domenica 15 aprile 2012

UNA FLEBO CONTRO IL FRADICIUME

Vullo Pinodi Giuseppe VulloCari amici di PoliticaPrima propongo una pausa contro lo stress del voto, qualcosa di politica in senso lato, di decrescita felice o se volete di senso della vita. Il nostro cervello è come un colabrodo, lascia filtrare l'acqua sporca, ciò che non interessa e che non serve.
Ma in compenso conserva ciò che ti impressiona, ti emoziona, ciò che può essere utile. Nella nostra memoria o coscienza conserviamo tanti episodi o aneddoti che a raccontarli potrebbero esseri utili per farne una morale collettiva. Nello scolapasta del mio cervello conservo tanti episodi personali e professionali che talvolta mi hanno reso la vita più lieve talvolta più pesante. Una volta un paziente anziano mi richiese una visita "diabolica"...sic! Sul momento rimasi esterrefatto... ma poi ricordandomi che egli era un diabetico capii che intendesse visita "diabetica".
Ma quella che mi stordì fu la richiesta di una paziente depressa: dottore è vero che esiste una pillola che toglie i pensieri cattivi dal cervello e fa dimenticare i fatti negativi della vita?...sic! Io che sono un po’ spiritosetto risposi: signora guardi che se lei crede che l'asino vola... in quel caso le posso scrivere la "pillola della felicità o una flebo contro il fradiciume"! Naturalmente la paziente rimase delusa e forse cambiò medico.
Negli anni ottanta quando ero giovane medico di belle speranze ma alquanto squattrinato, per un colpo di fortuna andai a firmare una convenzione al ministero del tesoro a Roma per far parte delle commissioni invalidi civili miste, medici militari e civili. In un periodo imprecisato andai a finire nella commissione oculistica, avevo il compito di scrivere l'anamnesi ed il verbale di visita. Visite espletate dagli oculisti, alcuni ancora in attività. In quel periodo, io, figlio di proletari giovane e povero medico mi potevo permettere una panda rossa a rate che quando pioveva entrava l'acqua dentro.
Di converso un oculista mio coetaneo, fisicamente un "tappo" che mi arrivava all'ombelico, già separato e sempre circondato da belle fanciulle, andava in giro con delle costose Mercedes sportive! Confesso che nutrivo un po’ d'invidia, non tanto per le allegre donnette che lo circondavano (in quel campo mi consolavo con la mia bionda e giovane moglie che mi aveva già dato il primo erede), ma per quelle magnifiche Mercedes. E lui, con un sorrisetto, mi sfotteva per la mia scalcinata panda rossa.
Un giorno, mosso da pietà dei miei giovanili affanni, mi chiamò e mi disse: Giusè un sistema c'è per farti la Mercedes ed altro, ed io...cosa? Tu che hai tanti pazienti mandali in commissione "che li facciamo ciechi, e ad ogni pratica guadagni 2 milioni di lire"! Per un momento restai trasecolato! Ma con la spiritosaggine "che entro mi rugge" risposi: ma collega tu fai i miracoli di "Gesù al contrario"? Che vuoi dire...che Gesù dava la vista...tu invece la togli...Alla fine, alquanto contrariato non sapendo in quale lingua dirmi "coglione" mi disse, con criptico linguaggio sanitario, ma vai a farti "una flebo"! Ed io col mio solito spirito: si..."una flebo di fradiciume"!
Se potessi inventare una flebo contro il fradiciume dei politici otterrei sicuramente un grande risultato, da premio Nobel!
Giuseppe Vullo15 aprile 2012

4 commenti:

  1. Se il rimedio deve essere commisurato alla "grandezza" del danno da combattere, credo che il fradiciume dei politici abbia bisogno per essere contrastato adeguatamente di una flebo grande quanto un autobotte! La corruzione, gli intrallazzi, gli imbrogli, le ruberie a danno dei cittadini, le turpitudini non solo dei politici, ma di tutti quelli che hanno un potere fra le mani (come il "tappo" con la mercedes) appartengono ad un ordine di grandezza che sfugge a qualsiasi tentativo di analisi, di quantificazione. E' tutto il sistema che è fradicio. E allora, forza con le flebo antifradiciume!

    RispondiElimina
  2. Caro amico Vullo, la società odierna vive nell'attenzione ai piccoli problemi del quotidiano. Poi dello zelo mal riposto verso temi di importanza maggiore.
    Non si può pretendere che un popolo costretto come un pollo all'interno dell'imbuto determinato dalla pressione di forze della storia e della prassi sempre crescenti, non si può, ripeto, pretendere che "tout in coup", ritrovi, a comando, la voglia di fare e l'energia per farlo. L'essere stati costretti a soggiacere e, vivere questa condizione di subordinazione durante epoche intere, non possono riconquistare libertà di scelte e autonomie operative.
    Del resto non abbiamo con chi prendercela poiché noi stessi siamo eredi non soltanto della componente autoctona bensì senza dubbio, pezzi del nostro DNA sono rimasti in qualche modo modificati per cui il siciliano attuale altri non è che la risultante composita di un crogiuolo di razze! Questa è insieme la nostra debolezza e la nostra forza. Come ogni cosa che ci viene data, non abbiamo possibilità di rimuoverla nè probabilmente ci converrebbe poiché se siamo arrivati a quest'epoca adattandoci ai cambiamenti di ogni genere, e di cose e di persone e di ambienti etc, lo dobbiamo proprio alla nostra natura, espressione massima di quella complessità che attualmente ogni componente sociale tende ad avere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. é vero quello che dici che siamo un crogiolo di razze e che noi non siamo responsabili del come e perchè e con chi i nostri antenati sono andati a letto. Abbiamo avuto antenati decadenti come arabi e spagnoli. Ma abbiamo avuto anche la civiltà greca e romana, anche i francesi e soprattutto i "normanni" che da razza nordica conquistatrice si è poi trasformata in civiltà autoctona siciliana, trasformando la nostra isola da dimenticata e sperduta provincia dell'impero romano a regno potente e ricco rispettato e proiettato al centro dell'europa con tutto lo splendore economico e culturale di cui "lo stupor mundi" fu capace. Dopo di lui il buio. con stima. g.v.

      Elimina
  3. Anche questo è un pezzo di avanspettacolo...ha,ha,hi,hi,hi. Devi scrivere anche per noi. ciao enzo.

    RispondiElimina