sabato 18 febbraio 2012

FIGLI DELLA GRECIA

di Salvo Geraci - Ma davvero in questa scriteriata unione europea, che dovrebbe rappresentare il massimo della cultura, il massimo della socialità e del buon senso, davvero per questa unione la Grecia è solo un paese minore, economicamente arretrato, un popolo fatto di persone dedite principalmente alla pastorizia?
Questa è davvero una grande delusione e non penso affatto che fosse il pensiero, o comunque nel programma, dei padri fondatori! Se è vero quel che si dice, e cioè che culturalmente dobbiamo ritenerci necessariamente cristiani poiché il cristianesimo, appunto, ha costituito per l'Europa una sorta di strozzatura (nel senso buono del termine), altrettanto inoppugnabile è il principio che tutta l'Europa e i principi che ne hanno determinato quelle che oggi si definirebbero "buone pratiche", sono arrivati a noi, magari attraverso lunghi passaggi, e tortuosi, proprio dalla Grecia.
Noi siciliani, in particolare, dobbiamo considerarci oltre che culturalmente anche storicamente in parte un po' greci; ogni alunno d'Europa credo infatti che già nei primi anni di scuola, abbia acquisito la cognizione dell'esistenza di una "Magna Grecia" della quale costituivamo la popolazione.
Dovremmo essere tra i primi a fare sentire il nostro sdegno per le umiliazioni che vengono inferte a questo grande Paese.
Già: perché le richieste che alla Grecia vengono fatte dal micidiale asse franco-tedesco (e in qualche caso anche con la volontà implicita dell'Inghilterra), sono richieste che i signori che tengono le redini, sanno bene che il popolo greco non potrà rispettare. Non abbiamo detto che non vorrà; piuttosto che non potrà!
Dunque: nell'eventualità che il prestito non venga concesso, c'è l'umiliazione di aver costretto a reiterate richieste spesso mortificanti, la Grecia, mostrando, di tanto in tanto, strategicamente, qualche illusione circa la concessione di prestiti, benefici o piccoli piani Marshall... oppure: il prestito verrà concesso a condizioni davvero impossibili e per importi inadeguati a far superare il momento drammatico; molto probabilmente, in questo caso, saranno concesse solo le somme necessarie a coprire gli interessi sul debito sovrano.
Tutto ciò rimanendo formalmente in condizione di default!
Un aiuto concreto potrebbe piuttosto consistere in somme finalizzate a processi di sviluppo o di consolidamento delle aree economiche suscettibili, più di altre, di qualche ripresa nel medio termine. Ma, scetticamente ritengo che non sarà concesso nessun credito è che l'obiettivo che la classe dominante voleva raggiungere sia stato già raggiunto; da noi si chiama "tecnica del carciofo”. Si tolgono le foglie più dure, poi quelle medie e quelle piccole per arrivare al cuore morbido e setoso.
Mi spiego: si sta giocando una grande battaglia per consolidare la governance che nei prossimi lustri, dovrà guidare l'unione europea per consentirle di presentarsi al meglio nel confronto che sempre più sta prendendo piede tra i potentati economici dei Paesi da sempre sullo scacchiere e di quelli emergenti. "Parigi varrà bene una messa!"; e quindi avanti rullando quanti più soggetti possibile.
Oggi tocca alla Grecia domani probabilmente alla Spagna o al Portogallo, e, dopo, forse anche all'Italia. Dunque relativamente presto potremmo trovarci con una unione europea sostanzialmente tutta commissariata da un triunvirato di ferro, da una Santa alleanza che si siederà ai tavoli ricchi di pietanze di ogni sorta, e che comunque gratificherà gli altri Paesi delle briciole avanzate. Così facevano i ricchi, nel medioevo!
Dobbiamo dunque prepararci a tempi bui, se la prospettiva è quella, come diceva uno scrittore, di un medioevo prossimo venturo. Speriamo per questo che non si dia l'avvio a un processo che probabilmente appresso sarà difficile fermare.
Sic est.

SALVO GERACI
 

18 FEBBRAIO 2012

3 commenti:

  1. Ben detto Salvo tu da vero umanista illuminato senti il bisogno di fare l'avvocato della Grecia madre della cultura europea. Magari è una causa persa ma gli europei, gli italiani ed in particolare i siciliani debbono un tributo di riconoscenza al popolo Greco che ci ha fatto dono della democrazia della filosofia e della logica aristotelica. G. Vullo.

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  2. La destra è la destra, il liberismo è il liberismo, il mercato è il mercato. Caro salvo, ti leggo con rispetto ed interesse, colgo il tuo disappunto, che è anche il mio, però diciamoci la verità, si può davvero sperare che un Europa neo-fascista si muova ed operi diversamente?
    Noi abbiamo il cuore a sinistra, ma solo il cuore.
    Forse è il momento di metterci qualcos'altro, il cuore non basta.

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  3. Nel fare l'Europa i politici hanno deciso che si doveva, da subito, essere il maggior numero possibile di Stati (ad oggi non capisco perchè). Ed allora tutti dentro paesi ricchi e paesi poveri. Nessuno ha mai pensato di controllare, veramente, i bilanci degli aspiranti comunitari. Oggi come si sà hanno scoperto che la Grecia (sperperona) ha presentato bilanci falsi.
    Oggi tutti paghiamo per i debiti della Grecia. L'Italia ha pure i suoi problemi ma noi abbiamo pagato pure il biglietto di solo andata per entrare in Europa dato che i nostri bilanci non erano al meglio, ricordate Prodi?
    Meditate gente, meditate.
    GIUSEPPE A.

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