farlo, ed il termometro è dato dalle aste dove i titoli di stato vanno sempre a gonfie vele, mentre sulle nostre spalle (bambini e neonati compresi) aumenta il debito pubblico.
Pare che ogni persona abbia nei confronti dello Stato circa 40.000 euro di debito. Con la differenza che noi non potremmo pagare mai la nostra quota di debito, che anzi aumenterà, mentre i cosiddetti ricchi, ossia i deputati, i manager di stato, i banchieri, gli industriali hanno le risorse messe al sicuro nelle isole “barbados” (si fa per dire…) dove guadagnano interessi su interessi e non pagano le tasse che spetterebbero loro nel paese dove hanno fatto questi guadagni. E così le banche ottengono agevolazioni, in mille modi diversi compresa l’esenzione dal pagamento dell’IMU, mentre cresce l’evasione fiscale ed i capitali trovano strade più comode per sfuggire alle tasse (i cosiddetti paradisi fiscali) e non si fanno gli accordi con i governi di questi stati per colpire gli speculatori, che altri governi, più sensibili del nostro, hanno fatto.
E se per caso ci fermassimo un attimo sulla raccolta delle tasse, ci accorgiamo che vengono costituite società ad “hoc”, alle quali viene riconosciuto una percentuale sul riscosso, che va dal 15 al 40%, per l’esazione dei tributi. Ed è di pochi giorni fa la notizia che sono sparite dalle casse di circa 400 Comuni oltre 100 milioni di euro versate per tasse IMU e TARSU, da parte di un concessionario che comprava aerei, yacht, viaggi e dare regalie varie…Per fortuna è stato arrestato! E gli altri? Stendiamo un velo pietoso sugli emolumenti dei parlamentari regionali siciliani ai quali spetta uno stipendio di oltre 17.000 euro, che può arrivare anche a 20.000, se il deputato in questione, è presidente di commissione (avete letto bene 20.000 euro al mese!).
I loro stipendi e quelli dei funzionari ed impiegati dell’Assemblea Regionale sono equiparati a quelli del Senato della Repubblica. Stiano attenti però, che è cominciata una campagna di stampa per toglierci lo Statuto e con esso l’Autonomia Speciale! Pensavamo, noi cattolici, alla Chiesa come bene comune per eccellenza, ma gli scandali, i riciclaggi che avvengono nelle banche vaticane (vedi IOR e gli scandali dell’allora card. Marcinkus), le ruberie che avvengono anche nelle stanze del Papa, gli sfarzi dei Cardinali e degli alti prelati che vediamo circolare in Vaticano, in quella che dovrebbe essere la casa di Cristo, la casa dei poveri, ci fanno capire quanto ancora sia lontano il tempo.
Ci vorrebbe almeno un altro Concilio! Oggi è in gioco anche il futuro della nazione: “in Grecia il default trova origine nelle condotte degli stessi greci, che hanno i nostri medesimi vizi”. A dirlo è il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, durante un convegno organizzato dall'ordine degli avvocati su mafia e appalti, affrontando il tema della corruzione in Italia. “Siamo di fronte ad un appuntamento non prorogabile - ha sottolineato il magistrato - o diventiamo Europa, sollevandoci di fronte ai vizi nazionali e alle culture collusive predominanti, oppure anche noi saremo vittime dei nostri vizi e proseguiremo sulla strada del declino”.
Secondo il Magistrato di Caltanissetta, “è sconfortante la rimozione culturale e l'impotenza reattiva del Paese di fronte alla gravità della situazione” . Ed in questa situazione, la nostra classe politica, che ha l’obbligo di pensare al “bene comune” a cosa pensa? Che fa?
Filippo Ales09 ottobre 2012

6 commenti:

  1. mi appassiona poco il tema degli emolumenti ai parlamentari e ai rappresentanti nelle istituzioni.
    Se fossero efficaci nella gestione della cosa pubblica e nella soluzione dei problemi,probabilmente li definirei sottopagati.
    Se al mattino, al risveglio, dopo il caffe' ,la doccia, il giornale, un bacio alla moglie e ai figli uscissero per strada con i loro strapagati segretari, portaborse, macchine blu o nere, e iniziassero a studiare insieme ai loro consulenti le soluzioni per la gestione della cosa pubblica, non staremmo a scandalizzarci troppo sui loro guadagni.
    La strategia della disattenzione,invece ci porta a mettere la lente d'ingrandimento sui loro stipendi, i loro vizi, le loro volgarita'.
    Sono espressione della cittadinanza che li ha votati?
    In che misura sentiamo l'esigenza periodica di verificare il loro operato??
    Almeno dopo 5 anni potremmo rivedere le nostre idee e invitarli alla pensione.
    Invece no!!!!
    li rivediamo in liste piu' o meno inventate e li rimandiamo a battere il marciapiede dell'ARS..
    L'elenco degli eletti sicuri e' stracolmo di uscenti.
    Speriamo che i nuovi innesti siano migliori, ma le regole vanno riviste e corrette.
    Il concilio lo devono fare i cittadini il 28 ottobre con un segnale forte.
    Mandare a casa gli artefici del disastro politico, morale ed economico.
    Il malaffare trova spazio nel vuoto delle istituzioni.
    I fondi europei strutturali e soprattutto quelli del fondo sociale per i diritti della persona sono non utilizzati per misere liti da cortile politico.
    Partiamo dalle dichiarazioARS per capire dove vogliono andare.
    Se poi ci viene anche lo "spinno" di vedere la loro storia e le idee di riferimento , non possiamo assolutamente permetterci gli errori del passato.

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  2. Assolutamente d'accordo con Bruno La Menza.
    Le ricche prebende e le auto blu certamente indignano, ma lasciano il tempo che trovano.
    Un punto fermo nella questione, infatti, è che se la sovranità appartiene al popolo (vedi Cost.ne) che la delega a suoi deputati, e se gli eletti si sono comportati come sappiamo, allora vuol dire che questo "sovrano" o è incapace di intendere e volere (allora togliamogli il voto), oppure è ingenuo (non ha capito che credeva di votare Abele, invece si è ritrovato Caino).
    Dunque, questo sovrano il 28 p.v. può e deve fare una sola cosa:indipendentemente dal voto al partito del proprio cuore, dia la preferenza solo a candidati nuovi di zecca e puliti punendo gli uscenti (tutti).

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    1. da chi è rappresentato questo "partito" nuovo di zecca ...

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  3. Sig. anonimo, Nevone non parla di partito ma di candidati nuovi di zecca.
    Basta procurarsi l'elenco dei deputati uscenti per sapere chi NON si deve votare; poi vota per chiunque vuoi.

    P.S. vorrei capire quale soddisfazione c'è a pubblicare un proprio pensiero senza far sapere a tutti che quel pensiero è mio.
    Forse che il sig. anonimo si vergogna di quello che ha scritto?

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  4. Nino Pepe ha interpretato perfettamente il mio pensiero, e lo ringrazio per aver dato tempestivamente la risposta richiesta dal commentatore anonimo.
    Con l'occasione ribadisco che mi sembra una scelta praticabile e dignitosamente alternativa all'astensione o al voto con il "naso turato" : vota il partito che vuoi, ma dai la tua preferenza ai candidati che si presentano per la prima volta, negandolo agli uscenti che , considerato il disastro sociale e finanziario che ci lasciano non possono non essere considerati comunque responsabili tutti quanti in solido.

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  5. Mi chiedo chi degli uscenti possa scagliare la prima pietra, certo è che in questi giorni gli scandali non hanno risparmiato nessuno. Mettiamo in conto pure l'ulteriore stangata decisa dal governo, semmpre sulle nostre spalle o meglio dalle nostre tasche e vediamo cosa ne esce fuori.
    Dal governo non un provvedimento sui, cosidetti, politici; non un euro sarà prelevato dalle loro tasche.
    Noi continuiamo a dibattere e "loro" continuano a arraffare.
    Meditate gente, meditate.

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