giovedì 5 aprile 2012

DETTI E CONTRADDETTI

Geraci-Salvodi Salvo Geraci - È la settimana di passione. Credo che a molti tra voi sia successo, come a me, di sentir dire in qualche luogo pubblico, in un bar per esempio da qualche avventore, che, inderogabilmente da sempre, la settimana Santa si svolge sotto un clima tenebroso.
Ciò evidentemente per tendere a sottolineare che tutta la natura è coinvolta nella passione di Cristo. Probabilmente, secondo la statistica non è vero; nel senso che la mente tende a ricordare gli episodi che suffragano un convincimento, e quindi, quand'anche in qualche anno vi sia stata una settimana di passione sotto un sole splendente, tenderemmo a non ricordarla. Ma questo conta poco.
Ciò che conta invece, è questa commozione che in fondo, diciamo la verità, ci raggiunge un po' tutti. Sono certo che pochi riescono a mantenersi impassibili nell'assistere ad una processione del venerdì Santo; particolarmente di quelle che si svolgono in Sicilia, e che pare abbiano qualcosa di simile solo in alcune regioni della Spagna, e forse in qualche remota plaga come ‘little Italy’ a New York, come ultima appendice di un mondo che si sta esaurendo del tutto.
Che ancora si riesca a commuoversi per la celebrazione di un rito religioso è un buon segno credo, considerato che i tempi sembrerebbero non lasciare più spazio ai sentimenti. Ma fino a quando i palermitani per esempio riusciranno senza rancore ad assistere “all'incontro tra la Madonna e il Signore" nella cornice antiestetica e nauseabonda dei cumuli di immondizie lasciati nella strada a esalare i propri miasmi?! Certo, si corre il rischio di fare discorsi di sapore demagogico, ma è triste rendersi conto che non c'è nemmeno più spazio per questo. Ormai, quand’anche si facesse demagogia, nessuno se ne accorgerebbe poiché la distanza tra il verosimile è il vero è diminuita fin quasi a sparire del tutto.
Ma in fondo i palermitani che si commuovono (noi!), non sono i medesimi che poi fanno parte della pletora di quelli che sobillano, di “quelli che si mettono di traverso” per fini personali dei quali la collettività non riesce a cogliere il senso, di quelli, infine, che fanno parte delle amministrazioni, delle commissioni presso i vari enti che assumono le decisioni e stanziano i fondi... quelli che fanno le scelte che stabiliscono le priorità?!
Il compiacersi per la propria sensibilità è gratificante, ma non costa molto, anzi non costa niente. Quello che costa invece è compiere il proprio dovere ogni giorno, in silenzio, senza attendersi apprezzamenti da nessuno, semplicemente perché il farlo è giusto, ma - stranamente forse - il giusto in questo caso (e forse anche in altri) coincide anche con l'utile. “Tanto di guadagnato!” dovremmo dire; sarebbe normale... a meno che la nostra natura complessa e la nostra psiche, che spesso utilizzano processi poco plausibili, non si sentano abbastanza gratificate dal fatto che l'utilità avvantaggi anche gli altri, e non solo se stessi…! Sembra impossibile, vero? Eppure tutti noi, siciliani (o meglio, palermitani) dalla mente spesso “camuluta”, sappiamo che spesso una cosa che pure ci avvantaggi, ci piace un po' meno se avvantaggia anche gli altri. Del resto, non è questa la terra dove sono nati detti come: “chiddu è cuomu ‘u cani ru jardinaru; ‘un futti e ‘un fa futtiri”, e ancora “è cuomu a chiddu chi si tagghia ‘a m…… p’un fari piaciri a’ mugghieri!”
SALVO GERACI
05 aprile 201




10 commenti:

  1. Condivido in pieno e aggiungo che è tempo di un buon esame di coscienza per credenti e non.
    A tutti, con tutto il cuore, ed in particolare a un amico momentaneamente assente l'augurio di una Pasqua di vera redenzione.
    GIUSEPPE ARENA

    RispondiElimina
  2. Con l'occasione pergo calorosi auguri di una santa pasqua agli amici di polit. prima, nel contempo mi dichiaro totalmente solidale con l'amico s. Geraci nel sua analisi del comportamento etico-religioso del palermitano e non. D'altronde questo popolo dal corredo cromosomico multiformi si comperta in maniera multiforme e talvolta contraddittoria, a volte generoso, a volte, onesto, disonesto, corretto, corrotto, e cosi via. Io penso che occorra un cambiamento antropologico....altrimenti chi è causa del suo mal...saluti.g.v.

    RispondiElimina
  3. Tenebrae factae sunt, dicevano i responsori latini recitati nel triduo pasquale fino a quando il latino continuò ad essere usato nei riti della chiesa cattolica.
    Le "tenebrae", ovviamente nulla hanno a che fare, come giustamente dice l'amico Geraci, con eventuali giornate di sole concomitanti con la settimana santa, essendo piuttosto riferite al mondo piombato in un'oscurità direi accecante, in attesa della Resurrezione del Signore.
    "Tenebrae" che possono essere considerate anche metafora del nostro tempo dove la menzogna regna sovrana, dove l'oscurità della politica, l'opacità della gestione dei soldi pubblici sperperati ignobilmente dai partiti cui furono assegnati come rimborsi elettorali, gli intrallazzi e le ruberie nella gestione della Cosa Pubblica hanno reso questo periodo come uno dei più bui, oscuri, melmosi e maleodoranti della storia della nostra Repubblica.
    Nei riti pasquali, alle tenebre segue sempre la luce della resurrezione, la luce sfolgorante della vita e della verità. Nella situazione della nostra politica, mi pare che il periodo delle tenebre stia durando un pò troppo, anzi mi pare che non ci siano proprio speranze fondate che ci si possa liberare tanto facilmente da questa cappa di piombo del malaffare e della cattiva politica in cui versa, in definitiva, la nostra vita, non soltanto la vita associativa ma soprattutto quella economica, per le difficoltà create da uno stato ladro, avido, vorace e bramoso dei nostri beni, anche di quelli che NON abbiamo.
    Non parliamo poi della verità, quella non esiste nemmeno nei processi il cui scopo è quello di accertare tutt'al più la cosiddetta verità processuale, che spesso non coincide con la verità nuda e cruda.
    Ecco, stiamo in un mondo pieno di oscurità, di buio, di menzogna, di egoismo.
    Quando tutto ciò finirà e si potrà celebrare il trionfo della vita, della luce e della verità? Boh!!!
    L'augurio che faccio a tutti è che la Santa Pasqua possa essere l'inizio di un periodo di politica buona, onesta, che agisca a favore e per il benessere del popolo italiano. BUONA PASQUA A TUTTI !!!!!!!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  4. Diciamo che quest'anno la Pasqua è stata illuminata dal nostro splendido sole,di solito pioggia oscurità ,ci mostrano le lacrime del Cristo morto il dolore e il senso di abbandono;ma in questo periodo tali sentimenti e manifestazioni li vediamo con l'oscurità nei cuori degli uomini, affranti dalla crisi evidente che diviene anche manifesta crisi interiore.Si vive si il momento Pasquale,ma non c'è un sole che possa illuminare le intime tenebre.Si seguono i riti religiosi caratteristici della settimana Santa,ma non ci si abbandona totalmente in quanto prede di un forzato scetticismo evidente.Lasciamo invece che gli animi vivano la Resurrezione di nostro Signore sperando e contando sulla personale singola Rinascita.Auguri di una Serena calda Pasqua a tutti voi,che possa il Fuoco della Resurrezione scaldare gli animi.

    RispondiElimina
  5. La Passione di Gesù Cristo induce a riflettere su un amore così grande e smisurato che lo ha portato sulla Croce, dove, prima di morire pronunciò la frase " Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno",un amore oltre ogni confine.
    Quello che dobbiamo chiedere, nelle nostre preghiere, oltre ad una buona salute, di perdonare chi ha portato allo sflacelo la nostra città, e che sia eletto sindaco la persona giusta per dare a questa Città, finalmente, la dignità che merita.
    Auguro a tutti gli amici di Politicaprima, e alle loro famiglie, una serena Pasqua.

    RispondiElimina
  6. Che cosa sono le "tenebrae" se non la sconfitta della luce? E se lenebre non ci fossero potremmo mai accorgerci di quanto splendida e spettacolare è la luce? Quindi è tenebra tutto ciò che offusca il nostro cuore. Lo scrittore e amico Salvo mi prende per mano e mi porta dentro una riflessione razionale e di natura spirituale insieme. Infatti, che cosa è la ragione senza la fede? IL fedele ha il coraggio di fare attraversare una processione sempre attuale, dai luoghi che frequenta e vive. Gli mostra la sua casa sporca, perchè questa è la realtà in cui vive. Non si vergogna perchè questa è la sua dissacrante cultura. Le strade del suo "santo" ospite dovrebbro essere ammantate di drappi "i più belli" stesi nei davanzali delle finestre e balconi e da un mare di petali di rose. Invece, no! E la sua ragione si chede: quali amministratori può esprimere un popolo che non ha vergogna del suo stato di degrado? Naturalmente quelli che ha. Quelli che non sapendo ricercare un ordine che diventi cultura, non riesce a costruire un valore che sia esso di una sacralità religiosa o laica. Chi ne soffre , come pochi, come il caro Salvo, cerca tra le pieghe di tale epidemica patologia il perchè di questa malattia e ne cerca la ragioni perchè vorrebbe piangere di quel misticismo che la fede racconta o per tradizione per chi non la conosce o per giusta considerazione mistica. Ma la Pasqua è innanzitutto Resurrezione. Bisogna crederci fermamente e per la laicità e per la quotidianità che riguarda tutti noi dovremmo fare soltanto imparare a obbedire a quel comandamento che Gesù ci ha lasciato. Ama il tuo prossimo. E alla domanda chi è il mio prossimo dovremmo sapere rispondere chi il primo prossimo sono me stesso. Amando il mio prossimo avrò rispetto per me e per gli altri. E difatti non è eroe chi fa il proprio dovere. Ha seguito un semplice e sincero comandamento. Ama il tuo prossimo ed ogni volta che lo faremo vedremo sconfiggere le tenebre in favore di quella luce che in questo periodo manca all'uomo. Amalo proprio quando un certo atteggiamento "non ti compete" e allora saremo grandi . Ma solo se ognuno di noi lo farà senza aspettarsi che l'altro lo faccia. Solo così le gocce ad uno ad uno potranno formare un oceano o un popolo degno di tale nome.

    RispondiElimina
  7. Tra fede e ragione

    Commento gradito e pregevole. All'amico Claudio, che 'invidio' per la fermezza della sua fede, mi permetto di aggiungere un corollario.

    Già il I Concilio Vaticano, e meglio ancora il II (e spero che il III al proposito sia più coraggioso),entrano nel merito del rapporto intercorrente tra fede e ragione, si occupano del tema, legittimando peraltro il ruolo della ragione (né potrebbe essere diverso considerata la magnificenza dell'istituzione ecclesiale cattolica, capace, se necessario, di recedere da alcune impostazioni), .

    In quelle sedi viene affermato "che il r a z i o c i n i o può PROVARE con certezza l'esistenza di Dio" e appresso che essa "può anche essere DIMOSTRAT(A) con il lume naturale della
    r a g i o n e"...!

    Da ciò è evidente che la Chiesa "moderna" si troverebbe in serio imbarazzo a dichiarare la plausibilità di una "fede acritica", nemmeno provata appresso coi fatti; come fa l'anatomo-patologo quando dichiara l'evidenza clinica di alcune patologie solo osservando per esempio il cervello del paziente durante l'esame anatomico.

    Certo; la verifica "verificata" la Chiesa potrebbe darla dopo la morte di ciascuno... cosa ad oggi impossibile.

    Tuttavia essa non può, considerata la responsabilità che la investe, abdicare al concetto di ragione, poiché resterebbe inchiodata ad un concetto di fede quantomeno rinunciatario.

    Cristo, del resto, enunciò concetti che possono essere accettati per fede, MA CHE SONO TUTTI PIENAMENTE GIUSTIFICABILI CON LA RAGIONE E RESISTONO AD OGNI OBIEZIONE.

    La ragione (a molti non è affatto chiaro...) non esclude la fede; anzi ne integra la valenza e ne completa il "sentimento"!

    Quello dell'uomo è quasi certamente un processo CONTEMPLATO (NEL SENSO DUPLICE DI PREVISTO E DI OSSERVATO/SEGUITO) - da Dio e orientato a perseguire e raggiungere nel suo punto Omega (in ogni modo e con ogni mezzo, anche e soprattutto con la teoria filogenetica evolutiva) il perfetto congiungimento di fede e ragione in Dio, nella sua espressione trina: Dio fede, Dio ragione e Dio totalità!

    Non riesco a pensare a un Sommo reggitore del mondo (universo?!) che assegnasse al suo prodotto più pregevole - l'intelligenza umana - un ruolo di subalternità.

    Con empatia, Salvo Geraci

    RispondiElimina
  8. ...mi piacerebbe raccogliere sul tema considerazioni di Volpe, Pepe e Gattuso... o di chiunque voglia intervenire...

    RispondiElimina
  9. L' amico Salvo geraci ,oggi e' particolarmente e meravigliosamente ispirato , e visto che invita a commentare ,cerchero' di farlo .
    Se avessi il numero del cell. del prof. Gallo mazzeo lo chiamerei per farmi aiutare ,ma non ho il numero .

    Caro Salvo , io non sono un uomo di fede ,non ho avuto questo ''Dono'' , tant'e' che a volte mi son chiesto con quale criterio si siano stati dati questi ''Doni''.
    Le chiese tutte in maniera un po'discutibile si rivolgono agli uomini di fede come se fossero degli '' unti '',gente con qualcosa in piu' ,con una morale piu' alta ,e soprattutto sempre nel giusto e in rappresentanza del bene.

    Io ovviamente non la penso cosi' ,e dell'azione sul pianeta di tutte le chiese , meglio non parlarne ,non credo che abbiano argomenti storici di cui vantarsi .

    Caro salvo , comunque so benissimo che tu stavi parlando di ben altro ,e che io sono assolutamente fuori tema con il mio intervento , purtuttavia volendo commentare il tuo pensiero ne ho approfittato per inserire il mio .

    Detto questo , sono fiero ed orgoglioso di poter dire '' SONO AMICO DI SALVO GERACI '', e chi mi conosce sa bene che questo e' molto ma molto raro.

    AUGURI PRESIDENTISSIMO

    RispondiElimina
  10. Mi inserisco nei commenti ricordando all'amico Sergio che nel "pensare" quindi scrivere esercita la facolta di "ragionare" ...e quella ragione lo porta, a suo dire, a credere, e io ci credo, nell'amicizia... e nel credere all'amicizia penso a mio modesto avviso che si possa supporre che abbia fede.
    Tanta fede... di certo più di tanti cattolici e/o pseudocattolici che dall'alto delle loro posizioni acquisite con la frequentazione, con i finti comportamenti cristiani, con i paramenti sfoggiati a mo di amuleti e con i tanti etcetera etcetera ...
    Quindi, mio caro Sergio, tu hai molta piu fede di quanto ne possa avere un comune cattolico... Un comune cattolico come me al quale hanno insegnato che se ne riuscissi ad avere quanto un granello di senapa potrei riuscire in imprese inimmaginabili...
    La fede è fides ... è la fedeltà verso i sani principi, verso una società eticamente responsabile, verso una politica capace di aiutare i cittadini e far crescere il proprio Paese...
    e perchè no... è anche Amore verso se stessi e verso il prossimo!
    Ma... a questo punto mi chiedo: Quanti hanno messo, nella scala dei valori, ai primi posti l'Amore verso se stessi e il prossimo?
    Quanti sono realmente disposti a fare sacrifici in nome e per conto del fratello sofferente?
    purtroppo in pochi... il dio danaro regna sovrano in questa società di egoisti accattoni...
    e la politica dall'estrema destra alla estrema sinistra ne è "fulgido esempio"
    ...notte

    RispondiElimina