giovedì 12 aprile 2012

LA RABBIA

Geraci-Salvodi Salvo Geraci - In questo periodo se, coloro che possono deambulare con tranquillità, girano per le strade di Palermo, da un lato si annoiano e si infastidiscono per la pubblicità elettorali, dall'altro commentano da sé e sé il fatto che, al di là di queste manifestazioni di marketing minimale, non c'è storia, non c'è passione.
Chi ha militato nei partiti storici sa bene che la politica senza passione è come un cibo sciapo, è come un rapporto senza sentimento. In aggiunta si deve considerare che perlomeno noi abbiamo modo di confrontare i due modi di far politica, con i rispettivi pregi e difetti; i nostri figli invece, non hanno questa possibilità e, com'è logico, sono portati a credere che questa sia la vera politica.
Si acquista il giornale e si scopre che in extremis c'è un nuovo candidato a sindaco, oltre quelli numerosi già preannunciati; e tutti, chi più chi meno, peccano quantomeno sul piano dei contenuti o della forma o dello spirito con il quale questa campagna viene affrontata.
La stessa osservazione vale per i candidati a consigliere: slogan usurati, stereotipate facce con improbabili sorrisi che vengono fuori da manifesti grandi, più grandi, sempre più grandi; sempre da mettere a confronto con quelli che si sono scelti come parametro di candidato competitivo.
La tentazione di noi cariatidi è quella di borbottare e poi passare ai fatti dicendo a tutti gli interlocutori che questa volta davvero non daremo il nostro voto ad alcuno. Non è vero, lo sappiamo. Avremo pure tante responsabilità, ma certamente veniamo da tempi nei quali non votare era considerato quasi un disonore, oltreché vissuto come un reato.
Nonostante non ci piaccia alcuno dei candidati, o quasi, voteremo magari scegliendone uno all’ultimo minuto, perché ci ripugna di consegnare semplicemente la scheda bianca. Votare per noi è soprattutto un diritto, puoi anche un dovere, uno dei riti più belli, almeno nelle intenzioni, della civiltà democratica.
Ed allora, una volta lette con avidità le notizie sempre più scarne dei quotidiani (cosa debbono inventarsi rispetto al vuoto pneumatico esistente?!), la nostra fame di politica e il caldo incipiente, ci spingeranno nel nostro studio, o dove comunque abbiamo un televisore, per fare uno zapping furioso soprattutto tra le realtà televisive locali, cercando di cogliere il senso occulto di questa campagna.
Alla fine cominciamo ad inveire verso il vuoto, lamentandoci dell'assenza di contenuti; infatti se, pure qualcuno tira fuori concetti, come giustizia distributiva, partecipazione, e richiami ai nostri mostri sacri quali - almeno nell'area nella quale militavo io – Don Sturzo, Ardigò con i suoi mondi vivi e vitali, La Pira e tanti altri ancora, che, una volta, riempivano di enfasi e di commozione i nostri discorsi, si avverte subito che non c’è convinzione.
Alla fine dobbiamo arrenderci alla drastica evidenza: la politica è morta, è morta la dialettica, è morto il dibattito, e che cosa è rimasto? Sono rimasti gli affari, il denaro, l'interesse, una sorta di cinico distacco e di implicita accettazione di codici che non hanno più alcun riferimento etico.
Questo significa che prima di affari non c'erano? C'erano, eccome! Ma, per chi avesse voluto, giovane genuino o incosciente, misurarsi in politica, c'erano comunque anche delle arene delle quali misurarsi, agorà dove discutere magari facendo le ore piccole, di concetti, che, almeno a quell'età, ci sembravano veri e vincenti.
Dove si discute oggi, nei tempi “degli atrii muscosi e dei muri cadenti”? E di cosa si discute? E come si discute? Non abbiamo soluzioni, non possiamo permetterci nemmeno i rimpianti... infatti, il frutto non cade mai lontano dall'albero, e dunque anche noi abbiamo la colpa, quantomeno, di essere stati leggeri, o troppo idealisti, o, infine, anche noi ci siamo fatti arruolare nell'esercito della politica che la gente, azzeccandoci, chiama “attività dei politicanti”, piuttosto che dei politici.
Ecco allora cos'è diventata la politica dei nostri giorni: attività di politicanti, di ‘azzeccagarbugli’, di ridicolizzazione dei principi, fino al punto che aspiranti candidati, con arroganza sui siti ‘social’, invitano (per usare un eufemismo) altri candidati da essi ritenuti deboli, a non candidarsi per non intralciare l'attività di quelli che, hanno tutte le ‘chance’ per farcela... come faranno poi ad esserne così certi?!
In tutto ciò i segnali che arrivano dalla regione non sono migliori; e tanto meno lo sono quelli che vengono dalle istituzioni centrali; ancora una volta, infatti, i nostri "Onorevoli" deputati e senatori, riuniti in Parlamento per votare un parziale ridimensionamento dei propri emolumenti, ci sfottono trovandosi, una volta tanto, tutti d'accordo, indipendentemente dalla casacca, a procrastinare l'argomento a tempi di migliore intesa politica, e cioè mai!
Ciò vuol dire che gli anziani dovranno continuare a stringere la cinghia per sopravvivere e magari dare piccolo aiuto ai figli disoccupati; ciò vuol dire che gli impiegati a reddito fisso continueranno ad essere salassati, mentre "loro" continueranno a percepire emolumenti da sceicchi, a riempirsi le tasche dei finanziamenti che lo Stato (cioè noi!) eroga ai partiti, e a gestire affari come imprenditore privilegiati che si muovano in un mercato malato.
E allora? Allora niente!
Continueremo a farci tartassare e umiliare come somarelli che prendono bastonate e tuttavia continuano con zelo il proprio lavoro, e continueremo a lamentarci, a ragliare. E magari, incontrando l'amico deputato, anche lui coinvolto in storie poco chiare, sprecheremo le cineserie accrescendo gratuitamente il suo ego e sapendo categoricamente che, della "preghiera" che gli abbiamo rivolto, svoltato l'angolo, si sarà, senza dubbio, dimenticato.
Infine, dunque, non resta niente? No, qualcosa rimane! E’ la rabbia... si, la rabbia. Quella peggiore di un lavoro usurante, come minatori dopo vent'anni di sottosuolo, tossica per il fegato più di un bariletto di vino per un etilista irrecuperabile, quella che porteremo fino alla morte; anzi sarà la rabbia medesima che ci porterà alla fine. E ce ne andremo con uno sguardo fisso negli occhi, che traduce un pensiero: "come me ne andrei più soddisfatto se almeno avessi concluso la mia vita sulle barricate....." metaforiche, è ovvio!
Salvo Geraci12 APRILE 2012

18 commenti:

  1. G.Vullo-S.Geraci e la rabbia. Finalmente uno che parla chiaro di "ingiustizia e rabbia".Te ne andresti più contendo se tu potessi concludere la tua vita sulle barricate "metaforiche"... perchè non reali? Forse perchè pensi di non essere in grado del controllo psico-fisico della tua macchina umana? Potrei venirti in aiuto io con il bastone di mio nonno da brandire come arma di novello "toti" sulle barricate dell'ingiustizia?! Ma tu pensi che i nostri figli in cassa integrazione..o meglio disintegrazione o i giovani disoccupati o gli esodati etc. avendo giovane età e prestanza fisica andrebbero sulle barricate solo metaforicamente?? Se si pensa che un trota qualsiasi sol perchè si chiama bossi va a rubare 12 mila euro al mese..rubare ai fragili, di questa ingiusta società? Forse noi sessantenni affetti da atavica o cristiana rassegnazione, potremo solo dissertare per semplice speculazione filosofica della "rabbia" come parossistico accumulo di energia nervosa pronta ad esplodere sotto forma di ira o rabbia acuta, magari al momento sbagliato e nel posto sbagliato.Infatti la "RABBIA" è una forza oscura e potente che , all'improvviso può impadronirsi di te e spingerti a dire o a fare cose che non avresti mai pensato di poter dire o fare. devo interrompere causa terremotoooo....a dopo...g.v.

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    1. scusa i pacchiani errori di grammatica! sarà stato il terremoto! bisogna dire a giangiuseppe di trovare un sistema per poter correggere i propri errori soprattutto nei commenti dopo più serena lettura. contento e non contendo!!! Altrimenti per non fare queste figure di m...mi asterrò dal commentare!

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    2. NOO!! Non di asdenere dal commendare... ahahah Abbracci, Salvo

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    3. mi fa piacere di averti strappato una risata con i miei strafalcioni...d'altronde cosa c'è di meglio di una bella risata per sbollire "la rabbia"?

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  2. Sempre profonde e interessanti le riflessioni di Salvo.
    Ingiusta Società dove si pensa a sanare le casse dello Stato solo con i soldi dei poveracci.
    Ingiusto Stato che regala soldi ai partiti che allora volta li usano per spese personali.
    Stato patrigno e Società matrigna e noi cenerentole in attesa del principe azzurro (ossia di una bella vincita al superenalotto).
    Meditate gente, meditate.
    GIUSEPPE ARENA
    Altro che rabbia.

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  3. Un articolo tristemente veritiero...complimenti all'autore

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  4. Vorrei metter giù un bel commentone all'articolo del mio amico Salvo Geraci, ma sono troppo d'accordo con quello che ha già scritto lui in maniera molto efficace; leggendo mi sono accorto che avrei potuto scrivere (se ne fossi stato capace) le stesse cose, tanto le condivido. D'altronde siamo della stessa generazione, e abbiamo vissuto sotto la stessa temperie culturale e politica, per cui non ho aggiunte da fare, condividendo in toto i pensieri espressi in questo articolo. Ciao Salvo.

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  5. Il fatto che in una Italia che va a picco sotto ogni aspetto, da quello economico a quello morale a quello culturale a quello sociale, le uniche realtà che scoppiano di salute, siano le casse dei partiti che hanno il solo pensiero di come scialacquarsi il fiume di danaro rubato alla gente a me personalmente da il vomito .

    Mentre la gente si toglie la vita per disperazione, qualcuno invece se la gode tra puttane, auto di lusso, hotel a 8 stelle, ville, barche da 40 mt, intere legioni di ruffiani, magnaccia e ladroni di ogni tipo a seguito.

    I costi della politica, dicono che la vita democratica ha un costo, verissimo, ma dov'è la democrazia e la partecipazione?
    Dove sono le sezioni dei partiti?

    Quante ne ricordiamo sia a palermo sia nel più sperduto paesino della provincia, ecco quelli erano i costi della politica e della democrazia, oggi abbiamo solo il costo dei "POLITICI", che poi politici non sono, sono solo dei predatori senza scrupoli.

    La responsabilità di quello che accade e che accadrà è tutta loro, è evidente che viviamo una situazione PRE-FASCISTA, e che tutto ciò che verrà, che spazi via questa gentaglia sarà visto come una liberazione, quasi una rivoluzione, invece sarà "IL BUIO TOTALE".
    Caro Salvo quello di cui io parlo, e sono certo tu intenda bene, è già accaduto e riaccadrà.

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  6. ... è come vedere una macchina che va a velocità piena verso un burrone, sapere che ci andrà non potendo far nulla per fermarla e meravigliarci che l'autista non se ne accorga! Forse successe così anche a Luigi Capeto e Maria Antonietta. Mi fa specie che il Capo dello Stato, che si dovrebbe distinguere per il suo equilibrio (e in passato lo ha fatto), oggi abbia perso la testa e dica frasi di un peso e dagli effetti non valutati e non valutabili, di fatto fomentando odii reciproci soprattutto tra miserabili...
    ...è triste che la Politica abbia la Guerra come suo estremo fattore e la Storia debba essere razionalizzata tramite le rivoluzioni!
    dobbiamo accettare che politica e storia periodicamente abbiano la necessità di un contributo di sangue, come obolo perverso da consegnare al Fato per la nostra arroganza presuntuosa?!

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    1. parole...parole...parole...

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    2. Perchè usate il profilo anonimo? Lo ripetiamo sempre, non c'è alcun motivo per farlo. Non dovete registrarvi e non c'è controllo preventivo. Usate il profilo nome/URL, inserite il vostro nome e cognome che apparirà nella colonna commenti recenti. Ciò consentirà un confronto libero e migliorerà sicuramente il dibattito sugli argomenti trattati. Alla prossima.

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  7. Meno male che c'è chi fa i fatti! Solo che se resta "anonimo" non possiamo dargliene atto...

    Oppure no; infatti gli anonimi hanno tutti una cosa in comune: si vergognano del proprio nome!

    Essi hanno la nostra comprensione e condivisione... con il nome che portano, meglio è che non lo dichiarino.

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  8. Gli anonimi??
    Sono quelli che a volte scrivono delle lettere ???
    E le lettere si chiamano ''LETTERE ANONIME'' ???

    Se sono quelli li conosco .

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  9. Ciao Salvo , e un saluto a tutti gli amici di questo blogg .
    Grazie per le tue riflessioni : sono lo specchio più sincero della migliore e più sana "rabbia" di un uomo onesto e positivo , di un uomo che è sempre stato tale e che oggi ,forse , si vede quasi costretto a provare "rabbia" per rendersi conto che tale rimane , che tale vuole restare , che , anzi ,tale vuole rendere quei tanti "altri" che sono "uomini soli e persi" anche se , invece , credono di esere contemporanei perchè si sono rassegnati ad essere delle marionette malvage .
    Nelle tue parole vi è una pacata tristezza tipica , amio modo di vedere , di un pessimismo pacato , cioè frutto dei una ragionata e distaccata analisi del "meccanismo sociale presente" , di questo modo , descritto benissimo da te , di stare al mondo di oggi non tanto da "pietre di scandalo" , ma da "stupidi" , perche "suicidi" della propria dignità morale e civile , considerate non più l'unica cosa veramente importante di sè e della propia storia , e perciò da difendere con le unghia e i denti , ma come un " peso polveroso e ingombrante " da cui liberarsi al più presto per " abbracciare " , invece , una vita fatta di facce e sorrisi di plastica , di mini ragionamenti , veloci e futili , che dimostrino agli altri(ingannandoli) di avere conquistato il giusto equilibrio interiore di un uomo che è un dritto , che non perde tempo in sentimentalismi , che sa affermare se stesso e monetizzare se stesso . Un uomo , e concludo , come il candidato Sindaco Massimo Costa che ha dichiarato che il PDL ha fatto bene a sceglierlo in quanto giovane perchè , d'altraparte , Carlo Magno alla sua età , cioè 34 anni , era già entrato nela storia .
    I palermitani dobbiamo assolutamente votare Costa perchè , poverino , Massimo è già in ritardo sul ruolino di marcia di "Carlo" . Non dobbiamo permettere che la storia ritardi ancora a scrivere il nome di Massimo Costa accanto a quello di Carlo Magno .
    Dio lo vuole ! o nò ???

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  10. E' un bel dibattito, non c'è dubbio, fatto di tante voci, più discordanti che accordanti, ma non potrebbe essere altrimenti, in un tempo di complessità sempre più intrigate, che ci rimandano, specularmente, un senso di impotenza dovuto al fatto che, per almeno un secolo, abbiamo pensato di potere, democraticamente o dittatorialmente, pianificare tutto, mentre oggi sappiamo che non è così o non è più così e allora ben vengano i discorsi liberi, anche irriverenti, nel solco della democrazia, che è un bene irrinuciabile, per cui fatto salvo il rispetto sacro(lo dico in senso pieno)per la persona, sia via libera ad ogni critica anche la più corrosiva.FGM

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    1. Sono in sintonia perfetta con Lei e mi auguro che i candidati leggano le critiche, anche le più corrosive, perchè sono la voce del popolo.
      GIUSEPPE ARENA

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  11. Quando una classe dirigente a livello nazionale, dopo "VASTO ED APPROFONDITO DIBATTITO",propone ed impone per palermo ed i palermitani e per i loro relativi drammi, nientepopodimenoche, "CARLO MAGNO", credo si sia proprio arrivati al massimo, se qualcuno era alla ricerca dell'assoluto, bene, eccolo qua.
    Commenti? Nessuno commento, le cose e le dinamiche di Palermo si commentano da sole.

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  12. Ricordate amici che la "rabbia" è anche una malattia infettiva grave. Senza adeguate contromisure medico-psicologiche, sociali e politico-economiche l'epidemia potrebbe diffondersi...un effetto è già visibile ed è grave; "l'antipolitica". Dopo le elezioni mi raccomando andiamo a vedere quanti saranno quelli che non saranno andati a votare...o che abbiano votato 5 stelle.

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