martedì 25 ottobre 2011

Profumo per Palermo

di Sergio Potenzano - “Se avesse in mano le redini della Città farebbe subito un Piano straordinario di manutenzione: strade, aiuole, fioriere, marciapiedi”. Un intervento forte per rimettere in moto l’economia della città utilizzando le risorse della Cassa Depositi e Prestiti. Secondo una collaudata teoria economica che vede l’intervento statale come una concreta soluzione


per dare ossigeno agli imprenditori, accrescere la domanda, e riavviare lo sviluppo.
Vito Riggio, Presidente dell’ENAC, in un intervista al Giornale di Sicilia (21/10/2011) affronta i problemi di Palermo in questo scorcio di tempo che ci separa dalla nuova amministrazione della città.
“Palermo  ha imboccato da tempo la via della decadenza, ma a  differenza di altre, non è indirizzata verso venti di cambiamento”. E riguardo ai giovani, da ex docente universitario, commenta negativamente l’impegno che mettono verso la ricerca di locali, pub, club, circoli. Luoghi dove ci si sente protetti da tutto quanto avviene fuori, quasi piccoli paradisi autoreferenziali.
Le menti migliori vanno fuori, quelli che restano è come se fossero anestetizzati. I vecchi politici non mollano e i giovani pensano che per uscire dalla crisi basti essere indignados, moralisti antimafia o venditori di ottimismo a buon mercato, mentre serve fatica quotidiana e un appello al dovere. Da loro ci aspettiamo l’impulso maggiore per dare un colpo di reni a questa città.  Ma per questo c’è bisogno di segnali forti, come ha fatto ultimamente il cardinale Paolo Romeo, così come dovrebbe fare anche la Scuola dove mancano i rimproveri, che sono pedagogici e hanno il compito di sensibilizzare le coscienze. Solo così si creano le condizioni per un nuovo inizio.  
Ma, oltre tutto questo, c’è un dato che ha suscitato curiosità nelle parole di Riggio. “Palermo è una città che fa puzza”. Un’amica libanese in viaggio a Palermo ha fatto questo rilievo. Nell’aria si diffonde il cattivo odore dell’immondizia e della sporcizia che troppo facilmente viene abbandonata ovunque. Noi ci abbiamo fatto l’abitudine. Ma, è vero, c’è cattivo odore in città. E poiché la soluzione non può essere quella di distribuire con le autobotti profumo di lavanda, è il caso che si trovino le soluzioni definitive anche a questo, non meno rilevante, problema. Profumiamo Palermo.

Sergio Potenzano
25 ottobre 1011

5 commenti:

  1. Non sono d’accordo sulle analisi e la proposta di Vito Riggio per Palermo .
    La nostra città non ha bisogno di un piano straordinario di manutenzione per la pulizia , la strade , le aiuole e quant’altro . Non fosse altro perché la Cassa Depositi e Prestiti i soldi non ce li regalerebbe, ma ce li darebbe in prestito , cioè ci darebbe soldi da restituire con interessi . Sappiamo tutti che le Cassa Comunali da anni non riescono ottenere prestiti da nessuno perché insolventi .
    Palermo , invece , ha bisogno di un “ progetto per la normalità “ che realizzi uno svolgimento normale delle attività della pubblica amministrazione e dei cittadini , che spenda , e bene , i soldi destinati annualmente dal bilancio per queste finalità .
    Mi spiego . Abbiamo migliaia di operatori ecologici (3.500 spazzini) , anche se molti precari , assunti e pagati per pulire le strade . Il Direttore Generale dell’AMIA tempo fa dichiarò che la città è divisa in 400 zone territoriali e a ciascuna di esse sono assegnati 2 operatori per pulire il 1° di mattina ed il 2° per il ripasso nel pomeriggio . In tutto occorrono 800 unità . Ne abbiamo 3.500 . Ed allora perché la città è sporca come non mai ? Non ci bastano , oppure , come ho sentito dire furtivamente a qualcuno ( precario ) di questi : “ per quanto mi pagano vogliono pure che lavori ? facciano lavorare quelli di ruolo ! io ho famiglia , lo stipendio non mi basta , devo fare il 2° lavoro (venditore ambulante) “ .
    Lo stesso dicasi per la manutenzione strade , verde pubblico , servizi comunali , etc…
    E allora ? . La battaglia è innanzitutto etica : Chiunque percepisca una retribuzione per svolgere una mansione , deve farla . Punto e basta .
    Invece ci sono troppi cittadini , per fortuna non tutti , che “ pretendono” di essere “campati” , perché “ ci attocca” ( non si sa bene perché) . Siamo al dilagare di un accattonaggio mentale , che purtroppo nella nostra città è atavico : “ u guviernu ci avi a pinsari”.
    Scusate la crudezza , ma dobbiamo smetterla con il pudore , la reticenza o l’indulgenza .
    Riguardo ai giovani che preferiscono riunirsi tra loro nei PUB invece di impegnarsi in politica .
    Ma Riggio ha mai parlato con i giovani di oggi , invece che dei giovani ? Dove è stato dal 1994 ad oggi ? Lo sa che il maggioritario ha buttato fuori cittadini e giovani dalla politica attiva ? Che troppi politici ed amministratori nazionali e locali sono condannati e carcerati per ogni tipo di reato ed illecito ? I giovani dovrebbero interloquire con questi ? oppure con quelli che , anche se innocenti , non sono capaci di guidare verso un ribaltamento della crisi morale , civile ed economica ?
    E no , caro Riggio . Sei una persona intelligente e brillante , ma questa volta l’hai sparata grossa .
    Pasquale Nevone – 25.10.2011

    RispondiElimina
  2. concordo con pasquale nevone
    riccardo giannuzzi savelli

    RispondiElimina
  3. Le proposte di Vito Riggio così come tutte le altre fatte da altri sono note a tutti noi.
    Non abbiamo bisogno di qualcuno che ci dica cosa fare abbiamo bisogno di qualcuno che le faccia.
    Siamo tutti bravi a predicare, ma un vecchio detto siciliano recita:"Dici u parrinu: figghiu miu fai chiddu ca ti ricu iu ma un fari chiddu chi fazzu iu" (dice il prete figlio mio fai quello che ti dico io ma non fare quel che faccio io).
    Nel senso che chi dice di fare e come fare poi per primo non fa e fa altro...!!!
    Meditate gente, meditate.
    GIUSEPPE A.

    RispondiElimina
  4. Me lo sentivo che Riggio non poteva pensare veramente quello che aveva dichiarato .
    Venerdì 28 ottobre abbiamo appreso dal Giornale di Sicilia che Riggio ha rifiutato la proposta di candidarsi a Sindaco di Palermo , fattagli pochi giorni prima dal Terzo Polo e al quale aveva risposto con quella proposta “ profumata” .
    Ha spiegato il suo rifiuto dicendo che è difficile per chiunque , oggi , fare il Sindaco di Palermo , cioè di un Comune che non ha soldi , ma solo debiti insolvibili , e per di più con un personale troppo numeroso , in gran parte non qualificato . Ha aggiunto che chi come lui , cioè un sessantenne, è più appropriato che dia consigli , mentre in prima linea ci devono essere i quarantenni .
    Adesso sì che riconosco Riggio , che oltre ad essere una persona intelligente e brillante , dimenticavo che è una persona piena di ironia , direi anzi quasi istrionico .
    Provando a tradurre dal politichese al linguaggio dell’uomo comune , infatti , penso che probabilmente abbia voluto dire : no , grazie , non sono “ pazzo “ per candidarmi a Sindaco ! e poi per fare che : il candidato del Terzo Polo , e per giunta a Palermo , città dove l’astuzia e le macchinazioni istituzionali raggiungono livelli da laboratorio politico che lo stritolerebbero già sul nastro di partenza ? No . grazie , avanti un altro .
    Secondo me , forse , Riggio , da aspirante allenatore dei quarantenni , sa già chi potrebbe eseere il prossimo Sindaco , e sta già lavorando per lui , solo che quel nome , da vecchio politico navigato , se lo tiene “ in pectore “ .
    Pasquale Nevone – 02.11.2011

    RispondiElimina