sabato 24 settembre 2011

La consapevolezza del proprio ruolo

Nel dibattito politico e nelle analisi sociologiche sul sistema Italia emerge costantemente una questione preoccupante. Nell'opinione pubblica il sentimento dell'antipolitica si fa strada e coinvolge sempre più adepti. Che è la naturale conseguenza di anni e anni di una politica patologica, molto malata e intollerante alle cure.
E, a conferma, emergono sempre nuove vicende e attività eticamente deplorevoli e spesso illegali. Personaggi del sottobosco, faccendieri, portaborse, assurgono a ruoli importanti capaci di determinare scelte politiche. Ovviamente deviate. Ciò che impressiona non è lo scambio di opinioni, i pettegolezzi, le invidie e le gelosie che sempre ci sono state e sempre ci saranno.

E nemmeno l'ambizione e gli sgambetti, o le gomitate per andare avanti, per emergere e acquisire prestigio e potere. No. 
Quello che veramente preoccupa è sapere che le decisioni, le scelte importanti per il futuro del Paese, gli impegni nei confronti della comunità internazionale così come nei confronti del popolo, vengono spesso prese attraverso relazioni informali, "consigli", promesse, protezioni, segreti e rivelazioni. 

Con i partiti confinati a fare i comprimari, senza vera partecipazione e condivisione e senza avere la forza morale e politica di indicare la via da seguire. Una sorta di rete informale nella quale personaggi di vario genere tengono contatti, riferiscono e indicano cosa fare. 
E chi, invece, per il ruolo di governo rivestito e il potere stabilito dalla legge e dal sistema democratico dovrebbe sì decidere e segnare le scelte da fare, da l'impressione di smarrire la consapevolezza del proprio ruolo e della dignità connessa al proprio rango.

Ecco uno dei veri problemi di quest'Italia. "... i ministri (o almeno la maggior parte di essi), danno l’impressione di smarrire del tutto la consapevolezza del proprio ruolo, della propria funzione di comando, e diciamo pure della dignità connessa al proprio rango, per muoversi e parlare come il più scalcagnato portaborse di Montecitorio. La ministra Prestigiacomo che simile a un povera sprovveduta chiede lumi e informazioni a Bisignani confidandogli i propri disappunti è la raffigurazione — non saprei se più patetica o drammatica— di un potere che non sa neppure di essere tale, che non crede neppure lui in se stesso, e che forse, viene da pensare, inconsapevolmente perfino si disprezza.".* 

* Ernesto Galli della Loggia - Corriere della Sera 01/07/2011

3 commenti:

  1. Certe posizioni, certi scranni, obbligano ad un'assunzione di responsabilità che implica la totale dedizione ai problemi del bene comune. Chi è arrivato lì, presupponendo di averne le capacità ed il merito, deve fare i conti con questa condizione. Diversamente non ne è obbligato e può dire anche no. In questo momento qualche ministero latita e ne è la prova il personaggio pubblicato nella foto...Ambiente dove sei!

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  2. "Ha da finì a nuttata!" Lo direbbe ancora Eduardo se si trovasse adesso in questo Paese? Come diceva un anziano importante politico: "Siamo al punto che governano quelli che una volta erano nelle decime file!" Già: con il corredo di "nani e ballerine", "consigliori" e "consulenti" che esercitano esclusivamente attività 'pro domo propria'. Tutto ciò mentre tutto ormai è a rischio 'default'. Una gran bella parola per descrivere un fallimento catastrofico!
    Salvo Geraci

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  3. “ Questo Paese non si salverà, la grande stagione dei diritti risulterà effimera, se non nascerà in Italia un nuovo senso del dovere ” - Aldo Moro

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