domenica 26 agosto 2012

Lettera a Gerardo Marotta

Francesco-Gallo-Mazzeodi Francesco Gallo Mazzeo - L’ho rivista l’altra sera in televisione, caro avvocato e l’ho sentita parlare pacatamente del dramma che sta accadendo. Da qualche anno, mi mancava la sua immagine, da quando ho trasferito il mio insegnamento da Napoli a Roma
e vederlo in questa occasione, mentre intorno a lei non c’era il solito via vai, propositivo, che ha portato il suo Istituto di Studi Filosofici a diventare un punto di riferimento culturale, per le alte culture umanistiche (il plurale è voluto e non mi è scappato) ma un affaticarsi a fare pacchi con libri,Video dell'appello a Mario Monti prendendoli dalle scaffalature per portarli in un improbabile deposito, in vista di topi, umidità, ladri, mi ha prodotto un mix di indignazione, rabbia dolore. Indignazione per un evento disastroso, che pagheremo, non solo, con un danno di immagine poderoso, ma con un decadimento della nostra capacità culturale, in una china che non potrà essere arrestata, macchiandoci, tutti e singolarmente di miserabilità e accattonaggio intellettuale.
Rabbia, nel percepire un segno di impotenza, da sconfitti, da chi attende non sa da che cosa la ripresa: senza capire che ci sono fatti simbolici e fatti singoli, questo è simbolico e singolo, insieme, grave quanto il furto di opere d’arte, lo scavo clandestino, il commercio clandestino. Dolore per una perdita irreparabile, per Napoli e per l’Italia e per il mondo: dolore per il degradarsi complessivo di un patrimonio, che accomuna nello sfascio, la condizione di Pompei, il crollo del muro pinciano del Valadier, la pietosa situazione di tutto il nostro paesaggio, considerato, tra i più belli del mondo, vittima di speculazione, vandalismi, abbandono.
L’uscita forzata, di questa grande biblioteca, da Palazzo Serra di Cassano e la mancanza di una dotazione finanziaria per continuare le attività culturali, fa il paio con la crisi del Madre, del Pan e con la progressiva uscita di Napoli dal circuito delle capitali mondiali e non può essere considerata una storia ordinaria (questa tra le altre) e ce ne dobbiamo fare carico tutti, a cominciare dal Sindaco di Napoli, dal Presidente della Provincia, dal Presidente della Regione, per continuare con la Fondazione dell’ex Banco di Napoli (se esiste) dalla Fondazione Napoli 99, di cui non sento parlare da tempo, dagli armatori, Aponte, Grimaldi, dai Canottieri di Posillipo, a noi, per nome e cognome, con un bel fondo di sostegno, per l’emergenza e per l’ordinarietà.
Gerardo MarottaQualcuno ha parlato Gerardo Marotta, come senatore a vita, mi associo, aggiungendolo alla proposta di Marco Pannella, di nominare il grande patriota ed ex rabbino capo della comunità ebraica di Roma, Elio Toaff, anche a definitivo suggello della nostra richiesta di perdono per le leggi razziali che ci infangano ancora e per avere permesso che i nostri fratelli ebrei fossero deportati nei campi di sterminio.
Caro Marotta, lei merita, come Toaff, di diventare senatore a vita e spero che il Presidente Napolitano, possa dare al più presto, a tutti noi questa gioia e contemporaneamente, anche dalla presidenza della repubblica, da quella del consiglio dei ministri e dal signor ministro della cultura venga, non un promessa, ma una concretezza, per il suo e nostro, istituto. Ricordo, un lungo colloquio avuto, con Gustaw Herling e con sua moglie, figlia di Benedetto Croce, in occasione della prima edizione del Premio Vittorini, a Siracusa, a cui lui partecipava con il suo Ritratto Veneziano, non vincente, ma da me votato, con convinzione, in qualità di membro di una giuria popolare, un colloquio che suggellò il mio amore per Napoli, nato ai tempi della mia collaborazione alla “Rivista di Studi Crociani” diretta dai formidabili, Giannantoni e Tessitore, determinando la mia successiva scelta di trasferirmi, per cinque anni a Napoli.
Herling, polacco al cento per cento, italiano al cento per cento, napoletano al duecento per cento (potenza dei paradossi) mi introdusse alla potenza dell’Istituto di Marotta, cosa di cui, poi io stesso ho fatto diretta esperienza e questo mi porta a dire che questa battaglia la dobbiamo fare e vincere: anche a nome della storia, di Gennaro Serra di Cassano, Eleonora di Fonseca Pimentel, Francesco Caracciolo, Pagano, Russo, Cirillo, Luisa Sanfelice e tutti i nomi che si recitano nelle due lapidi, ai lati dell’ingresso di Palazzo San Giacomo, che sono morti per noi, invocando il nostro diritto alla libertà e alla felicità.
Francesco Gallo Mazzeo
26 agosto 2012


4 commenti:

  1. Illustre professore condivido il suo appello a difendere la cultura, nel caso specifico l'istituto di studi filosofici di Gerardo Marotta. Questo governo nella sua smania di spending review sta facendo strage della cultura. E' risaputo che ai politici la cultura non piace perchè sostengono che con essa non si mangia, ma sbagliano. Mantenere questo presidio di studi filosofici a Napoli è importante anche per il sud perchè si dimostra che ancora nonostante i gravi problemi economici siamo in grado di diffondere libero pensiero e cultura con grandi uomini come Gerardo Marrone. Speriamo che in questa vicenda possa intervenire anche il presidente Giorgio Napolitano.

    RispondiElimina
  2. Il grande dispiacere per la "morte" o la "uccisione" di un ennesimo "pezzo vitale" di cultura, di pensiero, di libertà, di vita e di anima del momdo civile contemporaneo, come quello riportato in questo articolo, dimostra che la crisi odierna è davvero un "grande imbuto" nel cui interno viene gettato tutto e tutti noi per essere alla fine "macinato" impietosamente sull'altare della costruzione di non si sa bene ancora quale "nuovo mondo".
    Ma se le premesse sono queste, allora sappiamo che il futuro è davvero quello prospettato dal grande regista del film cult fantafuturibile intitolato "il pianeta delle scimmie".
    Unica consolazione, molto meschina, è che le banane almeno sono ricche di "potassio".
    Ma a che servirà per la nostra mente l'eccesso di potassio se verrà eliminato il fosforo?

    RispondiElimina
  3. Grazie Nevone! Grazie Vullo! Voglio dire che la sorte di Marotta e del suo istituto, ci riguarda da vicino, parla di noi.FGM

    RispondiElimina