martedì 6 marzo 2012

PUNTO E A CAPO

Geraci-Salvodi Salvo Geraci - Non se ne può davvero più! Sembra di essere dei ragazzini che giocano a guardie e ladri... e che poi tanto il risultato non vale. Io non amo le primarie, ma, vivaddio, se si sceglie di farle, bisogna accettare il responso dell'urna, pagare e sorridere. Triste vedere il comportamento di uno come Orlando, che, col vento in poppa, agitava le sue bandiere e si mascherava di buonismo.
Adesso che il vento tira da prua, dà di testa e, armato del suo broncio migliore, minaccia probabili conseguenze. Una cosa è certa: lo ribadisco! Non si possono cambiare le regole del gioco mentre il medesimo si svolge e dunque chi ha voluto le primarie, come segno di espressione della volontà popolare e della democrazia partecipativa, adesso non contesti, stia buono, non dia spettacoli indecenti. Continuo con le dichiarazioni; non credo che mi piaccia Ferrandelli. Non credo mi piacesse neanche prima; ma probabilmente non lo conoscevo. Adesso è mio l'onere di cercare di conoscerlo meglio, capire, e, se possibile, farmelo piacere.
La gioiosa macchina da guerra di Bersani con i suoi miliardi, scesa potentemente in campo, non è riuscita a sfondare la linea Maginot. Probabilmente è Bersani che non piace e ne ha pagato lo scotto anche la Borsellino, che, persona assolutamente perbene, tuttavia non ha certamente l'appeal che deriva dall'essere giovani, dal trasudare certezze, dall'evidente voglia di lavorare, e, perché no?, dalla capacità di esprimersi al meglio grazie al vigore che deriva dall'età.
Del resto, diciamoci la verità: governare Palermo è governare un transatlantico che debba fare manovra all'interno di un piccolo porto, con il rischio di travolgere, semplicemente per effetto della deriva, ogni persona ed imbarcazione che stazioni sul posto. Nessuno ha la formula in mano: nemmeno Orlando che pure fa credere a tutti di possedere la pietra filosofale. Dunque: mettiamoci d'accordo. Se prendiamo in considerazione problemi come la mafia è chiaro che la nostra intenzione è quella di metterci di traverso; auspico, come penso vogliano tutti i palermitani con un pizzico di buon senso, che, durante il mandato del prossimo sindaco, la mafia arretri. Ma pretendere che questo sia il primo punto programmatico, significa pretendere di avere Superman come sindaco.
E anche sul dissesto finanziario, chiunque occuperà quella poltrona, dovrà gestire il coordinamento delle forze chiamate a gestire e risolvere il problema, richiedendo il massimo rigore e vigilando effettivamente a che esso venga applicato. Ma non è certo il sindaco che può risolvere il problema del disavanzo (scusate se non ho detto default). Egli dovrà avere la forza e la competenza per organizzare e gestire gruppi (stavolta veramente qualificati) di consulenti motivati e ben pagati (sic!), di squadre di amministrativi e di tecnici ai massimi livelli, e di tanta manodopera che stia veramente al tavolo per otto ore piuttosto che pilotare l'imbarcazione del sindaco!
Quanto al resto, qualsiasi programma va bene; prego caldamente soltanto di occuparsi, come diceva Benigni, del traffico: e delle infrastrutture. Per il resto tutti gli altri punti sono più o meno comuni nei vari programmi. Il colpo di reni che deve dare Palermo, se un sindaco sa tenerne le redini, deve essere dato sul piano complessivo della cultura. E qui il tema è grosso; infatti non parliamo della solita cultura per la quale devono essere fatti programmi che cencellianamente distribuiscano incentivi e prebende a enti, associazioni e perfino oratori, che presentino un programma con uno straccio di attività!
Intendo uno sforzo che sia culturale con un retrogusto antropologico; quella cultura, cioè, che, in qualche modo, ontogeneticamente, modifichi, nel corso di una vita, la visione del mondo del singolo; e, che, filogeneticamente, modifichi perfino il popolo palermitano...
Ma forse è chiedere troppo, ed io sto sognando.
Ma, quando è consentito sognare, se non nel momento di vacatio?! Perché (stiamone certi), appena il sindaco sarà seduto, inevitabilmente la pletora di persone che gli staranno attorno, cercherà di interdire ogni comunicazione diversa da quelle che essi stessi hanno previsto e organizzato. Perché quando il sindaco sarà seduto, non gliene faccio una colpa, come tutti sarà travolto dalla ebbrezza del potere. Potrà capitargli allora di cominciare a camminare su una nuvoletta credendo di avere i piedi per terra ed invece avendo certamente la testa per aria.
Il sindaco è morto, viva il sindaco! Si deve collaborare? Bene, facciamolo! Ma, se tra qualche anno, ci dovessimo ritrovare ancora una volta con la bocca amara per la continua torsione delle budella, subita, rendiamoci conto che non potremo incolpare che noi stessi. La contromisura? Vigilare, stigmatizzare, e, se necessario, intervenire... per tempo.
Absit iniuria verbis.
Salvo Geraci06 marzo 2012









5 commenti:

  1. Non ho molta voglia di commentare il dopo-primarie di domenica scorsa ,comunque visto che ci sono lo faccio .
    Luca Orlando e' il politico che stimo di piu' anzi forse e' l'unico ,almeno a Palermo .
    Vado oltre ,oltre a stimare Luca orlando gli sono anche amico ,quindi quando oggi in una trasmissione televisiva gli ho sentito fare l'analisi delle primarie con le considerazioni che tutti sapete ,per poi sentirgli dire che non votera' per il vincitore , beh... allora mi sono molto intristito , come se improvvisamente mi fossi reso conto di non aver capito nulla ,nulla ne' della politica ne' degli uomini della politica .
    Quindi essendo veramente depresso ,saluto il mio Amico Salvo Geraci e mi ritiro in riflessione .

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  2. Apprezzo la sincerità e l'onestà intellettuale di Sergio Volpe quando, in seguito alle ultime esternazioni televisive di Leoluca Orlando, dice che si ritira in riflessione. Anche io, da cristiano, cadrei in depressione se un giorno il papa facesse un discorso del tipo: Cari figlioli, abbiamo scherzato. Le cose che ci hanno insegnato negli ultimi duemila anni sono delle corbellerie, Dio non esiste e Gesù non è mai venuto in questo mondo. E tuttavia vorrei osservare che in politica le delusioni sono all'ordine del giorno. Se dovessimo dare per buone e immutabili le cose che dicono i politici, se tutte le loro affermazioni dovessero durare più di un giorno, non assisteremmo ai balletti e alle giravolte continue di cui costoro fanno mostra. Oggi uno dice che quel suo avversario è un delinquente, un corrotto e un corruttore e dopodomani, per mero calcolo, stringe con lui un'alleanza che a noi poveri mortali potrebbe sembrare assurda. Per cui, sommessamente, inviterei Sergio Volpe ad aspettare qualche giorno, perchè il dott. Leoluca Orlando, se troverà un attimo per rifletterci su, dovrebbe tranquillamente votare il candidato Ferrandelli, rispettando il risultato delle primarie.

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  3. Ignazio Mazzara
    Stimo da lunga data Luca Orlando, ma non posso che questa volta la sua strategia politica ha fatto un flop che forse sarà difficile da superare.
    Invece di dare fiducia al suo capogruppo al Comune di Palermo Fabrizio Ferrandelli (forse perchè poteva adombrare la sua persona?) ha lasciato che volponi della politica vedi Lumia e Cracolici insieme a Lombardo lo portassero dove è arrivato.
    Dando a Lombardo due candidati a Sindaco, e quando perde?

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  4. Forse Orlando era così sicuro che poteva farcela la sig.ra Borsellino, ed altrettanto sicuro che era lui a non farcela, che l'intromissione di Ferrandelli gli ha fatto saltare i piani del suo pensiero politico (come ad esempio governare Palermo con il vicesindaco designato tale Giambrone).
    Una piccola critica alla sig.ra Borsellino, desiderava solo il voto del popolo al di sopra dei partiti, alla fine si era accordata appunto, con Orlando promettendogli il posto di vicesindaco.
    E come dire in italiano perfetto: mi pare Giorgio vinci ca' quanno pierdi chianci.
    Meditate gente, meditate.

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  5. Ancora oggi "noi" della prima repubblica ci meravigliamo di ciò,in cuor nostro non sapevamo che andava a finire in questo modo

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