lunedì 25 giugno 2012

LA PIRAMIDE DI PETER

Geraci-Salvodi Salvo Geraci - Mi dispiace non aver potuto prendere parte all'ultima riunione, che - dal racconto che mi è stato fatto da alcuni degli amici presenti e dalla lettura dei diversi commenti - mi sembra sia stata davvero ricca di contenuti e fortemente propositiva. Ringrazio, peraltro, gli amici per le citazioni affettuose.
Dopo qualche tempo di assenza involontaria, dunque, mi ritrovo qui ad esprimere alcune considerazioni generali, o meglio, generiche. Devo dire, infatti, che, oggi, il trascorrere 12 giorni in ospedale, può diventare un grosso handicap sul piano dell'informazione, che fa rendere conto di quanto oggi si viva tutto in modo frenetico, accelerato. D'altro canto, invece, 12 giorni sono un tempo sufficiente per acquisire un certo distacco dai fatti con la loro prepotente immanenza.
Mi è capitato allora, di riflettere su alcune vecchie letture (del periodo nel quale mi occupavo di management). In particolare - ma solo per alcuni aspetti – “La piramide di Peter" ed il suo ‘sequel’, di Laurence Peter, edito da S&K. Mi sembra necessario, perché chi ne abbia voglia lo legga, riportare un brano che mi sembra quasi preveggente, considerato che il testo è vecchio di almeno vent'anni.
“Laurence J. Peter dedica questo libro all'ironica analisi di alcuni aspetti della società moderna. Concentrando l'attenzione sulle organizzazioni, l'autore spiega perché, sviluppandosi, aziende e organismi pubblici evolvono verso un sempre maggior livello di inefficienza. Per chiarire questo concetto viene usato, come esempio macroscopico, l'apparato burocratico americano: con la crescita del potere statale, la burocrazia si è sviluppata secondo un modello simile a una piramide rovesciata, la Piramide di Peter appunto, con il vertice, che rappresenta il nucleo operativo, schiacciato dalla massa preponderante dell'amministrazione. Il risultato è una struttura troppo complessa per poter assolvere efficientemente i compiti cui era stata destinata, che trova in se stessa la ragione d'essere ed è preoccupata soltanto di tenersi in vita. Emerge così dall'analisi dell'autore la figura tipica del burocrate, un uomo che ormai ha rinunciato alla propria capacità di iniziativa e di analisi critica dei problemi che gli si presentano per attenersi fin troppo scrupolosamente a regolamenti imposti dall'alto, che spesso non hanno la flessibilità necessaria per adattarsi alla realtà contingente. Questa teoria è applicabile non solo alla burocrazia statale, ma a qualsiasi forma di organizzazione sociale, politica, economica e religiosa, in Oriente e in Occidente, che sia evoluta da una forma elementare a una struttura sempre più grande e complessa. Le maggiori scoperte tecnologiche sono state quelle che hanno permesso di snellire complicati processi di produzione ottenendo risultati migliori con sistemi sempre più semplici. Lo stesso principio va applicato alle grandi organizzazioni: al loro interno l'individuo deve mantenere la capacità analogica che gli permette di considerare il sistema nel suo insieme senza rimanere vittima di particolarismi.”
Ecco: siamo, a mio avviso, sempre più all'interno di una piramide rovesciata.
Come unico correttivo, se mi è consentito, aggiungerei ai gradoni della piramide la gente... e cioè tutti noi. Se, pertanto, la collocazione naturale di una piramide metaforica prevedrebbe che alla base ci fosse la gente, poi (andando per grandi semplificazioni) la macchina burocratica amministrativa di una istituzione statale ed infine quella che oggi si definisce ‘governance’ politica, nella piramide di Peter avverrebbe una inversione per la quale alla base starebbero i politici schiacciati da una macchina burocratica lenta e ipertrofica (che nel tempo ha tuttavia acquisito un proprio specifico potere) ed infine, come dicevo, la gente.
Questo mi pare lo scenario di fondo all'interno del quale la dinamica sociale del nostro Paese, e molto probabilmente non solo del nostro, si è sclerotizzata. I politici, infatti, per quanto (non tutti ovviamente) infingardi e arraffoni, devono sottostare ad una classe burocratica ipocrita, finemente traffichina e fortemente rassicurata dalla propria durabilità.
Ma - al di sopra di tutti - c'è la gente.
Si sarebbe portati a pensare che questo è un fatto positivo. Non mi sento più di affermarlo, poiché, per quanto le scelte importanti afferiscano sempre alla coscienza del singolo, è pur vero che ogni popolo (in senso lato) si forma una propria identità comune che si esprime in convincimenti e conseguenti comportamenti collettivi, comuni... vedi Ernest Renan a proposito dello spirito delle nazioni:
“...la nazione è come l'anima e il principio spirituale di un popolo, che gode di una ricca eredità di ricordi e del consenso attuale. Ne consegue che la nazione esiste finché trova posto nella mente e nel cuore delle persone che la compongono. L'idea di nazione matura nel tempo, soprattutto grazie al concetto di "gruppo di appartenenza": la nazione è tale dal punto di vista politico. Ciò prevede un profondo senso del "noi", pace e ordine al suo interno, una serie di simboli e miti comuni, la garanzia di protezione e la consapevolezza della durevolezza nel tempo della nazione rispetto ai singoli individui. Il senso del "noi" si sviluppa nella popolazione spesso grazie al confronto con il "gruppo esterno", che alle volte assume la forma di un odiato nemico. Un esempio può trovarsi nella storica rivalità tra nazione francese e nazione tedesca: entrambe hanno caratterizzato la loro identità nell'ostilità rispetto al vicino.”
Dunque: la politica infingarda è schiacciata da una burocrazia viziosa, ma infine ambedue le categorie sono tollerate dalla gente che sta, secondo la piramide di Peter, al di sopra di tutto; e così dovrebbe essere... ciò significa che il vero potere, come del resto prevede ogni democrazia, è del popolo. D'accordo! Ma il potere, quand'anche appartenga alle masse, si deve esercitare, si deve conoscere, dev'essere gestito con sapienza, e, quando serve, con forza.
Noi, popolo, noi gente - italiani, siciliani - ne siamo in grado? È doloroso dirlo... forse anche rischioso. Ma io credo di no. E quindi una buona parte almeno dei mali che ci affliggono potrebbe essere risolto... potrebbe.
Forse, come stasera in una tv nazionale diceva Massimo Cacciari, dovremmo rileggere un certo signor Marx. E lo dico da vecchio estremista di centro. E aggiungo che forse ci servirebbe anche rileggere un certo signor Proudhon.
In conclusione di queste folli bagatelle, devo dire che, sempre più, mi trovo a riconsiderare in positivo l'idea, che tra noi ha un convinto assertore in Pino Vullo, di una pragmatica decrescita felice.
Ma forse è un'utopia.

SALVO GERACI
25 GIUGNO 2012

8 commenti:

  1. Un nuovo articolo di Salvo Geraci. Ci mancava. Intanto bentornato e auguri da tutti noi. Ci sono mancate le tue lucide analisi, e i tuoi pezzi di letteratura sublime. Adesso però mi prendo il privilegio di scrivere il primo commento a "La Piramide di Peter".
    L'immagine della piramide rovesciata esprime con chiarezza la situazione nella quale ci troviamo. Un apparato burocratico enorme e sempre più potente, ormai autonomo, e vero detentore dei cosiddetti bottoni del potere. La politica sta nel vertice rovesciato, sotto il peso della burocrazia che ha fatto crescere a dismisura. In mezzo c'è la gente. Il popolo, tutti noi. Ma che non ha la forza e l'intelligenza di fare sentire forte la sua voce. I cittadini che spesso si girano dall'altra parte per non vedere, che lasciano correre, che aspettano le decisioni degli "altri", che non si interessano di politica perché è cattiva e non vale la pena di occuparsene. L’analfabetismo e una coscienza politica scadente hanno determinato tutto questo. Ogni spazio politico lasciato vuoto viene naturalmente riempito da chi lo fa per mestiere, da chi usa ogni mezzo per fini personali. Si, è vero, i politici hanno dato il peggio e hanno fatto di tutto per farsi odiare. Hanno gestito tutto quello che hanno potuto e pensano di poter continuare.
    Ma noi possiamo impedirlo, noi possiamo cambiare le cose, noi abbiamo la forza per farlo. Con i nostri voti e con una rivoluzione culturale. Dobbiamo solo crederci. E, come usa dire un grande autore di PoliticaPrima, il prof. Francesco Gallo, “Non Sottovalutiamoci!”.

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  2. Caro Salvo innanzitutto ben tornato e ben trovato. La tua assenza è stata una punizione troppo severa per i cavalieri del blog. Spero che l'usura del corpo ti dia tregua...ma vedo che già, la sapienza dell'anima ti accarezza e ti solleva. Ti ringrazio per avermi citato immeritatamente per la decrescita felice. Queste due parole: la prima in diminutio, la seconda in accrescimento è vero sono il balsamo della mia pensione. Poichè lo spirito dell'uomo attraverso strade sconosciute e tortuose tende sempre alla verità e felicità( sia teologica, che filosofica) un maestro come te ci sarà di grande aiuto. Nel nostro cammino claudicante alla ricerca della pietra filosofale, della ricerca geometrica della nostra vita e della politica prima, già come ex democristiani conoscevamo le convergenze parallele, le linee divergenti, la quadratura del cerchio, io modestamente ultimamente ho studiato il triangolo tondo...ma tu questa sera hai introdotto magistralmente il teorema di peter, la piramide e/o parallelepipedo rovesciato. In questa piramide rovesciata la politica infingarda e la burocrazia ingorda, indolente cieca e sorda e troppo pesante sulle spalle della gente. Ma il popolo ormai stanco, estenuato ed incazzato non potrebbe utilizzare il vertice appuntito della piramide per infilarlo nel deretano dei potenti? Scusa l'immagine cruda...una volta gli ottomani usavano l'impalamento e la scorticazione a vivo. Spero di non averti turbato con queste strampalate e farneticanti considerazioni. Parliamo piuttosto di decrescita felice e dei sinonimi...decrescita selettiva, intelligente, serena, sviluppo sostenibile, cittadino attivo e responsabile rispettoso dell'uomo e del pianeta. Io per gustare e praticare la decrescita felice nel frattempo ho venduto una lancia 2400 diesel inquinante ed ho comprato una bicicletta, peccato che non ci sono le piste coclabili, ho raccolto i tenerumi nella mia aiula, ed ho mangiato la pasta con quest'ultimi, il mio amico Pino mi ha portato i pomodori e le melenzane del suo orto biologico, mia sorella ha fatto il pane, la pizza ed i biscotti con il lievito madre ed io li ho cucinati nel mio forno a legna. Domani prevedo pasta al pesto, con basilico autoprodotto. Ho ricevuto anche un invito dai ragazzi cinque stelle per un aperitivo biosostenibile. Viva la decrescita felice e che la salute ti accompagni.

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  3. Caro Salvo, sono felicissimo di rileggerti sul nostro blog. Hai ritrovato la voglia di continuare ad esserci e la grinta per riuscirci alla grande, alla faccia di tutte le contrarietà fisiche e psicologiche. Hai ripreso a scrivere, ma soprattutto “che cosa” hai scritto, proprio un eccellente “colpo d’ala” per la comprensione dell’essenza più intrinseca dell’esistenza della persona, del suo popolo, della sua nazione, del loro modo di “vivere” o “non saper vivere”. Sono orgoglioso di essere tuo amico; testimoni che l’uomo non è “un involucro biochimico e basta”, è “pura anima” che trova sempre e comunque il modo di comunicare se stessa alle altre anime, con le quali costituisce “lo spirito immortale del mondo”.
    Su quanto hai scritto magistralmente, caro Salvo, c’è forse più da prendere appunti che commentare. Hai ragione: La piramide di Peter è decisamente attualissima. La stratificazione della società in politici, burocrazia e popolo ed il rovesciamento del vertice in giù e della base al di sopra è proprio l’immagine più pertinente.
    Continuando a fare il funzionario della burocrazia regionale ormai da quasi trent’anni, posso confermare che la P.A. da “esecutivo” della volontà politica, espressione della maggioranza di governo eletta liberamente dal popolo, da dieci anni è diventato il “dominus” assoluto della vita pubblica, spadroneggia su tutti e si autoriproduce (i suoi cuccioli – figli e parenti dei capi – “nascono” già consulenti).
    Se proprio voglio dirla tutta, penso che la burocrazia oggi sia la base della piramide che schiaccia popolo e politici. I politici, ormai screditati, per non farsi ghigliottinare dal popolo hanno delegato tutto alla burocrazia (tecnici), il popolo, per punire i politici senza esporsi personalmente, “riveriscono” la “burocrazia” (tecnici).
    C’è il default finanziario di uno Stato, si nomina una troika di super tecnici. C’è un terremoto, spuntano i tecnici della protezione civile. Fallisce una Banca, spuntano i tecnici del credito. C’è da fare il Festino di S. Rosalia, spuntano i tecnici dell’intrattenimento. C’è da censire le specie di rane in Sicilia, si nomina un consulente regionale (esiste davvero). E così via.
    Oggi, l’assalto alla Bastiglia va fatta contro la Burocrazia. Il popolo deve capire di avere davvero la sovranità e che può esercitarla tutta solo quando vota, quindi pochi secondi dentro la cabina elettorale ogni 5 anni. Se se ne frega in quei pochi secondi, ha rovinato se stesso e lo stato per anni.

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  4. Leggo i commenti , le lunghe disquisizioni e le dissertazioni su temi che riguardano la società,l'economia ,il potere,la burocrazia,il popolo: in una parola, La Politica . Tutto è politica e tutti(chi più chi meno)ne siamo gli artefici in qualche modo quando esprimiamo giudizi,elaboriamo idee,proponiamo cambiamenti.... Esercitando la sovranità popolare col voto acquistiamo o ci illudiamo di acquistare il potere mediante gli uomini che ci rappresentano.La Politica finisce nella corruzione perchè è dominata dal potere soprattutto economico e tutti ripetiamo sempre che occorre questo o quel rimedio,teorizzando ancor più che mettendo in pratica.Occorre la Politica del Fare,quella che rimboccandosi le maniche,più che alle filosofiche enunciazioni si dedichi alla pratica fattiva per il bene comune!L'ignoranza della Politica è,secondo il mio parere,legata alla sua idealizzazione in contesti che sfuggono anche alla pratica dei politici più onesti e volenterosi,pochi purtroppo e resi inermi!

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  5. La Politica finisce nella corruzione perchè è dominata dal potere soprattutto economico ... d'accordo, e dunque?

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    1. .....e dunque ...caro anonimo s non spetta a me spiegare nè arrivare al dunque.Se vuoi puoi fsrlo tu ,io continuo a leggere per capire ,a guardare i frutti del giardino del Potere per trovare quelli buoni e capisco che anch'io nel mio piccolo,ho contribuito scegliendo qualche seme cattivo( col voto...) e continuo ad aspettare chi sappia scegliere e adoperare un buon concime (con la dignitosa serietà che distingue gli uomini onesti.Ci deve essere, nel giardino della Politica, la Buona POlitica del Fare( cui ho accennato )se tutti ci impegneremo a costruirla.Ti invito a leggere il parere di Pasquale Nevone che condivido e ringrazio

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  6. Caro emmag, recepisco con assenso il tuo intervento. Pur tuttavia, mi spiace autocitarmi, ma credo che nelle riflessioni che ho esposto qualche giorno "quando il gatto non c'è, i topi ballano" ho dato un modesto contributo per individuare una causa fondamentale del decadimento della politica e, nel contempo, una reazione fattiva per recuperare, se non proprio il primato,almeno la sua dignità e incisività.

    Noi cittadini-elettori (gatti) abbiamo gettato la spugna, e pertanto i politici (topi) spadroneggiano senza limiti e ritegno.

    D'accordissimo con te: basta parole, passiamo ai fatti.

    Escluso il ricorso alla ribellione di piazza (vedi: andarli a prendere a cazzotti in faccia sotto casa loro), anche se ogni giorno fanno di tutto per portare milioni di persone a farlo sul serio,non vedo altra soluzione civile e democratica se non quella, una volta discusso tra noi e con chi ci sta, scegliere il partito e il suo leader che alla fine ritenessimo, se non proprio il migliore, quanto meno il meno peggio.

    In definitiva, entrare in un partito, non in una lista fai da te, e con il suo leader in campagna elettorale. Insomma scendere in campo, in questo campo, quello di oggi, quello che è per quello che è e che possiamo cambiare o, almeno, sul quale incidere dignitosamente.

    Questo, credo, e se mi sbaglio allora ritenetela la mia proposta, è quello che questo blog, più o meno consapevolmente, vorrebbe fare.

    Se mi sbaglio, come disse qualcuno, "mi corrigerete..."

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  7. sono stato anonimo x errore! ... ciao, cara... mi cospargo il capo di cenere, eheh

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